Tre uomini in barca (per non parlar del cane)

Se io volessi fare una scampagnata fuori porta, come si usa in questa giornata, so precisamente quali compagni di viaggio vorrei.
Tre uomini in barca: Jerome, Harris e George.
Per non parlar del cane, Montmorency.
Con loro le risate sono garantite, ve lo assicuro.
Three men on a boat (to say nothing of the dog) è un romanzo di Jerome Kapka Jerome e fu pubblicato nel 1889.
Ricordo mio padre seduto in poltrona con questo libro tra le mani: rideva e sghignazzava senza ritegno, ma con quei quattro è comprensibile, non si può davvero farne a meno.
E allora, signori, tutti a bordo!
Si parte per una crociera sul Tamigi davvero indimenticabile, attraverseremo la campagna inglese e ci sarà da divertirsi.
Jerome, l’io narrante della storia, è afflitto da una forma evidente di ipocondria e un giorno ha la geniale idea di tentare di diagnosticarsi da sé la malattia di cui soffre.
E’ uno dei brani più spassosi del libro, il povero Jerome, ricurvo su un libro di medicina, constata di avere tutti i sintomi possibili e immaginabili e giunge a un ferale conclusione: lui le malattie le ha tutte, compreso il colera, la difterite e il ballo di San Vito.
L’unico male del quale non soffre è il ginocchio della lavandaia, circostanza che, tutto sommato, lo lascia piuttosto interdetto.
Harris invece è quello che ha più senso pratico, privo del tutto di animo poetico.
Oh, ma è il tipo che conosce sempre un posticino dove andare, dove si può bere bene!
George è il saggio della compagnia, prodigo sempre di saggi consigli per i suoi amici.
E riguardo a Montmorency c’è da dire che ama accompagnarsi a cani di strada con i quali si diverte un mondo in zuffe con altri loro simili.
Un bel gruppetto e, se potessi scegliere, io in vacanza andrei con loro.
E allora me ne starei zitta zitta ad ascoltare Jerome che racconta di un tragicomico viaggio in treno, in compagnia di due formaggi puzzolenti e se non conoscete la storia andate a leggervi questo episodio, non vi svelo nulla per non togliervi il piacere di scoprirlo da voi!
E poi mi infilerei insieme ad Harris nel labirinto di siepi del Castello di Hampton Court.
Io ci sono stata, che esperienza!
Certo, con Harris sarebbe un’altra storia, lui si mette alla testa di un gruppo di turisti ma, malgrado millanti gran senso dell’orientamento, non c’è verso che trovi l’uscita!
E me ne starei bella serafica a guardare George, che disperatamente tenta di sbrogliare un cavo da rimorchio oppure mi godrei lo spettacolo dei tre amici che aspettano che l’acqua nel pentolino si decida a bollire per poter poi gustare un meritato tè.
Sì perché, sostiene Jerome, il pentolino è estremamente dispettoso e c’è solo un modo per far sì che l’acqua cominci a gorgogliare calda e bollente: ah sì, bisogna dire con voce stentorea che a noi il tè non piace, no, no preferiamo la limonata!
E allora vedrete come si darà da fare il pentolino!
Esilaranti avventure, quelle di Jerome, Harris, George e Montmorency.
E io in gita vorrei andarci con loro.

Oxford

E vorrei essere seduta su quella barca che naviga lungo il Tamigi, all’ora di pranzo.
Ecco il manzo freddo. E la senape? Ce la siamo scordata, non ce n’è!
Cosa daremmo per un cucchiaino di senape, ecco i volti cupi, velati di una tristezza inconsolabile.
Oh ma poi arriva la torta di mele, che buona!
E quindi il pezzo forte del pranzo: l’ananas in scatola.
Ne andiamo matti tutti quanti, ma c’è un problema, nessuno ha portato l’apriscatole, accidenti!
E allora ecco Harris che tenta di aprile la latta con un temperino, poi è il turno di George, che prova con le forbici e quindi Jerome tenta con un arpione.
Per la cronaca, la lattina rimane intonsa e il povero Jerome va a finire dritto nell’acqua!
Credete che sia finita?
Assolutamente no, una volta a riva, i nostri eroi provano in ogni maniera ad aprire quella maledetta lattina, la battono con un sasso, con l’alberello della barca, fino a farla diventare piatta e riducendola a tutte le forme note in geometria.
Finirà che Harris, esasperato, la lancerà nel fiume e tanti saluti!
Tre uomini in barca, humor inglese davvero micidiale, ogni volta che prendo in mano questo libro rido di gusto già dalla prima pagina e viaggio, viaggio insieme ai tre amici, lungo il Tamigi, e di loro non mi stanco mai.
E non si tratta di pura evasione, direi piuttosto che questo romanzo, oltre ad offrire momenti di assoluto divertimento, invita a considerare una diversa maniera di vivere, apprezzando le cose semplici e i piccoli piaceri, la sola via alla felicità.
Ed è qui, in queste parole, che vi verrà svelata la ricetta segreta dei nostri gitanti:

Gettate la zavorra, uomini!
Fate che la navicella della vostra vita sia leggera, carica soltanto di ciò che vi è indispensabile… una casa ospitale, semplici piaceri, due o tre amici degni di questo nome, qualcuno che vi voglia bene e a cui vogliate bene, un gatto, un cane, qualche pipa, quel che basta per sfamarvi e per vestirvi, e un po’ di quel che basta per saziare la sete; poiché la sete è una cosa pericolosa.
Vedrete che la barca sarà più facile a governarsi e più difficile a capovolgersi.

Io in vacanza saprei con chi andare.
Sul Tamigi, in barca.
Con Jerome, Harris e George.
Ci sarà anche Montmorency, naturalmente.
Tre uomini in barca (per non parlar del cane).
Venite con noi?

36 pensieri su “Tre uomini in barca (per non parlar del cane)

  1. Ma certo che vengo! Quando partiamo? Così preparo i bagagli… Faccio in tempo a rileggermi il libro? Me lo hai fatto ricordare e vorrei dargli nuovamente un’occhiata! Ricordo di aver letto, da ragazza (forse al ginnasio, non so più) quell’episodio in cui loro erano inseguiti e chiudevano gli occhi per non essere visti! Avevo riso molto…

  2. mi ricordo le prime pagine, fulminanti. Forse sarebbe anche il caso di rileggerlo. Avevo cercato lo stesso divertimento con Tre Uomini a Zonzo ma mi era sembrato un po’ noioso

  3. Vengo eccome Miss! Mi hai incuriosito da matti! Un romanzo che non conoscevo ma leggerei davvero volentieri. Come le sai raccontare tu le cose poi… Il nome del cane poi è fantastico. La piccola descrizione che fai di tuo padre mi è piaciuta molto. Solo due righe ma dietro ci sono tanti ricordi immagino. E dimmi, chi dei tre sarebbe quello che ti da più fiducia? Scommetto in Harris. Ma mi baso solo su quello che ho saputo da questa tua magnifica recensione. Un bacione Miss.

    • Haha…lo sapevo che ti saresti unita alla nostra bella compagnia!
      Questo è il libro che regalo a tutti i miei amici, vedrai che quando lo leggerai non rimmarrai delusa.
      Sì, ho un bel ricordo di mio papà mentre leggeva questo libro, è stato lui ad incuriosirmi e a farmi venir voglia di scoprirlo!
      Penso che vada bene anche per topino, sai?
      Chi mi da più fiducia? Ma tra tutti guarda, non saprei proprio 😉 !
      Un bacione Pigmy!

  4. Letto diversi anni fa ma alcuni episodi tipo quello del “ginocchio della lavandaia” e dell’ananas me li raccontava mia mamma quando ero piccina e mi divertivano tantissimo. Fanno parte dei miei ricordi. Ps. Mia mamma all’epoca era una narratrice fenomenale e ai giardini si creava sempre un capannello di bambini attirati da questa mamma che raccontava storie incredibili. Baci

  5. Dear Miss Fletcher,
    con te in capo al mondo, ma coi tre uomini e il cane non so, specialmente se si portano dietro manzo freddo e formaggi puzzolenti.
    Si potrebbe trovare un accordo se ogni tanto si attracca in qualche villaggio di campagna e mi fate fare un salto al pub, che invariabilmente si chiamerà Bilberry Inn o Peacock Tavern, così mi faccio un paio di pinte e il mio bel faccino s’illumina d’immenso, altro che il the delle cinque!
    Io lancio la mia controproposta e mi spiace che la tastiera del pc non mi consenta di scrivere con la grafia corretta, ma penso che capirai ugualmente.
    Fabio – Zeneize since 1965. Trei ommi, unn-a barca e un can/ son partii pe annasene lontan/ feua da-o traffego e dai borboggi/ e se son affermae a Camoggi.

  6. Buona pasquetta tesoro! La tua deliziosa recensione mi ha fatto venire voglia di riprendere in mano questo libro che ho letto ai bei tempi del liceo! Felice settimana!

  7. Non ricordo proprio di averlo letto cara Miss! Io sono per “Piccole donne”…hi,hi,hi… e poi, in barca, in questo lunedì di Pasquetta che pare più Natale ….. no, no. Focolare scoppiettante piuttosto ed una bella camomilla fumante. Gita in barca rimandata ma cercherò di legger il libro. Giurin giurello.
    Susanna

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  12. Miss, non ho letto il libro, ma in Argentina sul finire degli anni 50 avevo visto lo spassosissimo film: “Tres hombres en un bote”… aggiungo che in quegli anni frequentavo un corso di Inglese e l’insegnante era solita farci tradurre brevi parti del libro…

  13. Tutti abbiamo apprezzato Jerome da ragazzi,non sono sicura che lo rileggerei con lo stesso entusiasmo oggi.A proposito ad Hampton Court feci una scoperta sensazionale nelle toilettes,rigorosamente a pagamento.Sulla carta igienica era impressa la scritta:”Gouvernment property”.Buona scampagnata Nicla

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