A zonzo per la città, in cerca delle botteghe perdute.
Oh, per caso voi amate i centri commerciali e la confusione? Io non tanto, sapete.
Mi piacciono i negozietti, mi piace riconoscere il volto di chi vende, amo tutto ciò che è a misura d’uomo.
E se volessi un paralume, beh, saprei dove andare!
Del resto io ho una predilezione per lo stile un po’ retrò e sono certa che in Piazza Embriaci troverei ciò che fa per me.
E poi, trovandomi da quelle parti, è naturale che mi ritroverei a salire per Vico Vegetti.
Già vi raccontai quanto io ami questo caruggio immerso nel suo silenzio e così quando mi trovo in zona è inevitabile per me imboccare quella salita.
E oltretutto, scusate, chi ha detto che non c’è nulla in vico Vegetti?
Siete invitati a pranzo e a voi tocca portare il dolce?
Ecco una bella pasticceria, che certo può fare al caso vostro!
E poi, a volte capita di dover fare dei lavoretti in casa.
Magari vi occorre uno scaffale per riporre tutti i vostri i libri e lo desiderate su misura per la vostra stanza.
Ecco, allora restate in Vico Vegetti! Sono sicura che questi artigiani sapranno accontentarvi.
Ma anche voi andate nei caruggi a far la spesa, vero?
Se non lo fate non sapete cosa vi perdete!
Macellerie, panetterie e pescherie, trovate ogni ben di Dio in Canneto il Lungo.
E salendo da Canneto il Curto, alla vostra sinistra incontrerete un bel negozio di frutta e verdura.
Eh, un tempo qua si veniva a comprare il capretto e l’agnello, chissà che code nel periodo di Pasqua!
Ah, le prelibatezze della cucina!
Bisogna cercarle nei posti giusti, s’intende.
Beh, datemi ascolto, andate in Via Ravecca.
Superate la salita, e quel palazzo dal muro rosso.
Fate qualche passo e alla vostra sinistra, sui muri antichi di Ravecca, la troverete.
I caratteri sono un po’ sbiaditi, certo, ma è ancora lì, l’antica tripperia.
E quando sarete lì il vostro sguardo sarà come il mio, carico di nostalgia su ciò che resta di una delle molte botteghe perdute dei nostri caruggi.
Miss, la tripperia! Probabilmente è l’unica superstite del nord Italia! Un tempo a Milano ce n’erano ma ora sono scomparse anche le pollerie. Ricordo che quando ero piccola per fare la spesa andava mezza giornata: prima dal fornaio, poi dal salumiere, il latte -nel tetrapak- dal lattaio che ogni tanto regalava le caramelle ( e che nostalgia, quel frigo con il maniglione a scatto che quando lo chiudevi faceva un sonoro clack!) e poi un salto veloce in polleria e una volta la settimana anche in tintoria. E le code in ciascun negozio e le chiacchiere delle clienti che raccontavano dei nipotini e dei mariti… Oggi è tanto se la cassiera dell’iper saluta a fine scontrino. Beh oggi sono stata un po’ prolissa 🙂 bacioni
Eh, che bello fare la spesa in quella maniera!
Queste sono insegne di botteghe che non esistono più, compresa la tripperia.
Ce n’è un’altra nei caruggi, un’antico dove ancora si compra la trippa.
Ve lo mostrerò presto Viv!
Bacioni!
Oh! Brava Miss, io non sopporto i supermercati e la confusione! Come te! Ma che bel giringiro che ti sei fatta! Questa è stata proprio la passeggiata dello scovare. Proprio da investigatrice! Che vicoli! Che caruggi! E tutte queste insegne, secondo me hanno un gran fascino! Un baciottolo.
Sì, le insegne sono bellissime, sono contenta che ci siano ancora, devono stare lì dove sono.
Bacetti tesoro!
Ricordi quando dopo aver preso il krafen con la panna in Via Luccoli si tirava su’ per il vicolo li’ di fronte di cui non ricordo piu’ il nome e si sentiva l’odore delle trippe? A quell’epoca mi faceva venire il voltastomaco, ma adesso mi dispiace che tutte quelle botteghe non ci siano piu’. A proposito, perche’ non fa un post su quelle che ci sono ancora? Sono che ne hai gia’ fatti alcuni, ma se hai tempo, facci rivivere il piacere delle cose ritrovate!
Come non ti ricordi più il nome? Vico Casana, amica mia! E la tripperia arriverà sul blog, c’è ancora.
Qui ce ne sono tanti post sulle botteghe di Zena, basta che clicchi qua a fianco, nella categoria negozi e locali di Genova, troverai anche Buonafede, la latteria dove si comprava il krapfen con la panna di cui parli!
Cara Miss, questo argomento mi riporta a quando ero bambino e andavo a fare le mie piccole spese in compagnia dei miei amici, ricordo le ciliege zuccherate dal droghiere, con dieci lire ce ne dava un pacchetto che poi dividevamo tra noi, oppure 5 lire di citrato che friggeva in bocca dando un sapore fresco e frizzante oppure un etto di mentine, tutto a peso, fasciato con carta speciale.
Il droghiere era nostro amico e ogni tanto ci regalava un pezzetto di liquirizia.
In quel tempo non c’erano i supermarket, ma solo negozi.
In via canevari c’erano ben tre tripperie e lavoravano tutte, alla mattina passando si vedevano i tavolini occupati da persone a gustarsi il brodo di trippa, oggi ne sopravvivono poche.
La foto della tripperia che hai messo di via Ravecca al civico n°30 era di Calzavara Rigacci & Frecosi, i dati li ho trovati tra i miei documenti del 1926.
Un caro abbracio Eugenio
Caro Eugenio, che bei ricordi hai condiviso con noi.
Le ciliegie zuccherate, il citrato, le persone ai tavolini della tripperia.
E come sempre sei una preziosa miniera di notizie curiose, quando si parla di Zena bisogna chiedere a te.
Calzavara, Ricacci & Frecosi, sono contenta che almeno sia rimasta l’insegna.
Un abbraccio Eugenio, grazie!
A Savona qualche anno fa ha chiuso una macelleria che non aveva l’esposizione come quelle di adesso. Solo il banco di marmo, la pesa, il registratore di cassa. La carne era nel frigo, come una volta.
Le antiche botteghe hanno sempre grande fascino, ci dovrebbe essere una sorta di tutela per preservarle.
La Tripperia? E che ci facevano? LE vendevano cotte o crude?
Pensa che sulle mie montagne i vecchi hanno l’abitudine di mangiarsi una scodella di trippe anche alle quattro del pomeriggio. Bah…
Ecco, magari alle quattro del pomeriggio la trippa mi sembra un po’ pesante!
Io non mi trovo male nei supermercarti e nei centri commerciali (in linea generale, dopodiché sono comunque esigente, anche se in altro senso: le mie preferenze tendono ad essere schiaccianti e definitive 😉 )
I negozietti e le botteghe le valuto secondo criteri diversi, è chiaro, ma è altrettanto sicuro che le apprezzo molto di più. Non c’è bisogno di spiegarlo… quando una bottega ti fa innamorare, è per sempre – e un tradimento è pagato con il sangue.
Buon weekend, se non ci risentiamo.
Sì, le botteghe fanno innamorare, sanno di casa e di intimità, questo è il loro grande pregio.
Un bacetto Denise!
Ciao Miss, è un pò che non passo di qui. Abbi pazienza ma vedi che poi arrivo. Me le ricordo le tripperie, pian piano sono state sostituite da negozi di altro genere. Carine tutte le botteghe di una volta!
bacioni
Cara Sabri, lo so che prima o poi arrivi!
Nei nostri caruggi ci sono ancora tante belle botteghe, siamo fortunati a Zena!
Un bacino!
Uuuuuu che belli! a me piacciono un sacco questi negozietti perduti!
Senza contare che non posso stare con dei soldini senza spenderli, quindi…viva le compere! 😀
Belli, vero? Massimo ti confesserò che io ho le mani bucate, quindi nessuno può capirti meglio di me!
Baci!
“Mutua assistenza lavoranti in legno”…. “Tripperia”…. solo queste insegne e ciò che c’è dietro, cara Miss, hanno un valore inestimabile e te lo dice una che aveva il papà che sapeva smontare, lavare e ricostruire interamente un cappello di feltro Borsalino, utilizzando speciali utensili in legno di bosso, colle di ciliegio e forme rarissime e specifiche per quei lavori del tempo che fu.
In tutta Roma erano in tre a saperlo fare!
Dunque l’artigianato davvero è qualcosa di prezioso ma ormai sempre più raro, ahimè!
Bacetto e buon fine settimana
Susanna
Certe tradizioni hanno un valore inestimabile come tu dici, cara Susanna.
Se te la senti di condividerli con noi sarebbe bello se tu facessi un post su quegli utensili del tuo papà, mi piacerebbe molto leggerlo.
Un bacetto amica mia!
Sono scomparse un po’ dappertutto le botteghe artigiane, peccato. Anzi, meno male che a Genova ancora resistono. Belle!
Bacio, Miss.
Davvero un peccato, Cla.
Sì, qui qualcosa resiste per fortuna.
Bacio, carissima.
Like this:-)
Io ho un dolce ricordo della mitica tripperia di Vico Casana, perchè quando abitavo ai Macelli passavo sempre di lì e diverse volte mi fermavo a gustare una trippa divina!
Miss, per favore, quando puoi, ci parleresti un pò di Via dei Macelli e Via della Maddalena? Sono sicura che con le tue descrizioni sarebbe come ascoltare una favola! Grazie. Un abbraccio
Un’altra bellissima insegna si trova in Salita dell’Oro, tra Via Lomellini e Via Cairoli. Il negozio ora è affittato a dei cinesi ma conserva gli infissi e le insegne di un tempo. Nel carruggio (dove ho vissuto per 25 anni con estrema fierezza!) sopra a una delle vetrine si può leggere “Paglie per cappelli”
Spesso mi ci soffermo e penso che quelle vetrine dovevano essere bellissime!
Ciao Claudia, benvenuta! Ho ben presente quale sia il negozio di cui parli, frequento spesso quella zone e nei caruggi ci sono anche altre insegne che qui non sono ritratte, magari potrei fare un altro post, che ne dici? A presto, grazie del tuo commento!
Penso che in centro storico ci siano insegne sufficienti per qualche decina di post!!! Magari puoi anche scrivere di quelle botteghe ancora in vita, come l’Antica Drogheria Casaleggio, Torielli o Armanino!
Ah sì, hai ragione! Riguardo alle botteghe esistenti se guardi nella sezione a destra del blog tra le categorie troverai “Negozi e Locali di Genova”.
Ecco, ci sono le nostre botteghe, le più belle dei caruggi e un po’ per volta arriveranno tutte!
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Miss, molto bello questo post… le insegne, eccome, se insegnano!… notavo che le due P di “Tripperia”, evidentemente scritte a mano, risultano graficamente diverse… la prima ha il ricciolo in basso e la seconda in alto…
Sei un vero osservatore, Sergio, grande!
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