Bambini mancini e inchiostro violetto nero

Anche io, come molti altri, appartengo alla schiera di coloro che scrivono con la mano sinistra: sono mancina e mi hanno lasciato libera di esserlo, per fortuna alla mia generazione non è toccato l’obbligo di imparare a scrivere con la mano destra.
Da piccola, ovviamente, ho sempre avuto un debole per le penne stilografiche, conservo ancora la mia penna delle medie e anche altre del periodo del liceo, mi ricordo pure che a volte si piegava il pennino, inconveniente quanto mai seccante.
I bambini mancini e per di più impazienti sono destinati ad avere parte della mano tutta impiastrata di inchiostro, accade regolarmente se ci si ostina appunto a scrivere con la stilografica, in realtà a me succedeva pure con certi pennarelli.
Da grande poi ho tentato la grande impresa: possibile che sia così complicato scrivere con la mano destra?
Lo fanno tutti, proviamoci!
Ricordo perfettamente di aver avuto non pochi problemi ad impugnare la penna e poi di aver riempito faticosamente forse una riga con delle aste tutte storte, di averne ricavato un certo indolenzimento alla mano e di aver gettato la spugna praticamente subito.
Sono mancina, non c’è niente da fare!
Se invece fossi nata all’inizio del secolo scorso non avrei certo mai scritto con la mano sinistra e anzi mi avrebbero insegnato, immagino con molta fatica, ad usare la destra.
E avrei avuto un pennino, un calamaio e una scorta di inchiostro.
Quale inchiostro? Chissà!
Di preciso sulla mia Guida Pagano del lontano 1922 ho trovato notizia del glorioso inchiostro Waser, perbacco.
Caspita, il deposito era in Salita San Gerolamo, una di quelle creuze che percorro spesso.
Poi, da come si legge, questo prezioso liquido aveva proprio tante diverse proprietà: durevole, di qualità e scorrevolissimo!
E scrivendo brillava di un bell’azzurro acceso per poi mutare in poco tempo in nero perfetto ed inalterabile.
Fantastico, direi!
E se fosse possibile, lasciatemelo dire, mi piacerebbe molto avere una bottiglia di quell’inchiostro con tanto di etichetta della pregiata ditta Waser.
La terrei qui, sulla mia scrivania e la conserverei a dovere, intanto per noi bambine mancine scrivere a quella maniera è davvero una faccenda complicata.

16 pensieri su “Bambini mancini e inchiostro violetto nero

  1. Miss, in quinta elementare il mio compagno di banco era mancino e aveva un’abitudine singolare: per fare le i minuscole, prima faceva il puntino e poi sotto, metteva la gambetta…

  2. Chissà perché poi ci si ostinava a correggere i mancini chiamandola addirittura la mano del diavolo….l’ho sempre considerata una sorta di violenza.
    Per forza i tempi sono cambiati.
    Piacerebbe anche a me la boccetta d’inchiostro

  3. … quando dovetti affrontare lo sgombero della casa della vecchia zia a me tanto cara , fu tutto dolorosissimo ma quando aprii quel secretaire pieno di antichi oggetti di cancelleria, lettere, buste… lo stupore prese il sopravvento sulla nostalgia e mi ricordai da bimba quante volte la zia attingeva proprio li’ per donarmi qualche matita cosi particolare per me …mi immersi cosi’ in un mondo antico di cui oggi, nel tempo “della didattica a distanza” conservo tutto gelosamente e senza scopo…. tra cio’ pennini, inchiostri e calamai …

  4. Io, cara miss, sono ambidestro, però da piccolo mia mamma mi proibiva di scrivere con la sinistra, quindi oggi so fare tutto egualmente bene (o male) con entrambe le mani, tranne scrivere. Quello riesco a farlo solo con la destra. La cosa interessante è che sono completamente ambidestro, quindi anche di piede (si nota, per esempio, quando gioco a calcio).

  5. “usa la manina bella!”sgridava tutta la famiglia”ma sono uguali”protestavo io con la saggezza dei miei tre-quattro anni.
    Ma i miei tempi erano meno tolleranti e anche all’asilo mi sono ritrovata con la mano sinistra legata dietro la schiena mentre con la destra cercavo di arrangiarmi coi pastelli….
    Morale della favola impugno male tutto:matita, forchetta, uncinetto, bisturi…
    Eppure ho sempre amato scrivere con la stilografica e poi con pennino e calamaio e certamente usare un inchiostro magico come quello della tua “réclame” avrebbe avuto un fascino particolare

  6. Non mi stupisce affatto che tu abbia ancora le penne della tua infanzia e adolescenza 😁 più che altro mi stupisce che tu abbia lo spazio sufficiente per conservare tutto, visto che mi par di capire che tu non ti sia mai separata da nulla (libri, diari, riviste…). Certo un po’ ti invidio non mi dispiacerebbe avere ancora la stilo che usavo al ginnasio, trasparente con i pois azzurri! E naturalmente scriveva con inchiostro azzurro… sicura parente del tuo inchiostro magico 😘😘 un bacione!

  7. Irene
    Scrivo con la mano destra. Sono sempre affascinata e ammiro i mancini che qualche volto si mettono in una positione strano per tenere la penna o la matita. A proposito scrivo sempre con una penna stilografica e ho sempre le dita machiate d’inchiostro. Gazie, cara Miss Fletcher, mancina. Un bacio sulla guancia sinistra.

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