Accade sempre, in questo periodo, mi tornano alla mente certi anni e mi ricordo come eravamo.
Un condominio negli anni ‘70 era una faccenda ben diversa rispetto ad adesso, innanzi tutto in questo condominio c’erano moltissimi bambini.
Così era, negli anni 70, ora non saprei fare il conto esatto ma davvero erano rappresentate diverse generazioni, dalla prima infanzia alla giovinezza.
E a dire la verità con lo scorrere del tempo non è mai più stato così.
Davanti a casa c’erano quelle macchine là delle quali tutti vi ricordate: la 127, la 126, le Alfa Romeo e naturalmente la mitica 500.
Ovvio, era la macchina che usavano le nostre mamme per venire a prenderci a scuola, la maggior parte di noi infatti tornava a casa per il pranzo.
E come dicevo, in questo periodo mi vengono spesso in mente quegli anni e accade per una ragione precisa.
Negli anni ‘70 in questo condominio si era soliti fare l’albero di Natale nel portone, era una sorta di rito collettivo che coinvolgeva molti bambini del palazzo e questa faccenda di decorare l’abete tutti insieme era un piccolo evento straordinario e molto atteso.
Quell’albero me lo ricordo ancora bene, aveva certe bellissime lucette a forma di ghiacciolo.
E mi ricordo anche che una delle bambine del condominio aveva una fortuna particolare: non so perché ma a lei Babbo Natale nascondeva i regali per tutta la casa, non li metteva sotto l’albero ma li sparpagliava sotto i mobili, nei cassetti, dietro alle poltrone.
E insomma, io mi sono sempre chiesta per quale ragione le fosse riservato questo privilegio, era una bambina fortunata!
Negli anni ‘70 un condominio era un piccolo mondo coeso, ci si conosceva tutti e ognuno aveva le sue caratteristiche: uno era celebre per il pollice verde, l’altro per l’indiscussa abilità nei lavoretti, su alcuni potevi sempre contare e puoi star certo che c’era sempre qualche mamma o qualche nonna che preparava ottimi dolci.
Ad esempio, per i compleanni, andava per la maggiore la torta al cioccolato con il centro morbido e soffice.
Negli anni ‘70 le bambine di questo palazzo si vedevano a casa di una o dell’altra per giocare insieme.
Ecco, a dire il vero ogni tanto si giocava anche ad interpretare i film, ad esempio quelli di Bud Spencer e Terence Hill ed erano sempre lunghe discussioni su chi dovesse fare la parte dell’uno o dell’altro attore.
Poi c’erano i pentolini, la Barbie con il suo ricco guardaroba e quei giochi in scatola che ora non si usano più.
E facevamo anche quel gioco per il quale serviva solo un foglio a quadretti e una matita: si dovevano scrivere nomi di fiori, città, animali e tutti dovevano iniziare con la stessa lettera, vi ricordate?
Negli anni ‘70, in sostanza, non ci annoiavamo mai.
E poi, come dicevo, c’erano diverse generazioni nel condominio.
E quelli più grandi a me sembravano davvero grandi.
E c’è una scena che ho perfettamente impressa nella memoria, a dire il vero mi viene in mente ogni volta che percorro una certa creuza qui nei dintorni.
Mi sa che accadde forse al principio degli anni ‘80, a voler proprio essere precisi.
E dunque, io salivo su per questa creuza e nella direzione opposta scendeva un giovane del condominio, uno di quelli grandi, insieme a colei che poi sarebbe diventata sua moglie.
E insomma, voi avete presente le discese di Genova?
Ecco, io ho visto loro due e ho guardato lei: indossava la minigonna di jeans e gli stivali con il tacco.
E sono rimasta a chiedermi come caspita fosse possibile che riuscisse a scendere con una simile disinvoltura giù per quei gradini con quei tacchi lì.
Giuro che me lo ricordo come se fosse capitato due giorni fa.
Succede, no?
Eppure.
Eppure sono passati parecchi anni.
E ieri ho percorso di nuovo quella creuza e mi è tornato di nuovo in mente.
E poi, come ogni anno in questo periodo, ho pensato che sarebbe bello fare ancora l’albero di Natale nel portone, solo che bisogna vedere se da qualche parte si trovano le lucette a forma di ghiacciolo, senza quelle non sarebbe la stessa cosa.
Stavano un tempo sui rami di un abete, in un condominio, negli anni ‘70.