Mangiabuono, le bontà della cucina genovese

E oggi vi porto ancora per caruggi, a pranzo in una trattoria caratteristica, tra Via San Bernardo e Vico Vegetti.
Ci sono stata con un amico buongustaio ed appassionato estimatore della cucina ligure, pranzare con lui è sempre un piacere.
E così siamo stati da Mangiabuono, una trattoria con i tavoli di legno e le tovagliette a quadretti, c’è una deliziosa atmosfera casalinga.

Mangiabuono (2)

E sì, il nome del locale è proprio azzeccato!

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Ci si accomoda in una saletta, come vedete non ci sono tanti tavoli, però è possibile anche sedersi nei tavolini all’aperto in Vico Vegetti.

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Ecco le bottiglie allineate sui ripiani.

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E una finestra che è un vero sogno, si affaccia sugli antichi palazzi di Piazza San Bernardo, queste sono le vedute di caruggi che piacciono a me.

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Il menu è scritto a mano e vi si legge che qui vi verrà servita la cucina tradizionale genovese.
Proprio così, dalle trippe al coniglio alla ligure, dalla cima alle acciughe fritte i piatti di questo locale sono proprio tipici di questa città.

Mangiabuono

E allora, visto che siamo a Zena, iniziamo con un bel piatto fumante di trofiette al pesto!

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E poi continuiamo gioiosamente a deliziarci il palato, il mio amico ha scelto la cima con l’insalata russa.

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Ed io invece non ho potuto rinunciare allo stoccafisso con olive e patate, una vera bontà!

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Un buon bicchiere di vino e due chiacchiere in compagnia, c’è qualcosa di meglio?

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E in una giornata calda e assolata ho gradito particolarmente l’aspic di fragole, era fresco e delizioso.

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Goloso e sfizioso anche il biancomangiare con la frutta fresca, è stato un pranzo davvero piacevole.

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E così se passate nei caruggi di Zena, tenete presente questo posto, merita certamente una visita.
Una cucina sana e sostanziosa, i piatti semplici della tradizione.
E poi prima di andarvene date uno sguardo da quella finestra di Mangiabuono che si apre sulle affascinanti meraviglie della città vecchia, la Genova che amo.

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Buona Pasqua a tutti voi!

E ancora è tempo di auguri, domani è Pasqua.
Cade una pioggia persistente e fastidiosa, così è a Genova e in tante parti d’Italia.
E si mugugna per il maltempo, ma mi viene da sorridere a leggere le parole che Costanzo Carbone dedicò al lunedì dell’Angelo nel suo Giro di Ronda, un testo del 1937.
Ah, le gite sui prati e il vino di Polcevera per brindare sotto il primo sole!
E tutti a raccoglier ginestre, il fiore giallo che illumina la Liguria quando arriva la bella stagione.
Che peccato, scrive Carbone, da qualche tempo a Pasqua il cielo è grigio e carico di pioggia, la gita fuori porta diventa così un pranzo in trattoria a Casella o a Torrazza, a Sant’Olcese o a Sant’Eusebio.
E ancora piove, in questi giorni come allora.

Giornata di pioggia

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, così recita un noto proverbio, ma non c’è luogo più accogliente della propria casa, sarete d’accordo con me.
E si portano in tavola i piatti della tradizione, a Genova si usa mangiare le lattughe ripiene e la cima di vitello.

Cima (2)

E certo non può mancare la deliziosa torta pasqualina, cucinarla a dovere è una vera arte, un tempo si usava stendere ben trentatré sfoglie, un numero che corrisponde agli anni di Gesù.
E io avevo una zia che era un’ottima cuoca, non so quante fossero le sfoglie della sua torta Pasqualina ma ricordo che da piccola rimanevo incantata per quei tanti veli quasi impalpabili che uno sull’altro coprivano la torta salata più celebre di Genova.

Torta Pasqualina

La Torta Pasqualina, tanto amata da guadagnarsi gli elogi di Giovanni Ansaldo, risale al 1930 il suo articolo tanto memorabile quanto significativo: Le ventiquattro bellezze della torta Pasqualina.
Oh, quante sono! Le foglioline di maggiorana e i mazzi di bietole, la prescinsêua e le uova, le iniziali del padrone di casa incise sulla sfoglia e l’olio che unge la torta come ultima finitura.
Un testo che fa venire l’acquolina in bocca, se non lo conoscete merita di essere scoperto, lo trovate qui, edito da Sagep in un volume che riporta anche alcune ricette.
L’articolo si apre con una dedica a una persona, a Sciä Carlotta, ostessa in Sottoripa, sempre trafelata a servire questa delizia della cucina ligure agli avventori del suo locale.
Lei le conosceva una per una le ventiquattro bellezze della Torta Pasqualina, a lei va l’augurio di Ansaldo, che la Pasqua le porti palanche e clienti, così scrive l’autore.
E nel ricco archivio di antiche cartoline di Stefano Finauri c’è un’immagine di questa celebre trattoria che ispirò la stesura di Le ventiquattro bellezze della torta Pasqualina.

Trattoria Carlotta

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

A Genova, come altrove, a Pasqua si mangia la Colomba che fa bella mostra di sé in tutte le pasticcerie.
Così è da Cavo, ormai lo sapete, questa è la mia pasticceria preferita: ecco il loro dolce di Pasqua fasciato in carta dai colori confetto, sulla vetrina si riflettono gli antichi palazzi di Fossatello.

Pasticceria Liquoreria Marescotti di Cavo Colombe

E Pasqua è la gioia dei bambini che ricevono l’uovo di cioccolato, che meraviglia cercare la sorpresa!
E allora questa è la mia maniera di farvi gli auguri, userò  un’ immagine della vetrina di Cavo dove si può ammirare uno splendido uovo riccamente decorato.
E faccio mie le parole di Giovanni Ansaldo, che la Pasqua porti anche a voi tante palanche.
E vi porti serenità, gioia e un uovo di cioccolato bello e buono come questo.
Buona Pasqua a tutti voi!

Pasticceria Liquoreria Marescotti di Cavo - Uovo di Pasqua