C’era solamente un luogo a cui ritornare ed era là, impresso nella sua memoria.
Percorse ancora una volta la strada di casa, accanto a muri caldi di sole, all’ombra dell’antica torre, aveva il passo sicuro di chi conosce bene la sua meta.
Nessuna incertezza, nessuna nostalgia.
Lo sapeva, c’era soltanto un luogo a cui ritornare ed era vicino, a pochi passi.
La scala ripida, le finestre che si affacciano sulla piazza, il campanile, il tempo scandito ad un’altra velocità.
La memoria.
Un luogo soltanto.
E ritornare.
A casa, ancora una volta.
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Vico dietro il Coro di San Cosimo, il sole nei caruggi
I caruggi che piacciono a me a volte sono in ombra, in certe stagioni la pioggia e il cielo grigio li rendono quasi scuri.
Eppure, in quei caruggi che piacciono a me, quando meno te lo aspetti trovi il sole e un incanto di colori.
Guarda, gironzolando dalle parti di San Bernardo, prova a percorrere Vico dietro il Coro di San Cosimo.
E vedrai storie di Madonnette e panni stesi.
Poi magari ti ritrovi pure là, in quel fazzoletto di piazza sulla quale si affaccia la piccola chiesa dedicata a Cosma e Damiano, santi dalla vita avventurosa.
Sacro e profano, come sempre, nella città vecchia.
Scuro e chiaro, a seconda di cosa vedono i tuoi occhi.
E finestre aperte e musiche di altri continenti, voci, chiacchiere, case e persone.
Tu osserva.
Davvero, è il tuo sguardo a fare tutta la differenza, credimi.
Qui c’è un semplice caruggio che ha sempre suscitato la mia meraviglia, lo vidi per la prima volta forse a 15 anni: Vico delle Pietre Preziose.
Non ha nulla di fastoso eppure gli è toccato in sorte questo nome che evoca scintillio e ricchezza.
Eccole le gemme di valore, quei panni stesi che adornano il vicolo e queste vedute che sono l’assoluta singolarità del centro storico.
Ed è il tuo sguardo a fare tutta la differenza, sempre.
Il cielo? Il cielo lo vedi, certamente!
Una striscia azzurra tra le altezze dei palazzi.
E poi, a seconda dei giorni, il giallo dei muri spicca insieme a quel rosso, colore evidentemente prediletto da chi abita in quelle case.
Le storie di caruggi e panni stesi non puoi raccontarle, ognuno deve vederle con i propri occhi.
E poi cammina, cammina fino alla fine del vicolo.
E guarda su, te l’ho detto, il cielo nei caruggi si lascia ammirare solo da coloro che lo sanno cercare.
Poi ti guardi indietro, in posti come questo ci torni sempre, una volta che hai compreso la loro bellezza.
E c’è un punto esatto dove dovrai fermarti, in certe giornate terse spazzate dalla tramontana.
E’ là il sole nei caruggi, sui muri dei vicoli della città vecchia.
E’là, nella vertigine di una sorprendente geometria.
E’ davvero là, in Vico dietro il Coro di San Cosimo.
Caruggi in rosa
Dicono certi pessimisti che non sia bene vedere in rosa.
Che abbiano ragione loro?
Non saprei, lascio ad ognuno le proprie convinzioni, io, malgrado tutto, vedo sempre in rosa.
E a dire il vero non mi capita neanche tanto di rado, sarà una predisposizione dell’animo, certo ognuno di noi vede ciò che sa vedere.
Fate caso a quante sfumature di rosa possono incontrare i vostri sguardi e sono là, su una semplice corda da stendere in una piazzetta nella città vecchia.
Un colore, tenue e pacato di certa biancheria nella discesa di un caruggio dal nome fiabesco, questo è Vico delle Fate.
Rosa a volte opaco e polveroso.
Rosa di frange e sciarpe leggere, ma allora non ho del tutto torto a vedere in rosa!
Confetto, chiaro e pastello.
E tra tanto azzurro e turchese, un piccolo gozzo fiero sfoggia un colore insolito, sempre quello.
E poi, davanti alla mia finestra, rosa effimero e delicato di margherite che si aprono al sole.
Destino vuole che ovunque io trovi queste sfumature chiare e non potrebbe essere diversamente in Vico di Santa Rosa.
Sarà l’amore incondizionato per i caruggi e per Genova, le ho trovate tutte nel corso del tempo le diverse tonalità di rosa.
E nei miei giorni d’estate in Val Trebbia?
Eh, quello è il luogo dove vedi in rosa ad ogni respiro, è pace, tranquillità e tanta bellezza.
Sarà un modo di sentire, un’inclinazione dello spirito o forse semplicemente il caso.
Certo ognuno di noi vede ciò che sa vedere.