Fred Chopin, amori e passioni di un genio

Fred Chopin, quante volte vi siete cullati sulle note di un suo notturno, di una sua polacca o di una ballata?
Un genio assoluto, un uomo di sicuro fascino.
Tempo fa lessi una sua interessante biografia, scritta da Ippolito Valletta, dove si narrava del suo ineguagliabile talento, delle sue esperienze di vita in quella Parigi che lo vide protagonista negli anni del suo fulgore.
In questo libro si narra anche dei suoi amori, delle fanciulle alle quali batteva il cuore per Fred, il pianista.
Una di esse era una certa Leopoldina Blahetka, che diventerà pianista e compositrice e che Chopin ebbe modo di conoscere a Vienna.
A proposito di lei, si narra in questo libro un episodio assai curioso.
E’ il 1830 e Chopin, appena ventenne, tiene un concerto nella capitale austriaca.
Il pubblico è entusiasta, tutti lo acclamano e lo applaudono.
Chopin, però, non pago di quel successo, si informa presso i suoi amici presenti in platea riguardo ai commenti dei pubblico.
Gli viene riferito che l’unica a muovergli delle critiche era stata proprio la madre di Leopoldina, fatto che non impensierì per nulla il compositore, il quale chiosò: la signorina figlia del più accreditato critico martella terribilmente sul pianoforte.
Eh, Leopodina! Si era innamorata di Chopin!
C’è da comprenderla, senza alcun dubbio.
Lui però, di lei non ne voleva sapere e prese a diradare le sue visite alla casa di lei, adducendo improrogabili impegni per i suoi concerti.
Per Costanza Gladkowska, invece, il cuore del pianista prese a battere di ardente amore.
Lei era bellissima, bionda con gli occhi celesti, piena di grazia e di molte virtù.
Frequentava il Conservatorio Musicale di Varsavia ed era molto corteggiata dagli ufficiali dell’Esercito.
Chopin l’aveva veduta cantare e ne era rimasto colpito, fu l’amore per lei ad ispirargli alcune splendide pagine musicali, come l’Adagio del concerto in Fa minore.
Una cantante e un pianista, Costanza diede anche ampia prova della sua gelosia per lui, così è l’amore del resto.
Ma nel 1831, a causa della rivolta di novembre esplosa nella sua Varsavia, Chopin lasciò per sempre la sua terra, dove non ritornò mai più.
Laggiù lasciò anche Costanza, alla quale Fred donò un piccolo anello con un brillante.
Il futuro di Costanza sarà sfortunato, i suoi begli occhi cerulei perderanno la vista e piangeranno a lungo per la perdita del suo Fred.
E fu così che Chopin arrivò a Parigi, nella capitale francese ha un’ampia cerchia di amicizie, molte sono le sue frequentazioni mondane.
Il suo fascino colpisce, così come la sua musica e il suo amico Orlowski di lui scriverà:

 Chopin fa girare la testa a tutte le francesi e rende tutti gli uomini gelosi. E’ alla moda, il bel mondo porterà presto guanti alla Chopin.

 Era un tipo ricercato il nostro Fred, portava sempre guanti bianchi, cravatte all’ultima moda e persino gioielli.
Nel 1836 a Dresda, si fidanzò con Maria Wodzińska. Era stato accolto come un figlio dalla madre di lei, ma il padre invece avversava la loro unione e l’amore ben presto naufragò a causa di ciò.
Eh, Chopin! Ovunque andasse infrangeva cuori!
A Londra, tra le sue allieve c’era una certa Mary Stirling, da lui soprannominata poco gentilmente Miss Rebecca, a causa del suo naso aquilino per niente aggraziato.
Questa fanciulla, ahimé priva di qualunque attrattiva, conosceva bene la passione di Chopin per un semplice fiore, la violetta.
E così, pensando di fargli cosa gradita, gli regalava di continuo odorosi mazzolini, per nulla apprezzati dal grande musicista, al punto che Chopin arriverà a scrivere sul proprio libro-giornale:

 …nulla interrompe in monotono trapp-trapp dei battiti del mio cuore… Oh Rebecca, perché mi perseguiti così giorno e notte colle tue violette, colla tua adorazione…col tuo naso?

 Povera Rebecca! Il suo è un amore destinato a non sbocciare!
IL sentimento che Chopin ricerca è altro, come ancora egli stesso scrive:

 ..trapp trapp questo non cesserà dunque mai? Oh, potessi io suonando cacciare il dolore che mi rode il cuore! Eppure la vita è fatta per il piacere e per l’amore. Amore dolce come sogno, dolce come musica, triste e dolce e giocondo amore!

Una grande passione, una passione che travolga tutti i sensi.
Lo incontrerà a breve, a un ricevimento nella capitale francese nel 1838.
Si narra che quella sera Chopin si mise al pianoforte, tra gli ospiti ad ascoltare le sue magie con la tastiera c’è anche lei, Aurore Dupin, nota al mondo come George Sand.
La scrittrice ha sei anni più di lui, è una donna sensuale e ammaliatrice, è stata amata da Prosper Mérimée e da Alfred de Musset.
Chopin, dapprima, pare mostrare verso di lei una spontanea antipatia, ma poi nel suo diario scriverà.

 Che dicevano quegli occhi? Essa s’appoggiava al pianoforte e il suo sguardo di brace mi inondava, la mia anima aveva trovato il suo porto.

 E’ l’amore, che divampa come un incendio.
La salute di Chopin però è debole, soffre di una malattia al petto che lo renderà fragilissimo e proprio per ritemprare la sua salute parte per un viaggio, insieme alla Sand, alla volta di Maiorca.
Affittano una casa e tra lo stupore degli abitanti, fanno arrivare lì un pianoforte ed una stufa.
La Sand ha portato con sé i figli e lascia il malato spesso solo, lui soffre spaventosamente per la sua malattia.
Rimarrà sull’isola cinque mesi e sapete chi sarà la sola ad andare a trovarlo? Miss Stirling, la povera innamorata Rebecca!
Lei, che nelle sua devozione alla morte del grande pianista si occuperà dei suoi funerali e della sua tomba, giunse persino ad acquistare i suoi mobili perché non andassero perduti.
A lei, il grande pianista dedicò due Notturni e sono certa che Miss Stirling li abbia suonati un’infinità di volte!
Ma fu George Sand il grande infelice amore di Fred: con lei tornò a Parigi, dove la Sand lo allontanò dalla cerchia delle sue amicizie per introdurlo del mondo che lei frequentava.
Un amore profondo e passionale, minato dalla debolezza fisica di lui.
Il pretesto per la fine di un sentimento così tormentato sarà una vicenda che riguarda il matrimonio della figlia di George Sand, Solange, Chopin ebbe il torto di esprimersi in favore del marito della ragazza, avversato invece dalla volitiva madre di Solange.
E’ un distacco che lascia il segno, la fine è ormai prossima per Chopin.
Sul suo diario, con profonda amarezza, Fred scriverà:

 Aurore! I tuoi baci mi bruciano come bracieri ardenti!

 Le difficoltà degli ultimi anni della sua vita furono ancora alleviate da Miss Stirling, che lo soccorse anche  economicamente.
Il genio, autore di memorabili composizioni che hanno reso eterno il suo nome,  morì povero, pare che non conoscesse la parsimonia e che avesse sperperato tutti i suoi soldi.
Amava il bel mondo e spendeva a profusione in pranzi e cene, teneva sempre un cocchiere a sua disposizione; era anche molto generoso, a volte non si faceva pagare le lezioni ed era solito elargire denaro ai suoi concittadini polacchi in stato di bisogno.
La morte lo colse ad appena 39 anni, il suo funerale si celebrò nella chiesa della Madeleine, tutta Parigi accorse a dargli l’ultimo addio e per la circostanza l’arcivescovo di Parigi concesse in via eccezionale il canto femminile in quella chiesa.
Fu sepolto nel cimitero di Pere Lachaise, dove ancora i suoi estimatori si recano a porgergli omaggio.
Sulla bara, prima che venisse calata nella fossa, venne gettata, come il musicista aveva richiesto, la terra che lo stesso Chopin aveva portato con sé dalla Polonia, la terra della sua patria.
Quella patria dove tornerà il suo cuore, che si trova conservato a Varsavia, nella chiesa di Santa Croce.
Se andrete a Parigi, andate anche voi a trovare Fred.
Sulla sua tomba ci sono sempre molti mazzi di violette, il fiore che lui tanto amava.
Sapete, gliele ha portate anche una certa persona, per ringraziarlo delle belle emozioni che le hanno regalato quelle note struggenti e romantiche.
Le ha messe lì, ai piedi di quella statua dove si legge: A Fred, ses amis.

33 pensieri riguardo “Fred Chopin, amori e passioni di un genio

  1. Chopin… che dolci ricordi di sogni lontani. Sognavo di sognare ed erano sogni intensissimi e indefiniti. Sognavo, com’è ovvio, l’amore col suo strascico di dolcezza e malinconia, passione e garbata tristezza… avevo un disco con una bella copertina, con un fiore bianco….
    Grazie Fletcher di avermi fatto ripensare ad allora….

    1. Grazie a te di queste parole così romantiche, ricordare certe emozioni è un po’ come riviverle, in fondo.
      E sai che il disco di cui parli penso di averlo anch’io?
      Un bacetto amica mia!

  2. Oh Miss, l’ho ascoltavo molto una decina d’anni fa. I suoi notturni… Che belle parole gli hai dedicato. Non ho visto la sua tomba quando sono andata a Parigi, ne ho viste altre ma nessuna tenuta bene come la sua. Che bel gesto quello di portargli violette. Un bacione.

  3. che dire? io ho trascorso ore ed ore ad ascoltare Chopin: cuffie in testa, grosse come noci di cocco e mia nonna a fianco che sferruzzava o leggeva il giornale. Ed altrettante ore per impararlo a suonare anche se preferisco sempre l’ascolto

      1. dipende da cosa si suona. Ci sono alcuni pezzi che sono così difficili che neanche vale la pena impararli: quando arrivi a saperli ti sono andati a noia. Parlo di improvvisi, studi…lì ci vogliono ore e ore di studio e io mica sono un pianista.

      2. Gli studi sono bellissimi…immaginavo che fossero difficili, eppure quando vedi un pianista suonarli sembra la cosa più naturale del mondo.

  4. Quanti amori, quante passioni, quanti intrecci!
    Io di musica classica non capisco nulla, ma di certo saranno stati gli ingredienti principali delle sue composizioni…perfino io conosco qualche Notturno di Chopin! Mi rimane un pò il cuore triste per la povera Miss Rebecca, che forse lo amava tanto ma non è stata mai corrisposta…

  5. Avevo un cd di tutte le principali composizioni di Chopin, ho passato intere serate ad ascoltarlo, mi manca, quasi quasi adesso mi ascolto un paio di pezzi.
    La storia è molto bella, ti devono piacere un sacco le biografie, a te :*

  6. Chiunque di noi,
    anche se solo lontanamente riuscisse ad immaginare la gioia che susciterebbe un’incontro con un’entità Divina, forse ancora non basterebbe a capacitarsi di quanto la sublimazione artistica di Chopin ,riesce e lo farà in eterno.
    Michele.

  7. Buongiorno, conosco praticamente tutta la musica di Chopin; ovvio che non finisco mai di ascoltarla. Mi piace sentire i vari interpreti. Debbo dire che molti hanno un idea della sua musica assai riduttiva : languore, romanticismo ecc. Oltre a questo vi è una violenza espressiva e una tensione eguale a quella di Beethoven! E quali abissi e vertigini di poesia : delirio e passione, disperazione e sogno.. Tutto !! La vita insomma

    Difficile scegliere cosa gli è riuscito di piu’. Se posso dire mie preferenze : Studi, Preludi, Ballate, Scherzi, Sonate, Valzer, Notturni., Mazurche, e poi altri pezzi vari (Brcarola, fantasia ecc). Credo che la percentuale di cose sublimi che ha scritto non ha paragoni nella musica classica. Sono rare le opere in cui sembra poco ispirato.

    Grazie Franco

  8. Miss, in Argentina, quando avevo 6 ò 7 anni, uno dei primi film, non di cartoni nè di Carlitos Chaplin che ho visto, è stata una biografia di Chopin (grazie a internet so che si chiamava “Melodìa inolvidable”)… giusto in quel periodo, mio padre stampava, una serie di ritratti 30 x 40, di Musicisti, per cui, andò a finire che quattro di quelle stampe, incorniciate: Verdi, Beethoven, Listz e Chopin, adornarono le pareti della nostra sala… questo post me le ha fatte venire in mente e domani andrò a curiosare nel baule storico, dove credo che siano…

  9. Nonostante non li abbiamo conosciuti è sempre una grande emozione portare dei fiori a quelli che con la loro musica ci fanno tanto bene. Mi ricordo quando ero davanti alla tomba di Niccolò Paganini con delle rose

  10. “Fred” è un nomignolo illeggibile, specie per tale personalità e per quel periodo e luoghi. Di certo Costanza non l’ha mai chiamato così. I polacchi hanno i loro diminutivi, ma non li prendono dai telefilm statunitensi nemmeno oggi, figuriamoci allora!

    1. Buonasera a lei, chiaramente il diminutivo non è certo una mia stravaganza, mi sono limitata a trascrivere ciò che è inciso sulla tomba di Chopin a Parigi e che si può chiaramente vedere nella foto al termine dell’articolo e cioè la frase: a Fred, ses amis. Tra l’altro, cercando qualche notizia sul monumento funebre, si legge che venne inaugurato nel 1850 e che fu edificato grazie a una raccolta di fondi alla quale partecipò anche Delacroix, forse gli amici ai quali si riferisce la scritta erano in prevalenza francesi. Le auguro quindi una bella serata e buon ascolto di Chopin!

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