Ammirando Genova la Superba

C’è un luogo di Genova dal quale si ammira un panorama straordinario e unico, è un balcone sulla città e sulla sua meraviglia: sono le alture della Superba, là dove si trovano le antiche mura e fortificazioni, una zona che non conosco così approfonditamente come vorrei sebbene non sia poi distante dal mio quartiere.
Salendo al Righi e proseguendo poi fino a Via al Forte Begato ecco lo spettacolo del porto, delle navi in partenza e della città pullulante di vita.

Mentre tutto attorno sboccia la primavera.

Libera, sfrontata e selvaggia.

E là, in lontananza, l’infilata dei palazzi di Via Turati, il Porto Antico e la Sopraelevata che come un nastro lucido attraversa la città.

E i Magazzini del Cotone e le barche a vela in attesa di nuovi approdi.

Lì, nel prato sottostante, una testimonianza del nostro lontano passato: un’antica polveriera.

E lo sguardo poi va anche più lontano, verso il Monte di Portofino.

Ai nostri piedi l’intera città e la sua assoluta bellezza: Palazzo San Giorgio e la Cattedrale di San Lorenzo, i tetti e le ardesie dei caruggi.

Mentre sbocciano certi fiori eleganti.

E una grazia timida trionfa tra le rocce.

Una nave prende il largo e il blu del mare si fonde e si perde nel celeste del cielo.

E le rose selvatiche dondolano al vento qui dove si ammira la meraviglia di Genova la Superba.

Una coccinella felice

Questa primavera è prodiga di bellezze e per mia fortuna ho incontrato di nuovo una bellissima coccinella.
È la seconda volta che mi capita in pochi giorni, questa coccinella felice se ne andava a spasso tra i petali del ranuncolo.

Chissà che delizioso profumo laggiù, piacerebbe anche a me passeggiare così sui fiori!

E poi, un voletto da un vaso all’altro, ed ecco la coccinella planare sulle sgargianti tagete.

Per lei, forse, una sorta di occasione per mimetizzarsi un po’ e magari passare inosservata.

Per passeggiare, spensierata e solitaria, sui petali setosi.

Così sono rimasta ad ammirare questa piccola creatura: una coccinella felice sui fiori.

La gioia del glicine

La gioia del glicine è nel suo svettare libero e maestoso nell’azzurro del cielo di Genova.

L’albero generoso così fiorisce lungo Via Piaggio, io e questo glicine ci conosciamo da tanti anni, fin dai tempi della scuola, ogni volta che sbocciano i suoi fiori dal profumo delizioso sento anche una sorta di nostalgia che non saprei spiegare.

E il glicine dondola, allegro e odoroso, nell’aria leggera.

La gioia del glicine è abbarbicarsi ai muri e alle ringhiere e offrire prodigo al passante la sua splendida beltà.

E così si resta a sentirne la dolcezza e ad ammirare la sua assoluta perfezione.

La gioia del glicine è anche la sua capacità di sorprenderci e di farsi trovare anche nei luoghi più impensati.
E così l’altro giorno mentre percorrevo Vico della Gazzella, una stradina in pieno centro tra Via Palmaria e Via Colombo, il glicine mi ha stupita con i suoi fiori sublimi che danzavano davanti alle finestre.

Così intenso, vivace, un meraviglia della natura.

E quando viene primavera capita anche di posare i piedi su quei petali caduti.

E non si smette mai di essere grati per il dono di questa leggiadria e per la gioia del glicine.

Il saluto a Fratello Mare

C’era davanti l’orizzonte infinito e l’onda lenta lambiva i sassi.
E la spiaggia era deserta, come accade quando ancora non è la stagione dei bagni.
E là, sulla riva, lei.
Silenziosa, immobile, davanti al mare, mistero bello del creato.
Il suo sguardo come una preghiera colma di gratitudine e di emozione.
Mentre l’aria fresca increspava l’azzurro, durante il suo saluto a Fratello Mare.

Una gradita visita sul terrazzo

E nel tempo di primavera sul terrazzo arrivano graditi ospiti che si presentano a sorpresa pur sempre con una certa garbata discrezione.
E così, in un bel pomeriggio di sole, su una foglia ho veduto una bellissima coccinella.

La coccinella, una di quelle piccole creature che compongono la complessa sinfonia dell’universo.
Questa splendida bellezza in rosso era tutta impegnata ad andare su e giù per lo stelo e a godersi l’avventura della vita.

Spiccava, così lucida e perfetta, sul verde primaverile.

Tra i colori vivaci di questa stagione e accanto a quel fiore che a lei deve essere sembrato grandissimo.
Il mondo, come sempre, è differente a seconda di come tu lo guardi, ognuno ha le proprie personali prospettive.

E così sono rimasta un po’ ad ammirare la coccinella che se ne andava a passeggio tra i miei fiori: poi, ad un certo punto, ha aperto le ali e si levata leggera in volo.
Arrivederci, piccola amica, torna presto a trovarmi!

Rifiorire

Ed è tempo di rifiorire.
Dondolano gioiosi gli anemoni dai toni vivaci sull’erba fresca di Villa del Principe.

Nell’attesa che altri colori ravvivino il superbo giardino.

E il rosso e il viola così si stagliano nel verde intenso.

È tempo di rifiorire anche per il ciliegio generoso.

E i suoi fiori candidi si aprono al sole.

E sboccia, magnifico e sontuoso, il glicine.
Sovrasta le creuze, le salite, spande ovunque il suo delizioso profumo.

Ed è primavera e i miei narcisi guardano il mare.

E gli alberi di Giuda si coprono di allegri fiori rosa.

Mentre fragili si aprono alla luce chiara i fragili papaveri dai colori del sole.

E tutto rinasce, si rinnova, ritorna a svelare la propria meraviglia in questo tempo del dolce rifiorire.

I piccoli pescatori della Foce

Loro sono i piccoli pescatori della Foce, se ne stanno là, davanti all’azzurro, mentre i signori del mare si lbrano sull’acqua salmastra e mentre le vele lente trovano il loro destino.

I piccoli pescatori si tengono saldi sulle loro zampette.

E di tanto in tanto uno di loro vola verso levante e magari su posa sul ramo di qualche albero.

I piccoletti, sulla barca, dondolano al ritmo della vita.

Mentre il cormorano si leva in volo sul mare, oltre la scogliera.

E il piccolo pescatore resta ad osservare, scruta lontano, verso l’orizzonte.

Davanti a questo blu, in un pomeriggio quieto di Genova.

La primavera

And the Spring arose on the garden fair,
Like the Spirit of Love felt everywhere;
And each flower and herb on Earth’s dark breast
Rose from the dreams of its wintry rest.

E la primavera si levò sul bel giardino,
Come lo Spirito dell’Amore sentito ovunque;
E ogni fiore ed erba dal bruno seno della terra
si destò dai sogni del suo riposo invernale.

Percy Bisshe Shelley – The Sensitive Plant

Anatre a Boccadasse

E arrivare una mattina di marzo a Boccadasse, è abbastanza presto e tutto è quieto e silenzioso, non c’è quasi nessuno, alcuni mattinieri passeggiano per il borgo sotto il cielo terso e lucente.

E arrivare una mattina a Boccadasse e vedere sguazzare in mare alcune splendide anatre, non mi era mai capitato prima, una circostanza fortunatissima!

Si trattava di certi eleganti germani reali che fluttuavano felici sull’acqua.

Che colori, che sfumature.

E che tinte vivaci nella nostra Boccadasse ancora un po’ assonnata sotto le luci del giorno.

E sassi, cielo azzurro e panni stesi.

E le anatre che con movenze sinuose si allontanavano verso il largo.

In uno romantico annuncio di primavera che mi ha lasciato piacevolmente sorpresa.

E le sole bagnanti, in questa mattina marzolina, erano loro: le anatre.

Una dopo l’altra, via, dietro lo scoglio.

E sull’acqua luccicante di riflessi.

E non mancavano certo i soliti bianchi gabbiani.

E il tempo era dolce, sulla spiaggia di sassi di Boccadasse.

Mentre l’onda lenta accarezzava la riva.

E certe provette nuotatrici si spostavano con eleganza sull’acqua chiara del mare.

Nella cornice incantevole della nostra bella Boccadasse in un giorno di primavera.