La salita.
L’abito del frate e il passo sicuro del religioso che incedeva senza alcuna esitazione.
Lo zainetto che pareva un peso leggero.
Il toponimo perfetto: il nome di quei giardini dedicati all’amato Papa Woityla.
E la luce che filtrava tra le foglie degli alberi.
E così, un cammino di fede.
Archivi categoria: La magia del colore
Verso l’orizzonte
Un soffio leggero di vento e il mare si increspa.
Il cielo è chiaro, limpido e terso, non una nuvola a turbare questa perfezione.
Le case posate sulla costa, la freschezza marina e una cornice di magnifica quiete.
Un gabbiano intrepido si libra nell’azzurro e una vela blu sospinta da favorevole brezza prende il largo, sotto il sole che brilla, verso l’orizzonte.
Un tempo dolce
Sa essere un tempo dolce la primavera.
Le prime rondini solcano il cielo, l’aria è fresca e profuma di fiori e di freschezza e di una leggerezza che conforta il cuore.
E si condivide qualche istante con un amico e sono parole, sorrisi, a volte ricordi e memorie.
In un perfetto gioco di linee: il mare, il cielo e la ringhiera.
E una nave laggiù e le cupole, i campanili e i tetti d’ardesia.
In questo tempo dolce di primavera, in Spianata Castelletto.
Un mare di ricordi
Ci sono luoghi che ci appartengono.
Sono nostri, li abbiamo vissuti, pensati, amati.
Sono nostri e là ritorniamo, sulle orme dei nostri passi.
E la ci rivediamo, più giovani, diversi e sempre uguali.
Ricordiamo.
E restiamo ad indugiare alla solita ringhiera, troviamo posto sulla nostra panchina preferita e il vento ci pare modulare la consueta melodia che sappiamo ascoltare.
Troviamo il nostro orizzonte, il nostro sole che piano si posa tra le nuvole, i suoni della nostra città.
Il nostro tempo scandito da ciò che meglio conosciamo.
E un mare di ricordi ci riempie il cuore e la mente.
Uno di quei giorni di marzo
It was one of those March days when the sun shines hot and the wind blows cold: when it is summer in the light, and winter in the shade.
Era uno di quei giorni di marzo in cui il sole splende caldo e il vento soffia freddo: quando è estate nella luce e inverno nell’ombra.
Charles Dickens – Great expectations
Una luce all’orizzonte
Una sera d’inverno, in Piazza di Oregina.
Le nuvole inquiete passano in cielo, l’azzurro si attenua di pallidi toni pastello e si confonde con certe pennellate di rosa.
Il sole arde sempre glorioso e potente e disegna i contorni delle case, delinea i profili dei tetti, abbaglia e illumina mentre piano saluta il giorno.
E luccica il mare e brilla, lontana, una luce all’orizzonte.
Una finestra su una creuza
È una bella finestra su una creuza, è linda, perfetta e ordinata.
Là, nella calda delicatezza del giallo di quel muro.
È una bella finestra su una creuza e, direte voi, lì sulla destra ecco altre finestre più grandi: con le persiane in fuori, in perfetta armonia, paiono tre gendarmi che vigilano attenti sulla nostra finestrella o, per lo meno, così sembra a una certa persona dalla spiccata fantasia.
Le finestre sulle creuze sono così, si incrociano in certi giochi di prospettive tra curve e discese.
Due passi ancora, la ripida bellezza della mattonata e tutto ancora muta.
È una finestra sulla creuza, in un giorno qualunque, tra i colori di Genova.
Salita alla Spianata di Castelletto
Guardando lontano
Vi porto con me, davanti al mio orizzonte.
In un luogo magnifico e speciale, sulla Piazza di Oregina, nello spazio antistante al Santuario di Nostra Signora di Loreto.
C’è un belvedere, ci sono le panchine e tutta Genova è ai vostri piedi.
Qui, in questo luogo, il 10 Dicembre 1847, dopo 101 anni dalla cacciata degli austriaci, il giovane e audace Goffredo Mameli condusse un folto corteo di cittadini a ringraziare la Madonna per la liberazione della città dal nemico e nella circostanza tutti loro dimostrarono quanto fossero uniti nel desiderare una sola nazione.
Qui, nell’aria fresca di un lontano inverno, per la prima volta risuonarono le note e le parole di quel Canto degli Italiani che diverrà nostro inno nazionale.
Lo sguardo si perdeva lontano, con coraggio e fiducia.
Davanti al mare luccicante per i raggi del sole che battevano sui tetti di ardesia, sui caruggi, sugli abbaini, sui visi speranzosi, sul profilo della Lanterna.
Semplicemente così, guardando lontano.
Incanto di Natale
C’è sempre un pizzico di magia, un incanto che commuove: è l’atmosfera del Natale e delle luci brillanti.
C’è sempre quel senso di meraviglia e di gioia inattesa, anche da grandi, davvero è proprio la magia del Natale.
E penso che sia una sorta di piccolo privilegio saper custodire dentro di noi quello stupore infantile, è una sensazione a suo modo davvero bella.
Così davanti all’abete luccicante di Piazza De Ferrari mi sono soffermata a ammirare quelle luci d’argento: è l’incanto del Natale, ancora una volta.
Dolcezza autunnale
Come un pensiero che sfugge, come un ricordo che nostalgico ritorna e si fa più chiaro.
Come labile memoria che, all’improvviso, diviene presente e reale.
Come una piccola gioia che risolleva l’animo e rincuora.
Così si posano leggere le foglie, portate dalla brezza, in questa lieve dolcezza autunnale.