La vita si affaccia alla finestra.
In certi caruggi antichi, così accade in Via San Bernardo.
Tra colonne, marmi e capitelli, certe ardite foglioline si spingono oltre le inferriate, a cercare la luce.
Vi racconto di piccoli vasi, di piante e di terra.
Di grate tondeggianti e armoniose, di muri che attirano la luce del sole.
Vi narro di certi gradini alti, ma limati dal tempo, tra creuze e piazzette.
Lì la vita si apre in rami verdi e rigogliosi, nella sua infinita attesa.
E si arrampica, attorno a un lume.
E se fosse sera ci si aspetterebbe che tutto fosse illuminato da un chiarore antico, lieve e quasi fioco.
E vi narro di certi caruggi stretti e angusti, di edere coraggiose e caparbie, che si gettano giù sfidando la penombra.
E di certe pallide rose color cipria che fioriscono lassù, su un davanzale che affaccia su Piazza dei Giustiniani.
Di archi sotto i quali tremano piccoli petali lisci e setosi.
Di piante grasse, sospese nell’aria, tra certi silenzi.
Di gradini variopinti, ognuno un colore, ognuno un riflesso diverso.
E ancora vi narro di finestre, di foglie sottili, dalle cime aguzze, che si librano lassù, di rami, di intrecci complicati che dondolano al vento.
Di bianco, di verde e di libertà.
Di cose inattese in Salita Santa Brigida.
Vi narro di un piccolo fiore fucsia che sboccia, intrepido e lieto come tutte le nostre fiduciose speranze.