Gli illustri custodi di Via Gramsci

Camminando in Via Gramsci alzate lo sguardo verso i palazzi che così si stagliano contro il cielo turchese di Genova.
Là, su due antichi edifici, noterete due nicchie che ospitano due illustri personaggi che hanno fatto la storia di Genova e del mondo.

Avvicinandovi potrete poi ammirare le belle sculture: ecco la postura regale, la fermezza di gesti di un celebre condottiero che diede lustro alla Superba.

È l’Ammiraglio Andrea Doria e così venne effigiato nella sua autentica fierezza.

C’è anche un’iscrizione alla base della statua, le parole sottolineano la caratura del personaggio.

Vi è inoltre un altorilievo nel quale, con evidenza, sono scolpite le gesta di Andrea Doria.

L’altra nicchia ospita il più celebre navigatore di tutti i tempi e un illustre figlio di Genova, il sole illumina i suoi tratti mentre ai lati della statua le persiane restano chiuse.

È il nostro Cristoforo Colombo e pensoso pare scrutare la linea dell’orizzonte infinito.
Entrambe le sculture sono opera suggestiva del valente Giovanni Battista Cevasco che lasciò ampia prova del suo mirabile talento sotto i porticati del Cimitero Monumentale di Staglieno.

E così si esalta la grandezza del nostro prode Cristoforo.

E nel marmo c’è anche traccia della sua celebre scoperta e di quel suo approdo in una terra prima di lui sconosciuta.

Il navigatore guarda lontano, verso le rive che toccherà, là dove giungeranno le sue caravelle.

Se passate da quelle parti alzate anche voi lo sguardo, là su quegli edifici si stagliano le fiere figure di due celebri uomini di mare: Andrea Doria e Cristoforo Colombo, gli illustri custodi di Via Gramsci.

Esposizione Italo-Americana del 1892: regate a vela e a remi

Accadde nel 1892, in quell’anno glorioso si celebravano i 400 anni della scoperta dell’America e la città di Genova, per celebrare il più celebre dei suoi figli, organizzò in onore di Cristoforo Colombo la grandiosa Esposizione Italo-Americana che ebbe inizio ai primi di luglio per terminare poi ai primi di dicembre.
Numerosissimi furono gli eventi e le iniziative, ovviamente è impossibile narrarli tutti in breve e allora oggi vi porterò in riva al mare blu come quello che condusse con le sue onde il prode Colombo verso fama imperitura.
Qui, su quell’azzurro spumeggiante, si tennero le regate a vela e a remi, traggo le notizie che vi narro dal volume Cronache della Commemorazione del IV Centenario Colombiano edite a cura del Municipio proprio in quel 1892.
Dunque, a promuovere le splendide regate a vela fu il Regio Yacht Club Italiano e moltissime furono le imbarcazioni che presero il mare.
Il campo di regata comprendeva un triangolo che aveva i suoi vertici nei tre seguenti punti: all’estremità del Molo Lucedio, davanti a Sampierdarena e a Quinto al Mare.
Gli yachts e le candide vele si sfidarono ai primi di agosto, il vento di scirocco favorì la navigazione.

Cari amici, non sto a elencarvi i nomi dei partecipanti, erano davvero tanti e certo si trattava del fior fiore della buona società, tra di essi figura anche il Capitano Enrico d’Albertis, il volume riporta con precisione i risultati delle diverse gare.
Ovviamente non mancarono le occasioni mondane e la sera dell’otto agosto nello scenario della sfavillante Villetta Serra riccamente illuminata si tenne un esclusivo garden party, la sala al piano terreno era adornata con le bandiere di tutte le nazioni.
Ecco l’augusta nobiltà cittadina, fanno sfoggio di raffinatezze le elegantissime signore dell’olimpo genovese e forestiere, così recita l’articolo di Il Secolo XIX riportato sul libro.
Non mancava il sindaco Barone Andrea Podestà e con lui molti notabili della città.
Venne poi la metà del mese e dal 14 al 16 si tennero nel Porto di Genova le regate internazionali a remi.
Il pubblico sulle tribune che circondavano il palco reale ammirò compiaciuto lo spettacolo straordinario delle regate.

Tratto da Cronache della Commemorazione del IV Centenario Colombiano
Volume di mia proprietà

L’Italia annoverava atleti provenienti da città diverse e schierò nelle diverse gare equipaggi con sportivi provenienti da Genova, Milano, Torino, Piacenza, Pavia, Livorno e Firenze.

E così si legge:

“Lungo il campo delle regate due lunghe file di navi da guerra, yachts e grossi vapori della Navigazione Generale Italiana e di altri armatori completavano il quadro grazioso a cui era sfondo splendido il Superbo Porto di Genova.”

Le giornate si conclusero con le cerimonie di premiazione dei vincitori e con il brindisi alla gloria dei partecipanti.
Furono giornate memorabili per Genova, furono tempi di festa e di celebrazione.
In onore di Cristoforo Colombo, fiero navigatore e illustre figlio della Superba.

L’uovo di Colombo

Ecco lì, l’uovo di Colombo!
Tutti noi conosciamo questa espressione che contempla la possibilità di trovare una soluzione rapida e in qualche modo inaspettata, questo modo di dire si riferisce ad un particolare aneddoto sul più illustre navigatore genovese.
Dunque, la leggenda narra che il nostro Cristoforo Colombo ebbe un diverbio con certe persone che cercavano di ridimensionare la grandezza della sua impresa: del resto, dicevano, chiunque avrebbe potuto portare a termine quel compito e scoprire così quelle terre sconosciute.
Colombo allora gettò il guanto di sfida ai suoi rivali proponendo un’impresa altrettanto insolita: c’era qualcuno in grado di far star dritto un uovo su un tavolo?
Prova e riprova, nessuno ci riuscì e infine il geniale Cristoforo prese un uovo, lo ammaccò leggermente sul fondo e lo pose sul tavolo: ecco qui l’uovo di Colombo, la soluzione di uno che non si limitava alle parole ma faceva anche i fatti.
Dopo questa dovuta premessa compiamo adesso un viaggio a ritroso nel tempo perché all’Uovo di Colombo è legata anche un’altra peculiare curiosità tutta genovese.
Andiamo al glorioso 1892, a Genova in quell’anno si celebrò il quarto centenario della scoperta dell’America e per onorare Colombo, illustre figlio della Superba, venne allestita una grandiosa manifestazione.

L’Esposizione Italo-Americana fu inaugurata nel luglio del 1892 e chiuse i battenti nel mese di dicembre dello stesso anno.
Venne allestita nella vasta area della Spianata del Bisagno e cioè in quella zona che oggi è occupata dalle attuali Piazza della Vittoria e Piazza Verdi.
Fu un evento fantastico, non basterebbero giorni e giorni per narrare tutte le attrazioni proposte a genovesi e turisti.
Le cronache dell’Esposizione del IV Centenario Colombiano pubblicate dal Comune di Genova sono raccolte in un volume di oltre 400 pagine, io ho la fortuna di avere questo bel libro dal quale ho tratto le prime due illustrazioni di questo articolo.
Ci furono gare velocipedistiche e concorsi di bande militari, la lotteria e il tiro a segno, spettacoli e tornei sportivi, balli, sfilate in costume, ricevimenti e feste, concerti e mostre d’arte, l’Acquario Marino, le fontane luminose, le montagne russe e molto altro ancora.
Vennero in visita persino i reali e nei padiglioni si celebrò la gloria di Colombo con l’entusiasmo per le innovazioni.
E chiaramente non mancavano i ristoranti e i ritrovi per rinfrancarsi con la buona cucina, tra questi anche il locale del brillante e intraprendente signor Quarone, fiero proprietario dell’Uovo di Colombo.

Il gigantesco uovo era alto 26 metri ed era illuminato all’interno con delle apposite aperture ovali, come dicevo fu adibito appunto a Caffè Ristorante.
Il locale si articolava su tre piani e come potete bene immaginare attirò l’interesse di molti curiosi, era decisamente una peculiare particolarità, vi si gustava tra l’altro del buon vino.
E dovete sapere che in realtà le strutture dell’Esposizione Italo-Americana erano provvisorie e costruite in legno.
Purtroppo nel giorno dell’Epifania del 1893 un terribile incendio, a quanto pare doloso, mandò tutto in cenere ma questa è un’altra storia che un giorno vi racconterò.
Così finì anche l’originale ristorante del Signor Quarone e statene certi, i vostri bisnonni certamente avranno conservato memoria di quel luogo sensazionale allestito proprio per l’Esposizione Italo- Americana.
E del resto non può che essere stato così: d’altra parte quello era l’Uovo di Colombo.


Illustrazione tratta da Ricordo del IV Centenario Colombiano
Tipografia della Gioventù 1892 – Copia di mia proprietà

A Cristoforo Colombo, genovese e navigatore

Nella città in cui nacque c’è un monumento dedicato a Cristoforo Colombo, colui che mutò il destino del mondo.
Opera di numerosi artisti, il monumento ebbe una genesi travagliata: la prima pietra venne posata nel lontano 1846, passarono poi 15 anni prima che venisse completato.
Le sue prime fondamenta vennero poste al centro di Piazza Acquaverde ma poi fu il progresso a incidere sulla collocazione: c’era da costruire la ferrovia e si ritenne che il nostro Cristoforo là in mezzo sarebbe stato di impiccio, quindi si decise di porlo nel luogo in cui ancora adesso lo vediamo.
Colombo, il navigatore che partì per un viaggio avventuroso e approdò in terre sconosciute il 12 Ottobre 1492.

Il progetto dell’opera è di Michele Canzio e furono molti gli scultori che contribuirono alla realizzazione del monumento, le notizie che leggerete sono tratte dalla Guida illustrativa della città di Genova di Federico Alizeri.
Mise mano alla statua del navigatore Lorenzo Bartolini che morì disgraziatamente nel 1850, continuò il suo lavoro Pietro Freccia, artista che non ebbe maggior fortuna.
Durante i lavori infatti cadde dal trespolo e in seguito divenne pazzo, morì poi poco tempo dopo.
La statua di Colombo venne terminata da Franzone e Scanascini, il monumento fu inaugurato nel 1862.
Ha lo sguardo saggio e pensoso Cristoforo, guarda lontano, verso orizzonti ignoti.

Attorno alla sua figura quattro bassorilievi narrano l’epopea della sua impresa.
Sul fronte l’opera del Gaggini nella quale si vede Colombo al Congresso di Salamanca.

Il celebre genovese viene poi effigiato da Aristodemo Costoli mentre porta la Croce nel Nuovo Mondo.

E ancora, eccolo davanti ai Sovrani di Spagna, questa è l’opera del talento di G. B. Cevasco.

E infine Colombo in catene eppure fiero, il bassorilievo fu scolpito da Revelli.

Ai piedi di Colombo siede una figura giovane: ha lo sguardo ingenuo e remissivo.
Lei è l’America dai tratti esotici e porta le piume sul capo.

Svetta il navigatore accanto alla sua ancora.

E ci sono parole che celebrano la sua impresa.

La sua figura simboleggia appieno la sua grandezza.

Su un lato è incisa quella data in cui iniziò l’edificazione del monumento.

Colombo è attorniato da quattro figure, sono le allegorie di coloro che furono sue compagne di viaggio e di avventura.

Di fronte, a sinistra, la statua della Nautica, opera del Gaggini.

Regge il mondo in una mano con perizia e sapienza.

Sull’altro lato ancora una figura che per me, da sola, è un autentico capolavoro di bellezza e armonia.
Questa fanciulla aggraziata e gentile venne scolpita da Santo Varni e raffigura la Pietà.

Regge in una mano le Sacre Scritture.

E con l’altra stringe il turibolo con il quale spande odoroso incenso.

E volge lo sguardo all’infinità.

Dietro di lei ancora una fanciulla, la statua è opera dell’abile scalpello di Aristodemo Costoli.
Lei è la prudenza, assisa sotto il cielo chiaro di Genova.

E tiene in una mano uno dei suoi simboli, il serpente.

L’ultima allegoria venne realizzata da Emilio Santarelli e rappresenta la Forza.

L’impresa di Cristoforo Colombo mutò la maniera di percepire il mondo, aprì nuovi orizzonti e fu l’inizio di una nuova epoca: da allora tutto cambiò.

Unus erat Mundus; Duo sint, ait Iste: fuere.
Uno era il Mondo; siano due, disse costui: due furono.

Così si legge sulla corona posta alla base del monumento dedicato a questo illustre concittadino.
Il mondo sempre conosciuto e il mondo del futuro, con la sua ingenua bellezza.
In questo 12 Ottobre, giorno in cui si celebra la sua epica impresa.
A Cristoforo Colombo, genovese e navigatore.