Le parole dell’infanzia, spesso, sono nei gesti e negli sguardi e sono simili in ogni tempo.
I bambini sanno ridere ed essere felici con gioia autentica, i bambini sanno trasmettere ai grandi la loro voglia di vivere e regalano sorrisi inaspettati.
Gli artisti invece sono capaci raccontare i sentimenti di tutti, le emozioni che vengono dal cuore, le piccole felicità e i nostri umani entusiasmi.
Così è per lo scultore Giulio Monteverde che a lungo visse e lavorò a Genova.
Nato a Bisagno nel 1837 e morto a Roma nel 1917 il celebrato artista ha lasciato in diversi luoghi i doni del suo talento, le sue opere adornano i monumenti funebri del nostro Cimitero di Staglieno, assai celebre è l’Angelo della Tomba Oneto, le sue sculture sono anche al Cimitero del Verano a Roma, in diverse città di Italia e all’estero.
Inoltre, se vorrete ammirare il talento di Monteverde, potrete recarvi alla Galleria d’Arte Moderna di Nervi dove i vostri occhi incontreranno la lieve bellezza di due bimbi colti in un momento gioioso.
Sono i figli dello scultore, il candido marmo risale al 1874 e si intitola Primi giochi. Bambini che giocano con un gatto.
I bambini, dicevo, ridono con complicità, con felice leggerezza, sono genuini e veri.

E la camiciola orlata di pizzo cade a scoprire la spalla, è così la libertà.

A osservarli davvero pare di sentire le loro risate allegre e la voce amorevole della mamma che si rivolge a loro.
E poi i bambini stanno a piedi scalzi, in quel frammento di vita in cui si cresce, si sperimenta e si impara.

L’infanzia è felicità, bellezza e armonia.

Ed è spontaneità, entusiasmo, curiosità, nella dolcezza di un visino paffuto.
E questo è un gesso del 1875, è il Bimbo che scherza con un gallo.

L’infanzia poi è ritrosia, fragilità e candore, è tenera timidezza e questo esprime il gesso del 1872: l’ingenuità.

Non è più un bambino ma un vivace fanciullo colui che impersona Il Genio di Franklin, il gesso risale al 1871: di questa opera esistono diverse versioni, la più pregiata si trova nella Capitale.
Ha talento questo ragazzino, ha il guizzo intelligente nello sguardo, ha il sorriso aperto e vivo.

I riccioli ribelli incorniciano il suo bel viso e i suoi gesti raccontano la sua acerba briosità.

E a osservarlo con attenzione a me rammenta un altro fanciullo di recente tornato sotto il sole di Genova: è il Genio alato della Munificenza che è parte del monumento al Duca di Galliera ora collocato in Carignano.

Non sono le uniche opere di Monteverde che troverete alla Galleria d’Arte Moderna di Nervi, il mio breve post è un invito a scoprire queste sculture e le numerose opere degli altri artisti che sono il vanto del museo di Nervi, qui trovate gli orari per la vostra visita.

E qui ringrazio ancora la Dottoressa Maria Flora Giubilei, direttrice del Museo, per la sua gentilezza e disponibilità.

E davanti al verde dei parchi incontrerete un genio ragazzino che sorride quasi impertinente.

Poco distante, nella gaia ingenuità dell’infanzia, ci sono i due fratellini felici e teneramente complici.
Come in ogni tempo, come sempre sono i più piccini, così sono anche i bambini di Giulio Monteverde.
