Chiesa di Nostra Signora del Carmine e di Sant’Agnese: luce e colori

Ritornando nella Chiesa di Nostra Signora del Carmine e di Sant’Agnese mi ritrovo spesso a rimirare i suoi colori e le sue luci, mentre le tremule fiammelle delle candele fremono nel silenzio e nella quiete.

Il colore e le vetrate e il sole radioso che tutto illumina.

E il racconto della gloria di Dio e certe mistiche suggestioni.

Queste vetrate hanno colori vividi, vibranti e vivaci.

E vi si ritrovano simboli noti, come la clessidra alata che rappresenta lo scorrere del tempo.

Le figure dei santi così risplendono ravvivate dai raggi del sole.

Sbocciano rosse le rose.

E quella luce magnifica fa dileguare le ombre e riveste di oro brillante i disegni e lettere.

Luce perpetua, luce di un luogo di preghiera e devozione.

Luce magnifica, luce mistica nella nostra bella Chiesa di Nostra Signora del Carmine e di Sant’Agnese.

Sfumature e panni stesi al Carmine

E poi semplicemente sfumature e panni stesi al Carmine, scendendo da Salita di Carbonara, come sempre faccio durante le mie passeggiate.
E c’è un tricolore e poi corde tese davanti alle persiane, tetti, ardesie e sole.

E luce, magliette dalle tinte vivaci e asciugamani messi ad asciugare.

E poi non si sa come accada eppure spesso i panni stesi sono in armonia con i colori delle facciate e così , ancora scendendo. ho trovato toni di pesca e di albicocca.

E vento che sollevava i lenzuoli contro il cielo turchese.

E rosso e appena una brezza leggera.

E ancora rosa, un solo asciugamano dal colore delicato così steso sotto l’archetto.

L’edicola sulla Piazza del Carmine, le persiane spalancate, il profumo del pane e della focaccia, la semplicità della bellezza della vita.

E i vasi e le piante nell’accogliente Piazza della Giuggiola, i capi leggeri di questo scorcio d’estate al sole ad asciugare.
Sono le belle sfumature e i panni stesi al Carmine, un luogo che è sempre nel mio cuore.

La gloria di Sant’Agnese

La troverete nella cappella in fondo alla navata sinistra, nella bella chiesa genovese di Nostra Signora del Carmine e Sant’Agnese.
La scultura risale al 1790 ed è scaturita dal talento creativo di Niccolò Traverso, sotto una luce chiara così vedrete la giovane Agnese, Santa e Martire fanciulla.
Le cronache del passato narrano lungamente di lei: Agnese, indomita e coraggiosa, dedica la sua castità al Signore e la difende a costo della vita, condotta sul rogo senza nulla addosso si copre dagli sguardi con i suoi lunghi capelli.
E nella sua gloria così è ritratta, con le chiome sparse e le braccia aperte verso Dio.

In un’opera che è un prodigio di movimenti e curve, con questa straordinaria armonia di gesti angelici, abiti drappeggiati ed ali frementi.
Nel gruppo scultoreo è raffigurato anche l’agnello, uno dei simboli del Cristianesimo.

Mentre Agnese cerca la luce divina e così la incontra.

Mentre un piccolo putto regge per la santa foglie di palma.

È un incanto di luci, ombre, espressioni e gestualità, tutto tende ad esaltare la purezza e la grandezza di una giovane fanciulla e Santa devota.

Questo è uno dei molti capolavori che troverete nella Chiesa del Carmine.

Nella cappella che ospita l’opera di di Niccolò Traverso ci sono anche pregiati dipinti di celebri artisti che raffigurano le vicende della vita terrena di Sant’Agnese.

E al centro vi è la candida statua di lei, colta nella sua estasi e nella sua gioia dell’incontro con Dio, nella bellezza della sua santità.

La Madonna del Carmine e una luce radiosa

Vi porto con me nella Chiesa di Nostra Signora del Carmine e Sant’Agnese, qui ritorno sempre con affetto.
Questa è infatti la Chiesa nella quale diversi anni fa effettuai appassionanti ricerche tra atti e registri parrocchiali perché in quella zona aveva vissuto sul finire dell’Ottocento la mia antenata Maria, all’epoca fu Monsignor Corsi ad aiutarmi con pazienza con le difficoltà della genealogia, ora lui non c’è più ma io voglio comunque ricordarlo e ringraziarlo, senza i suoi consigli sarebbe stato tutto più complicato.
E poi ogni volta che torno in questa bella chiesa genovese mi viene in mente la mia antenata Maria: lei da giovane madre fece battezzare qui alcuni dei suoi bambini e io l’ho immaginata mentre attraversa la navata con uno dei suoi piccini tra le braccia.
E sempre mi chiedo se anche il suo sguardo si sia fermato sulla statua del Carmine, ora circondata da questa luce radiosa.

La scultura lignea è riconducibile alla Scuola del Maragliano, la Madonna con la sua grazia perfetta volge a Dio quei suoi occhi colmi di speranza.

E quella stessa luce si posa sul visetto paffuto di un piccolo putto.

E sfiora il manto di Lei brillante di oro, la corona lucente posta sul suo capo, la luce danza e bacia quel tenero bimbetto allegro e innocente che la sua mamma amorevole tiene a sé con affetto.

È una figura materna e radiosa, suscita un senso di pace e di armonia, se passerete nella Chiesa del Carmine avrete anche voi occasione di ammirarla.

E così io l’ho veduta, in questa particolare prospettiva che lascia scorgere al termine della navata, sullo sfondo, una diversa e più recente rappresentazione di Maria presente in questa chiesa.
In questa fulgida e chiara luce, nella Chiesa di Nostra Signora del Carmine e Sant’Agnese.

Il gatto del melograno di Vico del Cioccolatte

Come di consueto io amo sempre rispettare i riti delle stagioni e quando arriva l’autunno è mia consuetudine andare al Carmine proprio per salutare certi alberi magnifici che crescono rigogliosi tra le case.
C’è un antico giuggiolo che dona il nome a una piazzetta, c’è anche un rigoglioso melograno che abita in un bel giardino ma protende i suoi rami su Vico del Cioccolatte.
Ed è una gioia arrivare al Carmine e vedere il grande albero così verde e generoso.

Quei rami forti fitti di foglie sono carichi di frutti succosi, i melograni si aprono spaccandosi e preannunciando così la loro dolcezza.

E mentre ero lì a fotografare questa meraviglia di stagione chi è spuntato dal muraglione di Vico del Cioccolatte?
Toh, che stupore!

Questo simpatico micio è comparso all’improvviso tra i frutti dell’albero gentile e così per me è diventato subito il gatto del melograno di Vico del Cioccolatte, è ovvio!
Uno sguardo da un lato e poi dall’altro, eccolo lì, attento e curioso.

E poi anche lui si accorto di me, caspita!
E mi ha guardata come dire:
– Ehi, ciao, cosa ci fai tu lì?

Poi forse deve essere subentrata una certa timidezza: noi liguri, si sa, siamo a volte un po’ ritrosi e il felino in questione non fa eccezione.
Uno sguardo, un movimento, il tipetto si è nascosto tra le foglie e poi è sparito oltre il muro dal quale si era affacciato.

E questa è una delle tante belle sorprese del Carmine, la storia di un gatto in autunno in Vico del Cioccolatte nella stagione del melograno.

Gatti che si vedono in giro

E questi sono gatti che si vedono in giro, a dire la verità li ho incontrati per la maggior parte nei dintorni, sono mici di Circonvallazione a Monte e gironzolano in queste strade.
E appunto una mattina mi sono affacciata dal terrazzo e chi c’era lì sotto?
Toh, eccolo lì!
Ciao Miss Fletcher come va? Cosa fai? Cosa fai?

Dove andava? Boh, non lo so!
Taluni poi sono più timidi o comunque hanno i fatti loro dei quali occuparsi, c’è sempre qualche distrazione in agguato!

E poi passando al Carmine si fanno sempre bellissimi incontri, è inevitabile!
Una grata, un punto su cui accoccolarsi ed ecco lì, tutto come al solito.

Tra i felini che si vedono in giro certi forse appartengono all’alta società: bianco candido e una spolverata rosso, una quieta posa regale.
Sul muretto, con una perfetta armonia di colori, i gatti sembrano sempre essere al posto giusto.

Occhi chiusi, un pisolino al sole, la solita vita frenetica di questi qui!

Un altro che se la passa bene è un micione che se ne va a zonzo qua attorno, non mi pare che si affatichi più di tanto, per carità!
E infatti l’altro giorno se ne stava spalmato nel vialetto di un bel giardino.
Io stavo là sopra e lui ha guardato in su ma non si è scomposto più di tanto, ecco.
Son tipi così quelli che si vedono in giro in questi giorni di primavera.

Ritornare al Carmine

È uno dei luoghi dove amo sempre ritornare, a Genova.
Semplicemente scendendo giù, andando verso il mare, passo dal Carmine e un po’ mi perdo tra le i suoi caruggi tortuosi, nel saliscendi delle sue vie, nel silenzio delle sue piazzette.
C’è un giuggiolo antico e c’è un melograno in un giardino, ci sono certi vasetti davanti a certe finestre.
C’è una rosa dai fiori sontuosi, c’è un pesco dai petali delicati.
Ed è semplicemente la vita, la bellezza che si rinnova e si svela, ancora.
E poi c’è una mattonata che si inerpica gentile e termina davanti a quella che un tempo fu una chiesetta, c’è anche un chiostro, per scoprirlo dovrete varcare un portone e immensa sarà la vostra meraviglia.
E ci sono gli ulivi, forti, tenaci e invincibili.
E un muretto, le scalette, le persiane verdi, una corda con i panni stesi e un gatto pigro.
Così è il mio amato Carmine, dove sempre amo ritornare.

Il Carmine: un regalo a colori per me

Nel corso delle diverse stagioni credo di avervi portato molte volte al Carmine, è uno di quei posti dove si lascia il cuore ed è uno dei luoghi dove amo passeggiare.
E andare su e giù tra il Vico della Fragola e quello dello Zucchero, in quella dolcezza antica che appartiene a questa parte di Genova.
Il Carmine è un quartiere talmente caratteristico da farti innamorare anche se non ci sei mai stato e allora l’immaginazione può portarti proprio là, nei luoghi a me cari.

Questo mio blog ha diversi affezionati lettori e tra i frequentatori abituali delle mie paginette c’è anche lui: il suo nome è Sergio, non è genovese ma è genuinamente innamorato della Superba, forse vi sarà anche capitato di leggere i suoi arguti commenti, Sergio ha un particolare senso dell’ironia.
E il mio amato Carmine ha incantato anche lui, era inevitabile!
Lo aveva veduto nelle mie passeggiate e così durante la sua recente visita a Genova abbiamo avuto occasione di conoscerci e di andare proprio al Carmine insieme.
Sergio ha talento per la pittura, il suo nome d’arte è Balallo e mi ha portato un regalo veramente speciale del quale lo ringrazio di cuore, dovrei ormai sapere che il blog è fonte di continui stupori e invece non smetto mai di meravigliarmi.
Ed ecco qui la Piazza del Carmine, il quadro ha già trovato la sua perfetta collocazione in casa mia.
E davvero non manca nulla: cielo azzurro, panni stesi, luce e ombra.
E Genova che sa farti innamorare.

La Giuggiola: le creazioni di Marta al Carmine

In una bella mattina di sole non mi sono fatta mancare una delle mie passeggiate al Carmine, come sempre andavo in cerca di indizi di primavera, panni stesi e colori di Genova.
Ovviamente sono passata anche in Piazza della Giuggiola e ho avuto persino la gioia di trovare aperto un certo portone, oltre quella soglia si trova un raffinato laboratorio di maglieria che prende il nome da quell’albero antico al quale è dedicato questo angolo del Carmine.

La Giuggiola è il regno di Marta Nadile che con il suo garbo mi ha raccontato che questo è il suo sogno divenuto realtà, lei faceva un lavoro d’ufficio ma poi è riuscita a realizzare il suo desiderio: la Giuggiola è il suo laboratorio nato nel 2006 e qui lei si dedica alle sue belle creazioni.

E guardandovi intorno vedrete colori su colori, sfumature in totale armonia, particolare attenzione è data alla scelta dei filati e alla loro qualità.

Dai diversi materiali naturali usati da Marta e dalla sua creatività nascono così i suoi capi personalizzati e a me sembra che le sue creazioni si distinguano in particolare per la semplicità che è del resto una delle cifre della vera eleganza.

Questo angolino di bellezza è un vero valore aggiunto per il bel quartiere del Carmine, qui ogni dettaglio rivela l’amorevole cura di colei che ha ideato questo laboratorio.

Un lavoro fatto con vera e autentica passione, La Giuggiola offre anche eventi artistici e vengono organizzati incontri per presentare le collezioni di stagione.

In questo quartiere tanto amato, accogliente e raccolto.

Il laboratorio si trova al piano terra, oltre questa porta, in questo antico palazzo di Genova.

E qui vedrete colori, fantasia e ancora creatività.

E quelle macchine che occorrono per fare la maglie che troverete esposte.

Se ancora non conoscete la Giuggiola questo è solo un piccolo spunto, un invito a scoprire le creazioni di Marta.

E sarà anche una buona occasione per fare su e giù per il Carmine e per gironzolare per le sue strade e per scoprire angoli caratteristici.
Quando arriverete in Piazza della Giuggiola, cercate il civico 3, è custodito da una bella Madonnetta sulla quale a volte pendono i panni stesi: sono le bellezze del Carmine e qui troverete anche La Giuggiola, il laboratorio di maglieria di Marta Nadile.