Sul campanile di Sant’Agostino

Guardare il centro storico di Genova dall’alto è un’esperienza che sempre regala stupore e meraviglia.
E magari anche a voi potrebbe capitare di trovarvi un giorno su un terrazzo che affaccia su certi tetti e sul campanile di Sant’Agostino, da lì ho scattato questa fotografia.

Campanile di Sant'Agostino (2)

Io oggi vi porto lassù, in cima al campanile, la costruzione è parte del convento degli agostiniani che risale al XIII secolo.
Ai nostri tempi l’edificio ospita il Museo di Sant’Agostino, vi si trovano sculture, affreschi ed opere d’arte, qui sono conservate le preziose madonnette che nei secoli passati erano collocate nelle edicole del centro storico.
Ringrazio il direttore del Museo di Sant’Agostino che mi ha permesso di salire sul campanile, non è sempre possibile salire lassù, il campanile è accessibile in particolari occasioni e vi consiglio di prestare attenzione alle aperture straordinarie, da lassù si gode di un panorama imprendibile.
Un ringraziamento va anche alla mia cara amica Mary, devo a lei questa mattinata che ieri ho trascorso sopra le ardesie, così in alto.

Campanile di Sant'Agostino (3)

E sapete, quel terrazzino dal quale si vede il campanile è davvero a poca distanza da Sant’Agostino eppure le due prospettive sono completamente differenti.
E’ la bellezza di Genova, è sufficiente spostarsi di pochi metri e tutto muta.
E per fortuna l’ascesa al campanile è poco faticosa, così questa volta non mi è toccato combattere con le vertigini.

Campanile di Sant'Agostino (4)

Sono arrivata proprio là, in cima, tra quelle colonnine di marmo.

Campanile di Sant'Agostino (5)

E poi, appunto, è sempre una questione di prospettive, da qui ho guardato la città, in cerca di luoghi che conosco bene.

Campanile di Sant'Agostino (6)

Da qui si ammirano i piani alti delle case di Piazza Sarzano.

Campanile di Sant'Agostino (9)

E poi il tetto spiovente d’ardesie e laggiù San Salvatore e uno spicchio di mare.

Campanile di Sant'Agostino (10)

Un tempo su queste case e su questa piazza risuonava il tocco della campana, oggi lo spazio che la ospitava è vuoto.

Campanile di Sant'Agostino (11)

E poi ancora, comignoli, tetti, finestre, un cielo minaccioso che sovrasta la basilica di Carignano.

Campanile di Sant'Agostino (12)

E la modernità a volte fa da sfondo alla città vecchia.

Campanile di Sant'Agostino (13)

Le alture, le case al di là delle bifore.

Campanile di Sant'Agostino (14)

Tetti di caruggi e vetri di grattacieli, spicca il teatro Carlo Felice.

Campanile di Sant'Agostino (15)

Genova oltre le ardesie e i tetti spioventi.

Campanile di Sant'Agostino (16)

E nell’angolo a sinistra nella foto sottostante uno scorcio del campanile di San Donato, al centro la cattedrale di San Lorenzo e la bianca Torre dei Maruffo.

Campanile di Sant'Agostino (17)

Misteriosa Genova, vista dall’alto, nel silenzio del cielo di marzo, le sue vedute incantano.

Campanile di Sant'Agostino (18)

La città dei tetti e del campanili, in questa immagine si riconoscono San Silvestro e Santa Maria in Passione con la sua cupola verde.

Campanile di Sant'Agostino (19)

Le prospettive mutano a seconda del punto di osservazione e puoi ammirare il campanile che svetta sopra di te.

Campanile di Sant'Agostino (20)

Oppure puoi essere lassù in cima e puoi tentare di riconoscere certe geometrie, è il fascino dell’altezza.

Campanile di Sant'Agostino (21)

Ed io quando sono in posti come questo rimarrei lì a guardare, a tentare di ritrovare ogni singola casa, ogni caruggio e ogni tetto.
E’ la magia di guardare la città da un punto di vista così insolito.

Campanile di Sant'Agostino (22)

Molto presto vi porterò nelle sale del Museo di Sant’Agostino, le sculture che vi sono raccolte narrano storie di questa città, sono preziosi tasselli del nostro passato.
Ho voluto iniziare così, salendo lassù.

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Ho voluto mostrare anche a voi Genova la Superba dal campanile di Sant’Agostino.

Campanile di Sant'Agostino (23)

Un terrazzino in Vico di Coccagna

Accadono cose strane e belle, a volte.
Taluni sono lettori silenziosi, frequentano queste pagine senza manifestarsi.
E tra loro c’era anche lei, Daniela.
E poi un bel giorno Miss Fletcher ha svelato il suo nome e così Daniela ha scoperto che questo blog lo scrive una persona che lei conosce bene, da tanto tempo.
Compagne di liceo e di università.
Ve l’ho detto, accadono cose strane e belle, a volte.
E lei legge, legge che amo andar per terrazzini, lassù dove si vedono i tetti e le ardesie.
E mi porta lassù, su quel terrazzino che circonda la sua casa, in una parte di caruggi che amo particolarmente, a ridosso di Via Ravecca.
Due amiche, i ricordi di scuola, una giornata di sole e una tazza di caffé.
Qui, su un terrazzino di caruggi.

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E tutto attorno la città che amo, che è così vicina eppure silenziosa.
Lassù, nel regno dei gabbiani che volteggiano in cielo e compiono parabole infinite, seguirle è un gioco della mente.

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Tetti spioventi, finestre e piante grasse.
E la linea perfetta, il mare.

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Cammino tra i fiori, sopra la città.
Osservo, scopro cose mai vedute, mutando punto di osservazione la città si svela e mostra i suoi segreti.

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E volano quassù gli uccellini, c’è un angolino tutto per loro.
A volte la vita sa essere dolce, è vero?
Qui, su un terrazzino in Vico dei Coccagna.

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Un terrazzino? No, due!
Una scaletta che porta in alto, sopra le ardesie, davanti ai comignoli.
Un tavolino, una sdraio, i gerani.
E un orizzonte infinito, tutto intorno.

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E lassù, su un terrazzino di caruggi, puoi persino avere un piccolo orto!

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Le case, abbarbicate sulle alture della città in salita.

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Storie di caruggi e campanili, voi genovesi li riconoscete?
Da sinistra verso destra si notano San Silvestro, Sant’Agostino e Santa Maria in Passione.

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Storie di una città ogni giorno da scoprire, il suo bianco teatro e le cupole del Palazzo della Borsa.

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La misteriosa Torre dei Maruffo, quando cammini per le strade di Genova non la vedi, è chiusa tra le case di Canneto, nascosta ed invisibile da certe prospettive.
Eppure è così alta, ogni volta vederla è un’emozione!

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E’ una mia debolezza cercare le superbe torri della Superba, se guardate gli antichi quadri Genova ne era disseminata.
E sono ancora la testimonianza della sua grandezza, dell’orgoglio di Genova e dei suoi abitanti.
Chissà se un giorno riuscirò a salire sulla Torre degli Embriaci!
Continuo a scriverlo nella speranza che il desiderio si avveri.

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Sì, io cerco le antiche torri.

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Lassù, sul terrazzino sul tetto, si guarda giù, verso altri tetti e verso l’altro terrazzino che ci attende al termine della scaletta.

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La città è di vetro, a volte.
Di vetro e specchi, specchi che per me hanno solo un pregio, riflettono le antiche case della città vecchia.

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Di vetro e acciaio davanti a Santa Maria in Passione.

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Io in posti come questo mi perdo.
Mi perdo nella profondità del vicolo, a seguire le curve gentili della mia città.

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Ad ammirare chiese e campanili, non puoi vederli in questa maniera da nessun’altra parte, solo su un terrazzino di carruggi.

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Sì, la vita è dolce quando hai un’amaca per dondolarti al sole.

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E quando hai un tavolo di ferro e quattro sedie, i vasi con le piante e il silenzio che ti regala l’altezza.

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E per me è ancor più dolce quando riesco ad andare lassù, sopra le ardesie calde di sole.

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La vita è dolce quando si conserva il desiderio di sorprenderci di ciò che conosciamo bene, quando sappiamo trovare gioia nel nostro quotidiano, quando sappiamo scoprire la bellezza attorno a noi.

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Quando dalla finestra della tua cucina vedi i tetti e la città.

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E quando ti affacci e davanti ai tuoi occhi trovi il mare calmo e azzurro.

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Ringrazio la mia meravigliosa amica per avermi aperto la sua splendida casa, tornerò qui a guardare un tramonto o un cielo denso di nubi cupe e minacciose cariche di pioggia, ho immaginato i lampi squarciare le nuvole e il tuono rimbombare in lontananza.
Ho immaginato questo, mentre ero lassù,  in una giornata limpida e tersa.

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