Il monumento al Duca di Galliera

Verso di lui Genova ha un grande debito: Raffaele Luigi De Ferrari, Duca di Galliera e Principe di Lucedio, si distinse per la sua generosità verso la sua città natale.
Il munifico nobiluomo donò alla Superba i 20 milioni necessari all’ampliamento del porto, la sua altrettanto prodiga consorte Maria Brignole Sale regalò i suoi palazzi e le sue ricchezze alla città.
Raffaele De Ferrari, banchiere e abile uomo d’affari, lasciò le cose del mondo nel 1876 e tempo dopo la sua città volle dedicargli un monumento che venne collocato in Piazza del Principe.
Ed ecco i genovesi a passeggio nei pressi del monumento in un tempo lontano: qualcuno si regge alla ringhiera, un signore se ne sta pigramente seduto sulla panchina.

Sullo sfondo di questa immagine si nota ancora l’antica statua del Gigante opera di Marcello Sparzo demolita nel 1939, era stata realizzata per Giovanni Andrea Doria nel 1586 ed egli ai suoi piedi aveva fatto porre la sepoltura del Gran Roldano, il suo amatissimo cane.
In primo piano si ammira l’armonioso monumento dedicato al Duca di Galliera: opera di Giulio Monteverde il gruppo scultoreo è composto da più figure allegoriche.
Come scrive Resasco, al centro si trova la Munificenza che tiene accanto il suo genio alato, la terza figura rappresenta l’arte eccelsa del Commercio.

Un capolavoro grandioso per una persona eccezionale, un’opera che fu parte del panorama cittadino per diverse generazioni di genovesi.
E forse era una piacevole abitudine andare a sedersì là, su quelle panchine, ecco ancora un’altra cartolina che mostra un frammento di tempi distanti.
Il Gigante non c’è già più, sullo sfondo si staglia la prospettiva del Grand Hotel Miramare.

E veniamo ad altre immagini più belle ed emozionanti per me in quanto provengono dall’album dei ricordi di persone sconosciute che hanno attraversato le strade di questa città.
Lui è un gentiluomo con una bella barba bianca, una giacca di buon taglio e un’elegante bombetta.
Se ne sta in posa, con le mani sui fianchi e dietro di lui svetta quel monumento che ai giorni nostri non possiamo più trovare in quel luogo.
Sulla sinistra si intravede appena il contorno della nicchia che ospitava il Gigante.

E poi trascorsero ancora gli anni e venne un altro tempo ma i genovesi non persero la gradevole usanza di frequentare quei giardini, in questa immagine mi sembra di scorgere anche un marinaio seduto sulla panchina.

Questo dettaglio è parte di una fotografia che ritrae una giovane donna sorridente.
Perdonate la divagazione, trovo splendida la sua pettinatura e le sue scarpe sono ancora alla moda, questa signorina aveva un certo stile.
Eccola in posa nelle vicinanze del monumento dedicato al grande genovese.

L’opera di Giulio Monteverde venne in seguito spostata a breve distanza e poi rimossa sul finire degli anni ‘80 a causa dei lavori per la metropolitana, il monumento dedicato a colui che diede lustro e ricchezza alla sua città è rimasto per molti anni in un magazzino e purtroppo ha subito anche dei vandalismi.
Il pregevole lavoro di Monteverde è tuttavia stato accuratamente restaurato e tornerà presto sotto gli sguardi dei genovesi.
Non verrà più collocato nel sito originario e di questo mi dispiaccio perché io credo fermamente che bisognerebbe restare fedeli alla propria storia.
La destinazione prescelta è il quartiere di Carignano, l’opera verrà posizionata in fondo a Via Corsica e in certo senso c’è un risvolto positivo: il monumento al Duca di Galliera sarà non tanto lontano dalla statua dedicata a sua moglie Maria Brignole Sale, anche quell’opera è frutto del talento di Giulio Monteverde.
Noi genovesi attendiamo che quel capolavoro finalmente torni tra noi, fu eretto in onore di un nostro concittadino che amava la sua città.

Una visita speciale al Grand Hotel Miramare

Ad avere un blog a volte succedono cose molto belle ed è proprio ciò che è accaduto un paio di giorni fa.
Il caso ha voluto che capitasse qui la Signora Laura, una lettrice che è rimasta affascinata dalle belle immagini pubblicate in questo articolo, le antiche fotografie che ritraggono i tempi gloriosi del Grand Hotel Miramare.

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Lei ha un appartamento proprio in questo affascinante edificio e mi ha cortesemente invitata a visitare questo luogo di rara bellezza, quindi la ringrazio di cuore per il tempo dedicatomi e per avermi aperto le porte del suo ufficio, mi ha anche guidata alla scoperta delle meraviglie del “suo” Miramare, lei lo chiama in questo modo proprio perché lo ama moltissimo.

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Ed eccomi qua, a varcare la soglia di quello che un tempo fu un albergo molto chic, attualmente ospita abitazioni private di sicuro pregio.
E una volta aperto il portone lo stupore è stato grande: come cadere all’improvviso nell’immagine in bianco e nero, in quel fotogramma di un altro secolo.

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Ecco dove si trovava il telegrafo per i cortesi ospiti.

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Benvenuti al Grand Hotel Miramare, cari lettori.

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Oh, se avessi saputo che tutto è rimasto così elegantemente immutato mi sarei abbigliata come si conviene, con un sofisticato abito d’epoca, un grande cappello con le piume e un ombrellino da passeggio.
E naturalmente mi sarei presentata con un valletto, direi che il luogo lo richiede!

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Attraverso l’atrio.

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E ci sarebbe l’ascensore, devo arrivare all’ultimo piano ma preferisco salire su per le scale.

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La ringhiera del Grand Hotel Miramare.

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E i decori sui pavimenti.

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Gradini.
Chissà quante fughe d’amore, nelle stanze del Grand Hotel più esclusivo di Genova.

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Qui, in questo edificio, alcune finestre si affacciano su certe sfumature d’azzurro della Superba.

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E altre si spalancano su un terrazzi dai quali si gode di impagabili vedute.

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Il porto, le navi, l’orizzonte turchese.

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Genova, dai monti al mare.

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I palazzi di Via Gramsci ma siamo al Miramare, in un altro tempo, così mi piace chiamarla Via Carlo Alberto, come era in passato.

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La Stazione Marittima e alle sue spalle i Magazzini del Cotone.

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La luce che rimbalza sui tetti e illumina l’imponente silos granario.

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Di fronte, in tutto il suo splendore, la fastosa dimora del Principe Andrea Doria.

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E i turisti a passeggio nel giardino dell’Ammiraglio.
Guardare Genova dall’alto è fonte di meraviglia, sempre.

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L’insenatura del porto, le navi e la nostra cara, amata Lanterna.

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E ancora scale, scale, scale.

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Il Miramare resta un’incantevole bellezza, non è più un hotel di lusso ma a mio parere questi suoi spazi sono stati recuperati nel rispetto della sua bellezza e della sua particolarità.

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E ancora varco un’altra porta.

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In un luogo intriso di suggestioni antiche di epoche gloriose.
Sembra di sentire il suono di un pianoforte in lontananza, pare di udire le sete fruscianti degli abiti da sera e le voci garbate degli ospiti stranieri del Grand Hotel.
Inglesi e americani, rappresentanti del jet set internazionale, qui avreste potuto incontrare Winston Churchill e Francis Scott Fitzgerald.

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La luce sul portico, la dolcezza di una mattina di ottobre.

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Un edificio superbo che grandiosamente domina la città.

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Il suo giardino si affaccia sul mare blu.

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E davvero, non credevo che avrei avuto la fortuna di visitarlo in questa maniera.

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Là, sotto le figure che lo sovrastano, il terrazzo dal quale ho scattato le immagini che avete visto.

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Un luogo semplicemente intriso di fascino, di sicuro apprezzato da coloro che hanno scelto di abitarvi.

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Le panchine, il cielo chiaro, il panorama della città.

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Semplicemente Genova, così l’ho venduta da una terrazza, all’ultimo piano del Grand Hotel Miramare.

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I fasti del Grand Hotel Miramare

Correva l’anno 1908 e con grande sfarzo a Genova veniva inaugurato un lussuoso Hotel dall’eleganza leggendaria.
Non lontano dalla Stazione Marittima, in posizione predominante sul mare e sul porto, l’edificio fu fatto costruire dalla Società Anonima di Alberghi Italo Svizzera e ha l’estrosa impronta dell’architetto Gino Coppedè.

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Benvenuti al Grand Hotel Miramare & De La Ville, meta prediletta del jet set internazionale, questo albergo ospitò sovrani ed eminenti personaggi politici, attori di Hollywood e rappresentanti del mondo culturale dell’inizio del secolo scorso.
Tra gli altri qui soggiornarono Winston Churchill e Margherita di Savoia, Guglielmo Marconi e gli indimenticabili Stan Laurel e Oliver Hardy.

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Una location di sicuro fascino, un edificio grandioso e signorile.

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Al Miramare veniva spesso un ligure che per lavoro era sempre in giro per il mondo: ogni tanto però tornava a casa dalla sua famiglia.
E come i divi del cinema anch’egli sbarcava da un transatlantico, era il luogo dove egli svolgeva la sua professione.
Già lo conoscete, è lo stimato chef di bordo Francesco Biso.

Francesco Biso

Veniva dall’America e prima di proseguire per la sua Lerici era solito fermarsi al Miramare.
Da affezionato cliente ricevette dalla Direzione dell’Hotel un volumetto pubblicitario dove sono raccolte immagini per me rare, io non le avevo mai vedute prima.
E ancora ringrazio Marco Biso, nipote di Francesco e proprietario delle antiche fotografie che vedrete, è stato lui ad inviarmele e mi ha fatto un grande regalo.
Si apre un album e si inizia così un nuovo viaggio nel tempo.

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Nella Hall già si trova la ricercatezza di un posto esclusivo.
Naturalmente al Miramare non manca nulla,  i signori clienti hanno a disposizione il telefono e il telegrafo.

Miramare - Atrio

Gli ospiti di questo hotel godono della bellezza di certi spazi comuni dove nulla è lasciato al caso.
Ci sono comode poltroncine, pregiati tappeti, vasi e porcellane, nel camino in inverno scoppietta il fuoco.

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E osservate con attenzione, su ogni tavolo c’è un vaso di fiori ed ognuno è diverso dall’altro.

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È caldo e ospitale questo salone che fu scenario degli ozi dorati del bel mondo, le due immagini precedenti sono dettagli di questa fotografia.

Miramare - Salone

E linda e armoniosa è la sala da pranzo.

Miramare - La sala da pranzo

Un tavolo al Miramare, con una luce soffusa che rischiara momenti speciali.

Miramare - La Sala da Pranzo (2)

E poi broccati, tessuti di pregio, tende sfarzose, grandi specchiere e lampadari importanti.
I signori gentiluomini abbiano l’accortezza di farsi da parte, questo è il salottino delle signore ed è esclusivamente riservato alla clientela femminile.
Immagino le chiacchiere e le risate argentine di certe fanciulle, nel salottino forse si leggevano libri e qualche giovane aristocratica si sarà certo dilettata con il ricamo.

Miramare - Salottino per signore

Atmosfera chic e raccolta anche nel salottino privato.

Miramare - Salottino Privato

E poi, la dolcezza di certe serate tiepide, il profumo del mare e la brezza salmastra che pervade i sensi mentre il sole proietta a terra le ombre.
E quante promesse di amore eterno saranno state pronunciate sulla terrazza del Miramare?

Miramare - Terrazza

Il prestigioso Hotel ebbe anni gloriosi e alterne fortune a causa dei diversi eventi bellici, sul principio della Seconda Guerra Mondiale terminò di essere il lussuoso albergo che era sempre stato.
Nel tempo a seguire poi ebbe sorte incerta e travagliata, attualmente ha trovato una diversa destinazione e, tra il resto, i suoi spazi sono divenuti appartamenti.

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A me piace immaginarlo com’era al tempo dei suoi giorni scintillanti, quando si passeggiava sulla terrazza volgendo lo sguardo alla Lanterna.

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Verso il mare di Genova e il suo porto, anima viva di questa città.

Miramare - Genova

Un’epoca luccicante, ricca e in continuo divenire, un tempo che si può evocare con la fantasia.
Frusciano le sete degli abiti da sera, c’è gran sfoggio di gioielli, di cappelli all’ultima moda e di ricercati ventagli, una musica lenta accompagna certe serate dall’atmosfera da sogno.

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È un altro tempo, a Genova.
Sono i giorni dorati del fasto del Grand Hotel Miramare.

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