Questo è il ricordo di un ragazzo, un giovane che dorme il suo sonno eterno all’ombra del Porticato Inferiore a Ponente del Cimitero Monumentale di Staglieno.
Nino aveva vent’anni, Nino adesso rimane, così effigiato, per sempre ragazzo e per sempre accolto da amorevoli mani.
Il monumento funebre, opera di Gaetano Olivari che lo realizzò nel 1924, custodisce anche le spoglie del padre Silvio e della madre Maria.
Olivari, con talento mirabile e acuta sensibilità, scolpì nel marmo una sorta di rappresentazione della Pietà, Ferdinando Resasco scrive inoltre che è proprio la Madonna a tenere tra le sue braccia Nino morente.
Così si richiama il dramma della guerra e il senso di smarrimento e il dolore di una madre che ha perduto il suo amato figlio.
Nino cadde eroicamente combattendo sul Piave in quel fatale 1918, incise sulla tomba ci sono le date che comprendono il breve corso della sua vita.
Eroico Nino, come sarà mai la faccia di un eroe?
Il volto di Nino è impresso su una fotoceramica posta sul monumento, lui era davvero proprio un ragazzo con la divisa: capelli scuri, fronte alta, occhi grandi.
Nino stringe in una mano una granata.
E accanto ai suoi piedi c’è il suo fucile spezzato.
L’indicibile dolore di colei che lo amava più della sua stessa vita è espresso nelle parole che potete leggere alla base del monumento:
Colpito a morte la pia madre soltanto ne raccolse e comprese l’ultimo palpito.
E lo strazio di questa madre si manifesta in quel gesto amoroso, la mano che delicatamente pare scostare l’elmetto dal capo di Nino, l’afflato della vita che abbandona quelle giovani membra.
Così si ricorda un giovane e il suo coraggio, qui riposa Nino Grigis, caduto eroicamente sul Piave.