Quando arrivi a Corniglia e scendi dal treno ti trovi lì, su quel binario di fronte al mare.
A levante c’è la bella Manarola , abbarbicata sulla roccia, oltre c’è Riomaggiore, a ponente ci sono Vernazza e Monterosso.
Corniglia è in mezzo, non ha un porticciolo con le barche a riva, Corniglia è in alto, a picco su quel mare che domina da lassù, il mare delle Cinque Terre, amate località della Liguria dichiarate dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Quando arrivi a Corniglia e scendi dal treno ti trovi proprio lì, su quel binario davanti al mare e vedi Manarola.

Si può arrivare a Corniglia salendo per una panoramica scalinata, ve ne parlerò in un altro articolo, io l’ho percorsa in discesa e ho camminato su per la strada che dolcemente conduce al paese.

Guardando il mare, verso certi gradini.

Tra alberi e piante grasse.

La primavera di Corniglia sboccia in piccoli petali rosa che si stagliano tra i rami contro il turchese del cielo e del mare.

E l’annuncio dell’estate che verrà è nei gozzi messi al riparo tra l’erba.

E poi ti affacci, verso la striscia chiara della spiaggia di Corniglia.

La primavera ha il profumo fresco dei limoni.

E il fragile candore dei fiori bianchi che si aprono al sole.

E orti, terrazzamenti e verde lucido e brillante.

Corniglia è per me come una ragazzina timida e un po’ ritrosa, semplice e inconsapevole della propria bellezza.
Si scende, sui gradini di pietra.

Una storia di cieli blu, di luce e di certe geometrie.

Il sagrato con i ciottoli, davanzali e panni stesi.

E poi caruggi e lenzuola e si ti volti indietro vedrai una caratteristica prospettiva della chiesa.

Scale, archetti e silenzio, non c’era la folla dei turisti quel giorno.
E tuttavia ho incontrato visitatori orientali e americani, si aggiravano per i vicoli con la macchina fotografica in mano, gli stranieri non mancano mai di fermarsi alle Cinque Terre.

Corniglia è altezza, è luce e aria.
Corniglia è pietra e facciate dipinte di giallo.

Corniglia è scale e limoni.

E’ verticale, colorata e protesa verso il suo cielo.

Ti sorprende e ti lascia senza parole mentre quella luce chiara rimbalza sul mare facendolo luccicare come cristallo.

Corniglia e le sue case alte, strette una all’altra.

Corniglia e il suo mare sul quale si affaccia.

Color di primavera, tempo di tavolini all’aperto.

Si cammina là, tra i caruggi.

E si giunge a una piazzetta, lì si trova una piccola chiesa e ancora scale.

E poi ancora archi, curve e salita.

E rosso nella via principale di Corniglia.
E gradini, uno vicino all’altro, sembrano quasi i tasti di un pianoforte, si suona un’immaginaria melodia su quelle scale.

E ancora scale, scale, scale.

E marmellate e limoncino, le delizie del luogo.

E luce che si getta a terra e si schianta, uno squarcio sulla pietra.

Vivida, brillante, accesa di colore, così è la bellezza vera, semplice e naturale.

E poi guardi avanti, scorgi l’azzurro, un lampione, ancora un archetto.
E non sai ancora che lei, Corniglia, la ragazza timida e ritrosa, ti stupirà e ti si svelerà in tutto il suo splendente incanto, si deve venire quassù per scoprirlo.

Si percorre questo vicolo tra muri in pietra.

Oltre, al di là di quell’archetto, c’è l’infinito, lo annuncia la linea dell’orizzonte e il sole caldo che batte e gioca creando le ombre.

Un belvedere sull’immensità, sulla distesa senza confini del mare.

E allora ti affacci e ancora trovi la costa.

Dolce pigrizia di gatti addormentati.

Profondità silenziosa d’abisso.

L’abbraccio della terra al mare, nella luce chiara di Corniglia.
Luce e aria limpida che si respira lassù, a picco sul mare delle Cinque Terre.

Le calette con l’acqua tersa e limpida.

La costa sinuosa lambita da onde gentili.

E lo sguardo si perde a cercare luoghi, paesi e case.

Passa un gabbiano, si libra alto, compie le sue parabole nel cielo e poi si butta giù, ad ali spiegate.

Quando arrivi a Corniglia e scendi dal treno ti trovi lì, su quel binario di fronte al mare.
E poi sali, tra i profumi e le fragranze di questa terra impervia e a volte difficile eppure così immensamente bella.
E poi ti trovi lassù, davanti all’infinito, nella luce chiara di Corniglia.
