Bellissimi incontri al Carmine

E poi, come sempre, ritrovarsi al Carmine.
È una delle mie vie di accesso ai caruggi, di solito scendo giù da Via Pertinace, arrivo in Corso Carbonara e poi ancora giù, per le creuze di mattoni che portano a questo quartiere così amato.

E sempre, quando torno dalle vacanze, vado a salutare gli amici e così ho fatto anche stavolta, sono così andata a trovare quel maestoso melograno così prodigo dei suoi frutti.

Vico del Cioccolatte (1)

E l’ho trovato come sempre ricco e generoso di doni e di tanta bellezza.

Vico del Cioccolatte (2)

E poi, dato che mi trovavo al Carmine, ho pensato di portare i miei omaggi anche all’antico giuggiolo che ha persino regalato il nome alla caratteristica piazza del quartiere e così ho imboccato la salita che porta lassù.
E svoltato l’angolo ecco la sorpresa, un benvenuto migliore di questo è difficile immaginarlo!

Salita di Monterosso (1)

Il fiero felino si è accorto subito della mia presenza ma devo dire che non si è scomposto più di tanto.
I gatti del Carmine hanno carattere e questo qui non ha fatto un plissè, non si è manco spostato per farmi passare!

Salita di Monterosso (2)

E là sopra, i rami del giuggiolo fitto di foglie.

Salita di Monterosso (4)

E il mio piccolo amico intanto è andato a mettersi ai piedi della scala, in un magnifico contrasto di colori.

Salita di Monterosso (3)

E questa chiaramente è una storia di creuze, di alberi e panni stesi sempre perfetti nella Piazza della Giuggiola.

Piazza della Giuggiola (1)

Dove trionfa sempre l’albero carico dei piccoli frutti che devono ancora maturare.
Il giuggiolo è un antico signore e pare che abbia circa 500 anni ma se li porta proprio bene!

Piazza della Giuggiola (2)

E così l’ho salutato e sono ritornata sui miei passi, il micio nel frattempo aveva preso posto su uno scalino e di tanto in tanto infilava la zampa nella fessura sotto la porta, evidentemente là dietro doveva esserci qualcosa di interessantissimo!

Salita di Monterosso (5)

Ho lasciato il fiero felino alle sue avventure, è sempre una vera fortuna imbattersi in tipi come lui.

Salita di Monterosso (6)

E così ho continuato la mia passeggiata mattutina sotto ai ritagli di azzurro nelle magnifiche prospettive del Carmine.

Salita San Bernardino

Al Carmine, aspettando la primavera

L’altro giorno scendendo verso il centro sono passata dal Carmine, ormai lo sapete, è una delle mie passeggiate preferite.
E così l’ho veduto, l’albero con i suoi rami carichi di fiori rosa si stagliava tra le case di Salita di Carbonara.
Qui, al Carmine, in questo fazzoletto di Genova dove il verde non manca, qui dove abita un grande melograno e un giuggiolo dalla storia centenaria, come natura vuole ognuno di essi ha la propria stagione.

Marzo di cielo di turchese e di rami generosi.

Il re di questo giardino è un pruno, in questi giorni sembra nel pieno della sua fioritura.

Bellezza vera, splendore di rosa.

Con i suoi rami protesi verso il cielo azzurro.

E poi, salendo verso San Bartolomeo dell’Olivella dove hanno casa gli ulivi ho trovato ancora fiori dalle tinte tenui, davanti a una finestra.

E corolle color del sole sopra una grondaia.

Pianticelle, foglie e panni stesi.

E fresie candide e profumate che si affacciano sulla creuza.

Ancora non è primavera ma al Carmine già ci sono i suoi colori e i suoi profumi.

Restano chiusi gli ombrelloni dalle tinte vivaci, presto verranno aperti per donare piacevole ombra.

E poi, qui, dove cammino sempre volentieri.
Una bamboletta, un cestino e altre sfumature di rosa.

Fanno capolino i rami spogli del giuggiolo.
E il cielo è così blu, sa essere così semplice e immediata la bellezza, naturale e viva.

Torno, torno sempre in Piazza della Giuggiola e ritrovo la consueta sinfonia di Genova.
Una Madonnetta, fili da stendere, una piazzetta che amo particolarmente.

E la pura freschezza degli agrumi.

A marzo, qui, limoni e panni stesi.

E ancora fiorellini e vasetti di coccio.

Non è ancora primavera ma si attende il suo arrivo con garbo, preparandole lo scenario, contribuendo a rendere questi luoghi ancor più incantevoli.

Siamo noi a dover portare un pizzico di fatata magia nelle nostre vite, secondo me certi sanno farlo meglio di altri.

Qui, a marzo, quando manca davvero poco alla stagione dei fiori: la si aspetta, seduti ad un tavolino in un giorno di sole, in Piazza del Carmine.

Piazza della Giuggiola, un antico albero al Carmine

È l’antico quartiere dove vi porto spesso, su e giù per le creuze.
Qui ho fotografato ulivi e biciclette, gatti vagabondi ed assonnati, fili da stendere, edicole e mollette, finestre dalle imposte socchiuse e archetti tesi contro il cielo blu.
È il Carmine, con le sue magie uniche e rare.

Il Carmine (2)

E da quando scrivo questo blog coltivo un piccolo sogno segreto che mi ha portato spesso su per queste stradine, in cerca di un persona.

Il Carmine (3)

Sulla creuza che sale verso una delle piazzette più belle di Genova c’è un albero, in certe stagioni lo vedete così, spoglio e privo di verde con i suoi rami ritorti contro la rossa facciata.

Il Carmine (4)

È il giuggiolo, al suo frutto è dedicata la piazza, questa è una pianta dalla lunga storia.
Diversi anni fa il caso mi aveva fatto trovare il mio primo articolo sul Carmine condiviso su un sito di giardinaggio dalla proprietaria dell’albero: lei è la persona che desideravo incontrare.

Il Carmine (5)

E così sono venuta infinite volte in questo luogo così affascinante, qui vissero anche i miei antenati nella seconda metà dell’Ottocento.

Il Carmine (6)

E qui regna sempre il colore, quello degli edifici e quello della vita quotidiana degli abitanti del Carmine.

Il Carmine (7)

E qui c’è il dolce giuggiolo, l’albero decantato da Amedeo Pescio nel suo libro I nomi delle Strade di Genova, riporto di nuovo le sue parole proprio come feci quattro anni fa:

Quanti dogi non hanno avuto una viuzza che ne conservasse il ricordo nel popolo! Quanti ammiragli e capitani insigni si contentano di un vicoletto in comune con quei della famiglia (vedi i Fregoso! E gli Adorno! E i Vivaldi! E gli Usodimare! E i Guarchi! E gli Squarciaciafico! E i Leccavela! E i Mallone! E i Paggi e i Carmandino!) La Giuggiola, la dolciastra e terrofila zizzoa che aligna spessissimo nelle tasche dei nostri scolaretti, coi pennini, la trottola e le biglie, aveva l’onore di una piazza e di un vicolo.

Il Carmine (7a)

Ieri il mio desiderio si è finalmente realizzato.
Sono capitata al Carmine e ho visto la porta del giardino aperta, così ho sbirciato dentro, c’era  un signore intento in certi lavori ed io raggiante ho esclamato:
– Quindi lei è il proprietario del giuggiolo!
– No! – Ha risposto lui – Aspetti che le chiamo la padrona di casa.
Lei si è affacciata dalla finestra e così mi sono presentata:
– Buongiorno, sono Miss Fletcher! Vorrei qualche notizia sull’albero!

Il Carmine (9)

E fu così che mi trovai a casa di Laura. Splendido, vero?
Naturalmente ho guardato fuori dalla finestra, verso i tetti d’ardesia e verso quell’orizzonte che sempre mi stupisce.

Il Carmine (10)

E poi ho veduto lui, il maestoso giuggiolo.

Il Carmine (11)

Laura è una persona gentile e ospitale e mi ha narrato ciò che lei sa del suo magnifico albero.
Si tratta di una pianta originaria dell’Egitto e della Valle dell’Indo, il giuggiolo del Carmine è il più vecchio della città, su uno dei miei libri avevo letto che risale al ’700, Laura mi ha detto invece che il suo albero ha almeno 500 anni.

Il Carmine (12)

Non ci sono più i Dogi nominati da Pescio, anche i Capitani, gli Ammiragli e i Nobili sono svaniti sotto la falce del tempo, il giuggiolo invece resiste.
Ha veduto patrioti e gente del popolo, monelli e donne affaticate sotto le ceste panni.
Ha  ascoltato i sospiri e le promesse dei miei antenati: era in questa piazza una delle case in cui vissero i miei trisnonni, loro due hanno avuto una storia appassionata e tormentata che ho scoperto facendo ricerche sulla mia famiglia.
Si saranno mai fermati sotto il giuggiolo?
E lei avrà mai raccolto quei frutti che l’albero dona?

Il Carmine (13)

E poi finestrelle e panni stesi e quei rami, questo è il Carmine con le sue bellezze.

Il Carmine (14)

Il grande albero regna sovrano, carico di anni e di rivestito del suo splendore.

Il Carmine (14a)

A terra, nel giardino, sono caduti i suoi frutti.

Il Carmine (15)

E poco distante c’è un fratellino minore. Oh, questo giuggiolo è proprio un piccoletto, è appena trentacinquenne.
E mi piace pensare che tra centinaia di anni ci sarà una nuova Miss Fletcher che verrà in Piazza della Giuggiola a cercare questo albero che per ora cresce sano e forte.

Il Carmine (16)

Cadono le giuggiole, si adagiano tra le foglie sulla creuza.

Il Carmine (17)

Nel luogo dove sono sempre nate, al Carmine.

Il Carmine (18)

Arrivederci grande albero, tornerò a trovarti nella piazza che hai reso così dolce con i tuoi frutti.

Il Carmine (19)

Al Carmine, tra caruggi e panni stesi

Vicina o lontana, ho sempre Genova negli occhi.
E questi sono ancora caruggi e panni stesi per le vie di un quartiere che ormai anche voi conoscete bene.
Io al Carmine vado spesso, ogni volta trovo una magia diversa di colori e di luci.
E inizia dalla piazza la nostra passeggiata, qui ci sono voci di bambini, i rumori del mercato e il profumo della focaccia appena sfornata.

Piazza del Carmine (2)

E poi il primo filo teso tra un palazzo e l’altro, mentre il sole illumina le facciate delle case.

Piazza del Carmine

E poi su, in Salita Carbonara, uno degli scorci più caratteristici di questo bel quartiere.

Salita di Carbonara (2)

Guardala così, tra ombra e luce, tra persiane aperte e socchiuse.

Salita di Carbonara (3)

E ancora, una sfumatura di lilla, nessun colore stona nei caruggi di Genova.

Salita di Carbonara (4)

E sali ancora, troverai un’edicola vuota e ancora panni stesi.

Salita di Carbonara (5)

Non saprei dirvi quante fotografie ho scattato in queste strade, ormai ne ho perso il conto.

Salita di Carbonara

E poi sali, sali ancora.
E coperte a quadretti, righe arancio e verdi, gerani rossi, tappetini messi ad asciugare.

Salita di Carbonara (6)

Nella Piazza di San Bartolomeo dell’Olivella un’armoniosa melodia di bucato.

Piazza di San Bartolomeo dell'Olivella

Faccio sempre lo stesso giro, su e giù per le strade del Carmine, passo da questa dolce salita che conduce verso Piazza della Giuggiola.

Vico della Giuggiola

Prima di arrivare lassù voltati indietro, vedrai diverse sfumature di Genova, il giallo di quel muro poi è proprio casa.

Vico della Giuggiola (2)

E ancora, prima della piazzetta troverai Salita di Monterosso, di nuovo voltati indietro.
Qualche altro passo e lo sguardo incontra un’esplosione di colori e una porta verde e le tendine sottili e i vasetti posati davanti a una finestrella.

Salita di Monterosso (2)

E ancora, ancora, guarda su.

Piazza della Giuggiola (3)

E una bianca fioritura e un bianco bucato sui fili da stendere.

Piazza della Giuggiola

E la cassetta della posta, la grata, le piante grasse e i tappetini.

Piazza della Giuggiola (2)

E a volte invece, in Salita di Monterosso, sfumature di marrone, nessun colore stona nei caruggi di Genova.

Salita di Monterosso

Scendi, come il vento già dalla discesa, il vento che solleva i lenzuoli e li fa danzare.

Salita di Carbonara (7)

E poi, a volte, in Salita San Bernardino una gioiosa e luminosa confusione.
E che bellezza, non so dir altro!

Salita San Bernardino (2)

Un’anziana signora sale su per la creuza con le borse della spesa, sotto gli archetti ombra, aria e silenzi rotti dalla musica che proviene da certe finestre.
Una voce, una risata, un sorriso.
E i colori della vita di ogni giorno.

Salita San Bernardino

La passeggiata termina in Piazzetta della Fragola, in questa dolcezza.
Vicina o lontana, ho sempre Genova negli occhi.

Piazzetta della Fragola