Nostra Signora di Loreto: il Santuario dei patrioti

Vi porto con me nella quiete di una chiesa molto cara ai genovesi: il Santuario Nostra di Loreto si staglia contro l’azzurro del cielo e si erge maestoso sulla Piazza di Oregina.

È una chiesa ampia e vasta, la sua edificazione risale agli inizi del ‘600 e venne realizzata nel luogo dove pochi anni prima era stata costruita una piccola cappella fondata da alcuni monaci.
Il Santuario fu arricchito da molte diverse opere e abbellito grazie alla generosità di molti benefattori.
E sebbene non tutto sia come era in origine Nostra Signora di Loreto resta una chiesa splendida e molto suggestiva.

Un santuario, una città, la sua storia.
Andiamo così ai tempestosi giorni del 1746 quando in città infuriano i combattimenti contro l’invasore austriaco.
È il 9 Dicembre e Genova è in tumulto: al Santuario si trova un religioso, il suo nome è Candido Giusso e prega per la salvezza di Genova e del suo convento.
Scende la notte e, narrano le cronache, accade un fatto straordinario.
Padre Giusso apre la finestra e vede la luna e poi tra le nuvole gli appare la figura dell’Immacolata Concezione con la serpe ai suoi piedi, poco distante, in ginocchio e in devota preghiera, c’è Santa Caterina da Genova.
E Padre Giusso continua a pregare, quell’apparizione dura piuttosto a lungo.
Il giorno successivo segna un punto di svolta per la città: è il 10 Dicembre 1746, sono i tempi del Balilla e di molti altri eroi che portano a termine la sconfitta e la cacciata degli austriaci.
Il Senato, giunto a conoscenza dell’apparizione, stabilisce così che poi si debba sempre rendere grazie alla Madonna per aver salvato Genova dal nemico.
Si decide così che ogni anno, il 10 Dicembre, le autorità si recheranno in pellegrinaggio al Santuario.
E là, sulla facciata, è dipinta la scena di quell’apparizione.

Padre Candido qui riposa, nel silenzio della sua chiesa.

Ogni anno così i fedeli si recavano il processione al Santuario, questo accadde fino al 1810 quando un decreto napoleonico stabilì la soppressione degli ordini religiosi e il Santuario venne chiuso per poi riaprire tre anni dopo.

Sull’altare, con questa grazia, è posta la statua della Madonna di Loreto.

Trascorsero poi altri anni e giunse il tempo di diversi furori.
È il 10 Dicembre 1847 e ad infiammare i cuori dei genovesi è un prode ragazzo indomito e valoroso: il suo nome è Goffredo Mameli.

Goffredo Mameli, olio su tela di Domenico Induno
Opera conservata all’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento di Genova

Sono trascorsi 101 anni dal giorno dell’apparizione e il corteo che salirà al Santuario è straordinario ed eccezionale, questo evento passerà alla storia e non verrà dimenticato.
E ci sono 35.000 persone e sventolano le bandiere e battono i cuori e forte si leva un canto: è il Canto degli Italiani scritto da Mameli su musiche di Michele Novaro.
È il nostro inno nazionale, cantato per la prima volta nelle strade di Genova: così si rinnova il ringraziamento a Maria e al tempo stesso si riafferma il desiderio degli italiani di essere una sola nazione.
Guidati da Mameli i patrioti cantano con l’intensità del loro amor patrio, di quel 10 Dicembre scrissi già tempo fa in questo articolo.
I patrioti salgono su per le creuze ripide di Genova e intonano quelle parole che anche noi conosciamo.
Questa scala che conduce al Santuario è denominata Scalinata Canto degli Italiani.

E poi immaginate quei valorosi mentre giungono in questo luogo che è anche uno straordinario punto panoramico: dalla Piazza di Oregina si vedono Genova, il suo porto e i suoi tetti, quell’orizzonte infinito come gli ideali di Goffredo Mameli.

È un luogo dalle molte suggestioni e se verrete a Genova vi invito a scoprirne la bellezza.

È una chiesa ampia e luminosa, cosi suggestiva e densa di storia di Genova e della nostra nazione.

Qui riposa anche un valente artista, lo scultore Bartolomeo Carrega.

E tra queste mura dorme il suo sonno eterno il patriota Alessandro De Stefanis, protagonista dei moti genovesi contro il governo sabaudo.

L’epigrafe sulla sua tomba ci ricorda il suo valore e il suo coraggio.

Qui, nella bella chiesa di Oregina potrete ammirare un dipinto di Giovanni Maria delle Piane, detto il Molinaretto, artista vissuto tra il 1660 e 1745.
È l’Angelo Custode che così lieve si libra nell’aria, ho una particolare predilezione per questo quadro.

Vi è anche un quadro del pittore seicentesco Giovanni Andrea Carlone: questo è San Giuseppe con Gesù fanciullo.

E dolce è lo sguardo della Madonna di Loreto posta sull’altare.
Questa statua un tempo era collocata all’interno di una piccola costruzione situata davanti all’altare al centro della navata ed edificata ad imitazione della casa di Nazareth, questa piccola cappella fu poi rimossa negli anni ‘20.

Armoniosa è la grazia di certe figure che ammirate in questa chiesa, statue di santi sono collocate nelle nicchie sulle pareti laterali.

Il sole attraversa le vetrate e così ravviva i colori.

In questo luogo di fede così legato alla storia di Genova e alla fede autentica dei genovesi.

Questa è la bellezza di Nostra Signora di Loreto, il Santuario dei patrioti.

La Madonna di Loreto in Via San Vincenzo

È un’antica immagine di Maria e per ammirarla dovrete recarvi in Via San Vincenzo.
La troverete su un vetusto edificio che ai nostri giorni ospita una moderna attività commerciale, in un tempo lontano questa era invece la Chiesa di Santo Spirito, soppressa nel 1798 per editto napoleonico.

Sulla facciata spicca così la bella edicola che ospita la dolce immagine della Madonna di Loreto con il piccolo Gesù, le vicende di questa statua sono a mio parere degne di nota.

Raccontano infatti gli storici Remondini che la statua fu realizzata per volere di Domenico Piaggio che in un giorno distante, durante un suo viaggio, ebbe la sventura di riportare gravi conseguenze a causa una caduta.
Si narra quindi che egli volle dimostrare alla Madonna la sua gratitudine per averlo guarito e fece così erigere questa statua che venne collocata sul muro della sua casa in quella piazzetta.

Il nome di lui dovrebbe essere al di sotto di questa scritta e non è attualmente visibile.

Il sottostante cartiglio spiega appunto che la statua è stata edificata per la grazia ricevuta e per la salute restituita grazie a Maria, nell’anno 1730.

Il tempo poi trascorse e la casa del Signor Piaggio passò ad un nuovo proprietario il quale ebbe l’idea di affidare la statua ai Padri Somaschi perché la collocassero su un altare.
La gente della via però non era affatto contenta, tutti erano affezionati a quella cara immagine della Madonna alla quale, probabilmente, erano in molti a rivolgersi.
Si alzavano sguardi carichi di speranza verso di Lei e così, come la gente del posto desiderava, la statua della Madonna venne rimessa all’esterno e ritornò davanti agli occhi dei devoti fedeli.

Quando passate in Via San Vincenzo fermatevi per qualche istante.
Attorno c’è sempre il passato che ancora rimane.
E là, sotto la luce di Genova, troverete la dolce bellezza della Madonna di Loreto.

La Madonna di Loreto nella Chiesa dell’Annunziata

Vi porto una nuova volta ancora nella Chiesa della Santissima Annunziata del Vastato in Piazza della Nunziata, una chiesa magnifica che racchiude tra le sue mura autentici tesori.

Se percorrerete la navata destra fino in fondo giungere alla Cappella dedicata a Nostra Signora di Loreto.

Così si staglia la figura di Maria, in una ricchezza di marmi e di elementi decorativi.

Nel soffitto uno splendore di oro e una delicato volo di angeli.

E la sovrasta la grazia di piccoli putti e la lievità delle nuvole dai toni pastello in un contesto di assoluta armonia.

L’incanto, improvviso e rapido, lo dona poi la luce quando si spande gloriosa e tutto rischiara.

Così si ammira la bella statua della Madre di Dio: la Madonna di Loreto venne scolpita da Leonardo Mirano, artista vissuto tra la fine del ‘500 e la prima metà del ‘600, sua anche la statua della Madonna con il Bambino sempre sita in questa chiesa e della quale scrissi in questo post.

Questa raffigurazione della Madonna mi colpisce per la regale maestà di Maria, Lei si erge con questa fierezza e risplende nella sua luce mistica mentre tiene a sé il suo bambino, il piccolo Gesù con una mano compie un gesto benedicente e con l’altra regge il globo crucigero.

il candore del marmo chiaro si staglia contro il nero dello sfondo, le colonne sono armoniosamente impreziosite e così racchiudono la nicchia che ospita la bella scultura di Mirano.

Solenne e magnifica resta la figura di lei nella Chiesa della Santissima Annunziata del Vastato.

Come il piccolo Gesù Lei porta la corona sul capo, ha i tratti perfetti, lo sguardo saldo e sicuro, i capelli che morbidi incorniciano il suo bel viso, così Leonardo Mirano volle rappresentare l’eterea beltà della Madonna di Loreto.

 

Via della Maddalena: l’edicola di San Giovanni Battista

È un’antica edicola dei caruggi, è collocata sull’abside della Chiesa della Maddalena sita nella via omonima.
Colpisce per la grandiosità e per le molte figure che la compongono, l’edicola è una delle molte testimonianze di quella fede antica che animava queste vie.

Svetta al centro la figura bella e fiera del Santo.

Ai suoi piedi un’epigrafe latina dalla quale si evince che l’opera risale al XVII Secolo.

Sulla sommità dell’edicola è invece collocata una statuetta della Madonna di Loreto.

Ai lati del Battista sono poi poste due figure femminili anch’esse testimoni di fede.

La mano sul petto, i capelli sulle spalle, gli occhi socchiusi e il fervore della preghiera.

E l’agnello accanto ai piedi di lui che è il Santo patrono di Genova.

Così si svela la figura forte e salda del Battista, effigiato solido come la sua fede e il suo amore per Dio.

Così potete ammirarlo camminando nella città vecchia, nella nostra Via della Maddalena.