Questa è una storia di munifica generosità di cui fu protagonista un illustre personaggio: Raffaele Luigi De Ferrari, Duca di Galliera e Principe di Lucedio.
Patrizio e banchiere, abile uomo di affari dotato di intuito e grande intelligenza nei suoi investimenti, possedeva immense fortune e il suo astro attraversò l’Ottocento lasciando un segno indelebile sulla sua città: a lui e alla sua consorte, Maria Brignole Sale, i genovesi devono sincera gratitudine.
E andiamo al fatto che desidero raccontarvi: correva l’anno 1873 e il Duca si trovava nella sua bella villa di Voltri, insieme a certi suoi amici.

Tra le tante conversazioni si finì per parlare dei lavori di ampliamento del Porto di Genova: come saprete il nostro concittadino dimorava a Parigi, tuttavia nel suo cuore c’era sempre la sua città.
La questione del porto era davvero spinosa: il governo pareva non decidersi a provvedere in merito e ognuno diceva la sua, alla fin fine erano anni che non si concludeva nulla.
Tra il resto, disse uno dei presenti, per iniziare quei lavori occorrevano tanti soldi, per lo meno una ventina di milioni.
Il Duca di Galliera, a quel punto, disse che lui era disponibile a prestarli a un interesse davvero basso e siccome doveva tornarsene a Parigi lasciò a persone di sua fiducia l’incarico di riferire al sindaco la sua proposta.

Un anno trascorse e il Duca ritornò nella Superba.
Chiese quindi notizie riguardo alla sua offerta e gli venne risposto che il Municipio era assai grato di cotanta generosità, tuttavia non si voleva gravare la comunità di un tale peso economico: l’interesse, per quanto basso, era pur sempre da restituire e non si sapeva come fare.
Allora il De Ferrari rilanciò: avrebbe prestato l’ingente somma senza interesse alcuno, la sola cosa che contava era che si iniziassero questi benedetti lavori del porto prima che lui lasciasse le cose del mondo.

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo
Un altro anno scivolò via e nel 1875 il Duca di Galliera ritornò e ancora si curò di domandare come fosse stata accolta la sua seconda offerta.
Gli fu detto che il Municipio era comunque in difficoltà in quanto, pur eliminando l’interesse, restituire quei venti milioni era una faccenda complicata!
A questo punto il Duca di Galliera non fece un piega e sapete come se ne uscì?
Con piglio deciso affermò che quei sonanti 20 milioni li avrebbe regalati, ora la palla passava a quelli del Governo, che si sbrigassero a iniziare gli agognati lavori nel porto di Genova.
Subito venne portata la lieta notizia al Presidente del Consiglio dei Ministri, Marco Minghetti.
Costui, venuto a conoscenza della generosa donazione, si affrettò a sincerarsene di persona e in seguito giunse al cospetto del Duca di Galliera, nella sua villa di Voltri.

In quella circostanza il Duca fece presente che Genova era ancora debitrice al Governo di una somma piuttosto ingente per la cessione della Darsena.
Tiriamo una riga sopra a quel debito – disse il Duca – e io provvederò alla donazione di 20 milioni.
E così fu.
Naturalmente, da abile e attento qual era, si premurò che si vigilasse sui lavori del porto perché venissero fatti ad arte senza spreco di tempo e di denari.

L’eco della sua fama corse di bocca in bocca, tutta la città era grata al Duca di Galliera per il suo dono.
Un giornale del tempo, l’Illustrazione Italiana, celebrò il bel gesto e la grandezza di Raffaele De Ferrari: è il lion del giorno, si scrive a proposito di lui, il Re gli ha assegnato l’Ordine Supremo dell’Annunziata, Garibaldi gli ha scritto parole di stima.
L’affare dei 20 milioni si concluse con successo, al suo ritorno da Roma il Duca di Galliera trovò ad accoglierlo l’intera città.

Tratto da L’Illustrazione Italiana di Proprietà di Eugenio Terzo
Racconta il cronista che la Superba era tutta illuminata a festa, i genovesi accorsero alla stazione per accompagnare il Duca di Galliera alla sua casa sita in quella che un tempo fu Piazza San Domenico e che già allora era stata ribattezzata con il nome del munifico benefattore, naturalmente è la nostra Piazza De Ferrari.

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo
Il cuore dei genovesi traboccava di tale affettuosa gratitudine che vennero staccati i cavalli dalla carrozza per condurre la stessa a braccia fino alla casa del Duca.
Il nobiluomo di nascosto, scese dal mezzo e si rifugiò nella bottega di un pizzicagnolo mentre la folla continuò a condurre la carrozza dove erano seduti solo i servitori.
Il Duca, commosso, giunse a destinazione un quarto d’ora dopo.

Questo magnifico genovese e la sua consorte mostrarono la loro generosità in molte altre circostanze, a lei si devono la donazione dei loro Palazzi di Strada Nuova e la fondazione di diverse strutture ospedaliere come il Galliera.
Vi ho narrato la meravigliosa vicenda della donazione per il porto grazie a un caro amico, il solito Eugenio ha trovato una perla tra i suoi preziosi volumi e mi ha scritto una mail, il testo è esattamente questo: sto leggendo un libro che parla di alcuni personaggi e vi si leggono alcuni aneddoti, interessante è quello sulla questione dei 20 milioni in oro dati dal Duca di Galliera per il Porto, non so quanti conoscano tutta la trafila per giungere a questa donazione.

Ecco, io sono tra coloro che non ne sapevano nulla di tutti questi dettagli ma ho la fortuna di avere amici e lettori come Eugenio che amano condividere il proprio sapere con gli altri.
Grazie a persone come lui questo blog a volte diventa un racconto a più voci: alcuni rendono partecipi gli altri di un ricordo, altri di un libro dimenticato, altri ancora di immagini introvabili oppure di una memoria di famiglia.
Ringrazio Eugenio per avermi inviato le pagine tratte da “Libro Cronaca del 1891” di Ferdinando Resasco dove viene narrata la storia della favolosa donazione e gli articoli dell’Illustrazione Italiana del 1875 e 1876 che raccontano i festeggiamenti per il duca di Galliera.
Raffaele Luigi De Ferrari morì nel 1876, tornerò a scrivere ancora di lui e di ciò che fece per la nostra città.
Genova volle celebrarlo con un monumento che venne commissionato allo scultore Giulio Monteverde, la statua in bronzo fu collocata a Principe nel 1896, rimossa poco più di cent’anni dopo per alcuni lavori e riposta in un magazzino.

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo
Il monumento rappresenta figure allegoriche, si riconoscono il genio alato della Munificenza e Mercurio, il Dio dei commerci.
La statua di grande pregio è stata anche oggetto di vandalismi e ora è sottoposta ad accurati restauri, dovrebbe essere ricollocata in fondo a Via Corsica, davanti al Porto per il quale il Duca di Galliera spese i suoi denari.
Io spero che questo accada molto presto e che tutti i genovesi possano ammirare il monumento che celebra la grandiosa munificenza di Raffaele Luigi De Ferrari per il quale non posso che usare le parole scritte da Ferdinando Resasco: ora abbiamo un porto e, vogliate o no, il Duca di Galliera ci ha il suo merito.
Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo