Questo cartello si trova in Piazza Cavour e dovrebbe servire a fornire indicazioni ai turisti.

Tempo fa, durante uno dei miei giretti, ho pensato di fermarmi a leggerlo.
Da queste parti, in genere, i foresti vagano sperduti.
Vedono i vicoli, lì vicino, ma non osano addentrarsi.
Ma il Comune di Genova cosa propone per invogliare i turisti ad addentrarsi nel nostro centro storico?
Osserviamo un altro cartello, si trova in Piazza dello Scalo di fronte al Galata, il Museo del Mare.

Ecco, i troguoli e la Commenda sono nei paraggi, quindi niente da dire.
Avrei invece qualcosa da eccepire sull’indicazione che condurrebbe al Castello De Albertis.
Genovesi tutti, concorderete con me che non vi verrebbe mai in mente di raggiungerlo passando da qui.
Chi non conosce la città potrebbe pensare che si trovi a due passi, giri per due caruggi e ci sei.
Oh, che meraviglia! Un castello nel centro storico! Su, su, andiamo!
Cari foresti, mi duole comunicarvi che non è così: va bene che questa è una città in salita, ma se decideste di arrivare a piedi al Castello del celebre Capitano De Albertis passando da Via Prè, sempre ammesso che riusciate a districarvi in quelle strade, sappiate che vi attende una discreta scarpinata su per ripide creuze.
Tanto per dire, eh, poi ognuno fa quel che gli pare!
Sì, lo so, in zona Principe c’è anche un’ascensore che vi porterà lassù, al Castello, ma temo che non sia tanto semplice arrivarci da laggiù, se non si conosce la zona.
Va detto che in centro storico, sui Palazzi dei Rolli, accanto al portone, sono affissi dei cartelli che esplicano a chi fosse interessato la storia e le particolarità dell’edificio e queste certo sono informazioni utili.
Ma torniamo in Piazza Cavour e supponiamo di essere un turista, fermiamoci a leggere e lasciamoci guidare!
Dunque, come potete vedere c’è una cartina, sulla quale sono segnati i principali monumenti, le chiese e i luoghi di interesse turistico.
Il testo è in italiano e in inglese.
Le prime due righe recitano: il centro storico di Genova è affacciato ad anfiteatro sul mare dove l’area del Porto Antico ospita musei, Acquario, sale congressi, biblioteche, cinema, negozi ed un approdo turistico.
Le prime due righe.
Mah, io dubito che uno venga da Milano per andare al cinema!
Comunque, il testo completo riassume in una ventina di righe la storia di Genova, brevi cenni sull’universo, direi.
Sotto la cartina, invece, ecco le indicazioni più specifiche.

Ineccepibile, direi.
Ma se io venissi da fuori, oltre alla famigerata freccia che indica voi siete qui, vorrei che qualcuno mi spiegasse come caspita faccio ad arrivarci alla Collina di Castello e alla Piazza di Sarzano.
Oltretutto, leggendo questo testo, si potrebbe quasi pensare che questi due luoghi siano adiacenti, mentre invece non è proprio così.
In altre sezioni si parla dei negozietti caratteristici, delle mostre di pittura e fotografia, delle case d’asta, delle trattorie dove gustare le specialità liguri.
A questo punto mi sorge spontanea una domanda.
Come mai, malgrado questo esauriente e preciso cartello, si vede sempre gente che vaga senza meta senza sapere bene dove andare?
Caro Comune di Genova, lo dico con affetto, c’è qualcosa che non funziona.
Il centro storico è un dedalo, persino alcuni genovesi ci si perdono, figuriamoci quelli che vengono da fuori!
Avrei una modesta proposta, se mi è consentito.
Non si potrebbe mettere, in alcuni punti della città, delle mappe per raggiungere i luoghi più importanti?
Non potreste segnare l’itinerario ad uso di coloro che vorrebbero scoprire Genova?
Ad esempio, proprio in Piazza Cavour si potrebbero apporre delle semplici indicazioni che guidino a Santa Maria di Castello e alla Torre degli Embriaci.
Se tutto ciò fosse corredato da una piccola mappa, credo che potrebbe essere di aiuto a chi non conosce la città.
E’ così difficile? A me non sembra proprio!
E non si tratta di far avventurare le persone in luoghi infrattati, scegliete i percorsi più semplici, le strade più brevi e più accessibili, ma in qualche maniera fate in modo che sia agevole addentrarsi nei nostri caruggi.
Io sono quella che quando vede qualcuno armeggiare con una cartina si ferma e si offre di fornire spiegazioni.
Io sono quella che una volta ha cambiato i suoi programmi per portare una giapponese a Palazzo Spinola di Pellicceria.
Io sono quella che un pomeriggio si è arrembata dietro una comitiva di americani in sandali bianchi e bermuda, per portarli su da Ravecca e a Sarzano, alle Erbe, a San Donato e a in San Bernardo.
Non la finivano di ringraziarmi, ve lo assicuro.
L’altro giorno, mentre ero lì che fotografavo, davanti al cartello sono arrivati due turisti torinesi.
Cercavano la Casa del Cantautori, in Via del Campo, cioè dalla parte opposta.
Allora, siccome eravamo in zona, ho pensato di accompagnarli proprio lassù, in Santa Maria di Castello.
E mi hanno confidato che, di loro iniziativa, non si sarebbero mai infilati in quei vicoli, perché non sapevano come orientarsi.
Prendete nota, cari signori del Comune e dell’Assessorato al Turismo, prendete nota.
Prendete nota e ponetevi rimedio.
Venivano da Torino, signori del Comune di Genova.
E hanno incontrato me.
Eh, ho deciso io per loro cosa avrebbero dovuto visitare e so per certo, perché mi è stato detto, che sono stati molto contenti di aver scoperto una tale meraviglia nel cuore dei nostri vicoli, in quei caruggi dove non sarebbero mai entrati.