Dopo le onde

Il mare.
Il mare sa essere così imprevedibile, impetuoso ed implacabile.
Lo amiamo, è parte dell’anima nostra e ci tradisce, a volte.
Il mare ha travolto barche, muri, coste e litorali, ha cancellato spiagge e sferzato i paesi della riviera.
Il mare, ieri a Boccadasse, era ancora così.

Nulla rispetto a quella potenza del giorno prima, eppure era ancora forte.

Boccadasse (1a)

Con le onde scure e inquiete.

Boccadasse (2)

In quell’eterna danza tra le case del borgo.

Boccadasse (2a)

Con i gozzi messi in salvo nelle piazzette e nei caruggi.

Boccadasse (3)

Boccadasse (4)

Il mare ha portato via il muretto dove ci mettevamo ad ammirare il tramonto ma braccia solerti sono già all’opera e al lavoro.

Boccadasse (5)

Il mare, dopo le onde alte, ancora non si placa.

Boccadasse (6)

E ho camminato, lungo Corso Italia.

Corso Italia (1)

Corso Italia (2)

E la luce ancora rimbalzava sull’acqua inquieta e tempestosa.

Corso Italia (3)

E c’erano le onde, onde agitate oltre il cancello.

Corso Italia (4)

E spuma frizzante di abisso profondo.

Corso Italia (5)

In una giornata in cui molti di noi sono andati a guardarlo questo mare capriccioso e ribelle che non sappiamo comprendere.

Corso Italia (6)

E gli spruzzi si frangevano contro le rocce.

Corso Italia (7)

Mare d’autunno, incerto e imprevedibile.

Corso Italia (8)

Mare che canta, sempre, ancora.

Corso Italia (9)

Mare che fluisce e ritorna, ancora.

Corso Italia (10)

Poi il sole si è nascosto tra le nuvole e ha donato il suo calore al cielo.

Capo Santa Chiara (1)

E la sua luce ha illuminato Capo Santa Chiara e il nostra mare ancora inquieto.

Capo Santa Chiara (2)

Gelati e incontri a Boccadasse

Oggi vi racconto di un giorno di giugno trascorso davanti al mare, a Boccadasse.
Sono arrivata là, sul muretto, con la mia coppetta di gelato da gustare.

Veramente me la sono conquistata dopo una lunga camminata da Sturla a Vernazzola e poi su, da Via Urania, in quella vertigine che è propria delle creuze di Genova.

Via Urania

E arrivata in cima mi sono fermata sotto a una certa finestra.
E c’erano vasi generosi, piantine e tende a righe.

Capo Santa Chiara (1)

E poi ancora, un altro muretto a Capo Santa Chiara, mentre gli ombrelloni regalavano ombra confortatrice a certi pigri bagnanti.

Capo Santa Chiara (1a)

E lo sguardo, il mare blu, le prospettive di casa.

Capo Santa Chiara (2)

I petali dalle tinte accese, le foglie, gli scogli e i tetti delle case.

Capo Santa Chiara (3)

E ancora discese di mattoni, ringhiere, rumore di onde, gabbiani in lontananza, voci e vasetti di coccio.

Boccadasse (2)

Rosso, vivace e brillante di fiori di cactus.

Boccadasse (3)

Rosso, sulle piante e sui muri delle case.

Boccadasse (4)

E scale, gradini, panni stesi, passo piano senza disturbare, ci sono un ragazzo e una ragazza che si parlano d’amore, sembrerà un’invenzione per rendere più romantico il racconto e invece no, erano proprio lì, seduti da una parte.

Boccadasse (5)

Ed ha questi colori il tempo gioioso dell’estate di Genova.

Boccadasse (6)

Ed eccomi dunque, sul mio muretto con la mia magnifica coppetta di gelato al pistacchio e ai frutti di bosco, felicità!

Boccadasse (7)

E quindi ho imboccato la creuza, come sempre tutti facciamo, quando andiamo a Boccadasse ed ecco l’incontro particolare, mica te lo aspetti in un’assolata giornata di giugno.
C’era una signora che era appena uscita di casa ed era un po’ interdetta, sulla porta della sua abitazione in effetti stazionava un ospite decisamente inatteso.
Non per dire ma io se me lo trovassi in terrazzo penso che chiuderei la finestra con molta calma, l’idea di averlo in salotto non mi piacerebbe tanto.

Boccadasse (8)

La signora era della stessa idea, ecco.
Io mi sono fermata a lungo a chiacchierare con lei e poi a noi si è aggiunto anche un altro passante che ha fornito svariate rassicurazioni sul tipo in questione.
Quindi eravamo in tre, sulla creuza, nel viavai della gente che scende a Boccadasse.

Boccadasse (9)

Il tipetto però non sembrava avere alcuna intenzione di schiodarsi dallo stipite e lì l’ho lasciato, ma vi assicuro che siamo rimasti un bel po’ di tempo ad osservarlo, mi auguro che la signora sia poi riuscita a entrare in casa senza portarsi dietro cotanto personaggio!

Boccadasse (10)

Cose che capitano dove non te lo aspetti, nel tempo del sole caldo.
E così ho terminato la mia passeggiata, guardando le barche e il mare luccicante della nostra bella Boccadasse.

Boccadasse (11)

Il richiamo del mare

Quando senti il vento.
E già sai, questo è il richiamo del mare, la sua voce.
E già sai, lo troverai così, chiaro e lucente di sfumature d’azzurro.

Corso Italia (4)

Agitato, indomabile, irrequieto.

Corso Italia (2)

E qualcuno cammina sulla battigia.

Corso Italia (3)

Quando senti il vento guarda il mare.

Boccadasse

Devi solo esserci, nulla di più.

Boccadasse (2)
In silenzio, su un muretto, davanti a una ringhiera, mentre il vento solleva spruzzi d’acqua che si frangono contro gli scogli.

Boccadasse (3)

Tormentato, vitale, infinito mare.

Boccadasse (4)

Quando è così, il mare non si calma, è senza posa.

Boccadasse (5)

Eterno fluire, eterno rinascere.

Boccadasse (6)

Fermati davanti ai gozzi.

Boccadasse (7)

Ad ascoltare questa musica, nessuno al mondo sa cantare la melodia dell’universo come il mare.

Boccadasse (9)

Taci, ascolti, il mare ti sfida a guardarlo.

Boccadasse (10)

E monta, riprende forza, ha sempre più vigore.

Boccadasse (11)

Oltre le case, oltre le finestre che si affacciano sulla creuza.

Boccadasse (12)

Onda dopo onda, spuma di mare dono del magnifico vento che increspa l’acqua e la tormenta.

Boccadasse (13)

Implacabile e potente vento: lassù, a Capo Santa Chiara, la meraviglia di non reggersi quasi in piedi.
E stupore e bellezza.

Boccadasse (14)

E geometrie di Genova, in questa primavera sempre più tiepida.

Boccadasse (15)

Quando senti il vento.
E il canto del mare rimbomba nel cielo, prima più flebile e poi ancor più potente.
Infinito, instancabile.

Boccadasse (16)

Quando senti il vento.
E il richiamo del mare.
Ascolta.

Boccadasse (17)

Ringhiere

Non sono tutte uguali le ringhiere.
Ognuna è una storia, una strada e un cammino.
Certe ringhiere, a Genova, confuse tra blu, turchese e vento.

Corso Italia

Ringhiere.
Un saliscendi, perfettamente parallelo alla linea dell’orizzonte.

Capo Santa Chiara

Ringhiere, finestre sul mio mondo.
E mettiti seduta per terra.
Guarda le case, i tetti, i corsi, la mia Genova.

Corso Firenze

Questa ringhiera di Corso Firenze a volte gioca con la luce.
E sono ombre che si riflettono a terra e intanto la strada scende giù, pare quasi incontrare il mare.

Corso Firenze (2)

Cornici, la città al di là della ringhiera.

Corso Firenze (3)

In autunno poi alcune inferriate si vestono di foglie rosse, diventano balconi e affacci spettacolari.
Certe ringhiere sono quiete attese, pause e silenzi.

Spianata Castelletto

E altre sono abbracci, parole e vicinanza.

Isola delle Chiatte

Alcune ringhiere paiono quasi scivolare via, si confondono nel chiarore della sera e tu non puoi far altro che seguirle.

Nervi

Io e te, pedala, giù dalla discesa.
Ci fermiamo qui?
Sì, dai.
Poi scendiamo giù nei caruggi.
Io e te e certe ringhiere.

Piazza dei Truogoli di Santa Brigida

E poi ancora vicoli, vasi di fiori e biciclette.

Piazza Don Gallo

E là, sulla Riviera di Levante, trovi ringhiere perfette per fermarti davanti al mare.

Santa Margherita Ligure

Santa Margherita Ligure

E altre ancora narrano di profumi del Mediterraneo, di pesci guizzanti e di piante assetate di luce.

Vernazza

Vernazza

Ringhiere, sui terrazzi dei caruggi, tra ardesia e cielo.Tetti

Corri.
Corri, respira profondamente.
Aria, aria, aria.
Fermati, c’è una panchina.
E una ringhiera, ancora.

Priaruggia

E poi certe ringhiere si snodano sopra gli scogli, tra te e l’infinito c’è soltanto un bagliore d’argento.

Priaruggia (2)

Certe ringhiere sono linee nette come pensieri innocenti.

Priaruggia (3)

Non sai nemmeno spiegarlo, sai solo che davanti a certe ringhiere devi fermarti e lasciare andare lo sguardo.
Oltre, lontano, al di là della ringhiera.

Spianata Castelletto (2)

#maresottosopra, navigando da Camogli a Genova

Navigando verso Genova, durante l’avventura di #maresosopra.
E se ancora non siete innamorati della Liguria basterà questo breve viaggio a imprimerla per sempre nel vostro cuore.
Si lascia Camogli, con un tiepido venticello.

Maresottosopra (2)

Davanti a noi la costa e le case arrampicate sulla collina.

Maresottosopra (3)

Una barca veleggia dolcemente davanti al litorale di Recco.

Maresottosopra (4)

Sulle onde che lambiscono la terra di Liguria con lo sguardo segui il susseguirsi di luoghi noti e tanto frequentati in qualunque stagione dell’anno.

Maresottosopra (5)

E quando vedi le casette alte e una chiesa sulla spiaggia sai di essere di fronte a Sori.

Maresottosopra (6)

Sul mare, nel tepore del sole di primavera.

Maresottosopra (7)

E tra le tante case una è davvero particolare, bianca e rotonda, è come posata sulla roccia.
Immagino una terrazza, una veranda e piante rigogliose, penso alla magia di sedersi lì ad attendere il tramonto mentre l’onda si frange sugli scogli.

Maresottosopra (8)

Navigando verso Genova, una delle emozioni di #maresottosopra.
E poi vedi un ponte, a destra una ripida salita, una spiaggia e una chiesa che domina il mare e allora sai che stai ammirando Bogliasco, una delle mete predilette dei genovesi.

Maresottosopra (8A)

Navighiamo e ci avviciniamo all’estremo levante della Superba.
E ancora si vedono le belle case immerse nel verde rigoglioso delle pacifiche colline.

Maresottosopra (10)

Eppure non sì può fare a meno di notare un particolare che non ha nulla di romantico.
Lì, davanti ai nostri occhi, appare ben evidente lo squarcio della frana, siamo a Capolungo, fragile terra di Liguria che merita cura e rispetto da parte di tutti noi.

Maresottosopra (11)

E da qui in poi si distende Genova con le sue tante bellezze.

Maresottosopra (12)

La passeggiata di Nervi.
E ci sono due innamorati appoggiati alla ringhiera, la signora con il cagnolino, il ragazzo con lo skate e quello seduto sui gradini.

Maresottosopra (13)

E ancora, casette colorate e tinte pastello e un’amata e celebre insenatura, il porticciolo di Nervi.

Maresottosopra (14)

E non credo che servano altre parole.

Maresottosopra (15)

La nave solca l’azzurro e si supera il levante cittadino.

Maresottosopra (16)

Qui, davanti a noi, lo scoglio di Quarto e il monumento ai Mille.

Maresottosopra (17)

E poi vedi il profilo di un castello proteso sul mare, siamo a Capo Santa Chiara.

Maresottosopra (18)

E un piccolo borgo, tu sai che i gozzi sono là posati sui sassi e davanti alla gelateria c’è la solita coda.
E questa è Boccadasse vista dal mare.

Maresottosopra (18A)

Piano, piano verso il centro di Genova, ecco la chiesa di Sant’Antonio e la parte finale di Corso Italia.

Maresottosopra (20)

La spiaggia spaziosa, l’abbazia di San Giuliano e certo laggiù c’è qualcuno seduto sul muretto.

Maresottosopra (21)

Una vela bianca, il mare, il faro.

Maresottosopra (22)

Le ampie strade della Foce.

Maresottosopra (23)

E il profilo dei palazzi di Piazza Rossetti.

Maresottosopra (24)

La Fiera del Mare e ancora le alture.

Maresottosopra (25)

Si rientra e intanto altri prendono il largo su una maestosa nave da crociera.

Maresottosopra (26)

Il porto e la sua vita, la città che si estende sulle colline.

Maresottosopra (26A)

Mare blu, intenso e tutti i colori di Genova.

Maresottosopra (27)

Osservi, cerchi i monumenti, le chiese le strade che percorri ogni giorno.

Maresottosopra (26A)

E poi lo sguardo incontra la Lanterna.

Maresottosopra (30)

E il campanile della Cattedrale di San Lorenzo e poco distante la Torre degli Embriaci.

Maresottosopra (32)

Bellezze e stupori della Superba.

Maresottosopra (31)

E se sei genovese mentre ti avvicini al tuo approdo una musica e certe parole risuonano nella tua testa, a cantarle è la voce inconfondibile di Ivano Fossati.

Chi guarda Genova sappia che Genova
si vede solo dal mare
quindi non stia lì ad aspettare
di vedere qualcosa di meglio, qualcosa di più.

Maresottosopra (33)

Ti volti indietro, ancora una volta.

Maresottosopra (34)

E poi giungi all’imbocco del Porto Antico, ecco il luogo dove noi andiamo ad ammirare il tramonto.

Maresottosopra (35)

E cerco la mia casa sulle alture, lo faccio sempre quando sono da queste parti.

Maresottosopra (36)

Le barche si riflettono nel blu.

Maresottosopra (37a)

Ed ecco Genova, così la vedi arrivando dal mare.

Maresottosopra (38)

Maresottosopra (37)

E qui termina il viaggio, nel cuore del Porto Antico.
Ringrazio ancora Pecoraverde , Whalewatch Genova, Paolo Ratto e tutti coloro che hanno contribuito a rendere l’evento di #maresottosopra un’esperienza affascinante che ha regalato a tutti noi splendide emozioni.
Ci ha donato anche questo, abbiamo veduto la costa di Liguria e Genova dal mare.

Maresottosopra (39)

Tramonto a Boccadasse

Trovarsi all’ora del tramonto, a Boccadasse.
L’altro giorno ho fatto una lunga passeggiata e l’ho terminata proprio qui, nel caratteristico borgo di pescatori del levante genovese.
E sono arrivata mentre il sole virava lasciando la sua carezza sulle case di Boccadasse.

Boccadasse (1)

I gozzi coperti dai teli, prima che scenda la sera.

Boccadasse

L’acqua dorata nella quale si specchiano i colori caldi del borgo.

Boccadasse (3)

L’incanto del tramonto e del giorno che si dissolve.

Boccadasse (2)

E se vuoi vedere il sole scendere lentamente e svanire dietro la costa devi salire a Capo Santa Chiara.

Boccadasse (4)

Avrai un tempo per inseguire la luce, lei sfugge rapida.
E un bagliore travolge i tetti e i muri tiepidi in questo preludio di primavera.

Boccadasse (5)

E dimmi, quante probabilità ci sono che la sagoma di un traghetto sia visibile nella prospettiva di uno dei celebri caruggi di Boccadasse?
Davvero poche, lo so.

Boccadasse (6)

Mare quieto, scogli affioranti, risate di ragazzi in lontananza e intanto l’orizzonte si tinge di rosa.

Boccadasse (7)

E scende la sera, la sera dolce e languida.

Boccadasse (8)

L’acqua bagna i sassi e luccica di riflessi, siamo in pochi sulla piccola spiaggia.

Boccadasse (9)

E ti metteresti seduta sul muretto, semplicemente ad attendere che tutto si compia.

Boccadasse (8a)

Nuvole impolverate di cipria, sospese nel cielo chiaro.

Boccadasse (10)

E le panchine, la ringhiera, le scale, la costa.

Boccadasse (11)

Silenzio, meravigliosa pace.

Boccadasse (12)

Linee di muretti dai quali affacciarsi a guardare.
Il mare, a volte agitato e tempestoso, tranquillo e quieto in questa sera di marzo.

Boccadasse (13)

Lambisce la costa, si lascia sfiorare dalla luce della sera, all’ora del tramonto, a Boccadasse.Boccadasse (14)

Senza parole

Era un giorno d’estate, un giorno qualunque.
Giù per la creuza che da Capo Santa Chiara conduce a Vernazzola, a un certo punto c’è un muretto e là davanti si apre il mare.
Resto un po’ lì quando ci passo, in genere finisco per perdere la cognizione del tempo, non te ne andresti mai da certi posti.
E tra tante fotografie questa l’ho tenuta da parte, per dei mesi.
Ogni tanto la guardavo, come la racconti un’immagine così?
Sono soltanto due semplici linee.
Già, come si fa a scriverne? In quale maniera?
Ci ho pensato a lungo e adesso, dopo tanto tempo, lo so.
Soltanto due semplici linee e c’è tutto ciò che amo.
E non occorre nemmeno trovarle, le parole.

Mare - Copia

Gabbiani di Zena

Guardando i gabbiani.
E davvero non c’è luogo dove non capiti di incontrarli a Genova.
Si spingono fin quassù, sebbene io non abiti in riva al mare e così ogni tanto me li ritrovo sulla ringhiera oppure sulla cima di qualche tetto.

Gabbiani (3)

Eh, i gabbiani non sono creature dal carattere facile, prova ne è un increscioso incidente che si è verificato un paio di giorni fa davanti a casa mia.
Stavo beatamente leggendo quando d’un tratto ho sentito un’inattesa caciara, erano loro, i gabbiani.
In tre, in volo, a pochi metri da me.
E si beccavano a vicenda, furiosi e aggressivi, credo che il nodo del contendere fosse lo spuntino che uno di loro teneva saldamente nel becco, sono rimasta alla finestra a guardarli con una certa apprensione, poi finalmente la diatriba ha avuto fine e si sono allontanati verso altri lidi.
A volte capita di vedere tanti gabbiani tutti insieme, eccoli pronti a partire per poi lanciarsi in picchiata sul mare.

Gabbiani

I gabbiani di Genova presidiano i punti strategici della città.
Pensate di andare a fare una tranquilla passeggiata in Spianata Castelletto?
Può capitare di trovare un gabbiano sul muretto, certo!

Gabbiani (2)

E al Porto Antico non c’è lampione che non abbia il suo gabbiano, secondo me controllano la situazione dall’altro, mi sembra più che evidente.

Gabbiani (4)

E insomma, direi che ci mettono impegno!

Gabbiani (5)

I gabbiani scivolano sull’acqua dorata dalle luci della sera, uno accanto all’altro.

Gabbiani (6)

Dondolano silenziosi, tra le barche al Porto Antico.

Gabbiani (7)

E poi di improvviso spalancano le ali e si librano verso l’alto.

Gabbiani (8)

A volte il loro è un volo solitario, a volte li seguo con lo sguardo e li vedo scomparire all’orizzonte.
Vola un gabbiano sull’acqua piatta, sopra di Capo Santa Chiara, tra il mare e l’infinito.

Gabbiani (9)

Da Boccadasse a Capo Santa Chiara, un pomeriggio di maggio

Sole, ieri Genova era di sole e di luce.
E a me piace stare all’aria aperta, ancor più in questa stagione non troppo calda, in certe giornate dal clima perfetto.
Sole, Genova di sole e di luce.
Una felpa, una giacca leggera e via, fuori a godersi il bel tempo con lo scooter che non usavo da un pezzo e che regala un impagabile senso di libertà.
Sono andata verso Boccadasse, già la conoscete, un luogo incantevole.
In  Corso Italia c’era gente  sulla spiaggia ad abbronzarsi, c’era chi si allenava e chi si godeva il suo ozio beato.
Inevitabile fermarsi a guardare il mare quando il suo colore ha questa intensità.

Corso Italia

Sapore d’estate.
Le cabine, i bagnanti, gli asciugamani stesi a terra, l’onda bianca e spumosa che lambisce la riva.

Corso Italia (2)

E Boccadasse, nella sua semplice bellezza.
Istantanee di vita quotidiana: le mamme con i passeggini, le voci allegre dei bambini, le coppie di fidanzati, un signore con il giornale tra le mani.
Le barche, il mare turchese.

Boccadasse

Una ragazzina che si ferma alla fontanella a giocare con l’acqua.

Boccadasse (2)

Prendo un gelato, cioccolato e pistacchio.
Mi metto in fila, attendo il mio turno e me ne esco con la coppetta in mano.

Gelateria

E  cerco un tratto di muretto tutto per me.
E mi ritrovo a considerare che alla fine è proprio questa la felicità: la capacità di saper apprezzare le piccole cose, la predisposizione a guardare ciò che di bello esiste nelle nostre vite.
Una passeggiata in riva al mare, un tratto di muretto tutto per me.

Boccadasse (3)

I panni stesi ad asciugare sotto il sole di maggio.

Boccadasse (6)

Su per le creuze, verso Capo Santa Chiara.
E il piccolo borgo marinaro è meta di molti genovesi: sui gradini, ad ogni angolo, ci sono dei ragazzi seduti per terra.
Hanno fogli e matite, disegnano, giovani artisti che ritraggono le case e le loro facciate dai colori caldi.

Boccadasse (4)

E osservo.
Forse anche Monet e Van Gogh  si sarebbero seduti su questi scalini, non credete?

Boccadasse (5)
E poi si arriva in cima.
E c’è un castello che ha certo una particolare magia.

Capo Santa Chiara

E Boccadasse: mi fermo qui, a guardare il mare.
Le panchine sono tutte occupate, non mi stupisce.

Boccadasse da Capo Santa Chiara (2)

E ancora un castello, il golfo.

Capo Santa Chiara (2)

Profondo blu.
E una sensazione di infinita felicità, solo per il fatto di essere qui.

Capo Santa Chiara (3)

Guardo tra gli alberi.

Capo Santa Chiara (5)
E intanto attorno a me istantanee di vita quotidiana: un ragazzo in calzoncini corti tira calci a un pallone, una giovane donna insegna al suo piccino a camminare.
E due anziani coniugi fanno la loro passeggiata e chiacchierano amabilmente.
Guardo tra gli alberi, oltre le palme.

Capo Santa Chiara (4)

Cammino ancora, tra queste case, profumo di fiori.

Capo Santa Chiara (6)

Rosso acceso, vibrante e intenso.

Fiori

E vasi, vasi che sono una fioritura splendente.

Capo Santa Chiara (7)

Le foglie che scendono, i bocci che si aprono, un angolo di paradiso.
E la felicità di essere qui.

Capo Santa Chiara (8)

Scendo per una creuza, giù per Via Urania.
Sono strette e impervie queste mattonate che portano al mare.

Via Urania

Mare, onde, sassi.
E c’è un sasso su uno di questi portoni.

Sasso

C’è il colore che si arrampica e si manifesta in tutta la sua splendida vitalità.

Fiori (2)

E poi d’un tratto la creuza si apre, eccolo l’azzurro.
Infinito, di aria, di luce, di mare che lascia respirare.

Mare

Risalgo, è tempo di tornare.
Ed evidentemente da queste parti le persone amano sedersi sui gradini, in mezzo alla creuza c’erano un ragazzo e una ragazza, lui si è alzato per farmi passare.
E sapete, un po’ mi è dispiaciuto averli disturbati ma entrambi mi hanno sorriso.
E’ questa la felicità, sedersi per terra insieme.

Via Urania (2)

E’ questa la felicità, guardare le rose che incontrano il cielo turchese sopra creuze di Capo Santa Chiara.

Rose