Autunno.
Autunno arriva con una folata di vento fresco che spira potente.
Autunno veste le strade, le salite, le scalinate.
E le ringhiere, tra foglie e tetti d’ardesia.

Autunno, sui muri e sulle creuze.

Tra le case dei caruggi e i campanili.

Ed io attendo che certe vie si adornino di foglie gialle, presto camminerò ancora sotto questi alberi dai rami carichi di calore.

Questa è la stagione dei colori.

Ed è il tempo di alberi vestiti di luce.

Ieri mattina, in Corso Firenze, una cascata di rosso e laggiù il mare.

Autunno talvolta è come una goccia in bilico, sospesa tra terra e cielo.

Autunno, autunno è frutti e profumi, quando ancora era ai suoi inizi, verso la fine di settembre, ho trovato i suoi doni nel giardino di Villa del Principe.
Ed erano melograni grandi e succosi che con il loro peso piegavano i rami.

I frutti della terra, nel giardino delle delizie.

E poi grappoli d’uva che ancora attendevano di maturare.

Autunno ha al suo servizio certi lesti e laboriosi folletti che corrono veloci e senza che noi li possiamo vedere lasciano a terra una, due, tre, quattro, cinque foglie.

E quella più grande la posano un po’ più in là, solitaria bellezza di stagione.

E altre ancora dondolano leggere, piccole foglie brunite tenacemente attaccate alla vita.

E cadono fluttuando, come in una danza, il tempo delle foglie ha questo magico divenire, tutto muta e assume nuovi toni, diverse sfumature.

Autunno cade leggero tra i sassi.

Ricopre i muraglioni e vibra, freme, si trasforma e rinasce.

E non esistono due sassi uguali e neanche due foglie uguali, ognuna è unica.

A volte le trovi come abbandonate tra gli aghi, vita di terra e di cielo su un gradino.

E quei folletti sono sempre all’opera, tingono le bacche, lucidano le foglie, sembra che lascino il loro tocco su ogni cosa.

Autunno giace tranquillo a ridosso di certi di muretti.

Ed è la stagione delle castagne e dei ricci che si spaccano.

Autunno è vivace, allegro, vitale, è il calore della casa, è un caminetto acceso e una morbida coperta, è profumo di spezie e cannella, è torta di mele e chiodi di garofano.
E se questa fosse una fiaba queste sarebbero le zucche pronte a trasformarsi in carrozze.

E’ il loro tempo, tempo d’autunno.

E in questo tempo si cammina su un manto di foglie, a volte dalle tinte tenui e chiare.

E poi ancora, di nuovo e ancora è diverso, sono così le foglie d’autunno, un melodia di colori caldi.

E non è il caso a disporle a questa maniera, è un refolo di vento, è un magico incanto ottobrino che si compie.

E’ autunno che si posa silenzioso.
