Ammirando Genova la Superba

C’è un luogo di Genova dal quale si ammira un panorama straordinario e unico, è un balcone sulla città e sulla sua meraviglia: sono le alture della Superba, là dove si trovano le antiche mura e fortificazioni, una zona che non conosco così approfonditamente come vorrei sebbene non sia poi distante dal mio quartiere.
Salendo al Righi e proseguendo poi fino a Via al Forte Begato ecco lo spettacolo del porto, delle navi in partenza e della città pullulante di vita.

Mentre tutto attorno sboccia la primavera.

Libera, sfrontata e selvaggia.

E là, in lontananza, l’infilata dei palazzi di Via Turati, il Porto Antico e la Sopraelevata che come un nastro lucido attraversa la città.

E i Magazzini del Cotone e le barche a vela in attesa di nuovi approdi.

Lì, nel prato sottostante, una testimonianza del nostro lontano passato: un’antica polveriera.

E lo sguardo poi va anche più lontano, verso il Monte di Portofino.

Ai nostri piedi l’intera città e la sua assoluta bellezza: Palazzo San Giorgio e la Cattedrale di San Lorenzo, i tetti e le ardesie dei caruggi.

Mentre sbocciano certi fiori eleganti.

E una grazia timida trionfa tra le rocce.

Una nave prende il largo e il blu del mare si fonde e si perde nel celeste del cielo.

E le rose selvatiche dondolano al vento qui dove si ammira la meraviglia di Genova la Superba.

Mediterraneo

Blu di Genova, Mediterraneo.
Vibrante, intenso, così acceso, semplicemente il mare di Corso Italia.
Mentre una vela rossa e temeraria prende il largo e sospinta da favorevole brezza si allontana dalla costa.

Blu mediterraneo e l’onda bianca increspata come prezioso merletto che fragile si posa sui sassi.

Acqua chiara, trasparente, limpida, inquieta e appena sfiorata dalla brezza leggera.

Blu della Superba.
E appena qualche nuvola lieve e primaverile all’orizzonte.
E uno splendore smagliante, in questo chiarore radioso.
Blu di Genova, luce e Mediterraneo.

Una coccinella felice

Questa primavera è prodiga di bellezze e per mia fortuna ho incontrato di nuovo una bellissima coccinella.
È la seconda volta che mi capita in pochi giorni, questa coccinella felice se ne andava a spasso tra i petali del ranuncolo.

Chissà che delizioso profumo laggiù, piacerebbe anche a me passeggiare così sui fiori!

E poi, un voletto da un vaso all’altro, ed ecco la coccinella planare sulle sgargianti tagete.

Per lei, forse, una sorta di occasione per mimetizzarsi un po’ e magari passare inosservata.

Per passeggiare, spensierata e solitaria, sui petali setosi.

Così sono rimasta ad ammirare questa piccola creatura: una coccinella felice sui fiori.

La gioia del glicine

La gioia del glicine è nel suo svettare libero e maestoso nell’azzurro del cielo di Genova.

L’albero generoso così fiorisce lungo Via Piaggio, io e questo glicine ci conosciamo da tanti anni, fin dai tempi della scuola, ogni volta che sbocciano i suoi fiori dal profumo delizioso sento anche una sorta di nostalgia che non saprei spiegare.

E il glicine dondola, allegro e odoroso, nell’aria leggera.

La gioia del glicine è abbarbicarsi ai muri e alle ringhiere e offrire prodigo al passante la sua splendida beltà.

E così si resta a sentirne la dolcezza e ad ammirare la sua assoluta perfezione.

La gioia del glicine è anche la sua capacità di sorprenderci e di farsi trovare anche nei luoghi più impensati.
E così l’altro giorno mentre percorrevo Vico della Gazzella, una stradina in pieno centro tra Via Palmaria e Via Colombo, il glicine mi ha stupita con i suoi fiori sublimi che danzavano davanti alle finestre.

Così intenso, vivace, un meraviglia della natura.

E quando viene primavera capita anche di posare i piedi su quei petali caduti.

E non si smette mai di essere grati per il dono di questa leggiadria e per la gioia del glicine.

Una gradita visita sul terrazzo

E nel tempo di primavera sul terrazzo arrivano graditi ospiti che si presentano a sorpresa pur sempre con una certa garbata discrezione.
E così, in un bel pomeriggio di sole, su una foglia ho veduto una bellissima coccinella.

La coccinella, una di quelle piccole creature che compongono la complessa sinfonia dell’universo.
Questa splendida bellezza in rosso era tutta impegnata ad andare su e giù per lo stelo e a godersi l’avventura della vita.

Spiccava, così lucida e perfetta, sul verde primaverile.

Tra i colori vivaci di questa stagione e accanto a quel fiore che a lei deve essere sembrato grandissimo.
Il mondo, come sempre, è differente a seconda di come tu lo guardi, ognuno ha le proprie personali prospettive.

E così sono rimasta un po’ ad ammirare la coccinella che se ne andava a passeggio tra i miei fiori: poi, ad un certo punto, ha aperto le ali e si levata leggera in volo.
Arrivederci, piccola amica, torna presto a trovarmi!

19 Marzo 1911: il Corso dei Fiori a Nervi

Nel tempo della fiorente primavera tutto sboccia, profuma e rinasce ed ogni occasione è perfetta per lasciarsi incantare dalle dolcezze di questa stagione nuova che lieve avanza.
Ed è 19 Marzo 1911, è domenica e in questa giornata di festa saranno numerosi coloro che prenderanno parte al favoloso Corso dei Fiori di Nervi.
E tutto è organizzato con cura e con amorevole attenzione.

I carri infiorati sfileranno sul Viale delle Palme, naturalmente i prezzi per partecipare varieranno a seconda del mezzo utilizzato e così chi ha una carrozza con un cavallo pagherà 5 Lire, quelli con l’automobile dovranno sborsare 20 Lire.
Attenzione però, il Comitato sarà rigidissimo: non verranno ammessi mezzo non sufficientemente addobbati, bisogna fare le cose per bene!
I primi dieci classificati verranno premiati con splendidi gonfaloni riccamente decorati.
Come si legge su Il Secolo XIX del 18 Marzo nel quale è riportato il programma nei dettagli ricordatevi che è permesso gettare esclusivamente fiori, coriandoli, ninnoli e stelle filanti.

Non mancheranno poi i trattenimenti musicali, la Filamonica Giuseppe Verdi di Nervi e altre bande offriranno un ampio programma che tutti noi seguiremo con entusiasmo.
Naturalmente, siccome si presta attenzione alle esigenze del pubblico, è previsto un numero maggiore di treni e di tram tra Genova e Nervi, quindi non preoccupatevi, sarà facile arrivare a destinazione!
E sarà una giornata magnifica, malgrado il tempo incerto, come poi si potrà leggere sempre sulle pagine del Secolo XIX nella giornata successiva all’evento (questo è il bello dei viaggi nel tempo, si può andare avanti e indietro quanto si vuole!).
E così si apprende che i Signori della Giuria sono stati accolti all’Hotel Eden per una raffinata colazione e che ad aggiudicarsi i primi premi sono stati due carri riccamente addobbati in rosa e in lilla, che incanto!
E allora, amici, cosa aspettiamo?
Un evento indimenticabile ci attende, ci vediamo là, sul Viale delle Palme, in questo luminoso 19 Marzo 1911.

La primavera

And the Spring arose on the garden fair,
Like the Spirit of Love felt everywhere;
And each flower and herb on Earth’s dark breast
Rose from the dreams of its wintry rest.

E la primavera si levò sul bel giardino,
Come lo Spirito dell’Amore sentito ovunque;
E ogni fiore ed erba dal bruno seno della terra
si destò dai sogni del suo riposo invernale.

Percy Bisshe Shelley – The Sensitive Plant

Anatre a Boccadasse

E arrivare una mattina di marzo a Boccadasse, è abbastanza presto e tutto è quieto e silenzioso, non c’è quasi nessuno, alcuni mattinieri passeggiano per il borgo sotto il cielo terso e lucente.

E arrivare una mattina a Boccadasse e vedere sguazzare in mare alcune splendide anatre, non mi era mai capitato prima, una circostanza fortunatissima!

Si trattava di certi eleganti germani reali che fluttuavano felici sull’acqua.

Che colori, che sfumature.

E che tinte vivaci nella nostra Boccadasse ancora un po’ assonnata sotto le luci del giorno.

E sassi, cielo azzurro e panni stesi.

E le anatre che con movenze sinuose si allontanavano verso il largo.

In uno romantico annuncio di primavera che mi ha lasciato piacevolmente sorpresa.

E le sole bagnanti, in questa mattina marzolina, erano loro: le anatre.

Una dopo l’altra, via, dietro lo scoglio.

E sull’acqua luccicante di riflessi.

E non mancavano certo i soliti bianchi gabbiani.

E il tempo era dolce, sulla spiaggia di sassi di Boccadasse.

Mentre l’onda lenta accarezzava la riva.

E certe provette nuotatrici si spostavano con eleganza sull’acqua chiara del mare.

Nella cornice incantevole della nostra bella Boccadasse in un giorno di primavera.

Andando verso la primavera

Andando verso la primavera, l’orizzonte è così, celeste e sereno.
Le giornate sono sempre più lunghe, un piacevole tepore fa schiudere i fiori dalle tinte vivaci.
I visi sono più allegri, andando verso la primavera si è come animati dal desiderio di luce e di relax e di giornate da trascorrere all’aria aperta.
E così, andando verso la primavera, anche le scale sembrano meno faticose e tutto ci appare più lieve, più semplice e così dolcemente primaverile.