Sul finire dell’estate

Sul finire dell’estate poi la memoria andava indietro, ai giorni svaniti nell’ardore agostano, alle sere luminose e calde, al tempo scandito dall’onda che sfiorava la riva.
Sul finire dell’estate la nostalgia del cuore si rivolgeva ad una certa serenità ritrovata, a quella spensieratezza assoluta, alle risate gioiose di un tempo da ricordare.
Sorridendo insieme, trattenendo così la felicità.

Sul finire dell’estate la vita ricomincia e si ritorna ai ritmi consueti, con una nuova ricchezza nel cuore.
È la pienezza della perfetta letizia, è la sensazione di autentica gaiezza che fa vibrare gli animi.
Con questo sorriso che illumina e rischiara.

Sul finire dell’estate ogni memoria bella, ogni piccolo ricordo è preziosa eredità che si conserva per gli istanti di incertezza e per i giorni piovosi e cupi.
E così, per celebrare questo cambio di stagione, ho scelto queste ragazze, queste amiche di un tempo distante.
A differenza di altre persone vissute e ritratte in quell’epoca loro tre sorridono.
E i loro sorrisi sono allegri, spontanei, sinceri e veri.
Così ho pensato alla loro felicità, alle memorie belle di quel giorno, al tempo ricordato e a quello ancora da condividere.
In ogni stagione, in ogni tempo e sul finire dell’estate.

Estate ai Bagni del Bello di Sampierdarena

Trascorse, dolce e serena, ancora un’estate ai Bagni del Bello di Sampierdarena.
Fu una stagione di piccole gioie semplici: una corsa sulla spiaggia, i sassi caldi di sole, l’acqua del mare limpida e trasparente.
Su una spiaggia che poi, in epoche successive, sarà tanto rimpianta e ricordata come cuore di una bellezza perduta.
Il vento soffiava gentile e la barca dondolava cullata dalle onde, era un tempo di sorrisi e di quieta libertà che così traspare dai dettagli di una bella cartolina della mia collezione.

Spirava l’acqua salmastra, scostando le tende alle finestre e accarezzando i panni stesi ad asciugare davanti a quel mare compagno di ogni stagione.
E si scendeva là, sulla spiaggia, ai Bagni del Bello, un luogo di gradite consuetudini.

E certe barche ancora erano a riva, in attesa di prendere il largo.
Quanta spensieratezza in un tempo gioioso in questa Sampierdarena di un’epoca diversa, ci si tuffa nel blu a pochi passi dalla Lanterna, un privilegio che le generazioni future non sapranno neppure immaginare.

Resta il ricordo e, a volte, il racconto di chi visse in questa maniera questo litorale che non era ancora parte del porto ma spiaggia cittadina: mia nonna andava al mare in questi luoghi, i suoi racconti mi avvincevano.
Ho imparato, anche grazie a lei, a fantasticare con la forza delle parole e dell’immaginazione e a provare a ritornare in quei luoghi che nemmeno ho veduto come se anch’io, per un incanto imprevedibile, avessi trascorso una bella estate ai Bagni del Bello di Sampierdarena.

Era il 25 Agosto 1918 a Varazze

Ed era il 25 Agosto 1918 a Varazze.
L’estate era più fresca e forse già capricciosa, il mare era calmo e tiepido.
Era una stagione di incertezze, la guerra ancora infuriava, era un tempo per coltivare buoni pensieri e fiduciose speranze, era un tempo per trattenere la voglia di vivere e la felicità.
E così, sulla spiaggia di Varazze, risuonavano le risate allegre dei bambini, il vento scompigliava i capelli e certe giovani donne sofisticate tenevano il capo coperto sotto il solleone.

Così era l’estate e ti sorprendeva, mingherlino ed esitante, in un fascio di briosa luce salmastra, in uno scorcio di un tuo pomeriggio felice.

E certi provetti nuotatori avevano spalle e braccia forti per sorreggere i più piccini e aiutarli a spiccare un balzo per un tuffo spericolato nell’acqua del mare.
Con grazia la giovane donna sorride, il garbo e uno dei suoi tratti distintivi.

La gioia di vivere è nella spensieratezza dello sguardo, nel senso di pienezza di saper assaporare quell’istante fugace e semplicemente perfetto.
Con il costume scuro, la collanina al collo e un fazzoletto annodato sulla testa.

In un momento di un’estate che quasi fugge via.

Nell’infanzia ingenua e allegra e nella giovinezza che accende speranze e desiderio di futuro.

In un momento felice di un’estate lontana: era il 25 Agosto 1918 a Varazze.

Al mare con il salvagente

Estate, caldo, l’onda lenta batte sulla riva.
I piedini affondano nella sabbia sottile, in questo frammento d’infanzia.
Una piccola fotografia sarà la memoria preziosa di certi giorni bambini e la si affronta con l’espressione seria, manca di sicuro la consuetudine a farsi fotografare, ne deriva così una ritrosa timidezza.
E poi un salvagente, i cappellini bianchi, il costume a righe e quello dai toni scuri.
E una fantasia negli occhi, un gioco di immaginazione, un desiderio di correre via, a rincorrersi sul bagnasciuga.
E poi la semplice gioia di vivere, di giocare, di scoprire il mondo e di imparare a nuotare, un giorno o l’altro.
E intanto sei là, sulla spiaggia, con il salvagente.

Amiche alla spiaggia

Ancora una foto ricordo della villeggiatura e della felicità condivisa.
Il tempo trascorso con le amiche, il più prezioso ed indimenticabile, a ritornarci con la mente un sorriso illumina il viso.
Tempo d’estate, di corse sulla battigia, di spruzzi di acqua salata.
Tempo di gioia e di pelle ambrata, un cappellino bianco e per l’allegria ridono anche gli occhi.

Le mani sulle spalle, i capelli alla moda, quella frase pronunciata in quell’istante e la magia di ricordarsela: ha quella potenza lì la felicità, si insinua in certi meandri del cuore e della memoria e poi riaffiora, improvvisa e inattesa.

Il tempo appanna e consuma la carta, questa fotografia non è in ottime condizioni e a me è sembrata un’ottima ragione per metterla in salvo.
E così trattengo qui con me i sorrisi di queste amiche sorprese su una spiaggia probabilmente ligure.

La mano sotto il mento, il costume a righe.

Una posa scherzosa, lo stile di un’epoca, una memoria conservata gelosamente: tra amiche, con questa felicità, alla spiaggia.

Sui sassi, sulla spiaggia di Sturla

Ancora ritornano gli sguardi dal passato, da un tempo felice trascorso sulla spiaggia di Sturla.
L’onda lenta lambiva la riva e gli istanti fluivano dolci, in compagnia delle persone care.
E così vi porto là, tra loro che si fecero ritrarre tutti insieme: la signora che sorride trattenendo le ginocchia tra le mani, il ragazzo pronto a tuffi spericolati e le fanciulle dai modi garbati.

Uno si stringe nell’accappatoio, uno tiene l’asciugamano sulle spalle e la ragazzina sfoggia una bella maglietta a righe.
Negli occhi di tutti loro pensieri che non sappiamo decifrare anche se, in qualche modo, sappiamo riconoscere quella serenità come nostra.

Il sole negli occhi, il costume scuro, la posa in qualche modo esitante.

La giovinezza e l’infanzia: si diventa grandi davanti a questo mare che scandisce le ore mentre sfiora la riva.

Ecco lei, accenna appena un sorriso.
È una ragazza semplice, timida, ad osservarla non diresti mai che potrebbe essere capricciosa o difficile.
Non lei, no.
Lei sorride forse persino inconsapevole della sua autentica bellezza.

C’è un mondo intero, come sempre, nella fragilità di una fotografia.
Tra tutti loro legami d’affetto e certamente di parentela.
Si mostra solida ed efficiente la solerte madre di famiglia, ha un’energia che traspare persino dalla sua posa.
Là dietro, sullo steccato, è appeso un ombrello parasole, servirà se il caldo dovesse farsi insopportabile.

Per cautela, comunque, meglio tenere il capo coperto come lei.

La ragazzina, invece, porta i lunghi capelli sciolti, li tiene con la riga nel mezzo e sono così scuri e forti.
Qualche vezzo per lei: gli anellini sottili, il bracciale, mi pare di scorgere anche dei piccoli orecchini.

Comprai questa fotografia diverso tempo fa.
A tergo nessuna indicazione del luogo ma, notando i sassi, ero quasi certa che potesse proprio trattarsi di una spiaggia della Liguria, di sicuro però non avrei mai pensato di riuscire a riconoscere il luogo.
Poi, l’altro giorno, un caso del destino mi ha donato un’intuizione.
Stavo sfogliando le fotografie balneari e questa si trovava accanto ad un’altra fotografia che tempo fa già pubblicai su questo blog.
Osservando con attenzione gli steccati con i legni così sfalsati in entrambe le immagini e la ringhiera alle spalle delle persone ho compreso che si trattava proprio dello stesso luogo: la spiaggia di Sturla che già vi mostrai in questo post.
E per me è una grande gioia aver salvato questa immagine e aver inoltre riportato tutte queste persone, in qualche modo, nel luogo a loro così caro.
Il tempo scorreva, dolce e inesorabile, lasciando nel cuore una memoria bella, una piccola nostalgia, un fremente ricordo che sarebbe rimasto impresso per sempre.
Ed era un giorno felice, sui sassi, sulla spiaggia di Sturla.

12 Luglio 1929: giocando con la rete da pesca

Ancora un frammento d’estate, su una riva che fu scenario di istanti felici.
Acquistai questa fotografia diverso tempo fa, insieme ad altre riferibili alla zona di La Spezia, in questo caso non è specificato il luogo ma soltanto la data: era il 12 Luglio 1929.
E le ragazze erano là e ridevano e giocavano con la rete da pesca, mentre l’acqua fresca lambiva le loro caviglie.

C’è un tempo che ritorna alla mente e riaffiora gioioso e spensierato, identico a se stesso.

E in questo tempo i pescatori hanno la pelle ambrata e le canotte a righe.

Le ragazze si divertono, tutte loro hanno i costumi e le pettinature più in voga, simbolo e stile di un’epoca.

Sono aggraziate, femminili e disinvolte.
E i costumi da bagno, in questo scorcio di inizio secolo, consentono loro maggior libertà di movimento, i pesanti e ingombranti indumenti di lana sono ormai passati di moda e le ragazze se ne stanno alla spiaggia con braccia e gambe scoperte, che magnifica libertà per loro!
Un cinturino in vita, una collana che pende sul petto, l’espressione fatale e un sorriso incantevole.

E il mare d’argento è colmo di pesci.

E il tempo fluisce, inesorabile come l’onda salmastra che frizzante sfiora la pelle.

Rimane la memoria dolce di una fotografia scattata in un giorno felice, su quella riva.
E si scherzava così, con la rete da pesca.
Era un giorno d’estate, era il 12 Luglio 1929.

Sulla spiaggia di Pegli

E poi venne la calda estate e tutti si ritrovarono, di nuovo, sulla spiaggia di Pegli, là dove le onde si frangevano sulla costa dissolvendosi in bianca schiuma.
Erano giorni felici e sono rimasti impressi in una serie di belle fotografie che adesso ho il privilegio di custodire e così vi porterò con me sulla spiaggia di Pegli, mostrandovi una di queste immagini nei dettagli.
Spira una certa brezza fresca davanti a questo mare, signore e signorine tengono fermi i cappelli con le mani, che disdetta se volassero via!
Il ragazzino con la maglia a righe invece ride fortissimo e di gran gusto: che gioia l’infanzia, solo il fatto esistere ti rende semplicemente felice.

I più piccoli, come al solito, se ne stanno seduti per terra davanti.
Un nasino che si arriccia, un sorrisetto e i lunghi capelli della bambina così smossi dal vento.

Accade tutto in una maniera che non si sa spiegare: un giorno te ne stai là sui sassi con i tuoi amici e ad un tratto, all’improvviso, ti ritrovi grande.

Ecco poi uno dei più piccini della compagnia: costumino bianco con le bretelle, pelle ambrata e un salvagente come sedile.
A reggere il piccoletto è un giovane uomo dalla mirabile prestanza, oserei ipotizzare che si tratti proprio del bagnino.

La vita è dolce in questa estate lontana.
E noi, da osservatori di un altro tempo, riusciamo persino a cogliere certi tratti del carattere e certe maniere proprie di ogni personalità: la giovane vestita di bianco ci appare come una donna solida e concreta, forte e instancabile.

Sulla spiaggia di Pegli c’è gran sfoggio di copricapi, accappatoi e abbigliamento da spiaggia secondo la moda dell’epoca.

La signora con la collana di perle stringe con grazia tra le dita la tesa del suo elegante cappello.
Questo vento inquieto non vuol proprio saperne di fermarsi!

E poi magliette a righe, capelli bagnati, espressioni fin troppo serie e timidezze infantili.
E l’affabile cura di una mamma che tiene una manina del suo bimbetto e nello sguardo di lei si colgono tutta la bellezza di essere madre e tutto il suo immenso amore.

Era un giorno felice e loro erano là, davanti a questo mare.
Un’antica fotografia riporta tutti loro alla luce del mondo, nel luogo che a loro apparteneva, accanto ai loro amici e alle persone care.
In un frammento di tempo colmo di autentica letizia, sulla spiaggia di Pegli.

In villeggiatura ad Arenzano

E ritorniamo ancora a camminare nel passato, nel tempo di una diversa estate, nella nostra magnifica Arenzano.
Arriveremo là grazie a una bella cartolina della mia collezione, alcuni dettagli ci conducono davanti all’azzurro, davanti al mare della Liguria dove restano ancora le barche così adagiate sui sassi.

Ha un clima dolce Arenzano, così si legge anche nella Guida Pratica ai Luoghi di Soggiorno e e di Cura d’Italia pubblicata dal Touring Club Italiano nel 1932, ne possiedo una copia e lo sfoglio volentieri insieme a voi.
Predominano in questa zona le fresche pinete e i rigogliosi olivi, nella guida si decanta la dolcezza del clima e si sottolinea che qui le nebbie sono sconosciute.

Un uomo passeggia lento sulla spiaggia.
Sarà una persona del posto, lui potrebbe raccontarci chissà quante storie su Arenzano.

Conosce a memoria ogni piazzetta, ogni caruggio e ogni angolo del paese.

Arenzano è luogo di pescatori, di gente che vive sul mare e dal mare trae sostentamento.

Le barche dai colori chiari così si stagliano contro il blu della Liguria.

Questa amena località del ponente è consigliata in diverse stagioni, la Guida del Touring infatti precisa che i villeggianti godono delle bellezze del luogo non solo in estate ma anche in primavera e in autunno, in questi periodi dell’anno è la meta prescelta da molti turisti inglesi.
Tra gli alberghi il più celebre e rinomato è proprio il Grand Hotel che dispone di un ampio giardino e anche di grandi terrazze con vista sul mare e sulle colline.
E sulla Guida del Touring si legge che nella spiaggia antistante c’è un comodo stabilimento balneare con cabine in legno.

Così scorre, con dolcezza, il tempo dello svago e della villeggiatura davanti al mare di Arenzano.

La stagione balneare a Sturla

Iniziò, con la pigra dolcezza dell’estate, la stagione balneare a Sturla.
L’acqua del mare era frizzante ristoro, freschezza e trasparenza, tra i sassi incedevano certi piccoli granchi e i pesci argentati guizzavano via veloci.
I bambini correvano sulla riva e si tuffavano felici tra le onde del mare, i più spericolati si esibivano in tuffi straordinari, che estate magnifica!
Era dolce la stagione balneare a Sturla, si attendeva questo tempo come una bella promessa o come una gioia tanto desiderata.
Là, sulla spiaggia di Sturla, c’era anche lei, con il suo costume scuro bordato di bianco, il capo coperto, alle sue spalle di scorge un’altra figuretta femminile con un ampio cappello chiaro.
Una fotografia soltanto, per ricordare quei giorni spensierati.
Sulla panchina, nel tempo della stagione balneare a Sturla.