Il Monumento a Giuseppe Mazzini a Chiavari

Sotto il cielo di Chiavari svetta la figura ieratica di uno dei genovesi più amati, il nostro caro Giuseppe Mazzini.
Forte era il legame del patriota con la località del levante ligure in quanto il padre di lui, il dottor Giacomo Mazzini, era proprio originario di Chiavari.
Nella piazza chiavarese dedicata a Mazzini ha così trovato posto anche la statua che ne restituisce l’immagine opera dello scultore Augusto Rivalta.
Rivalta era un prolifico artista al quale si devono diverse opere dedicate ad illustri italiani, ad esempio scolpì il monumento a Garibaldi sito nella nostra Piazza de Ferrari e quello sempre dedicato all’Eroe dei due mondi collocato a Sampierdarena, è ancora di Rivalta poi il monumento a Raffaele Rubattino che si erge a Caricamento.
L’opera nella quale egli ritrasse Giuseppe Mazzini venne commissionata nel 1872, anno della morte del patriota ma ci volle diverso tempo perché la statua vedesse la luce.
Come si legge nel volume Provincia Risorgimentale di Franco Ragazzi edito da De Ferrari, la scultura fu realizzata nel 1883 e fusa nel 1886.

Bisognerà aspettare ancora per la poterla ammirare, infatti l’amministrazione comunale “clericale” non vedeva di buon occhio la concessione di un terreno sul quale erigere il monumento.
Finalmente, nel 1888, l’amministrazione comunale concesse il permesso e in una luminosa mattina di maggio la statua venne così collocata nella piazza chiavarese.

È un monumento semplice ma a mio parere ben rappresenta lo spirito del personaggio e la sua forza dialettica e morale.
Ai piedi di lui si legge la scritta: a Giuseppe Mazzini i chiavaresi 1888.

Nella porte posteriore c’è poi una dedica degli emigrati a Buenos Aires che avevano dato il loro contributo alla realizzazione dell’opera.

Così Giuseppe Mazzini domina la bella piazza di Chiavari.

La mano al cielo, lo sguardo fiero, la potenza del pensiero e la forza eterna delle sue idee.

Una nuova onda

Il tempo è come una nuova onda.
Porta con sé la sua forza, la bellezza dei desideri, porta con sé i ricordi e le esperienze, fluisce e sempre ritorna.
Come una nuova onda sospinta dal vento frizzante, così briosa e intensa di vibrante potenza marina.
Un tempo nuovo, un nuovo respiro.

Bogliasco

Una cartolina da Camogli

E questa è una semplice cartolina da Camogli.
Una cartolina spedita da un’epoca distante: era il lontano 1904 e per questa ragione il testo è scritto a fronte, il retro all’epoca era riservato esclusivamente all’indirizzo del destinatario.
Il bianco e nero restituisce poi una suggestione particolare: è la nostra Camogli e la riconosciamo anche se pare sfuggirci qualcosa che appartiene proprio a quell’epoca che non abbiamo vissuto.
Il suo mistero, le sue bellezze segrete.

Camogli posata sulla costa come un gioiello, lambita dal mare di cristallo e così perfetta nei suoi colori e nelle sue sfumature.

Al tempo della cartolina la passeggiata non era ancora stata costruita e le case si affacciavano direttamente sulla spiaggia, la vera anima del borgo marinaro spiccava così con fierezza.
Le finestre aperte, i panni stessi sfiorati dal salmastro.
Una cartolina da Camogli per il “giovinetto Pier” all’epoca studente a Moncalieri, una cartolina scritta e spedita dalla sua mamma che, oltre a scrivergli parole affettuose, non mancò di fare al suo ragazzo mille raccomandazioni perché si applicasse negli studi.
Lui la strinse tra le mani, forse la mise tra le pagine di un libro pensando di racchiudervi con essa il profumo del mare e la freschezza della brezza della riviera.
Poi, per uno di quei percorsi misteriosi del destino, questa cartolina è giunta fino a me.
E io ho ammirato questo scorcio di Camogli con una sorta di stupito entusiasmo, forse proprio come fece più di cento anni fa il giovinetto Pier.

In partenza

E così è giunto il tempo di partire, domani si torna a Genova e si saluta la campagna.
E ieri mattina, per la mia felicità, ho ricevuto il gradito saluto delle creature del bosco.

L’incontro con queste dolcezze è sempre emozionante, questi sguardi sono meraviglia vera.

E cantano la grandezza del creato anche quegli uccellini che nei giorni d’estate volano attorno alla mia casa: quando apro la finestra della cucina li vedo arrivare in picchiata e poi virare all’improvviso nell’azzurro estivo.
Anche gli uccellini da qualche giorno non sono più qui, forse anche per loro è arrivato il tempo di partire.

Ed è arrivato il tempo di salutare i boschi e i loro abitanti, i magnifici daini.
Il primo a svelarsi è stato il piccoletto, ho scoperto che i cuccioli sembrano non avere paura, sarà la loro fiduciosa ingenuità.

E poi il piccolino si è voltato indietro, evidentemente non era solo.

Infatti a breve distanza c’era la sua mamma che lo ha subito raggiunto.

E tutto attorno i loro alberi nei quali rifugiarsi, protetti dai rami ricchi di foglie.

Buona vita, cari piccoli amici, grazie del vostro dolce saluto.

Ciao mia bella Fontanigorda, qui rimane sempre una parte del mio cuore, grazie della gioia e di tutte le bellezze dell’estate.

Verde di settembre a Fontanigorda

Il verde di settembre è ancora chiaro, luminoso e brillante.
Il verde è il tono della serenità e della quiete, osservare i prati e i boschi dona un senso di pace e di autentica pienezza.

E il cielo è terso e le giornate ancora calde in questo scorcio di fine estate.

La strada si snoda tra il fitto degli alberi.

E così prosegue, curva dopo curva, nel tempo di settembre le ombre lambiscono gentili questo verde e la luce declina più rapida.

Il verde sa essere anche così intenso, vivo, misterioso e a volte superbe nuvole sovrastano questi monti.

In un silenzio nel quale la vita freme, sussurra o scalpita, in una quiete perfetta e colma di di tanta bellezza.

Mentre l’aria tiepida spira lieve tra le foglie.

Nel verde di settembre, sotto il cielo chiaro di Fontanigorda.

Uccellini di campagna

Sono uccellini di campagna, passerotti intrepidi che planano tra gli alberi da frutta e atterrano negli orti per trovare qualcosa da mettere nel becco.

E si alzano e volano e poi si posano ancora e restano lì a guardarsi intorno.

E poi uno di questi piccoli adorabili pennuti si è dimostrato particolarmente socievole.

E mi guardava un po’ così, con questa curiosa espressione interrogativa.

Sono uccellini di campagna, sono uccellini di Fontanigorda e se ne vanno a bere alla fontana come piace fare anche ai bambini che passano le vacanze in questo amato paesino.

E in un caldo pomeriggio di fine estate gli uccellini di campagna era là, posati sui rami, uno vicino all’altro, nell’aria tiepida del tempo di settembre.

In settembre

In settembre il tempo pare come fuggire via.
L’aria è più fresca, le nuvole si susseguono rapide in cielo.
Settembre è un nuovo libro tutto da scrivere e porta con sé una certa speranza e anche una sorta di nostalgica e inevitabile malinconia.
In settembre gli alberi iniziano a tingersi di nuovi colori, frementi e caldi.
Scivolano giù le foglie e una piccola fogliolina dorata di sole si posa, in miracoloso equilibrio, su un ramo spezzato e così rimane, come sospesa tra due stagioni.
In settembre, a Fontanigorda.

Dolci cavallini felici

E sul finire dell’estate si incontrano anche certi dolci cavallini felici, allegramente scalpitanti sul prato proprio in fondo al paese.

Si trattava di due piccoletti con le loro mamme, una coppia aveva il manto un poco più scuro.

Gli altri due erano invece sono più chiari, con un’elegante sfumatura color champagne.

Tutti quanti erano momentaneamente “evasi” dalla loro dimora e si godevano l’erba fresca e la quiete, i due puledrini parevano particolarmente intraprendenti.

E allegri e avventurosi come tutte le piccole creature.

Nella luce di una mattinata dall’aria frizzantina.

Mi è stato detto che si tratta di magnifici cavalli Haflinger e trovo che la loro bellezza sia decisamente indiscutibile.

Eccoli sotto agli alberi che donano ombra ristoratrice.

E che tenerezza lo sguardo di questo piccolino, una dolcezza assoluta!

Poi sono stati recuperati dal loro legittimo proprietario e leggeri e obbedienti di sono avviati verso casa.

E anche questo è stato un bellissimo incontro qui a Fontanigorda.
Arrivederci, dolci cavallini felici, buona vita!

Le panchine di Santo Stefano d’Aveto

Queste sono alcune delle panchine di Santo Stefano d’Aveto, sono colorate e allegre, sotto il cielo terso e azzurro, sono panchine perfette per prendere il fresco.

E se ne trovano diverse nelle strade del paese, là dove ci sono certi bei negozietti.

Una è di fronte a un negozio di alimentari e frutta e verdura.

Per l’occasione ospitava una fantastica zucca che se ne stava lì come piace fare anche a noi.

Il sole e l’ombra tra le case di Santo Stefano d’Aveto.

E le piante, le foglie verdi e rigogliose d’estate.

E il prato verde, gli alberi svettanti, la quieta atmosfera di questa valle.

Queste sono le belle panchine vista monti di Santo Stefano d’Aveto.

In Val d’Aveto: cavalli, mucche e fieno

Questi sono i colori d’estate e alcune delle bellezze che si incontrano salendo da Fontanigorda verso Santo Stefano d’Aveto.
La Val d’Aveto è molto diversa dalla Val Trebbia, vi si trovano alte vette e in inverno a Santo Stefano d’Aveto gli amanti della neve possono dilettarsi con lo sci.
E salendo, in certo tratto, qui si incontrano sempre i cavalli.

Sono creature regali e meravigliose.

Procedendo ancora la strada diviene ampia e piana, da qui si raggiunge la piccola Mileto che è una frazione di Rezzoaglio.
Ho sempre avuto una predilezione per questa strada che così si snoda tra il verde della valle.

Qui pascolano felici le mucche.

La Val d’Aveto è anche celebre per i suoi deliziosi e apprezzati formaggi realizzati con il latte di queste mucche.

Qui la vita sa essere semplice e connessa agli aspetti più autentici e veri.

E mette sempre allegria trovare le mucche mentre si sale per proseguire poi verso Rezzoaglio.

Sotto il cielo chiaro in questa campagna così curata.

E una delle testimonianze di questa dedizione e di questa cura è il fieno raccolto in balle con il lavoro e la fatica dell’uomo.

Il fieno è per me uno spettacolo prodigioso di rustica semplicità ed è al contempo rasserenante nella sua armoniosa bellezza.

Il sole lo riscalda e lo sfiora, il sole gli dona queste sfumature dorate.

E tutto è quiete, silenzio, magnifica pace.

Mentre la luce lentamente declina e dona un gioco di ombre ai prati della Val d’Aveto nel tempo del caldo agosto.