Chiesa di San Luca: l’altare della Natività di Gesù

È una delle belle chiese dei nostri vicoli, la Chiesa di San Luca si affaccia sulla piazzetta omonima e fu un tempo la chiesa gentilizia della famiglia Spinola.
In questo luogo, così armoniosamente raccolto, spicca la bellezza dell’altare della Natività di Gesù, così riccamente ornato di marmi scolpiti dall’artista Giovanni Battista Orsolino.
E sull’altare, nella luce di colori radiosi, è posto un celebre dipinto di Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto: è l’Adorazione dei pastori risalente all’anno 1645.

Ed ecco Maria che con un gesto amorevole porge il piccolo Gesù all’adorazione dei pastori.
Gesù è così adagiato su un lenzuolo bianco, ai Suoi piedi si inchina anche una figura che ha le fattezze di un satiro: è la natura, come si legge sulla legenda che illustra la magnifica opera del Grechetto.

E là, nel cielo, si librano leggeri gli angeli.
Osservando i dettagli mi colpisce in particolare l’assoluta vitalità dell’istante qui raffigurato: le grandi ali aperte, le vesti vaporose sui toni di arancio e oro, il turibolo che, sorretto dall’ angelo, dondola nell’aria spandendo profumo d’incenso.
Un piccolo putto rimane posato con grazia sul bordo di una nuvola: Gesù è nato, si gioisce in terra e in cielo.

E lo stupore si svela sui volti di coloro che sono venuti ad adorarlo.
A mani giunte, in ginocchio davanti a Gesù.

L’altare, come dicevo, è finemente decorato dall’opera mirabile di Orsolino che così effigiò certi piccoli angeli.

Osservando poi il dipinto nella sua interezza a colpire l’attenzione è la luce straordinaria così soffusa e radiosa attorno alla figura del piccolo Gesù.
Egli è la luce del mondo e la sua salvezza e così si svela, con questo chiarore.

Dolce è il Bambino, dolce è Maria che così lo tiene tra le braccia.

Luce mistica e splendente così rischiara con la sua grazia l’altare della Natività di Gesù nella Chiesa di San Luca.

Il piccolo Gesù Bambino

Così adagiato su un morbido cuscino celeste, con questa dolcezza.
È il piccolo Gesù Bambino, con gli occhi saldi su di noi e le braccine protese verso il mondo.
Lo fotografai alla fine di dicembre dell’anno passato, in una chiesa a me cara.
Porto qui la Sua immagine, in questo giorno, nel tempo della Sua nascita e della Sua infinita bontà.

Santuario di Nostra Signora di Loreto

Buon Natale a voi!

E giungono così i miei auguri per tutti voi, li porta un allegro Babbo Natale sulla sua slitta, arriva così sulla neve per la gioia dei più piccini.
È la magia del Natale, è lo stupore ingenuo che dovremmo saper conservare anche da grandi.
Auguri a tutti voi di gioia, meraviglia e bellezza e colgo l’occasione per ringraziarvi tutti per la vostra cortesia e per la vostra presenza.
Di cuore, buon Natale a tutti voi!

Santuario della Madonnetta: la Cappella dell’Aspettazione

Ha un luogo a Lei dedicato, nel nostro Santuario della Madonnetta: questo è il viso dolce di Maria in attesa del parto, l’opera è attribuita a Bartolomeo Guidobono, artista vissuto tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700.

La figura di Lei è eterea e regale, avvolta nel sontuoso manto azzurro, una sorta di visione mistica e amorosa.

Questa è una delle opere che potete ammirare nel Santuario genovese che domina la città, un luogo di antica devozione e celebre in particolare per il suo caratteristico presepe.
Una chiesa magnificente, ricca di raffinate decorazioni e di opere d’arte da ammirare.

E qui, nella Cappella dell’Aspettazione, è custodito il dipinto nel quale è ritratta la Madonna nel tempo che precede la nascita di Gesù.

Gli angioletti nel petto, la corona lucente di oro, la postura accogliente e gentile, un senso di magnifica lievità.

E ai piedi di Lei e tutto attorno altri piccoli angeli sbarazzini, in una rappresentazione che suscita un senso di pace e di armonia.

Nella bella chiesa tanto cara ai genovesi.

In questa quiete, l’oro luccicante così incornicia la grazia di Maria nella Cappella dell’Aspettazione.

Chiesa di Padre Santo: il Presepe dei Frati Cappuccini

Questo è un presepe suggestivo, antico e molto amato dai genovesi: è il Presepe della Chiesa della Santissima Concezione e Padre Santo sita nella bella Piazza dei Cappuccini.
Il presepe dei Frati Cappuccini è composto da diverse statue settecentesche di magnifica fattura, alcune sono riconducibili al Maragliano e alla scuola genovese.
E si compie, di nuovo e ancora, la gioia della Natività.

E tutti si recano al cospetto di Lui, Gesù è nato.

E c’è il ricco e c’è l’uomo semplice, perché Gesù è venuto per tutti noi.

La luce brilla in lontananza, là dove è caduta la neve.

Qualcuno porta con sé i propri animali.

E sguardi amorevoli e bisognosi sembrano trovare nuova fiducia.

Le ceste sono ricolme, i cuori battono all’unisono.

In un’ambientazione raccolta, intima e di grande suggestione, il giorno e la notte si susseguono nel presepe dei Frati Cappuccini.

A Lui ci si avvicina devoti e speranzosi, i Magi venuti da lontano recano a Lui in dono l’oro, l’incenso e la mirra.

E gli occhi amorosi cercano soltanto il Figlio di Dio.

Così si giunge al Suo cospetto, con una dolce preghiera.

Mentre la luce rischiara la capanna dove è nato il piccolo Gesù, venuto al mondo per la salvezza del mondo.

Una sera di dicembre al Porto Antico

Questa è una sera di dicembre al Porto Antico, là dove amo sempre ritornare, là dove nuovamente è stata posizionata la ruota panoramica in questa collocazione per me ideale.

Laggiù, davanti ai Magazzini del Cotone, così la sia ammira arrivando all’Isola delle Chiatte.

Il nostro Porto Antico ha da poco compiuto trent’anni e a pensarci pare che ci sia sempre stato eppure c’è stato un tempo, non tanto distante, nel quale questo mare non era così direttamente raggiungibile dai caruggi e dalla città vecchia.
Ora è cuore pulsante, luogo dell’anima e voce della città.

E nel tempo del Natale tutto luccica al Porto Antico.

E si cammina mentre il vento gelido di dicembre sfiora il viso.

Luce delle feste, del tempo del gioco e di meravigliati stupori.

Tra i toni di arancio e di oro del nostro tramonto.

Con leggerezza, nell’aria pungente di questa stagione.

Osservando le luci della città che brillano in lontananza.

Davanti al mare, davanti alle gru del porto operoso.

In questo luogo che ci appartiene e che sentiamo profondamente nostro.

Là dove si guardano le navi, la Lanterna, il profilo della nostra Genova.

Così brilla, così lucente, una bella sera di dicembre al Porto Antico.

Incanto di Natale

C’è sempre un pizzico di magia, un incanto che commuove: è l’atmosfera del Natale e delle luci brillanti.
C’è sempre quel senso di meraviglia e di gioia inattesa, anche da grandi, davvero è proprio la magia del Natale.
E penso che sia una sorta di piccolo privilegio saper custodire dentro di noi quello stupore infantile, è una sensazione a suo modo davvero bella.
Così davanti all’abete luccicante di Piazza De Ferrari mi sono soffermata a ammirare quelle luci d’argento: è l’incanto del Natale, ancora una volta.

Felice Natale a tutti voi!

Così vi porto i miei semplici auguri, con la speranza che questo Natale doni a tutti noi gioia, pace e serenità e ho scelto per voi una dolce immagine di un tenero Gesù Bambino che scattai in una bella chiesa dei caruggi il penultimo giorno di dicembre dello scorso anno.
Come sempre desidero anche ringraziarvi per le belle parole e i gentili pensieri che sempre mi riservate, spero che questo 25 Dicembre sia generoso di cose belle, di tenerezze e di sorrisi affettuosi.
Con il cuore, buon Natale a tutti voi!

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano

Natale e giochi in scatola degli anni ‘ 70

Quando arrivava il Natale noi che eravamo bambini negli anni ‘70 trovavamo sempre sotto l’albero certi grossi pacchi fasciati con la carta lucida e il fiocco grande e non vedevamo l’ora di aprirli!
Alcuni di quei regali erano i nostri amati giochi in scatola con i quali mi sono sempre molto dilettata, noi bambini degli anni ‘70 del resto non ci annoiavamo mai, se ben vi ricordate.
Dunque, il gioco dei giochi chiaramente era il glorioso Monopoli e tutti noi abbiamo avuto l’onore, una volta o l’altra, di conquistare Parco della Vittoria e Viale dei Giardini.
Ah, i giochi in scatola, che divertimento!
Ce n’era uno che mi piaceva un sacco, l’ho ancora a dire il vero, si chiamava Giro del Mondo.
Ora le regole non me le ricordo tanto però ho una memoria perfetta di quei viaggi sul tabellone, si andava veramente lontano e senza muoversi dalla cameretta, tra l’altro: era un’avventura e si scoprivano città dai nomi impensati come ad esempio Antofagasta che era davvero dall’altra parte del mondo e mi affascinava tantissimo, se avessi potuto sai partita subito per quella città, per me era un posto straordinario.
Negli anni ‘70 giocavamo alla Dama Cinese, a Tombola e poi qui si facevano partite interminabili a Non t’arrabbiare e i segnalini colorati che vedete qui in foto provengono proprio fa quella scatola.

E poi giocavamo un sacco con la Reginetta del Ballo, il mio gioco preferito del quale ho già avuto ampiamente modo di scrivere in questo post.
Invece non ho mai avuto L’Allegro Chirurgo però ci ho giocato tantissimo, vi ricordate quando con la pinzetta toccava il bordo metallico dell’alloggiamento e suonava tutto?
Ecco, insomma, io ho sempre saputo di non essere portata per fare la dottoressa, ne ero certa già allora!
Oltre ai giochi in scatola noi bambini degli anni ‘70 avevamo anche un altro passatempo prediletto: i puzzles.
Ecco, io ricordo con affetto certi puzzles con i pezzi molto grandi, quelli lì li avevo quando ero molto piccola e mi rammento di averli completati sempre con successo.
Poi c’erano quegli altri puzzles, due in particolare erano piuttosto complicati: in uno c’erano dei cavalli bianchi e nell’altro la Tour Eiffel.
Capite? Tre cavalli bianchi tutti insieme! E caspita, non si potevano mettere tre cavalli di colori diversi? La faccenda sarebbe stata molto meno complicata!
E non parliamo poi dell’affascinante Tour Eiffel, mi ricordo che diventai matta a completare quel puzzle.
Poi quando mi stufavo lo lasciavo lì e mi dedicavo ad altro: la bionda Barbie con il suo guardaroba era sempre lì ad aspettarmi, ovviamente.
E poi vi ricordate di noi?
Noi bambini degli anni ‘70 avevamo una fantasia formidabile, eravamo creativi ed entusiasti e davvero, sono certa di quello che dico: nei nostri giorni d’infanzia noi non ci annoiavamo mai.

Un Natale d’argento

Questo è il racconto di una nostalgia che puntuale ritorna nel periodo delle feste.
Mi capita, sempre, quando passo in Soziglia, di soffermarmi davanti a certe vetrine dei nostri caruggi: l’Argenteria Brizzolari è uno storico negozio della città vecchia, è una realtà attiva dal lontano 1921 e quindi esiste da cent’anni esatti, quanto tempo!
È un bel negozio nel quale trovano posto spaziose ed eleganti vetrinette che ospitano gli argenti preziosi: ci sono le cornici, i piccoli oggetti, i piatti e tante diverse raffinatezze per la propria casa e per i regali.
Questo negozio per me è poi veramente speciale perché è sempre stato uno dei preferiti di mio papà ma devo dire che è sempre piaciuto a tutti noi, anche mia mamma e mia sorella ne conservano un dolce ricordo.
Così, nel tempo di certe festività natalizie lontane, uno dei miei diletti era acquistare qualche piccolo regalino in questa bella argenteria.
Quel negozio racchiudeva un universo magnifico, era un piccolo mondo fiabesco composto da una distesa di oggettini minuti adatti alla casa di una bambola, era una gioia scegliere ma non era neanche così semplice!
E così, in casa mia, di volta in volta e di Natale in Natale, qualche componente della famiglia si aggiudicava qualche oggettino delizioso di Brizzolari: una barchetta con la vela gonfia, una seggiolina e una comoda poltroncina, un minuscolo velocipede e una scarpina degna di Cenerentola, gli strumenti musicali di un’orchestra mignon, un ramo di vischio o una campanella con un fiocchetto.
Era un mondo intero, ve l’ho detto!
Ancora adesso, come sempre ho fatto, quando passo in Soziglia mi incanto davanti alle vetrine e alle vetrinette.
Sto un po’ lì, osservo e mi ritrovo ad ammirare una piccola macchina da scrivere, una racchettina da tennis, una sprintosa biciclettina.
E naturalmente vorrei avere tutto, resto indecisa, quanto è difficile scegliere, in certi casi!
Proprio come accadeva allora, in quegli anni distanti, quando il Natale era d’argento.