La fontana di Piazza De Ferrari

Piazza De Ferrari: il cuore vibrante di Genova, l’anello di congiunzione tra la città vecchia e la scenografica Via XX Settembre e tutta quella Genova Nuova sorta come moderna visione urbana al posto di parte dell’antica Portoria.
E in Piazza De Ferrari, grazie alla munificenza di un genovese, troviamo questa fontana che ormai è divenuta uno dei simboli di questa città.

La fontana venne donata dall’Ingegner Carlo Piaggio che volle seguire le volontà del defunto padre Erasmo.
Erasmo Piaggio, infatti, aveva predisposto di lasciare in eredità alla città di Genova un’ingente cifra per la costruzione di un’imponente fontana da collocarsi in Piazza De Ferrari.
A realizzare il progetto e l’opera fu l’architetto Giuseppe Crosa di Vergagni e, studiando la conformazione della zona, venne deciso di collocare la fontana in un punto visibile da tutte le strade che convergono nella piazza.
Come scrive il cronista del quotidiano Il Lavoro del 5 Aprile 1936, è una fontana in stile neoclassico in armonia con le costruzioni che la circondano.
All’epoca della realizzazione si stabilì che, di sera, la fontana fosse fastosamente illuminata con riflettori posti entro il primo bacino e nella piattaforma collocata sotto la grande coppa in bronzo realizzata dalla Fonderia dei Cantieri del Tirreno.
La fontana di De Ferrari è da sempre nella nostra memoria visiva ed emotiva, non sapremmo immaginare la sua assenza, se il gorgoglio delle sue acque tacesse sarebbe per noi un insolito silenzio.
È ormai nel nostro panorama e nel nostro cuore, tratto distintivo della Superba.

Eppure, ci fu un tempo in cui la piazza era attraversata da un festoso carosello di tram, c’erano persino le palme, quasi di fronte al Palazzo dell’Accademia.

E vi fu poi tempo in cui quella mirabile assenza era visibile e reale, la fontana dei genovesi non c’era ancora.

E poi, nella primavera del 1936, la fontana divenne un’entusiasmante novità.
Nell’aprile di quell’anno, sulle pagine del quotidiano Il Lavoro, uscirono diversi articoli a proposito della fontana e della sua realizzazione, furono forniti ampi dettagli sulle opere idrauliche necessarie e sugli impianti di illuminazione definiti innovativi e originali.
Le luci a colori naturali, come si legge su Il Lavoro del 14 Aprile, si ottenevano con “fari immersi in acqua e contenenti tubi luminescenti a vapori metallici, di sodio e mercurio”, in un moderno gioco di luci bianche e dorate.

Il 24 Aprile viene poi data notizia del trasporto dell’imponente vasca di bronzo che ha un diametro di 11 metri e pesa 25 tonnellate.
A Calata delle Grazie la coppa venne deposta su un carro per affusto da cannone e poi, trainata da un trattore, fu condotta con tutte le cautele del caso verso Corso Aurelio Saffi, poi in Via Diaz e in Via Brigata Liguria.
Alle 22.40 fu infine trainata su per Via XX Settembre e tutto attorno c’era una folla di gente sopraggiunta ad assistere a questo spettacolo straordinario.
Queste le parole del cronista di Il Secolo XIX del 24 Aprile:

Tanta gente desiderosa di poter dire ai figli e ai nipotini – di qui a qualche anno – che loro c’erano, la sera che quella grande vasca venne messa al suo posto, e tu avessi visto, c’era gente così per le strade…

A tarda notte la vasca fu infine collocata nella sua sede.

La fontana fu inaugurata il 24 Maggio e in quell’occasione furono tantissimi i genovesi che ebbero l’idea di lanciare una monetina nella fontana.
Narrano le cronache che, a un mese dall’inaugurazione, durante la pulizia della fontana si trovarono ben 5.500 Lire che furono devolute in beneficenza.

Tra gli spruzzi d’acqua un’iscrizione rammenta colui che lasciò questa bella opera alla sua città.
In memoria di Erasmo Piaggio così si legge:

TENACE AFFETTO DI LIGURE
SUPERANDO IL DESTINO
ALLA SUA CITTA’ DONAVA
XXIV-V-MCMXXXVI

Da quel giorno lontano la fontana di De Ferrari ha cambiato aspetto.
È infatti un’innovazione degli ultimi decenni l’aggiunta dei getti che dall’esterno si riversano verso l’interno.
È una fontana molto moderna e suggestiva ma vi confesso che io ho un moto di spontaneo affetto per la fontana alla vecchia maniera.
Io l’ho vista, io la ricordo, come molti di noi.
Le nuove generazioni conoscono soltanto la fontana come è ora e a volte mi pare proprio strano!

In seguito sono stati aggiunti anche dei getti laterali e così ora zampilla l’acqua cristallina.

E poi a volte viene ravvivata da giochi di luce e di colore e viene naturale domandarsi se sarebbe piaciuta a colui che la donò e a quei genovesi del 1936.

È il dono di un figlio di Genova innamorato della sua città e a lei legato da un tenace affetto di ligure.

15 pensieri riguardo “La fontana di Piazza De Ferrari

  1. anche io la ricordo com’era un tempo, ed è proprio vero che se capita di trovarla spenta sentiamo che manca qualcosa. Buona settimana a tutti

  2. E per me è stata un punto di riferimento quando il giorno 11 marzo 2024 ho visitato Genova per 6 giorni.Da li prendevo tutte le direzioni.In quei giorni al Carlo Felice si esibiva la grande Opera: Beatrice di Tenda”ma la sola ohimè son’io”mi voltai e vidi la fontana più radiosa che mai.Grazie Dear Miss vedo che hai scritto tanta belle cose,che dico:bellissime cose! Mauro all’infinito

    1. Grazie carissimo, sono felice che ormai Genova la ricordi con i tuoi occhi ed è cara anche a te.
      Piazza De Ferrari è proprio il cuore della Superba, per davvero.
      Un caro abbraccio, Mauro, grazie!

  3. Direi che in questo caso i cambiamenti hanno valorizzato la piazza, difficile immaginarla senza la fontana anche per chi la conosce solo attraverso i tuoi racconti e le tue foto. Bacioni!

  4. Miss, certamente, il carosello dei tram era molto meno decorativo… nel 1966, quand’ero soldato, la Piazza era deturpata da una recinzione che nascondeva malamente i ruderi del Carlo Felice, ma lei metteva allegria… meriterebbe un nome proprio: “Fontana di Piazza De Ferrari”, mi pare riduttivo…

    1. Beh, in qualche modo quello è il suo nome, se la chiamassero in modo diverso non credo che mi ci adatterei. Che ricordi i tuoi, davvero un mondo diverso. Grazie caro, buon pomeriggio a te!

  5. lo so, ormai è tardi per attribuirle un nome ufficiale… però uno “affettuoso”, visto che è diventata così importante in questi quasi 90 anni, avreste potuto darglielo…

  6. È la volta che faccio il bagno a Deferrari!”era una sorta di voto laico ogni qual volta si aspettava un avvenimento insperabile… può sembrare incivile ma in fondo è una sorta di immersione nel cuore della città che celebra le grandi gioie e in questi momenti lo zampillo è sempre stato bello alto, quasi benedicente la folla dei festanti.

    Ricordo invece quanto fosse bassa la colonna d’acqua ,quasi a simboleggiare lo sgomento della folla, durante i funerali di Guido Rossa

    1. Io non l’ho mai fatto il bagno nella fontana, però è vero, è un modo di dire molto diffuso.
      E il tuo ricordo su quella giornata triste mi ha commosso.
      Grazie Eliana, buona giornata a te.

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