L’arte del ricamo è sublime esercizio di pazienza, un lavoro manuale carico di splendida aspettativa, sensazione ben nota a tutti coloro che si dilettano con questo antico passatempo che è una delle mie passioni.
L’arte del ricamo si apprende con costanza e con la consapevolezza che bisogna sempre prestare la dovuta attenzione al lavoro che emerge dalla tela.
E le ragazze ritratte dal fotografo genovese Conteri certo conoscevano tutti i segreti per un retro perfetto e per un ricamo armonioso, loro saranno state anche abili nel punto intaglio.
Ecco la tela candida tesa sul tamburello, il filo tirato nella maniera giusta e la grazia dei gesti.
E poi quanta intensità si coglie in certi sguardi, a volte.
La giovane suora ha una vivida luce negli occhi, è una ragazza giovane ma appare così salda e determinata.
L’abito di lei comprende anche un copricapo particolare e so che era proprio delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, queste religiose venivano anche dette Suore Cappellone e penso così di poter presumere che anche questa giovane appartenesse a questo ordine religioso.
Su un ampio telaio sbocciavano fiori e si aprivano boccioli odorosi sapientemente ricamati da giovani mani pazienti.
Una fotografia per queste ragazze: un evento insolito, immagino.
E un po’ di timidezza, una sorta di incertezza e ancora il piglio sicuro di un’altra giovane suora.
L’arte del ricamo, in altri tempi, non era solo un piacevole diletto ma anche un patrimonio di conoscenze che si poteva mettere a frutto e che poteva divenire un mestiere.
Così si imparava a ricamare certo in tenera età.
Così si impreziosivano tessuti e lenzuola impalpabili, così si abbellivano fresche tende e tovagliette destinate ad essere custodite con vera cura.
Così, istante dopo istante, punto dopo punto, si esercitava l’arte antica del ricamo.