Improvvisando sulle note di Bach

Fabio Vernizzi è pianista, compositore e artista eclettico.
Ed è anche un caro amico, così oggi desidero lasciare spazio alle sue note e al suo talento ma voglio darvi anche qualche altro riferimento riguardo al suo percorso artistico.
Qui trovate il suo sito, qui la sua pagina Facebook e qui una mia intervista che riguarda il suo ultimo CD dal titolo Piano Quasi Solo.
E se non lo avete mai sentito suonare vi informo che il suo prossimo concerto si terrà giovedì 17 Dicembre alle ore 21 al Teatro di Vetro di Milano, qui ci sono tutti i dettagli.
E poi.
E poi la musica è creatività, ingegno, estro.
Se hai ingegno la musica è anche improvvisazione e chi ascolta resta semplicemente senza parole.
Fabio Vernizzi e la sua incredibile improvvisazione su una composizione di Bach, la Fuga in Do Minore dal Primo Libro del clavicembalo ben temperato.
Enjoy!

Piano quasi solo

Oggi questo spazio è dedicato alla musica e al talento di un artista genovese, lui si chiama Fabio Vernizzi, è pianista e compositore ed è un mio caro amico.
Da poco è uscito il suo nuovo CD, Piano quasi solo.
E così ho pensato di porre a Fabio qualche domanda, sarà lui a parlare di sé e a presentare la sua musica così originale e coinvolgente.
Per voi, Fabio Vernizzi e Piano quasi solo.

Tu e la musica, se dovessi raccontare chi sei quali parole useresti?

Non mi sono mai immaginato la mia vita senza musica, a volte provo anche a pensarci a cambiare lavoro, strada e vita ma credo che in ogni caso non potrei farne a meno, in qualche modo la musica ci sarebbe sempre e andrei a cercare un pianoforte.

Ognuno di noi ha i propri riti.
E per il Maestro Vernizzi qual è il luogo perfetto per comporre? E qual è l’ora del giorno che maggiormente ti ispira per dedicarti alla musica?

Non c’è un’ora in particolare, è l’entusiasmo a farti compiere il gesto creativo di comporre.
Il posto ideale sarebbe in cima a un monte, in uno studio completamente a vetri immerso nella natura con uno Steinway a coda.
In realtà mi capita di comporre in qualunque posto mi trovi.

Parlami del tuo nuovo CD, Piano quasi solo.

Il CD è la raccolta dei brani che eseguo in concerto per piano solo, chiaramente è la raccolta del momento, il piano solo è in continua evoluzione, non so se il prossimo anno sarà ancora così.
A parte una cover di Gismonti, i brani sono tutti miei e prevedono improvvisazioni ma sono composti con strutture vicine alle forme della musica classica.

I dodici brani del CD presentano sonorità diverse, alcuni sono struggenti e malinconici, altri allegri e vivaci.
In quale ti riconosci di più?

In questo momento della vita mi vedo nei brani allegri e vivaci ma sono tutte parti di me, pertanto alla fine mi riconosco in ognuno dei miei pezzi.

C’è anche un testo che accompagna il brano Ricordi.
Mi ha piacevolmente sorpresa questa armoniosa comunione di parole e note, mi racconti come è nata?

Dovevo in qualche modo giustificare il titolo Piano quasi solo per cui avevo previsto un assolo di una tromba, poi mi è venuta l’idea di provare a riempire lo spazio con delle parole invece che con uno strumento.
Ho chiesto a un amico poeta di scrivere un testo ma la sua poesia, per quanto bellissima, connotava troppo una precisa situazione mentre io pensavo a qualcosa di più onirico e musicale così come è il linguaggio stesso della musica e quindi ho provato a scrivere qualcosa io.
E così ho tentato di descrivere la malinconica emozione di un ricordo.

Piano quasi solo

Io ho assistito diverse volte ai tuoi concerti, chi osserva non sa immaginare cosa si provi e allora è proprio questa la domanda.
Tu, il pianoforte e il palcoscenico.
Quali sono le tue sensazioni?

All’inizio del concerto provo emozione ed agitazione, a poco a poco entro completamente nella musica, tendo ad isolarmi dal contesto e a suonare più profondamente possibile.

E tu che musica ami ascoltare?

Amo ascoltare musica che in qualche maniera mi trasmette qualcosa di nuovo, per me è essenziale che la musica abbia qualcosa di originale.
Credo che la musica colta e il jazz abbiano scavato così tanto che ai giorni nostri è difficile trovare qualcosa di innovativo, un bacino di originalità per noi europei è rappresentato dalla musica etnica e questo in qualche modo ci permette di ascoltare strumenti, sonorità e convenzioni per noi nuovi provenienti da ogni parte del mondo.

C’è un compositore che ti emoziona sempre e non smette mai di stupirti?

Ce ne sono veramente tanti per poter fare un elenco, io sono molto legato ai compositori ‘900 ed agli impressionisti francesi come Ravel e Debussy.
La musica strumentale in Italia è stata molto sottovalutata poiché siamo il paese del bel canto, ultimamente mi è capitato di lavorare su brani di Casella che trovo assolutamente geniali, purtroppo un certo tipo di mentalità post bellica ha ignorato grandi artisti come lui, come del resto è accaduto per il futurismo.

Genova e la musica.
Da genovese cosa ne pensi di come si suona in questa città? E come vorresti che fosse lo scenario musicale genovese?

Senza entrare nel luogo comune, peraltro vero, di Genova fucina di talenti non considerati dalla stessa città madre, credo che oggi il problema sia soprattutto italiano e non genovese, purtroppo il basso livello culturale medio rispetto per esempio a Francia, Germania, Belgio e Olanda fa sì che la richiesta di musica sia rivolta verso prodotti commerciali vicini a fenomeni di costume e non a contenuti artistici.
D’altronde considerando l’investimento di risorse nullo e i tagli alla cultura degli ultimi governi, la quasi assenza di un progetto educativo musicale nei programmi didattici delle scuole fa sì che il pubblico medio identifichi la musica solo nella canzone dell’ultimo vincitore del reality di turno.
Tornando a Genova: musica, dove?

E ancora Genova.
C’è un luogo, una strada, un angolo di questa città che ami in maniera particolare e che senti profondamente tuo?

Non c’è un luogo specifico che sento particolarmente mio c’è però un posto dove respiro la storia, il passato e il presente di Genova ed è Spianata Castelletto.

Un nuovo disco è un nuovo inizio, quali sono i tuoi progetti e i tuoi sogni nel cassetto?

A parte le numerose e diverse collaborazioni sto lavorando su due progetti, uno in particolare l’ho in mente da tanto ed è uno studio e la mia personale interpretazione di certe sonorità etniche che apprezzo.

La tua musica è estro, talento e fantasia.
E lascio a te l’ultima parola, che cos’è il talento per Fabio Vernizzi?

Il talento è capacità di comunicare attraverso la forma d’arte che hai scelto per esprimerti.

La musica è estro e fantasia e talento e nei brani di Fabio troverete tutto questo.
Qui trovate il suo sito, qui la sua pagina facebook e vi lascio all’ascolto delle sue note, Piano quasi solo.

Parole Spalancate

Nessuno può conoscermi
come tu mi conosci

Gli occhi tuoi dove dormiamo
Tutti e due
Alle mie luci d’uomo han dato sorte
Migliore che alle notti della terra

Gli occhi tuoi dove viaggio
han dato ai gesti delle strade  un senso
separato dal mondo

Che cos’è per voi la poesia?
Per me è l’espressione universale del sentire, svincolata dal tempo e rapportata alla propria esperienza.
E’ la parola tanto ricercata, spesso non trovata dentro di sé.
E’ la parola scritta da chi sa esprimere ciò che anche noi proviamo, ma che non abbiamo saputo dire in maniera compiuta.

Il vinattiere ti versava un poco
d’Inferno. E tu: “Devo berlo? Non basta
esserci stati dentro a lento fuoco?”

La poesia a volte è un sorriso amaro, ed è il tuo sorriso.

non saprei scriverla più, per te, una lettera infinita, sopra
fogli di scuola,
con rigatura regolare, con fregi a matita rosso e blu, con festoni
di cuori e fiori

La poesia ti fa riflettere, ti ribalta le prospettive.
La poesia ti pone delle domande e sei tu a dover trovare le tue risposte.

Non so se il mare
fabbrichi le onde
oppure le subisca
non so se
io sia
il pensatore

o un pensiero a caso
E in questi giorni
d’abbagliante noia estiva

c’è sempre un grido lontano
che rimbalza
di scoglio in scoglio

Ho riportato qui alcuni versi, e sono certa che avrete sentito vostre alcune parole.
Nell’ordine, questi gli autori: Paul Eluard, Eugenio Montale, Edoardo Sanguineti e Claudio Pozzani.
Quest’ultimo è un poeta contemporaneo, molto noto ed attivo sulla scena culturale genovese ed internazionale.
E Genova, grazie a Claudio Pozzani, direttore di Parole Spalancate, il Festival Internazionale di Poesia, ogni giugno si veste di vita, la vita della poesia.
La manifestazione, giunta quest’anno alla sua diciottesima edizione, aprirà i battenti giovedì 7 di Giugno e si protrarrà fino a domenica 17 Giugno.
Il Festival offre molteplici occasioni di incontro con il mondo della poesia, proponendo oltre novanta eventi gratuiti a chi desidera lasciarsi guidare nell’universo poetico che va in scena nei cortili e nei saloni di Palazzo Ducale.
E’ un evento che richiama sempre a Genova numerosi spettatori, grazie alle particolari rappresentazioni che si susseguono numerose e alla folta rappresentanza di poeti, provenienti da ogni parte del mondo, che intervengono alla manifestazione.
E gli scenari sono sempre suggestivi.
Genova è una città che si presta alla poesia ed ogni 16 Giugno, nei vicoli, si svolge un evento particolare, il Bloomsday.
La giornata di Leopold Bloom, che nell’Ulisse di Joyce si svolge a Dublino, viene proposta nel dedalo dei nostri caruggi.
Incontrerete Molly e Leopold, e sarà un’esperienza fuori dal comune.
Genova e la poesia.
La Genova di Paul Valéry, al centro dello spettacolo Da Valéry a Brassens: la Nuit de Gênes – Un viaggio in poesia e canzoni da Sète e Genova, un reading concerto che vedrà in scena il poeta Claudio Pozzani, il pianista Fabio Vernizzi, Claudia Pastorino e  Marie Antonazzo, protagonisti saranno i versi di Valéry, ma anche quelli dei più grandi poeti italiani, da Sbarbaro a Campana, nonché le musiche dei nostri  amati cantautori, da De Andrè a Tenco.
La Genova di Giorgio Caproni, con la mostra di fotografie di Patrizia Traverso accompagnate dai testi di Luigi Surdich.
Sapete, Surdich insegnava Letteratura Italiana all’Università e cosa faceva una certa studentessa a quel tempo?
Pur essendo iscritta ad un altro corso, io seguivo le sue lezioni ed anche quelle di Edoardo Sanguineti, passavo delle mattinate ad ascoltarli e a prendere appunti per esami che non erano neppure parte del mio piano di studi, del resto come avrei potuto perdermeli?
Genova, la poesia e il mondo.
L’ apertura del Festival sarà dedicata alla poetessa Wislawa Szymborska, Premio Nobel per la Letteratura nel 1996, con un omaggio che avrà la voce dell’attrice  Licia Maglietta, nota interprete di Pane e Tulipani e di  Agata e la Tempesta, accompagnata al piano da Angela Annese.
La poesia, il mondo e la musica e lo spettacolo Chelsea Hotel, lo scenario è  il famoso albergo presso il quale sono passati i miti del rock, della letteratura, della poesia e dell’arte,  si narreranno aneddoti e si canteranno canzoni che sono ormai nel cuore di tutti.
La poesia, il mondo e le sue voci.
Quante sono le voci della poesia?
Molte e tutte diverse.
Ci saranno omaggi a Tabucchi e a Pessoa, a Pasolini e a Pascoli.
Al festival potrete incontrare  Naseem Shafaj, poetessa del Kashmir, José Fernandez, poeta e musicista venezuelano, l’argentino Juan Gelman,   la cantante indigena Mariela Condo, i francesi Laurent Colomb e Jacques Rebotier, il poeta inglese Kenneth White.
Sono solo alcuni nomi, impossibile citare tutti coloro che interverranno, ma questa è un occasione di incontro,  la possibilità di  ascoltare quelle tante voci, le voci della poesia, per lasciarvi guidare consultate il calendario dettagliato degli eventi, potete trovarlo qui.
Undici giorni di inizio estate, undici giorni di poesia.
Che ne siate consapevoli oppure no, la poesia è parte della vostra vita.
E’ la parola che vi mancava, è la sensazione che avete perduto, è l’espressione di qualcosa che è parte di voi.
Che altro è la poesia?
La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede sia interiore e personale, ma che il lettore riconosce come proprio. (Salvatore Quasimodo).

Maya, un viaggio tra le note

Quando non sai cos’è, allora è jazz.
E’ una delle frasi più belle e più note di Alessandro Baricco, tratta da Novecento.
Quando non sai cos’è, allora è jazz.
Quando le dita scivolano sulla tastiera del pianoforte e portano a sonorità sorprendenti.
Quando ascolti lo stesso brano, eseguito in circostanze diverse ed ogni volta ti sembra differente, perché chi lo suona cambia il ritmo, gioca con i tasti, con quella concatenazione di note che compongono il pezzo.
Quando guardi il pianista e gli altri musicisti e ti accorgi che in quell’esatto istante loro stanno in un altro mondo, in una dimensione tutta loro e ti senti già fortunata perché in parte la rendono accessibile anche a te, facendoti ascoltare la loro musica.
Quando non sai cos’è, allora è jazz.
Quando la musica diventa veicolo di espressione del proprio sentire e riesce a toccare e a coinvolgere l’ascoltatore.
Quando la musica non è solo jazz, ma anche molto altro, quando la musica trascina ed ha forte personalità.
Lui è un pianista genovese, un mio caro amico, e  il suo nome è Fabio Vernizzi.
Raffinato compositore e musicista di formazione classica, Fabio ama le sperimentazioni e le contaminazioni, e la sua musica è un viaggio tra le note.
Un viaggio tra i ritmi e i suoni, tra le emozioni che certa  musica sa suscitare.
Ed è jazz e sono assoli di pianoforte, e sono echi di tanghi argentini, accenti folk e suggestioni irlandesi.
Un viaggio tra le note.
La musica è un’avventura senza confini, è la ricerca di un’emozione e l’espressione del proprio estro.
E la musica di Fabio è romantica e coinvolgente, ha un suo stile ben definito e riconoscibile.
E molti sono i compagni di viaggio di Fabio.
Tra questi, Claudio Pozzani, poeta e direttore del Festival di Poesia di Genova che, come ogni anno, si svolgerà nel mese di giugno e che vedrà ancora  insieme Vernizzi e Pozzani incantare il pubblico nella splendida cornice di Palazzo Ducale.
L’incontro tra questi due artisti è un connubio di note e versi portati in scena in Italia e all’estero, in molti Festival di rilevanza internazionale.
Fabio collabora inoltre con Roberta Alloisio, vincitrice della Targa Tenco 2011 quale interprete di Janua, disco per il quale Fabio ha composto otto brani e arrangiato  tutte le musiche e che recentemente è stato premiato come miglior album dalla giuria del  Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale italiana.
E poi, se dovesse capitarvi di assistere ad un concerto dei Birkin Tree, band italiana di musica irlandese che si esibisce regolarmente in Irlanda, sappiate che con loro sul palco, al pianoforte, potreste trovare anche Fabio, suona spesso con questo gruppo, con il quale ha inciso il cd Virginia, per il quale è stato compositore ed arraggiatore.
Quando non sai cos’è, allora è jazz.
Quando ascolti, osservi e ti accorgi che il pianista è innamorato della sua musica, dei suoi suoni, del ritmo che fluisce dal movimento delle sue dita.
Uscirà presto un nuovo CD di Fabio e sicuramente lui andrà in giro per l’Italia per presentarlo, se capiterà dalle vostre parti, non perdete l’occasione di andare a sentirlo.
La musica, il viaggio più emozionante.
Per voi, dal palco del Teatro della Tosse di Genova,  Fabio Vernizzi accompagnato da Riccardo Barbera, Marco Fadda, Roberto Izzo e Mario Arcari, esegue Maya, brano che dà il titolo al suo primo CD.
Un viaggio tra le note di un pianista di grande talento.