Questa è la storia di un ragazzo talentuoso, della sua famiglia e di un tragico destino.
Un angelo accudisce e consola, con un bacio dolcissimo tenta così di lenire un dolore indimenticabile: la sua mano si posa delicata sui capelli della giovane donna che volge lo sguardo verso il cielo.
Questo è il monumento della famiglia Balestrino e qui dorme il suo sonno eterno un ragazzo troppo presto strappato alla vita.
Brillante, studioso, dotato di mirabile ingegno e di estro artistico Gian Raffaele Balestrino era un enfant prodige e fu pianista e direttore d’orchestra del Carlo Felice.
Gian Raffaele, inoltre, era anche un giovane semplicemente amante della vita e delle sue bellezze ma il suo destino amaro non gli diede scampo.
Infatti, in un giorno di luglio del 1896, mentre si trovava in una villa di famiglia a Quarto, Gian Raffaele decise, senza dir nulla a nessuno, di andare a fare una remata in barca in compagnia del suo cameriere che era un suo coetaneo.
Il segreto su quella ragazzata fu mantenuto ma il giovane aveva preso freddo e così si ammalò senza che se ne conoscesse la causa.
La gita in mare ebbe infine un esito fatale per lui: Gian Raffaele si aggravò in fretta e la polmonite pose fine alla sua breve vita in appena 5 giorni.
E la musica eterna pare ancora risuonare nel luogo dove egli riposa.
Un ragazzo di appena vent’anni rimasto per sempre nel cuore di coloro che lo amavano.
Il monumento funebre della famiglia Balestrino si trova nel Porticato Semicircolare del Cimitero Monumentale di Staglieno, la scultura è opera di Francesco Fasce che la ultimò nell’anno 1900.
La tragica figura dolente posta sul sepolcro ha le fattezze di Carlotta Bozzano, madre del giovane defunto.
Lei tiene la sua mano sullo stemma di famiglia.
E ha una grazia perfetta nei tratti e nella postura.
Carlotta era figlia di Pietro Raffaele Bozzano, stimato comandante genovese.
Anch’egli riposa a Staglieno in questa tomba sita nel porticato inferiore.
Per molti anni Bozzano fece fiorenti commerci con il Sud America, la sua nave approdava a Buenos Aires o a Montevideo e il suo nome era noto ai liguri della Boca e a coloro che dalla Liguria erano andati laggiù in cerca di fortuna.
Quegli emigrati, lontani dalla loro terra, erano soliti affidare a Pietro Raffaele Bozzano i loro risparmi e il loro oro in modo che il valente comandante, al suo ritorno in Italia, potesse consegnare questi beni alle mogli o ai parenti rimasti in patria.
Riponevano in lui una fiducia che, con evidenza, egli si era meritato.
Ritornando al Monumento Balestrino qui riposano anche i genitori di Gian Raffaele, nella foto che segue si notato i visi della madre Carlotta e del padre Carlo.
Carlo Balestrino nacque nel 1840 e fu un uomo di successo dal grande intuito imprenditoriale nell’industria e nel commercio.
Fu banchiere e socio della Banca Kelly Balestrino & C, operoso ed instancabile figura spesso come promotore di molte iniziative industriali.
Con Raffaele De Ferrari Duca di Galliera, Nicolò Bruno e Antonio Bigio fondò la Società dell’Acquedotto De Ferrari Galliera, fu presidente della Società dei Docks vinicoli e anche della Società Ligure di Elettricità.
Fu censore genovese della Banca d’Italia e diplomatico e console di Costa Rica, Bolivia, Guatemala, Haiti, Serbia e Messico.
Per i suoi meriti e per i suoi successi Carlo Balestrino ottenne gradi ed onorificenze.
Lasciò questo mondo nel 1915, portando con sé il suo dolore mai sopito per quell’unico figlio perduto, Carlotta morì invece due anni dopo, nel 1917.
Sulla parete opposta ecco poi altri due volti nei quali si riconoscono i nonni dello sfortunato Gian Raffaele: sono Giovanni Balestrino e la moglie Carlotta Carrara morta colera all’età di 47 anni nel 1847.
L’angelo dalle fattezze acerbe custodisce e protegge il sonno dei membri di questa famiglia, altri ancora oltre a quelli da me citati riposano in questo luogo.
Il candore del marmo restituisce un senso di vera armonia che doveva essere caro al giovane pianista.
Boccioli odorosi sono posti tra le corde dello strumento e vicino allo spartito.
Gian Raffaele era nel fiore della sua bella gioventù che venne così prematuramente spezzata.
L’ho immaginato mentre le sue dita svelte correvano sul pianoforte o mentre rideva felice durante la sua gita in mare.
Il magnifico monumento ha recentemente riacquistato il suo originario splendore grazie all’accurato restauro effettuato dalla restauratrice Emilia Bruzzo che è anche una mia cara amica.
Ringrazio di cuore la Professoressa Maria Clotilde Giuliani Balestrino, discendente della famiglia e committente del restauro.
La Professoressa mi ha aperto la porta della sua casa con grande generosità e mi ha dedicato il suo tempo raccontandomi le vicende che avete letto e permettendomi così di comprendere il senso dell’opera di Francesco Fasce e la dolcezza infinita di quella figura femminile che custodisce il sepolcro.
La memoria rimane, nei ricordi e incisa sul marmo.
Nel Porticato Semicircolare dove un angelo gentile veglia sull’eterno sonno di Gian Raffaele Balestrino e dei suoi famigliari.