Nel passato di Spianata Castelletto

Ritornando nel passato di Spianata Castelletto potrebbe davvero capitare di trovarsi, ad un tratto, come disorientati in un luogo noto e sempre frequentato.
Io in questo quartiere ci sono cresciuta ma ha suscitato in me un certo stupore questo scorcio che scopriremo insieme, osserveremo i dettagli di una mia bella cartolina nella quale si vede quella che oggi è nota come Piazza Goffredo Villa e che un tempo era denominata Spianata Castelletto.
Tic tac, tic tac, saliamo sulla macchina del tempo e finiamo così in questo straordinario passato nel quale si intravede, in lontananza, l’imbocco di Corso Carbonara.
L’edificio che si nota lì all’inizio sembrerebbe essere l’ormai demolito Monastero della Santissima Incarnazione o delle Monache Turchine di sotto che fu demolito negli anni ‘60.

La tenda scostata di un negozio invita la clientela ad entrare.
Nella nostra epoca questi locali hanno sempre ospitato una panetteria e anche se l’insegna sulla cartolina non è del tutto visibile io credo che già allora da quel negozio uscissero i profumi fragranti del pane e della focaccia.

Ecco poi alcuni gentiluomini impegnati in un’interessante conversazione nei pressi di una bella aiuola.
E si nota la raffinatezza del palo della pubblica illuminazione, dietro al fitto delle piante pare che ci sia una specie di chiosco.

La vita scorre dolcemente, in Spianata Castelletto, il suo ritmo è così scandito dal suono delle ruote dei carretti.
Là, sullo sfondo, spicca la bella insegna della Farmacia che si trovava dove ai nostri tempi c’è la tabaccheria.

Era un tempo diverso e osservando questa parte del mio quartiere, con la sua luce e i suoi colori, pare ancora oggi di rivedere tutto ciò che è stato e che oggi non è più.

Tutto resta, in qualche maniera, come una memoria vissuta di ciò che eravamo.
È il nostro passato nel quale mi piace ritornare, con una certa commossa partecipazione, per ritrovare quella che un tempo era la nostra Spianata Castelletto.

Numeri antichi in Vico Casana

A volte, camminando per le strade di Genova, a me capita ormai di osservare in maniera diversa anche alcuni dettagli che ad altri potrebbero apparire insignificanti.
E così è accaduto in una giornata qualunque, percorrendo la nostra Vico Casana e non ero davvero in cerca di nulla, semplicemente passavo da quelle parti.

Ad un tratto il mio sguardo ha trovato certi numeri panciuti, quel cinque con quegli arzigogoli a mio parere ha tutto il fascino del bel tempo andato, non so dirvi proprio a quando risalga ma mi sembra davvero diverso dai nostri stilizzati numeri civici.

Ho guardato meglio e ho notato che, nella parte alta di Vico Casana, sono diversi i numeri a mio parere risalenti ad epoche distanti e allora, incuriosita da questi civici di attività commerciali, una volta venuta casa ho fatto un viaggio nel passato con l’aiuto dell’Annuario Genovese del Signor Regina del lontano 1902.
Ed eccoci a far compere in Vico Casana, amici!
E cosa troviamo al numero 55 rosso della foto precedente e al vicino 53 rosso?
Un negozio con delle vetrine di certo invitanti, è la fornita Rosticceria Tagliolo e Fossati che vende pregiate delizie molto gradite ai genovesi.

Proseguendo ancora ci troviamo davanti ad un altro negozio imperdibile, vedete che sulla soglia c’è il proprietario che ci saluta con cordialità?
È il Signor Lorenzo Caroti e qui vende i suoi ottimi vini toscani.

Non distante ecco ancora la polleria di Domenico Parodi, questi commercianti di Vico Casana secondo me si conoscevano tutti e il loro era un mondo piccolo ma infinitamente armonioso.

Così si andava a far la spesa in quel principio di secolo e così abbiamo fatto anche noi percorrendo questa amata strada genovese e osservando semplicemente certi numeri civici con occhi diversi.

Questa era la nostra Vico Casana, così brulicante di vita in quel 1902, sotto il cielo chiaro di Genova.

Piazzetta Merli: il cielo di Maria Calcagno

Piazzetta Merli si trova nei nostri caruggi, è una piazzetta modesta ma a suo modo gloriosa, non fosse altro che per il fatto che è uno dei posti dove si ammira una straordinaria geometria di cielo.
E questa piazzetta, in un tempo passato che non so precisamente stabilire, appartenne alla Signora Maria Calcagno.
Ora, sei hai una piazzetta intera cosa mai ne potrai fare?
Io ci ho pensato, la mia anima romantica mi suggerisce che la Signora Calcagno avesse lì un prezioso angolo fiorito da lei curato con tanto amore.
E poi, nelle calde giornate di primavera, immagino la Signora Calcagno comodamente seduta al centro della sua piazzetta a godersi lo spettacolo del cielo.

Tuttavia è anche molto probabile che la nostra Signora Maria fosse una donna con un certo senso pratico e che quindi sia stata brava a far fruttare questa sua proprietà nel cuore del centro storico.
Tra l’altro so per certo che qui, nel lontano 1902, c’erano una fabbrica di mobili e un bel negozio di crini e tappeti, l’ho letto naturalmente sulla mia fidata Guida Pagano di quell’anno.

E d’altra parte la nostra piazzetta si trova nei pressi di Via Luccoli, nel cuore della città vecchia con i suoi bei negozi, poco distante c’era anche la leggendaria confetteria di Giacomo Vattione, a proposito di quelle bontà forse la Signora Calcagno avrebbe potuto raccontarci qualcosa!

E non dimentichiamo che a partire dal 1913 proprio di fronte a Piazzetta Merli aprirà la Cremeria Buonafede che ancora delizia i palati dei genovesi con la sua magnifica panna.

Non so dirvi molto sulla Signora Maria Calcagno, però io l’ho immaginata e sono certa che ai suoi tempi qui tutti la conoscessero bene: d’altra parte era la proprietaria della piazzetta!
E ancora oggi, in questo tempo che non le appartiene, è rimasta una traccia ben visibile del suo passaggio: quando passate in Piazzetta Merli guardate a terra.

Una targa di marmo ancora ricorda l’antica proprietaria di questo luogo e così si legge: Piazzetta Privata di Maria Calcagno fu Bernardo.

E così quando vi trovate da queste parti un pensiero vada anche a lei, il suo nome è indissolubilmente legato a questo posto.
E non scordate di alzare lo sguardo: questo è il blu su Piazzetta Merli, questo è il cielo di Maria Calcagno.

Camminando nel passato di Quinto: la magnifica polleria del Signor Ivaldi

Ritornando ancora nel passato andiamo a far due spese dal Signor Ivaldi, proprietario di una bella polleria in Via Gianelli, davanti al mare di Quinto, nel levante di Genova.
Qualità, unicità e riconoscibilità sono di certo alcune delle cose che possono fare la differenza per un’attività di successo e questo il Signor Ivaldi doveva saperlo molto bene, infatti il suo negozio era già facilmente riconoscibile dall’esterno.
Ancora oggi è facile intuire che qui un tempo c’era una polleria, sul negozio Signor Ivaldi spicca la sagoma di un tacchino.

E poi sulla sinistra ecco un gallo.

E ancora, altre inequivocabili indizi.

Ho trovato il nome del Signor Ivaldi sulla Guida Pagano del 1926 e a dire la verità posso dirvi che all’epoca c’erano diversi Ivaldi che si occupavano del commercio di pollame, ad esempio c’erano una polleria Ivaldi in Via del Campo, una in Canneto il Lungo e una in Vico Dritto di Ponticello ma non so proprio dirvi se sia una coincidenza o se tutti i titolari avessero tra loro qualche grado di parentela.
I fortunati abitanti di Quinto potevano servirsi qui, nel negozio di Via Gianelli.

E quando mi sono soffermata a fare queste fotografie ho notato che ai tempi nostri qui si trova un negozio di rosticceria e gastronomia.
E tra me e me ho pensato che, oltre cento anni dopo, in fondo il locale in qualche modo ha mantenuto la sua vocazione e credo che il Signor Ivaldi medesimo ne sarà contento!

Questa decorazione così dettagliata e minuziosamente curata è molto particolare, al momento andando a memoria non mi pare di ricordarne altre simili a questa.

Ed è un grande valore che si sia conservata così perfettamente, restituisce l’immagine del tessuto commerciale di un mondo che non abbiamo veduto.

E così, quando vi trovate dalle parti di Quinto ricordatevi di andare ad ammirare la magnifica polleria del Signor Ivaldi.

Nel passato di Via Luccoli: la favolosa confetteria di Giacomo Vattione

Ritornando ancora nel passato ci troveremo a passeggiare nella nostra Via Luccoli, una strada che si distingue per le sue eleganti vetrine di mode e confezioni, i negozi di sete e le gioiellerie.
È piacevole camminare in questa via così ampia e spaziosa, spesso accarezzata dal sole radioso: come noi la percorse in altri anni un intraprendente giovane di nome Giacomo Vattione.

Giacomo è pasticciere, confettiere e droghiere, il suo negozio si trova proprio in Via Luccoli ma prima di lui qui esercitava questa dolcissima arte il Signor Oliveri, presente come pasticciere sul Lunario Genovese del 1882.
Nel 1887, invece, ecco che il negozio diviene del pasticciere Eugenio Novaro e, in base alle mie ricerche, penso di poter ipotizzare che in qualche modo tra Novaro e Vattione ci fosse un parentela, è solo una mia supposizione ma credo che sia piuttosto fondata.
Nel Lunario del 1894 ecco quindi il nostro Giacomo Vattione che risulta nell’elenco dei confettieri e pasticcieri genovesi, in Via Luccoli 11 rosso, è ancora presente nello stesso luogo anche nel 1902.

Ora, tornando ai giorni nostri vorrei svelarvi quale mia fantasiosa intuizione mi abbia condotto sulle tracce del nostro Giacomo.
Tempo fa, camminando in Via Luccoli, la mia attenzione è stata attirata dai fregi marmorei che decorano questo antico negozio.
A volte mi pare di vivere in epoche diverse nel medesimo istante, a volte ho solo bisogno di leggere in un vecchio libro che ciò che io immagino è stato davvero reale.

E sebbene abbia uno stile più semplice e modesto, a mio parere il negozio di Via Luccoli ricorda molto la celebre confetteria genovese di Romanengo sita nella vicina Soziglia.

Sono ricche e fastose le sculture che abbelliscono Romanengo con un’abbondanza di fiori, frutti e foglie.

Anche in Via Luccoli ci sono dolci frutti e petali odorosi che richiamano quell’antica dolcezza e l’arte sublime dei confettieri.
L’ho immaginato ma avevo bisogno di una conferma e così, con pazienza ed entusiasmo, ho consultato tutte le mie vecchie guide genovesi e i lunari dei passato e ho così scoperto le vicende di questa pasticceria.

E allora, signore e signori, varchiamo insieme la soglia di questo magnifico negozio, Giacomo Vattione ci attende affabile e sorridente dietro al suo bancone.
E mi piace immaginare le confezioni di confetti chiuse da lucidi nastri, i vasi di vetro colmi di bonbon e i vassoi con i cioccolatini e le paste alla crema, i pandolci e chissà quali altre bontà!

Certo, la concorrenza, è forte e di gran pregio.
Le delizie del nostro Giacomo saranno state belle ed invitanti come quelle di Romanengo?

Dolci di Romanengo

Di preciso il nostro esercitò la sua arte sublime per molti diversi anni, ad un certo punto, nel 1912, il negozio di Giacomo Vattione risulta in Piazza delle Vigne, esattamente in questo esercizio commerciale.

Pasticcere, droghiere e confettiere, un uomo che con i suoi pacchetti regalava sorrisi a grandi e piccini, di questo sono più che certa.
Inoltre va ricordato che sui lunari del passato risulta anche un certo Francesco Vattione, droghiere in Piazza Paolo da Novi, anche in questo caso non c’è alcuna certezza ma credo che si possa nuovamente presumere una parentela con Giacomo.
La frutta matura e deliziosa ancora abbellisce il negozio di Via Luccoli.

È simbolo di abbondanza e di dolcezza, io non so dirvi chi sia stato il primo pasticcere ad avere l’idea di questa raffinata decorazione ma di certo restituisce una certa idea di bellezza e armonia.
Nel 1922 il negozio di Via Luccoli si trova ancora nell’elenco dei Pasticceri e Confettieri e risulta del Fratelli Vattione.

Nel 1926 i Fratelli Vattione sono ancora indicati tra i Confettieri e i Droghieri.
Profumo di zucchero, di cannella, dolcezza di cacao e di vaniglia.

Purtroppo non possiedo una collezione completa di annuari e lunari e così non so dirvi in quale anno la gloriosa pasticceria abbia cessato la sua attività, so però dirvi che nel 1937 qui c’era un negozio di scarpe, in seguito fino ai giorni nostri il locale ha ospitato diverse differenti attività.
Il mondo cambia e con esso mutano anche le nostre vie, per me riscoprire una piccola traccia e poi seguire il filo di una storia è sempre un’emozione impareggiabile.
Quando passate in Via Luccoli, alzate lo sguardo verso questo negozio, come bambini che si incantano davanti alla vetrina di una bella pasticceria: qui c’era un tempo il favoloso negozio di Giacomo Vattione.

I favolosi canditi di Francesco Segalerba

Ritornando a camminare nel passato della Superba nei giorni di dicembre anche noi ci troveremmo, insieme a molti altri genovesi, pazientemente in coda in attesa del nostro turno in un magnifico negozio del centro: tutti vogliono acquistare le dolci delizie del Signor Francesco Segalerba.

Dettaglio da cartolina pubblicitaria di mia proprietà

I suoi canditi sono celebri e rinomati, la fama della loro bontà ha di gran lunga travalicato i confini nazionali e le sue delizie giungono sulle tavole dei sovrani d’Europa.
Fortunati i genovesi che possono recarsi a De Ferrari e dopo aver rimirato le ricche vetrine possono quindi scegliere ciò che preferiscono!

Tratto dal Lunario del Signor Regina del 1890 (volume di mia proprietà)

C’è un’ampia varietà di dolciumi e marmellate, gelatine di frutta e deliziosi bon bon, non mancano il pandolce e i biscotti di Genova, i biscotti Meliga e Margherita.
E poi qui si trovano liquori e vini raffinati per il brindisi e per le cene speciali.

Tratto dal Lunario del Signor Regina del 1890 (volume di mia proprietà)

Francesco Segalerba, fornitore della Real Casa, nel corso degli anni si conquistò molti diversi riconoscimenti, il suo buon nome e la qualità del suo lavoro ebbero così la meritata ricompensa.
E per voi riporto precisamente quanto è scritto sul Lunario del Signor Regina del 1890, Segalerba fu onorato da S.E. il Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio con Medaglia d’Oro di Prima Classe. Distinto a tutte le Esposizioni Nazionali e Mondiali con le prime ricompense – Medaglia d’Oro, Torino 1884 – Medaglia d’Oro e Diploma d’Onore Esposizione Anversa 1885 – Medaglia d’Oro Liverpool 1886 – Diploma Onore con Stella Esposizione Colonia 1889.
E insomma, alla luce di tutti questi scintillanti premi, potete vagamente figurarvi quanto fossero deliziose le bontà del Signor Segalerba?

Tratto dal Lunario del Signor Regina del 1892 (volume di mia proprietà)

Di certo i suoi pregiati canditi non sfiguravano rispetto a quelli del suo diretto concorrente, il confettiere Romanengo le cui delizie ancora si possono acquistare nel bel negozio di Soziglia.

Canditi di Romanengo

Sfogliando le guide del passato si possono seguire le tracce della fiorente attività dello stabilimento di Francesco Segalerba, fondato nel lontano 1872.
Il negozio, come detto, era nella centralissima Piazza De Ferrari, il laboratorio risulta nell’anno 1902 in Piazza Cipro e in seguito lo si troverà in Via Paolo Giacometti.
E così immaginate le scatole e le confezioni regalo con i bonbon, i vasi ricolmi di ottima mostarda e i colori lucidi della frutta candita che sarà stata di certo invitante come quella che vediamo nella vetrina di Profumo.

Canditi di Profumo

Infine nel mio vagare per mercatini ho avuto anche la fortuna di trovare una cartolina commerciale risalente agli anni ‘50, la cartolina è viaggiata ma io ho rimosso il nome e l’indirizzo del destinatario.

Nel logo ecco riportati i blasonati premi ricevuti.

È la giusta fierezza della propria professionalità e dell’etica del proprio lavoro che ebbe appunto i giusti riconoscimenti.

Sbuffano le ciminiere dello stabilimento di Francesco Segalerba, un aroma di zucchero e di dolce doveva diffondersi gradevolmente nell’aria e tutto attorno doveva esserci un vivace viavai.
Lo stabilimento, come si nota, è circondato da quella frutta con la quale Francesco Segalerba seppe fare la sua fortuna.
Nel tempo del Natale e delle feste quei dolci e quei favolosi canditi rallegrarono le tavole dei genovesi, vere raffinatezze di antica tradizione prodotte e confezionate con la cura del pregiato stabilimento di Francesco Segalerba.

Piccoletti in Via Luccoli

Ogni volta che passo in Via Luccoli mi fermo sempre ad ammirare la vetrina di questo negozio, i colori allegri e lo stile di Jacadi sono molto nelle mie corde.
Sono cose belle per bimbetti vivaci ed eleganti oppure sportivi, non c’è che l’imbarazzo della scelta tra camicini, braghette corte e abitini in fantasia.
E l’altro giorno di nuovo mi sono fermata, come sempre faccio.
E ho trovato là un tipetto tenero e simpatico, era pure lui un piccoletto nella nostra Via Luccoli.

Momart: mamme creative in Via San Bernardo

È una nuova realtà nei caruggi di Genova e io l’ho scoperta per caso mentre precorrevo Via Chiabrera.
Arrivando in Via San Bernardo ecco la luce e i colori di Momart, spazio ideato da alcune intraprendenti mamme della zona e pensato per più piccini.

Un luogo dedicato alle famiglie e ai bambini, un posto dove si può giocare, creare, divertirsi e liberare la fantasia.

Nei locali di Momart si organizzano eventi, laboratori artistici e pomeriggi creativi.

È un posto semplicemente bello, accogliente e confortevole e ho idea che i bambini ne siano entusiasti.

Oltre alle finalità sociali Momart mette in risalto anche diverse modalità espressive della creatività.
Gli spazi, infatti, sono anche dedicati all’esposizione a rotazione e alla vendita di opere d’arte delle mamme stesse o anche di esterni, inclusi l’artigianato e i prodotti dei commercianti della zona.

Sono opere allegre, estrose e particolari.

In una parte di uno dei locali si trovano anche gli arredi in legno realizzati in moduli da una delle mamme: sono arredi ma anche giochi capaci di stimolare le competenze e la creatività dei più piccini.

Penso che iniziative come questa siano preziosi tasselli di un sano e vivibile mosaico cittadino, io personalmente non ho dei piccoletti da portare da Momart ma ho pensato di segnalarvi questa bella realtà che mi pare degna di nota.

La meraviglia del gioco è una delle gioie insostituibili di un’infanzia felice.

In questa parte del nostro centro storico, da Momart, il gioco e la spensieratezza sono di casa.
E i complimenti vanno alle mamme che hanno ideato questo spazio, loro sono Giorgia Biondi, Maria Romanengo, Valentina Cordì, Serena Repetto, Carole Zuccoli e Antonella Pugno.

E infine, per dirla con le sagge parole di un bambino speciale e molto celebre, la fantasia è un’alleata preziosa ed insostituibile, capace di donare, ad ogni età, felicità inaspettate.

“Dovete fare pensieri dolci e meravigliosi. Saranno loro a sollevarvi in aria.”
Peter Pan – J. M. Barrie

Genova, 1875: il magazzino di abiti fatti del Signor Aicardi

Tic, tac, tic, tac: inesorabile è ripartita la mia macchina del tempo e ci riporta indietro, fino al lontano 1875.
Per l’occasione ho deciso così di consultare la mia pregiata Guida Commerciale descrittiva di Genova del 1874-75 di Edoardo Michele Chiozza, un volume imperdibile per i viaggi nel passato della Superba e difatti, volendo rifare il mio guardaroba, ho trovato il negozio che fa al caso mio.
Naturalmente dovremo scendere nel caruggi, vero cuore e anima di questa città, in una celebre piazza del centro storico troveremo il Signor Pietro Aicardi che ci attende a braccia aperte per mostrarci tutti il ricco assortimento che sa offrire ai propri clienti.
Eccoci giunti così in Piazza delle Vigne, andiamo Al Cristoforo Colombo, il Magazzino di abiti fatti del Signor Aicardi.

Il nostro è un abile commerciante e lo si nota già leggendo la Guida del Chiozza dove al magazzino di Aicardi è riservata un’intera pagina e le note che descrivono la sua merce sono scritte in italiano, inglese e francese, il Signor Pietro vanta persino una clientela internazionale!
E si precisa che oltre agli abiti fatti, lui vende stoffe di pezza, novità nazionali ed estere e si occupa di confezione e vendita all’ingrosso e al dettaglio.
Con una punta di orgoglio poi il Signor Aicardi ci tiene a mettere in risalto alcune particolarità delle quali va giustamente fiero: l’esattezza del lavoro ed i bassi prezzi.
Cari amici, non ci resta che varcare la soglia del palazzo di Piazza delle Vigne dove ha sede l’attività del Signor Aicardi.

Adesso vi saluto, avrò il mio bel da fare a scegliere ciò che più mi aggrada, se volete raggiungermi mi trovate in Piazza delle Vigne, Al Cristoforo Colombo, il pregiato Magazzino di abiti fatti del Signor Aicardi.

Vico delle Erbe: l’edicola di Sant’Antonio da Padova

È un’antica edicola risalente al XVIII Secolo ed è collocata su un edificio in Vico delle Erbe all’angolo con Vico dei Notari.
Tra le finestre dove freme la vita vi è così Sant’Antonio da Padova.

In un tratto di caruggi molto amato dai genovesi, sotto l’edicola è collocata la celebre drogheria Casaleggio, una bottega cara a tutti noi.

È ricca e raffinata l’edicola che ospita il Santo di Padova e l’insieme spicca luminoso tra le decorazioni dai toni dell’ocra.

Sant’Antonio è in ginocchio, raccolto in preghiera, i suoi occhi sono rivolti verso l’alto.

E lo circondano dolci cherubini e il suo sguardo trova la figura del piccolo Gesù.

Sulla sommità si leggono le lettere IHS che compongono il trigramma di Cristo.

È anche questa una testimonianza di antica devozione in una delle strade della nostra città vecchia.

Così, quando passate in Vico delle Erbe, alzate gli occhi e vedrete l’immagine devota di Sant’Antonio da Padova.