Una passeggiata nel centro storico, vi porto con me, su certe strade molto amate dai genovesi tutti.
E portate il paracqua, mi raccomando, il tempo è incerto in questi giorni.
E si va, si va verso Via Madre di Dio e questa sarà una camminata tra strade molto frequentate e densamente abitate, quante famiglie e quanti bambini in Via Madre di Dio!
La strada prende il nome da una piccola chiesa intitolata a Maria e certo non si può dire di aver veduto Genova se non si è stati in Via Madre di Dio, questo è sicuro.
Lasciate Via XX Settembre e il suo traffico caotico e venite con me, verso Piazza Ponticello.
Oh, non l’avete mai sentita nominare? Ma come?
Ma certo che la conoscete, da Piazza Ponticello si arriva in Via Fieschi.
Osservate bene, è la strada in salita a sinistra dell’immagine.

Piazza Ponticello
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
Sono sicura che cominciate ad orientarvi!
Vedete quanta gente? Quante signore con i vestiti buoni affaccendate nelle loro commissioni e quanti uomini d’affari!
Noi imbocchiamo l’altra strada che si vede nell’immagine e ci incamminiamo verso Borgo dei Lanaiuoli.
Un antico mestiere ancora una volta ha dato il nome a una via cittadina, ricca e fiorente era una tempo l’arte dei lanieri, che in epoche antiche esercitavano la loro professione in questa zona, sulle sponde del Rivo Torbido che qui scorreva.
E tra i lanieri si annovera un certo Domenico Colombo, padre di Cristoforo, uno dei genovesi più celebri al mondo.
Si percorre la Via dei Servi e finalmente eccola, questa è Via Madre di Dio.

Via Madre di Dio
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
I panni stesi ad asciugare e il ponte di Carignano che la sovrasta, è una strada larga e bella che pullula di botteghe di artigiani e di negozi di ogni genere.
Qui c’è un fabbro, un venditore di scope, ben tre botteghe che vendono carbone.
E poi in Via Madre di Dio c’è un’antica Farmacia, la Farmacia della Marina.
E c’è la bottega del signor Vetriolo, che è calzolaio, mentre Parodi fa il rigattiere e un certo Pulcinelli è sarto.
E poi pizzicagnoli e latterie, panettieri e pastifici, pollivendoli e macellai, fruttivendoli e parrucchieri, drogherie e mercerie.
Oh, se avessi con me la macchina fotografica potrei ritrarre tutte queste belle botteghe!
Forse il padrone dapprima mi guarderebbe con aria diffidente, siamo così da queste parti, si sa!
Ma poi mi lascerebbe fotografare il bancone di legno e le vetrine, le merci esposte sugli scaffali e gli arredi di legno scuro.
Sono certa che sarebbe così!
Qui c’è persino un cinematografo, il cinematografo della Marina.
E vogliamo parlare delle osterie? Sapete quante ne ho contate?
Tra osterie e trattorie sono più di venti! E forse adesso vi aspetterete da me qualche indicazione su quale scegliere, ma io davvero non saprei come consigliarvi.
Si mangerà meglio da Canessa o da Raiteri? Come potrei dirvelo? Beh, non ci resta che provarle tutte e dopo potremo esprimere la nostra opinione.
Basta venire qui, in Via Madre di Dio, sotto il ponte di Carignano.

E quando si è da queste parti bisogna ricordarsi di fare una deviazione in Passo di Gattamora, mi raccomando non scordatevene!
Lì potrete vedere la casa natale del più virtuoso dei violinisti, il celebre Niccolò Paganini che qui nacque.

Casa di Paganini
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
I genovesi che stanno leggendo a questo punto hanno già il magone, lo so.
Via Madre di Dio era un mondo nel mondo, una strada vivace e piena di vita.
Poi ci fu la II Guerra Mondiale e una pioggia di bombe cadde su Genova.
Molti edifici rimasero danneggiati, gli abitanti continuarono pervicacemente a vivere e a lavorare là dove erano le loro case.
Un intero quartiere, salite e piazzette.
A tante case si accedeva tramite delle scalette forse simili a queste, che si trovano in Piazza Campopisano.

Le bombe e una scelta odiosa e scellerata, quella di radere al suolo un intero quartiere.
Certo, forse non tutto era recuperabile, ma se ci fosse stata cura ed attenzione i genovesi avrebbero ancora Via Madre di Dio e oggi potremmo camminare per quei caruggi, potremmo passeggiare per quelle strade e ristorarci con una bella fetta di farinata fumante.
Lo scempio ha avuto inizio nel 1970, le ruspe hanno abbattuto case, botteghe, ricordi e sogni, muri e piazze, finestre, portoni e scale.
Via Madre di Dio
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
Anche la casa di Paganini è stata abbattuta: se fossimo in Inghilterra oggi lì ci sarebbe un museo e i turisti farebbero la coda per entrare, gli appassionati di musica verrebbero da ogni parte per vederla.

Casa di Paganini
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
Non ci sono parole per esprimere la rabbia che provo per la perdita di queste strade che non ho mai veduto.
Le immagini dell’epoca appartengono a Stefano Finauri, che ancora una volta ringrazio infinitamente per avermi permesso di utilizzarle.
Tutto ciò che vi ho raccontato a proposito delle botteghe e delle osterie è tratto da un annuario del 1926 sul quale è riportata anche la cartina di Genova di quell’anno.
E qui, per voi, un dettaglio di Via Madre di Dio e delle strade circostanti, vicoli che ci sono stati portati via dalla mano dell’uomo.

Vico Zaccaria, Vico dei Saraceni, Vico del Pomogranato, Vico Matamore e Vico Inferiore del Colle, Vico Pignolo e Piazzetta dei Librai, Piazza Bonifazio e Vico Carmandino, questi sono solo alcuni dei vicoli ormai perduti.
Ricordate la vicenda della vecchina di Vico dei Librai? Cliccando qui arriverete al post che la riguarda, abitava in questo quartiere, nella zona di Via Madre di Dio.
Via Madre di Dio terminava in Via della Marina, in basso, sotto le mura della Marina che vedete in questa immagine.

E passava sotto questo ponte, il ponte di Carignano.

E quando camminate nei vicoli, in questa zona provate una strana sensazione.
E’ la potete percepire chiara e netta la violenza che ha subito questa parte della città.
L’incanto vi circonda, in Campopisano.
Salite e mattonate, che bello questo quartiere!

E passate qui, sotto l’archivolto.

E vi aggredisce gli occhi la bruttezza di questa costruzione, che nulla ha a che vedere con l’ambiente che la circonda.

Questa è Via Madre di Dio oggi.
Una strada percorsa solo dalle auto, niente di più.

E là dove erano le botteghe e le case con i gradini davanti al portone d’accesso, al posto delle piazzette e dei caruggi è stato costruito questo orrore architettonico, un edificio agghiacciante che disturba la vista e fa male al cuore.

Credo di non dover aggiungere altro, le immagini parlano da sole.
E parla questa fotografia del tempo passato, che ritrae Piazza della Marina, in tutto il suo armonioso splendore.

Piazza della Marina
Cartolina appartenente alla collezione di Stefano Finauri
E urla quest’altra immagine, che vi mostra la stessa zona ai giorni nostri.

Resta una colonna infame a memoria dello scempio che è stato compiuto ai danni di questa città e dei suoi abitanti, non solo in Via Madre di Dio ma anche in altre zone di Genova. Vi prego, leggete ogni parola che è incisa su questo marmo.

Resta, a chi desidera farne buon uso, il potere dell’immaginazione.
Restano le immagini di ciò che non è più.
E allora si può pensare di tornare a quel tempo, alle trattorie e alle botteghe, ai rigattieri e alle drogherie, al nostro passato che non abbiamo saputo difendere e tutelare.

Vico Dritto di Ponticello
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri