E’ un volume trovato in un negozio di libri usati, con pochi euro me lo sono portato a casa, si tratta dell’edizione dell’Epistolario di Niccolò Paganini curata dal critico musicale Edward Neill.
Un libro che ti porta in un altro tempo, tra passioni e inquietudini di un genio.
E tra quelle righe vergate di pugno dal grande violinista emergono anche certe tormentate vicende sentimentali.
L’amore a volte conduce su cammini ripidi e insidiosi, Niccolò scrive di un celebre e malaugurato incidente che gli capitò, la storia che ebbe con una certa Angelina Cavanna.
Di questa vicenda ho già avuto modo di scrivere, quella relazione ebbe esiti disastrosi per il musicista, la figlia frutto di quell’amore non sopravvisse al parto e per Niccolò, ahimé, c’era una trappola in agguato!
Il padre di lei denunciò il violinista alle autorità per violenza e ratto di minore, vane furono le difese di Paganini, egli venne rinchiuso nella Torre di Palazzo Ducale e dovette versare un’ingente cifra alla Cavanna.
L’amore, l’amore ad alcuni non concede tregua.
E’ l’inverno del 1817 e Niccolò accenna ad una relazione con Taddea Pratolongo, in certe lettere che scrive all’amico Germi definisce Taddea adorabile.
Ma la passione non è eterna, Niccolò perse presto interesse per la fanciulla, in una missiva scriverà al solito Germi di riferire a Taddea che lei doveva scordarsi di lui, povera ragazza con il cuore infranto!
L’amore, l’amore per alcuni è un continuo tumulto.
E da alcune lettere emerge evidente una certa diffidenza di Paganini nei confronti delle donne, la faccenda di Angelina aveva avuto il suo peso:
“Credo che non disapproverete la risoluzione fatta da qualche tempo di mandare al diavolo quante donne ho conosciute, perché non attendono che alla mia distruzione.”
(A Germi – Firenze, 20 Agosto 1818)
All’amore però alcuni non sanno resistere e pochi mesi dopo Niccolò scrive con coinvolgente entusiasmo della sua nuova liason, la mia adorata Marina.
Lei è Marina Banti, i due si sono conosciuti a Bologna, la fanciulla è letteralmente stregata dal fascino di Paganini.
E il violinista scrive sempre al solito Germi che il padre di lei le ha proibito carta e calamajo e poi sapete cosa fa?
Ricopia parola per parola una lettera che Marina gli scritto e la acclude nella sua missiva all’amico.
Ah, chissà se lei lo ha mai saputo!
E’ languida e innamorata Marina, scrive a Niccolò che attende il suo ritorno a Bologna e usa per lui parole appassionate:
“Unico mio bene… Addio mia vita e mio tutto… La vostra più cara amante, Marina Banti”
(A Germi – Firenze 10 Ottobre 1818)
Niccolò Paganini
Opera esposta all’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento
E Niccolò?
Dapprima sembra che voglia unirsi per sempre a lei e condurla all’altare ma poi giunge il mese di novembre e dope aver riveduto la dolce Marina Niccolò svela al suo caro amico Germi di aver mutato parere riguardo al matrimonio, la passione è svanita e con essa l’amore.
Il compositore è uno spirito libero e tuttavia sempre subisce le malie del fascino femminile, in breve tempo tra le quelle righe fa la sua comparsa una fanciulla di Venezia, solo che Niccolò è venuto a sapere certe notizie su di lei e allora preferisce starle alla larga!
E poi c’è anche un’inglesina che fa battere il cuore del musicista, peccato che la religione di lei sarebbe di ostacolo ad un eventuale matrimonio.
Nel frattempo la signorina di Bologna che sospira per me, scrive Paganini, ha ricevuto la lettera dalla quale ha compreso che Niccolò non la ama più.
E’ lei, Marina Banti, la giovane vorrebbe delle spiegazioni e il nostro non sa come cavarsi d’impaccio così chiede consiglio all’amico, che vita complicata aveva Paganini!
Cimeli di Niccolò Paganini
Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento
E no, non si può vivere senza amore, certi animi appassionati non sanno davvero rinunciarci.
E così, al principio dell’estate del 1822 il compositore annuncia di aver incontrato un’amabile ragazza, lei è bella e proviene da una famiglia che le ha impartito una perfetta educazione, il suo nome è Carolina Banchieri.
Una fanciulla piena di virtù eppure, malgrado iniziali progetti matrimoniali, anche in questo caso l’inquieto Paganini si farà da parte, non è lei la donna perfetta per lui.
L’amore, per alcuni, è continua irrequietezza, l’amore ha il volto della cantante Antonia Bianchi, da lei Paganini avrà il suo unico figlio, Achille.
Anche questa è una relazione tempestosa che sfocerà in una rottura, a quanto pare neanche troppo pacifica:
“La Bianchi bisogna che la mandi, avendomene fatte di quelle da pettinar coi sassi.”
(A Germi, Vienna 11 giugno 1828)
E qui il curatore del libro appone una nota preziosa spiegando che la frase usata da Paganini è una traduzione dal genovese “petenà cui sasci” e significa trattare il modo rude.
Non ho completato la letture dell’epistolario, ogni tanto mi piace prendere tra le mani quel libro e leggere qualche lettera, seguo Paganini nei suoi viaggi e ai suoi concerti, probabilmente in altre pagine troverò ancora amori e passioni da raccontare oltre a quelli che avete letto in questo articolo.
Niccolò Paganini, noto al mondo per il suo ineffabile genio e il suo incomparabile talento, nacque a Genova in questo giorno, era il 27 Ottobre 1782.
La sua città natale non ha saputo preservare la dimora dove nacque il più celebre violinista di tutti i tempi, l’edificio di Passo Gatta Mora è stato abbattuto negli anni ’70, trovate qui il mio articolo in proposito, a noi restano solo le immagini che ricordano ciò che abbiamo perduto.
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
La sua città natale gli ha intitolato il Conservatorio Musicale, un corso cittadino in Circonvallazione a Monte e un centro studi musicali nella città vecchia, porta il suo nome un celebre concorso internazionale di violino, al Museo del Risorgimento potrete ammirare alcuni suoi cimeli e in uno dei musei di Strada Nuova è conservato il “Cannone”, il violino opera di Guarneri del Gesù appartenuto appunto al musicista.
Della sue composizioni lascio parlare chi ne ha le competenze, io ho voluto ricordare il mio illustre concittadino ripercorrendo insieme a voi alcune sue umane e appassionate vicende amorose.
E nel giorno della nascita del grande musicista non posso far altro che portare qui le sue note geniali scaturite dalle corde del suo violino, la musica eterna che ha reso immortale Niccolò Paganini.
Gli artisti spesso hanno vite amorose intense e la monogamia è un concetto che non riesce a mettere radici. In fondo le groupies esistono da sempre 😉 bacioni cara e buon lunedì
Giusta osservazione cara Viv, Paganini ha avuto una vita amorosa piuttosto turbolenta.
Grazie cara, buona giornata a te!
Eh ma….piuttosto “vivace e birbantello” in amore, Paganini! E sono stata benevola…. 😉
Un abbraccio e buon inizio di settimana
Susanna
Come si dice? Per usare un eufemismo 🙂
Grazie Susa, baci grandi a te!
Ritorno a leggere e cosa trovo? La vita amorosa di Paganini. Ottimo violinista e una vita un po’ turbolenta e sregolata almeno quella amorosa. Neanche per l’amico Gelmi deve essere stato facile fare da confidente e forse consulente per questo artista. Chissà quante altre storie troverai nel libricino.
Auguro a te una interessante settimana e a presto
E infatti, l’ho pensato anch’io, l’amico si sarà trovato più volte in situazioni spinose.
Un bacione Londarmonica, buona settimana a te.
Cara Miss, hai scelto il brano di Paganini che preferisco in assoluto, grazie ci voleva proprio per iniziare bene la settimana! Sarebbe da mettere come sveglia mattutina per il suo brio festoso… un caro abbraccio
Ah che bella cosa hai scritto Angelica, la settimana con Paganini inizia davvero bene, sì.
Un abbraccio a te cara!
Mia cara Miss, ricordo che anni fa, parecchi anni fa, in televisione trasmisero una “fiction” – uno sceneggiato, per usare una terminologia ormai desueta – dedicata a Paganini, e se la memoria non mi inganna, proprio incentrata più sulla sua vita amorosa che su quella artistica. Che i suoi Capricci siano stati un modo per rivelar di sè, delle sue intemperanze sentimentali, al mondo intero? Come sempre, i tuoi posts sanno andare in profondità e al contempo offrono spunti a noi lettori per poter approfondire!
Un abbraccio :-*
Sai che non ho mai visto questo sceneggiato? E comunque la vita di Paganini è stata davvero turbolenta, leggere le sue lettere è un’esperienza!
Grazie delle tue belle parole, sono contenta che tu abbia gradito questo post, un bacione a te!
Quanti amori per il nostro illustre concittadino!! Ciao Miss buona settimana
Orietta, era un vero seduttore il nostro Paganini!
Buona giornata a te cara, grazie.
Aveva proprio il cuore a condominio! 😉 Ricordando oggi la sua nascita… grazie Dear Miss Fletcher! ❤ Come già sai, io sono nata a pochi passi da casa sua… ugualmente abbattuta…
E sì, Paganini era un tipo inquieto, non si può negare.
Mi ricordo della tua casa, che dispiacere Annamaria.
Grazie a te, un abbraccio grande!
…….il fascino dell’artista? genio e sregolatezza? Comunque sia, ENORME musicista……certo che solo in Italia si può pensare di abbattere l’abitazione di un genio della musica, della cultura in generale……..e solo in Italia si potè pensare, in quegli anni, di abbattere uno dei cuori della città …….per costruire cosa, poi? Qui è necessario far scender un velo pietoso…..chi non è genovese è bene che non sappia lo scempio che si è consumato!.
Grazie, grande miss Emanuela
Sì, Emanuela, immenso fascino quello di Paganini.
E riguardo alla fine ingloriosa che ha fatto la sua casa c’è davvero da provare amarezza, vedendo le immagini si pensa davvero a ciò che si è perso, una risorsa per la città e comunque un luogo che avrebbe fatto la gioia di tutti gli estimatori del grande violinista. Un abbraccio a te, buona serata Emanuela!
Con questo articolo, mi ricordi il mio caro amico Edward Neill, l’autore del tuo libro.
Era un grandissimo musicologo, negli ultimi anni purtroppo non se la passava bene, lo ricordo in uno dei suoi ultimi interventi, che fece nella Chiesa di S.Siro di Struppa, durante il concerto dedicato a Camillo Sivori, organizzato dal sottoscritto con un enorme successo, in quell’occasione feci portare il violino di Sivori che era appartenuto a Paganini.
Quando morì feci una enorme battaglia per conservare le ceneri, ci sono riuscito, e lo fatto inserire nella tomba dove riposa sua madre.
Purtroppo devo assolvere ancora un compito, far mettere il suo nome nella tomba che al momento non c’è.
Eugenio
Carissimo, mi ricordo che mi hai parlato di lui e della vostra amicizia, ho trovato il suo libro e non me lo sono lasciato scappare, è un gran testo.
E quando andremo a Staglieno insieme devi farmi vedere dove riposa.
Grandissimo Eugenio, sei sempre speciale tu!
Un abbraccio a te, grazie!
MIss, grande Paganini!… con il violino, si dice che non ripetesse, ma con le donne, sembra che ripetesse, e non poco…
Ecco, direi che ci siamo capiti!
Grazie Sergio, buona serata a te.
Bella pagina su Paganini, desidero sapere per quale dei suoi molti amori Paganini scrisse la sua Mirabile” Io ti penso, amore” Grazie,
Grazie, benvenuta qui!
Non ricordo questo dettaglio ma nella raccolta delle sue lettere ci sono tanti riferimenti alla sua vita, mi riprometto di cercare questa notizia.
Buona giornata a te!
Pingback: Sui passi di Niccolò Paganini | Dear Miss Fletcher
Paganini è immortale, la sua arte vivrà nei secoli.
Davvero!