Lo aspettavano in tanti, qui a Genova.
Il suo vero nome era William Frederick Cody, noto a tutti come Buffalo Bill, figura leggendaria che ci riporta alle epopee del vecchio West.
E lui, Buffalo Bill, si rese anche protagonista di uno stupefacente spettacolo, per la prima volta accadde nel 1883 in America, ad Omaha, negli anni successivi Buffalo Bill e il suo seguito toccarono diverse città europee.
Era il mese di Marzo del 1906 quando Cody e la sua compagnia giunsero a Genova, oggi posso narrarvi questo evento in maniera particolare in quanto tra le mie mani è arrivato il pieghevole che pubblicizzava l’evento, non vi descrivo la mia felicità!
Apparteneva a Francesco Dufour, adesso è di sua nipote Raffaella che me lo ha prestato, non finirò mai di ringraziarla!
E allora andiamo a quei giorni di primavera del 1906.
La compagnia viaggia con i suoi treni speciali composti da 50 vagoni, trasporta 500 cavalli, 50 cavalli selvaggi e ben 800 uomini, tra loro ci cosacchi, messicani, indiani e cowboys per uno spettacolo senza pari, unico al mondo!
Equivale a una vita intera di viaggi, così si legge sulla brochure.
E immaginate lo stupore dei genovesi, se leggete le cronache del tempo e i racconti dell’epoca saprete che alla stazione c’era un folla di curiosi ad attendere questa strana compagnia.
Gli indiani a Genova! E chi li aveva mai visti!
Provate a pensare a questo evento come se voi stessi foste uomini e donne del 1906, si può ben capire lo stupito entusiasmo degli spettatori.
La zona dove si terrà questa originale esibizione è quella della Spianata del Bisagno, in quell’area in seguito sorgerà Piazza della Vittoria.
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
Buffalo Bill’s Wild West, tre giorni nel selvaggio West, dal 14 al 16 marzo 1906.
I visitatori potranno visitare gli accampamenti, ogni gruppo di cavalieri ha il proprio ed è ricostruito esattamente secondo l’uso dei luoghi d’origine.
Una rappresentazione da non perdere!
Con le tende indiane a due passi da Brignole, incredibile solo a pensarci.
Ops, chissà se all’epoca si sono accorti di aver sbagliato a scrivere lo pseudonimo del protagonista dello spettacolo, sulla brochure si legge “Bufallo Bill”, magari il Colonello non ha mai saputo che avevano storpiato il suo nome di battaglia altrimenti non credo che l’avrebbe presa tanto bene!
Audacia, coraggio e sprezzo del pericolo, ci sono domatori di cavalli selvaggi e indiani che cavalcano senza sella e senza briglie.
E non dimentichiamo le figlie del Wild West, fanciulle cresciute in zone di frontiera abili a cavalcare e a usare il lazo, si legge sulla brochure che una volta a cavallo eseguiscono quadriglie, si slanciano nel valzer e si dedicano a danze le più complicate.
I Cosacchi faranno mostra della loro incredibile abilità in certi arditi equilibrismi in sella ai loro cavalli.
Si esibiscono i lancieri anglo irlandesi e i veterani della cavalleria americana, gli spettatori potranno anche assistere all’attacco di un convoglio eseguito dagli indiani.
Pionieri e indiani d’America, si legge sulla brochure, sono gli stessi che presero parte a uno scontro realmente accaduto.
Tutto questo avvenne a Genova, nel lontano 1906, davanti agli occhi stupefatti dei genovesi.
Si narra che i tre giorni furono un successo e registrarono un prevedibile tutto esaurito, scrive Michelangelo Dolcino che i genovesi le studiarono tutte per assistere alle imprese di indiani e cowboys, nugoli di spettatori occuparono i terrazzini che si affacciavano sulla Spianata del Bisagno e quanta gente c’era affacciata alla finestre!
Dopo tre giorni la compagnia partì da Genova, l’evento imponente e raro lasciò il segno e immagino che sia rimasto nella memoria di molti miei concittadini.
Per quanto mi riguarda ci tengo ad aggiungere un mio personale pensiero, ovunque egli sia mando un saluto a Buffalo Bill e vorrei dirgli che su una cosa non ho alcun dubbio: io sto con gli indiani.
Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri
Che cimelio! Immagino che restituirlo ti sia costato qualche tentennamento (un po’ come quando “Pretty woman” restituisce il collier indossato per la serata all’opera) scusa ma mi sono immaginata la scena di te che abbandoni con rammarico il pieghevole. Cose così si vorrebbe tenerle 🙂 bacioni
Hai detto bene, è un raro cimelio che ci permette di conoscere l’allestimento di questo spettacolo.
Se penso che è avvenuto tutto nel 1906 quasi non riesco a crederci.
Un bacione a te Viv, grazie!
Cara Miss, che magnifico post questo! Un post che mi risveglia tanti ricordi. Quando era bambina il nonno mi raccontava di questo avvenimento e mi diceva di aver assistito allo spettacolo. Per me, amante allora di libri di avventura, il vecchio nonno era diventato una figura mitica come l’ eroe del West!
Grazie Miss, un abbraccio.
Cara Anna, immagino lo stupore di tuo nonno, un avvenimento grandioso e così scenografico resta impresso nella memoria, tu hai avuto anche la fortuna di ascoltare il suo racconto, sono ricordi preziosi questi.
Grazie a te Anna, un abbraccio grande!
Ma certo cara Miss Fletcher che queste tue conoscenze sono preziosissime, per te e per noi che possiamo leggere documenti rari ed antichi!
Grazie e buon inizio di settimana
Susanna
Hai visto che fortuna? Penso che sia rarissima questa brochure, splendido poterla leggere!
Bacio a te cara, grazie!
grande Miss!
Grazie Roberto! Era da un pezzo che volevo scrivere questa storia poi è arrivato questo prezioso prestito, meraviglioso quel pieghevole!
Anche mio nonno mi raccontava di aver assistito a questo grandioso spettacolo e le sue parole mi trasportavano in un mondo fantastico. Grazie Miss!
Ma dai, che bello! Chissà che emozione il tuo nonnino, pensa ritrovarsi gli indiani a Genova, da non credere eh?
Grazie a te Orietta, buona giornata!
non avevo dubbi, Miss!
lo sapevo che stavi con gli indiani……..lo sapevo dentro……
Ok Buffalo Bill…….ma ricordo ancora la prima volta che vidi ” Soldato blu”. avevo 10 anni: da lì in poi sono sempre stata con gli indiani! (…anche perchè avrei dato non so cosa per un vestitino pieno di perline come quello delle squow…..
un abbraccio
Emanuela
Sì, da sempre sto con gli indiani, ci tenevo a farvelo sapere.
Un abbraccio grande a te cara, grazie!
Le tende indiane a un passo da Brignole è fantastico Miss! Ma dai! Che roba incredibile! Immagino lo stupore e la gioia per i genovesi dell’epoca. Veramente un bellissimo articolo questo e ovviamente bhè, certo…. anch’io sto con gli indiani 🙂 Un bacione.
E certo, non avevo dubbi che anche tu tenessi per loro!
Sì, un evento incredibile questo, se pensi che è accaduto nel 1906…
Un bacione a te!
Ciao carissima Miss Buffalo Bill era il mio il nostro eroe di noi ragazzi post bellici ,che i genitori portavano o lasciavano andare al Cine a vedere i film di Cow Boys e Pellirosse detti anche ” film de scceuppi,cavalli e pua “, quanto mi sarebbe piaciuto essere lì sarei rimasto basito fulminato nel vedere quei personaggi in carne e ossa ma ciò che mi avrebbe impressionato di più i Pellirosse veri uomini del popolo degli uomini,si ma con il senno di poi, comunque dalla tua sempre bellissima e precisa cronaca doveva essere stato uno spettacolo bellissimo e affascinante,ma poveri Pellirosse…..grande ciao un abbraccio e un caro saluto!!!:)
Anch’io da piccola amavo un sacco quei film, erano tra i miei preferiti.
Io e te però stiamo con gli indiani, sì!
Un abbraccio grandissimo e una bella serata a te, grazie Pino!
Pingback: alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 08.06.15 | alcuni aneddoti dal mio futuro
Uno scoop Miss. Bellissimo questo resoconto. E, inutile dirtelo, anch’io sto con gli indiani
E certo che stai con gli indiani, non ne dubiravo Katia!
Un bacione a te cara, grazie.
Miss, tra tutti i soprusi con cui i visi pallidi hanno umiliato gli indios, quella di “adoperarli” come circensi è stata forse la meno crudele… io da bimbetto leggevo fumetti di Buffalo Bill e vedevo film di cow boys e pellerossa… presto, però, mi sono innamorato degli indios argentini, perchè non erano di carta nè di celluloide e potevo più o meno vederli nelle fattezzei dei meticci, poveri e macilenti, quando andavamo in ferie in quelle che erano state le loro vastissime terre… in Argentina da qualche anno, meglio tardi che mai, sono stati rivalutati i popoli originari, tanto che il monumento a Cristòbal Colòn, davanti al porto di Buenos Aires, è stato sostituito con uno dedicato a Juana Azurduy, una meticcia che ha partecipato alle guerre d’indipendenza argentine e boliviane, perdendo, tra l’altro, 5 dei suoi 6 figli… finisco dicendoti che mi piace molto il modo con cui hai chiuso il post…
Eh caro Sergio, il post non si poteva chiudere diversamente.
Grazie per queste belle informazioni, buona giornata a te.