A tavola con Giuseppe Garibaldi

Oggi vi porto a tavola con Garibaldi, un amante della buona cucina e dei semplici piatti  casalinghi.
Non era arduo accontentarlo, delle sue preferenze in fatto di manicaretti si legge in diversi libri, l’argomento è stato anche approfondito tempo fa nel corso di una mostra curata dalla Dottoressa Ponte e dalla Dottoressa Bertuzzi del Museo del Risorgimento – Istituto Mazziniano, in quella circostanza ho avuto occasione di fare scoperte interessanti sui gusti dell’Eroe dei Due Mondi.

Garibaldi

Opera esposta al Museo del Risorgimento – Istituto Mazziniano

A scrivere del suo illustre genitore è la figlia Clelia, è lei a rammentare che a Caprera Garibaldi teneva capre, pecore e mucche che fornivano delizioso latte fresco.
Ed è lei a riferire che il nostro caro Peppe amava i piatti genuini, prediligeva il minestrone alla genovese con il pesto e gustava volentieri un buon piatto di stoccafisso.

Mangiabuono (9)

Nel lontano Sud America aveva imparato ad apprezzare le grigliate di carne, da vero nizzardo amava la tradizionale bouillabaisse, sceglieva spesso pesce oppure selvaggina, era goloso di ricci di mare e gamberetti.
Gradiva le fave, il pecorino e le olive in salamoia, Garibaldi era un buongustaio, a mio parere.

Bottega dello Stoccafisso (11)

L’Eroe dei Due Mondi, il Generale, colui che guidò gli ardimentosi in camicia rossa.
A volte l’immaginario restituisce una figura che in parte non corrisponde alla realtà e pensando a Garibaldi parrebbe quasi ovvio figurarselo mentre assapora un buon bicchiere di vino rosso insieme ai suoi fidati compagni.
Le cronache riferiscono tutt’altro: Peppe non beveva vino, si dissetava con l’acqua o con il mate, un infuso tipico del Sud America.
E a quanto si legge gli piaceva anche l’orzata, chi l’avrebbe mai detto!

Garibaldi (2)

Opera esposta al Museo del Risorgimento – Istituto Mazziniano

Tra le memorie portate all’attenzione del pubblico al Museo del Risorgimento anche il ricordo di un celebre garibaldino, Giuseppe Cesare Abba.
Egli narra di una tavola imbandita con semplicità, nel piatto di ogni ospite un fragrante pane casalingo.
E poi queste le portate:

“Venne subito servita una gran minestra alla genovese, poi un piatto di baccalà, poi una fetta di melone; e via così, come se del bisognaccio umano di mangiare, ognuno, primo il Generale, cercasse di sbrigarsi alla più lesta possibile.”

(Giuseppe Cesare Abba – Cose Garibaldine – Torino Società Tipografico Editrice Nazionale 1907)

Giuseppe Cesare Abba

Giuseppe Cesare Abba

Nella sana alimentazione di Garibaldi non mancava mai la frutta che egli stesso raccoglieva: arance sugose, fichi maturi e croccante uva.

uva

Riguardo ai dolci aveva un debole per quelli che diverranno famosi con il suo nome: i Biscotti Garibaldi.
Con rammarico devo dire che non li ho mai assaggiati, pare che siano tuttora venduti in Inghilterra e che siano fatti di una base di galletta del marinaio arricchita con uva passa.
Sarà il caso di provarli, al Generale piacevano moltissimo!
Anche lui come Mazzini amava i biscotti del Lagaccio, a spedirglieli da Genova era il suo fidato amico Luigi Coltelletti.

Biscotti del Lagaccio

Ed era la moglie di Coltelletti a preparare per Garibaldi una bontà tutta genovese, la Signora Carlotta faceva un delizioso pandolce e per le feste ne mandava sempre uno al Generale.
Sapori che conosciamo, cibi quotidiani per molti di noi, alla tavola del nostro Peppe forse non era difficile sentirsi a proprio agio.
Una tazza di mate e una fetta di pandolce, una merenda semplice per un grande eroe.

Pandolce (2)

La Bottega dello Stoccafisso

Ci sono luoghi che hanno la magia della tradizioni, luoghi che ci rimandano al nostro passato, luoghi che ci ricordano che in certe strade hanno camminato i nostri nonni.
E a volte le hanno percorse per la nostra stessa ragione, andar per botteghe nei caruggi.
Certe piazzette e certi vicoli, certi profumi di casa.
Vi ho già portato da queste parti, questi sono vicoli cari ai genovesi e qui trovate l’articolo dedicato a Piazza dei Macelli di Soziglia e al suo tripudio di colori, i banchi con esposto il pesce e la frutta di stagione.

Piazza dei Macelli di Soziglia

Una piazza che ha tutto il fascino della vecchia Genova.
E colori e piante e terrazzini.

Piazza dei Macelli di Soziglia (2)

E poi si scende, giù da Via dei Macelli, andar per botteghe nei caruggi è una vera bellezza, non saprei come altro dire.

Via dei Macelli di Soziglia

E quando si è quasi al termine della via eccola, una bottega dove si trovano i profumi e i sapori del mare, la Bottega dello Stoccafisso.

Bottega dello Stoccafisso

Lo stocche, il merluzzo essiccato, arriva sulle tavole dei genovesi da diversi secoli, già dalla fine del ‘500 le navi portavano nella Superba il pesce che viene dal Nord Europa.
E qui, ai Macelli, c’è questo negozio dove si trovano stoccafisso e baccalà, un negozio che ha una lunga storia.
E se vi fermate davanti alla vetrina vedrete le antiche vasche di marmo con il pesce in ammollo.

Bottega dello Stoccafisso (2)

La Bottega dello Stoccafisso serve i genovesi dal 1936.
Nel 1977 è diventata di proprietà di Lorenzo Valle, adesso accanto a lui c’è anche suo figlio Federico che vedete in posa per me tra le sue delizie.

Bottega dello Stoccafisso (3)

Ecco i pomodori e funghi secchi, questo è uno di quei negozi dove c’è sempre la fila.
Eh, una ragione ci sarà se ve ne parlo solo adesso!
E’ questo, ho atteso il momento fortunato per poter scattare queste foto e per gironzolare per il negozio.

Bottega dello Stoccafisso (4)

C’è un cartello con elencate le specialità del posto, sono i doni del mare.

Via dei Macelli di Soziglia (3)

C’è una notevole armonia in questa esposizione, non trovate?

Bottega dello Stoccafisso (5)

Ecco le bottiglie d’olio tutte in fila e lassù un’antica bilancia.

Bottega dello Stoccafisso (7)

E in un posto che ha una lunga storia appeso al muro, in cornice, trovi un articolo di giornale che narra del precedente proprietario.
Sulle tavole liguri regna lo stoccafisso.
Proprio così, una vera bontà!

Bottega dello Stoccafisso (8)

E sì, verrebbe da curiosare ovunque!

Bottega dello Stoccafisso (9)

Ecco le deliziosissime acciughe, un vaso sopra all’altro, che bellezza!

Bottega dello Stoccafisso (6)
E ancora un’immagine dal passato dove si vede il pesce appeso a seccare.
La Rocca e Gismondi, importatori di baccalà e stoccafisso dal 1878, questa è una storia a parte che certo merita maggiore spazio e non mancherò di scriverne.

Bottega dello Stoccafisso (10)

Sono le realtà come questa a rendere più vive e più belle le nostre città, ci ricordano chi siamo, quali siano le nostre usanze e le nostre tradizioni.
Andar per botteghe nei caruggi, nei negozi frequentati dai nostri nonni.
E ancora, ecco altre meravigliose bontà, le olive.

Bottega dello Stoccafisso (11)

E vasi alti o panciuti sopra ai ripiani.

Bottega dello Stoccafisso (12)

E poi questa è anche una salumeria e così mi sono soffermata davanti al banco dei formaggi.
Ecco, se andate a far la spesa e vi capita di vedere una che fotografa le caciotte, quella sono io!

Bottega dello Stoccafisso (13)

E appesa al muro c’è la bandierina della Norvegia, la nazione del Nord Europa dal quale proviene lo stoccafisso.

Bottega dello Stoccafisso (14)

Sul tagliere gli attrezzi del mestiere.

Bottega dello Stoccafisso (15)

E il profumo e il sapore del mare, alla Bottega dello Stoccafisso, nei caruggi di Genova.

Bottega dello Stoccafisso (16)