Passeggiando in Corso Italia

E si ritorna a camminare nel passato e davanti al nostro blu di Genova in Corso Italia.
C’è grande fermento sul lungomare dei genovesi, i più pigri prendono posto sulle belle panchine e la brezza salmastra accarezza i volti e i fiori sbocciati nelle aiuole.

E pare esserci un piccolo chiosco, forse qui ci si ferma a prendere una bibita o magari un buon gelato.

E si attraversa la strada con una certa cautela, qualcuno poi è arrivato in Corso Italia a bordo di un rombante mezzo.

È un tempo diverso, ma allora come adesso il mare è blu intenso e profondo e l’orizzonte sa essere un sogno.

Ed è una giornata tranquilla, si cammina, si discorre amabilmente e magari si arriva fino a Boccadasse.

Verranno poi i giorni della spiaggia, verranno altre stagioni con altri smaglianti colori.

Così fluisce il tempo, muta a diverse velocità.

Giorno dopo giorno, passeggiando in Corso Italia.

Il saluto a Fratello Mare

C’era davanti l’orizzonte infinito e l’onda lenta lambiva i sassi.
E la spiaggia era deserta, come accade quando ancora non è la stagione dei bagni.
E là, sulla riva, lei.
Silenziosa, immobile, davanti al mare, mistero bello del creato.
Il suo sguardo come una preghiera colma di gratitudine e di emozione.
Mentre l’aria fresca increspava l’azzurro, durante il suo saluto a Fratello Mare.

A gonfie vele verso l’estate

Un pomeriggio, una calda giornata dal profumo di vacanza così accompagnata da una frizzante brezza ristoratrice.
E si viaggia, a gonfie vele verso l’estate, solcando le onde del mare davanti a Corso Italia.

Qualcuno semplicemente passeggia godendosi il sole e l’aria salmastra.

In questo pomeriggio di primavera erano tante le barche che fendevano l’azzurro per puro diletto.

E il vento glorioso gonfiava le vele.

In una bellezza di turchese e di giallo vivace come il sole d’estate.

Navigando nel blu.

E lasciando la candida scia.

Tra i profumi e i colori del Mediterraneo.

E ancora vento, vento, vento per la gioia di felici surfisti.

Sullo sfondo, in lontananza, il profilo del Monte di Portofino.

E ancora vele bianche e spuma del mare e vento salmastro.

E questa dolcezza di Genova, quando la bella estate è sempre più vicina.

Sant’Antonio di Boccadasse: trovando il mare

A Genova c’è una chiesa che Fratello Sole bacia davanti alle onde del mare.
E la si ammira, posata come pietra preziosa, in cima a Corso Italia: Sant’Antonio di Boccadasse è la Chiesa della gente di mare e al suo interno conserva, tra le varie cose, anche certe piccole barche appese lungo le navate, ne scrissi in questo post diverso tempo fa.

E come tutti i genovesi ritorno spesso nel borgo così caro a tutti noi, Boccadasse è davvero semplicemente un luogo del cuore.
E sempre entro nella Chiesa dedicata al Santo di Padova.
L’ultima volta la mia visita mi ha donato un istante di autentica bellezza.
La luce, la porta aperta, la prospettiva della costa, i colori di Boccadasse e questa dolcezza e il nostro magnifico mare.

Barche, onde e azzurro

Questa è semplicemente la bellezza del mare di città.
In una giornata di primavera, nessun vento inquieto ad agitare l’orizzonte, mentre la luce rischiara Corso Italia e le barche sono sulla spiaggia, ferme, in attesa di prendere il largo per qualche nuova avventura.

Si scende piano, verso la riva.
E laggiù, sul molo, ci sono i soliti appassionati di pesca: i pescatori sono spiriti caparbi e pazienti, non si arrendono mai.
Aspettano, fiduciosi, in silenzio.

E si arriva alla piccola spiaggia e il mare è calmo e l’onda è lieve, timida e lenta, candida come un orlo di pizzo.

E tutto ha una cifra di perfezione per me inesplicabile: è la semplice vita del mare con i suoi colori e le sue armonie.

Si rimane, appena qualche istante, sul muretto, soltanto guardando l’azzurro, respirando l’aria fresca e tentando di indovinare la meta di un motoscafo che lascia la scia.

E c’è tutto il mare di fronte e ci sono tutti i tuoi sogni e tutti i viaggi reali e immaginari che vorresti e fare.
E barche, onde e azzurro di Genova.

Merenda tra le barche

E così finalmente ecco il sole di maggio e i colori accesi della primavera davanti al mare di Corso Italia.
Una dolcezza ritrovata che sempre dona quiete al cuore.
Le vele, l’azzurro e quel lento dondolare.

E gli scogli, l’orizzonte da catturare, mentre certe barche restano in attesa di nuove partenze.

Alcun si dedicano alla pesca mentre un remo fende l’acqua e una barchetta turchese come quel mare prende il largo in un questa dolce tranquillità.

E qualcuno ne approfitta per far merenda, tra i ciottoli levigati dal salino e le barche tirate a riva.

Era un bella briciola sostanziosa e invitante, perfetta per un piccoletto così!

Mentre attorno c’era tutto questo azzurro di primavera e di Genova.

E certe candide vele si lasciavano condurre dalla brezza leggera.

E alcuni restavano lì, davanti al muretto, a scrutare le barche, i pescatori, il confine del mare e il cielo limpido.

Un attimo soltanto

È durato appena un attimo.
Il tempo di pochi respiri o di un refolo di vento, lo spazio di un battito.
E il cielo era lucente di sole e chiaro come sa essere nei giorni che precedono il tempo della primavera.
Di fronte a me il mare e Corso Italia.
E percorrendo una strada che conduce laggiù ho veduto una vela, una cornice di alberi e di ondeggianti fiori di mimosa.
Con questa dolcezza, un attimo soltanto.

Mare, vele e libertà

E poi il sole brillante rimbalza sul mare e fa luccicare l’acqua che si increspa appena.
Ed è blu, turchese, celeste e bianco di vele che sospinte da favorevoli venti prendono il largo verso mete sconosciute.
Il mare, da sempre e per sempre, è simbolo di assoluta libertà, con quell’orizzonte infinito del quale non si sa immaginare il confine.

E navigano le vele, leggere si inseguono e si alternano in una danza che pare non terminare mai.

Alcune si inchinano alla forza del vento e alla maestà del mare.

È un dono prezioso poter sentire la brezza marina, il salmastro che sfiora la pelle, la vita che richiama altra vita e altra bellezza.
Così incedono le vele, nell’avventura di una giornata lieta.

Maestose regine di un panorama armonioso e così lineare eppure unico.

Candide e chiare, come la spuma che si dissolve sui sassi quando le onde si frangono inquiete.

Così ho veduto queste vele, lievi sul mare davanti a Corso Italia, sospinte dal vento e dal desiderio di libertà.

Ancora vele

Ancora vele, navigano serene sull’orizzonte blu.
Ancora vele come altre che vedemmo in stagioni diverse, in certi momenti di quiete in cui ci fermammo a cercarle e a seguire il loro viaggio lieve.
Ancora vele, ancora ne verranno e ancora ci attarderemo ad osservarle, cercando di indovinare la loro destinazione e il porto verso il quale sono dirette.
Immaginando il vento, gli spruzzi di sale, i capelli scompigliati, quel dolce dondolio sull’acqua.
Ancora vele, una ha il colore del bosco e della speranza.

Ancora vele e ognuna trova il suo spazio per navigare.
Ancora vele e ci sono anche altre barche, una disegna il mare e lascia dietro di sé una frizzante scia di spuma bianca.
Ancora vele, ancora attese, ancora scoperte nuove e rive da raggiungere.
Ogni volta, forse, con nuovo entusiasmo, come sempre sono le esperienze belle dell’esistenza.

E ancora vele, nel mare calmo e nel cielo sereno, in una quieta geometria di un giorno d’inverno che tra questi colori appare un vero preludio di primavera.
Come certi viaggi: la meta è la rinnovata felicità e un destino ritrovato.

Ancora vele, una si allontana solitaria, mentre il cielo si copre di nuvole e il mare si veste di toni di pallido argento.
E la vela va, senza timore.
E ancora avanza, con meritevole ottimismo.
Con la bellezza di quei momenti della vita che sempre ritornano, ricercando ancora il sole.

Una giornata con Els e Irene

Ed eccole: finalmente le mie amiche olandesi sono tornate a Genova.
Questo così è il breve racconto di una bella giornata trascorsa insieme tra chiacchiere, passeggiate, racconti, risate e bellezze da scoprire.
Il nostro giro è iniziato là, sotto i porticati di Staglieno e chiaramente non poteva mancare un saluto a Caterina Campodonico, ai miei angeli più amati e alle sculture più affascinanti e suggestive.

Genova ci ha regalato un clima incantevole e un radioso cielo terso, l’ideale per andarsene a zonzo.
E naturalmente siamo passate anche in Spianata Castelletto, come ben sapete da lassù si gode di un magnifico panorama e Els e Irene lo hanno apprezzato.
E così, ringhiera, mare blu, sorrisi, tetti d’ardesia e occhiali da sole.
E un caffè al tavolino e ancora chiacchiere, come si fa tra amiche vere.

E poi, ancora, salendo verso casa mia, ci siamo fermate alla solita fermata dell’autobus, proprio quella dove si trovano sempre sedie e arredi di varia natura.
E sapete una cosa? Avremmo voluto trovare un divanetto per riposarci un po’ e invece non c’era nulla!
Da qui il significativo gesto di Els che apre le braccia per indicare che il gabbiotto è proprio vuoto.

E poi per finire la giornata ci siamo concesse una piacevole passeggiata tra Boccadasse e Corso Italia e si è unita a noi anche la mia amica Anna Rosa.
E così, onde, colori di Genova, cioccolata calda al tavolino, progetti e ancora bellissime chiacchiere.
Els e Irene sono due persone fantastiche, ci siamo incontrate grazie a questo blog ed è un privilegio poter dire di conoscerle, ogni volta mi lasciano in dono buon umore e rinnovato ottimismo.
Grazie amiche care, è sempre un vero piacere passare del tempo con voi!