Tramontana che soffia e sibila impetuosa e si abbatte sulla città.
Io amo il vento, amo la sua forza e la sua voce.
E così sono andata là, davanti al mare, davanti alle palme piegate dalla potenza trascinante della tramontana di Genova.

Ieri mattina, al Porto Antico.
Turbine, vortice, vigore ed energia.
Questo è il vento.

E ci si sente vivi a camminare nel vento.
Eppure tutto appare calmo, in una muta immagine.

E invece non è così, sventolano le bandierine, sugli alberi delle barche.

Bandiere, bandiere da ogni parte del mondo.
E non una è ferma, le smuove la tramontana che soffia sul mare di Genova.

Barche, navi e tricolori.

E alberi e vento, ancora vento.

E cammino, davanti all’acqua increspata e mossa.
Mi tengo alla ringhiera?
No, mai.
Si cammina nel vento andandogli addosso, a testa alta.
Controvento, con fermezza, senza esitazioni.
E quando si ha il vento alle spalle ci si lascia sospingere, barcollando e perdendo l’equilibrio.

E i gabbiani volano bassi, si tuffano e poi risalgono, compiono infinite evoluzioni sopra di me.

Volteggiano nell’infinito, regali e possenti.

E la tramontana, la tramontana soffia, soffia potente.
E no, non c’è nessuno.
Chi verrebbe qui, quando la tramontana picchia così?
Io, da sola.

Mi tengo alla ringhiera?
No, questo mai.

Seguo il vento che mi accompagna lungo il cammino.

Davanti alle grandi navi da crociera.

E arriverò laggiù, proprio davanti alle onde.
Nessuno, io sola e un incomparabile, improvviso senso di felicità.
Mi sento come quei gabbiani che sfidano l’azzurro, io qui, sola, con il vento tra le mani e nei capelli.

E quando è tempo di tornare cammino tra la ringhiera e le panchine.
Nessuno, io sola e quel cielo pulito e chiaro.
E’ il cielo di Genova, quando infuria la tramontana.

La gioia a volte arriva così, inaspettata, proprio come il vento.
E sì, mi sentivo così, incredibilmente felice, quando sono stata testimone di un piccolo fatto straordinario.
Al Porto Antico, dove volano i gabbiani.
Ma non ci sono soltanto loro, sapete?
Ci sono anche certi piccoli passerotti che si posano sulle corde e sulle catene.
E loro non perdono l’equilibrio quando volano, loro no!

D’improvviso, una gran confusione.
Che succede? Un tafferuglio tra volatili per due pezzi di pane che erano per terra.
C’era una folta rappresentanza di piccioni, un fiero gabbiano e lì in mezzo, in quella mischia, c’era questo tipetto qui.
Ecco, io tifo sempre per i più piccini, sia chiaro!

Insomma, è stata una dura lotta e alla fine il gabbiano si è aggiudicato il pezzo di pane più grosso.

Eh, ma c’era ancora l’altro pezzetto più piccolo, la contesa non era finita!
E io ero lì, in piedi, davanti a me i piccioni e il gabbiano si azzuffavano con incredibile aggressività, mentre il tipetto ne stava un po’ in disparte.
E poi, d’un tratto, sapete cos’ha combinato?
Ha fatto un voletto, si è lanciato là in mezzo, si è messo il pane nel becco e poi via, velocissimo!
Meraviglioso, li ha fregati tutti!
Io tifo sempre per i più piccini e così non sono riuscita a trattenermi e ho urlato:
– Ma grande!
E sì, qualcuno mi ha guardata un po’ perplesso, ma non importa!
C’era la tramontana, c’erano i gabbiani, un uccellino tenace, un’imprevista felicità.
