C’è solo una maniera per ricordarlo, anche se in realtà nessuno lo ha dimenticato mai.
Ascoltare la sua voce, il suono della sua chitarra e le sue canzoni.
Così è rimasto sempre tra di noi Fabrizio De André, con la potenza eterna delle sue parole e con le sue note.
Eppure lui mi manca, mi manca il suo racconto dei nostri giorni, molto spesso mi chiedo come canterebbe certe realtà che stiamo vivendo e che lui non ha veduto.
Oggi è il 18 Febbraio, oggi è il suo compleanno e allora ho scelto per voi dieci canzoni di Fabrizio.
Non è stato semplice selezionarne soltanto dieci, sono tra quelle che io amo di più e ve le propongo senza la pretesa di volervele spiegare, solo per condividere con voi le emozioni che lasciano certe note e certi accordi.
Quella sua dolcezza in Amore che vieni, amore che vai:
Quei giorni perduti a rincorrere il vento,
a chiederci un bacio e volerne altri cento,
un giorno qualunque li ricorderai,
amore che fuggi da me tornerai.
E anche allo stesso modo in La canzone dell’amore perduto e nella sua Ave Maria.
E poi Genova nelle sue canzoni, nessuno per noi ha saputo metterla in note meglio di lui: Genova è Creuza de mä, Genova è Bocca di Rosa, Genova è Via del Campo.
Da ragazzina poi ricordo di aver cantato spesso Il testamento di Tito, forse è una delle prime canzoni di De André che ho imparato a memoria perché alcuni miei amici la suonavano con le loro chitarre.
Il pescatore, noi di Genova ogni volta che vediamo un tramonto sul mare e qualcuno che regge fiducioso una canna da pesca pensiamo subito alla canzone di Fabrizio, siamo gente fatta così.
E ancora, Fiume Sand Creek:
Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
Il lampo in un orecchio nell’altro il paradiso
E di tutte le canzoni del mondo ne esiste una sola capace di farmi sentire ogni volta un brivido sempre identico ed è una canzone di Fabrizio De André.
È un testo dedicato agli ultimi, alla pietà umana, alla fragilità degli uomini e alla caducità della vita.
Recitativo (due invocazioni e un atto di accusa) tratto da Tutti Morimmo a Stento.
Non si può neppure definire una canzone, è una poesia di parole intense e vi invito ad ascoltarla, la trovate qui.
Sentiamo la sua voce e allora è come se lui fosse ancora qui.
Buon compleanno Fabrizio, grazie di aver parlato anche a noi.