Gli sguardi di Giano Bifronte, simbolo di Genova

Correva l’anno 1536 e nella città di Genova veniva commissionata agli artisti Della Porta e a Nicolò Corte un’opera di pubblica utilità: un barchile e cioè una maestosa fontana che venne collocata in una delle piazze centrali della Superba, all’epoca si chiamava Piazza Nuova, oggi è invece intitolata a Giacomo Matteotti.

Piazza Matteotti

Vista da Palazzo Ducale

Sulla fontana troneggiava una scultura con i tratti di Giano Bifronte.
Questa figura ha una forte valenza simbolica per questa città, una leggenda infatti narra che si debba proprio al dio Giano la fondazione della Superba, alcuni ritengono che da lui derivi il toponimo Janua, antico nome della nostra Genova.
Va detto che nella storia di Genova sono varie le supposizioni sull’identità del fondatore Giano ma su questo non mi dilungherò.
Il dio romano degli inizi, il dio dai due volti.

Giano (2)

Mutano anche i visi delle città e così è accaduto anche in questo caso.
Nella prima metà del ‘600 la fontana trovò una nuova destinazione, si stabilì di collocarla in Piazza San Domenico, così si chiamava l’attuale Piazza De Ferrari.
Sul finire dell’Ottocento venne nuovamente spostata e fu messa in Piazza Marsala, dove ancora potete ammirarla.

Via Palestro

Cartolina appartenente alla Collezione di Stefano Finauri

E anche al dio Giano fu trovata una nuova sistemazione, in un primo tempo venne posto su un’altra fontana che trovate nei caruggi, la sua storia è una delle prime che ho raccontato in questo articolo che vi conduce nella celebre Via Del Campo.
Là si trova la colonna d’infamia eretta nel 1628 per Giulio Cesare Vachero, traditore di Genova che fu punito con la morte per le sue colpe.
Oltre a ciò, secondo l’uso del tempo, la sua casa venne spianata e al suo posto fu costruita la colonna infame.
Tempo dopo i discendenti del Vachero ricorsero ad un astuto stratagemma.
Insomma, non era tanto onorevole trovarsi davanti agli occhi i misfatti del loro antenato, così quando venne costruita la Peschiera dei Raggio fecero in modo che fosse posizionata in maniera da oscurare la vista della colonna sulla quale sono incise le colpe dello stolto Vachero.
E su questa fontana fu collocato il busto di Giano.

Via del Campo

Non terminano qui le peregrinazioni genovesi del dio bifronte, alla fine dell’Ottocento fu destinato a Sarzano, la piazza che deriverebbe il suo nome da Arx Giani, rocca di Giano.

Piazza Sarzano (2)

Piazza Sarzano

Qui c’è una cisterna circondata da un tempietto e se guardate sulla sommità di quest’ultimo vedrete i due volti del nostro girovago Giano.

Piazza Sarzano (3)

Qui venne collocato e qui restò per molti anni, la statua che vedete attualmente non è altro che una fedele copia.

Giano

E dove si trova l’originale Giano Bifronte, colui che con i suoi sguardi misteriosi ha veduto scorrere la vita di Genova e i suoi secoli?
È conservato nel deposito del Museo di Sant’Agostino, insieme alle molte opere che hanno suscitato il mio e il vostro stupore, accanto alle pietre di Genova perduta.

Giano (3)

Lo si preserva e lo si difende dalle ingiurie del tempo ma merita certo di essere di essere esposto nelle sale del Museo.
Ed io spero che gli sguardi di Giano trovino ancora quelli dei genovesi e di tutti coloro che amano la storia di questa città.

Giano (4)

26 pensieri su “Gli sguardi di Giano Bifronte, simbolo di Genova

  1. Janus assai caro alla mia cittadina adottiva, Fabriano.
    E dunque scopro essere anche simbolo di Genova!
    Grazie cara amica, buon inizio di settimana, qui sotto uggia “autunnale”
    Susanna

  2. Gli arredi urbani li immaginiamo fissi nel tempo, salvo scoprire che sono stati trasferiti da un luogo all’altro per qualche centinaio di anni. Quanta irrequietezza tra fontane e busti. Tu sei sempre bravissima nel seguire il corso della storia, ripescando notizie e foto d’epoca. In questo te la giochi con Tiptoe 😉 bacioni!

  3. Miss io ti ringrazio pet questo tuo post semimitologico sul nostro Giano bifronte ho arrichito ulteriormente la mia cultura sulla nostra amata Zena la chicca per me “Arx Giani” Sarzano grande e attento lavoro il tuo un grande plauso alla tua cultura a tutto campo e grande abbraccio!!!👏

  4. Cara Miss, tu mi porti in giro per la mia amata Genova, spesso proprio dalle “mie” parti (qui, via Palestro). Grazie della storia, anche perchè mi rendo conto di come tante cose, abituata a vedere da sempre, si rivelino ricche di sorprese e interesse. So che oggi è una giornata stupenda, goditela 🙂

  5. Peregrinano le statue a volte. Non trovano pace, se ne vanno in giro per la città, ma l’importante è che sempre vengano preservate. Poi Giano bifronte mi è particolarmente simpatico; credo che rappresenti bene la dualità che c’è in ognuno di noi… forse dovrebbe avere anche tante facce intermedie

  6. Miss, quel tempietto è carinissimo e Giano è un dio che mi piace… pensi che avendo quattr’occhi, si arrabbi il quadruplo per il posteggio davanti a San Salvatore? (google maps nel 2015 lo dà ancora).

  7. Secondo alcune fonti storiche antiche Giano eistette veramente. Ovviamente non era un dio ☺
    Ovviamente non aveva due teste… ma era un Patriarca dell’antichità.

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