Nel tepore della luce settembrina sbocciano piano certi fiori, al margine del bosco, così li ho veduti a Fontanigorda in una mattina fresca e soleggiata.
Timidi ma tenaci, tra l’erba verde madida di rugiada.
Così sorretti da fragili steli.
Tra foglie accartocciate e rametti spezzati, nella perfetta armonia di uno scenario costruito ad arte dalla natura.
E così lentamente un petalo si apre e svela la sua pericolosa bellezza così a lungo protetta.
Questo fiore, così simile al croco, è il colchico autunnale ed è una pianta tossica e velenosa.
Osservando con attenzione, tuttavia, è possibile non confonderlo con il nobile croco che dona il preziosissimo zafferano.
In particolare il colchico ha sei stami, mentre il croco invece ne ha soltanto tre.
Inoltre, quando è il tempo della fioritura, il colchico alla base è privo di foglie.
E così, incontrando questi fiori tra le foglie cadute limitiamoci ad ammirare la loro leggiadria.
È questo uno dei fiori che preannunciano l’arrivo dell’autunno.
Così sboccia e si mostra agli sguardi, in una stagione che muta, il colchico autunnale.