Glicine di primavera

È il tempo del glicine di primavera che sboccia nei giardini e fiorisce odoroso.
E a me è molto caro il glicine di Via Piaggio che così accoglie i passanti: ci conosciamo dal tempo della scuola, già allora amavo ammirare i suoi fiori e la sua grandiosa bellezza.

Il glicine prospera e danza contro il cielo blu.

E sboccia così generoso.

Adorna le cancellate della Circonvallazione a Monte.

E dondola lieve nell’aria fresca di aprile.

E si offre ai piccoli insetti operosi che ronzano instancabili.

Così si posano sui dolci fiori del glicine.

Albero maestoso che rappresenta alla perfezione la beltà di questa stagione.

Sboccia anche il glicine bianco e questo in particolare è una sorta di istituzione del quartiere, un amato abitante di Castelletto.

Fiorisce sulla scala tra Corso Firenze e Via Paride Salvago.

Così regale, candido e lieve.

Come ad ogni primavera così celebro il glicine, dono magnifico della natura.

Profumato, nobile e gentile.

Con le sue cascate di fiori dalle sfumature delicate.

Incantevole, meraviglioso e adorato.

Glicine di primavera che generoso sboccia nelle strade di Genova nella nostra bella primavera.

 

La gioia del glicine

La gioia del glicine è nel suo svettare libero e maestoso nell’azzurro del cielo di Genova.

L’albero generoso così fiorisce lungo Via Piaggio, io e questo glicine ci conosciamo da tanti anni, fin dai tempi della scuola, ogni volta che sbocciano i suoi fiori dal profumo delizioso sento anche una sorta di nostalgia che non saprei spiegare.

E il glicine dondola, allegro e odoroso, nell’aria leggera.

La gioia del glicine è abbarbicarsi ai muri e alle ringhiere e offrire prodigo al passante la sua splendida beltà.

E così si resta a sentirne la dolcezza e ad ammirare la sua assoluta perfezione.

La gioia del glicine è anche la sua capacità di sorprenderci e di farsi trovare anche nei luoghi più impensati.
E così l’altro giorno mentre percorrevo Vico della Gazzella, una stradina in pieno centro tra Via Palmaria e Via Colombo, il glicine mi ha stupita con i suoi fiori sublimi che danzavano davanti alle finestre.

Così intenso, vivace, un meraviglia della natura.

E quando viene primavera capita anche di posare i piedi su quei petali caduti.

E non si smette mai di essere grati per il dono di questa leggiadria e per la gioia del glicine.

Autunno genovese

Questo nostro autunno genovese è stato fino ad ora gentile e generoso e ci ha regalato giornate terse e limpide.
Ora, sul finire di novembre, inizia a volte a spirare più potente il vento che fa vibrare le foglie rosse.

E io amo, in queste giornate così belle, scendere giù da Via Piaggio e trovare i colori di questa stagione.

E cadono le foglie, si posano leggere al suolo e creano un disegno perfetto.

È una magia di lievità accartocciate.

E un fremito di oro contro l’azzurro.

Devi solo attendere e l’autunno, prima o poi, cade ai tuoi piedi.

E poi ancora, giù per Rampa Silvio Fellner, non so dirvi quante volte nella vita io abbia percorso questa bella mattonata.
L’ho fatta di corsa per non arrivare in ritardo a scuola o con il passo più leggero per andare agli appuntamenti con le mie amiche,  gradino, dopo gradino.

E in questa stagione mi fermo sempre a un certo punto della ringhiera e resto a guardare le foglie con le loro sfumature.

Questo autunno genovese ha portato sul mio terrazzo, intorno alla metà di novembre, un’elegantissima ospite che è andata a posarsi sulla veronica.

Questo autunno genovese ha fatto poi sbocciare certi fiori di un colore celeste perfetto, così si avvinghiano alla ringhiera di Corso Firenze.

E ancora, in questo autunno genovese, arrivo in centro passando da una mattonata all’altra.
Con le mie pause e le mie lentezze, guardando tra un palazzo e l’altro, cercando scorci, tetti e panni stesi.
E arrivando là, passo dopo passo.

Ti lascia un po’ sognare il nostro autunno, ti dona i suoi colori e si offre così allo sguardo, stagione delle foglie che arrossiscono così davanti alle finestre e sulle creuze di Genova.

La mimosa sulla scala

Ed è ritornata a fiorire anche la splendida mimosa sulla scala, in Via Piaggio.
È uno degli alberi che sempre ritrovo: a un certo punto dell’anno, quando la natura piano si risveglia dal torpore invernale, fiorisce anche la mimosa sulla scala.
I fiori, gli alberi, i prati e la bellezza dell’universo, fino alla più piccola pietra, non tradiscono mai.
E così si affaccia la bella mimosa, silenziosa e discreta abitante di questo quartiere.

E sboccia, rifiorisce, dondola leggere davanti alle finestre.

Un dono effimero e lucente di questa stagione e di questo mese che scorre via veloce e corre gioioso verso la primavera.

Scendendo i gradini, nella fresca aria di febbraio, cosi ci sovrasta la splendida e gialla mimosa.

Foglie d’autunno in Circonvallazione a Monte

Ecco poi le ultime foglie, tormentate da vento gagliardo cadono giù e così si posano sulle curve e sui marciapiedi di Via Piaggio.

Restano arrese su certi gradini di marmo ad accartocciarsi al sole.

Dondolano contro il cielo blu e incorniciano il terrazzo e le finestre di un bel palazzo di Corso Paganini.

Fremono le dorate foglie tenaci, le poche abbarbicate a certi rami quasi spogli luccicano preziose.

Camminare lungo i corsi della nostra Circonvallazione a Monte in questa stagione offre lo spettacolo di un’incantevole magia e ci fa riflettere sulla vera anima della città ottocentesca con i suoi eleganti corsi pensati per il passeggio e per la quiete che si poteva trovare in questa tranquilla zona genovese.
I nostri moderni mezzi di trasporto, pur così utili e naturalmente necessari, non si armonizzano proprio alla perfezione con questa antica idea di città.
Provate a immaginare di passeggiare in Corso Magenta in un tempo diverso dal nostro, sotto la luce di questi colori.

È un oro lucente che così si staglia contro questo azzurro così limpido.

E il grande albero mostra tutta la sua gloriosa bellezza autunnale.

Altre foglie arrossiscono e si agitano sospinte dall’implacabile vento.

E i toni di questa stagione vibrano caldi sulla prospettiva di Corso Solferino.

Verrà ancora più freddo, arriverà l’inverno, adesso ancora fremono gloriose le fogli d’autunno in Circonvallazione a Monte.

Mio amato glicine

E così sei tornato a fiorire, mio amato glicine, sbocci generoso per le strade del mio quartiere, ogni petalo è un dono divino, ogni fiore è una bellezza ritrovata della quale ringrazio.
Mio amato glicine, così dondoli nell’aria e nel cielo sereno.

E ti arrampichi sui muraglioni, sfidi la vertigine e crei la cornice perfetta per i panorami che amiamo ammirare.

Mio amato glicine, così ricco, prodigo e generoso.

Profumato e fresco, contro l’orizzonte e il mare e la Lanterna.

Mio amato glicine che con la tua gloriosa leggiadria fiorisci sulla cancellata di Corso Firenze e così diffondi la tua inconfondibile dolcezza.

E ti stagli così magnifico contro il cielo e tra le case.

Mio amato glicine, sei ancora lo stesso dei miei tempi della scuola, così rigoglioso e splendido, sulla prospettiva di Via Piaggio: quando allora iniziava la tua fioritura voleva dire che l’estate era vicina e ancora è così, mio adorato glicine.

E ancora alzo gli occhi versi i tuoi rami carichi di fiori.

E così ti ringrazio, mio amato glicine, di tutta la deliziosa e profumata bellezza che sai donarci.

Sulle scale in autunno

È una delle scale che ripide si arrampicano ad unire due tratti di Via Piaggio, nella città in salita certi luoghi si raggiungono gradino dopo gradino.
E nei giorni di novembre le foglie che rivestono il muraglione si accendono di diverse sfumature di rosso e di autunno, sono i colori intensi e vividi di questo periodo dell’anno.
E così mi fermo ad ammirare questa bellezza.
E non sono neppure la sola ad osservare questo scorcio del mio quartiere, un gatto timido e circospetto se ne sta alla finestra, lo distrae un po’ la mia presenza ma rimane serafico a guardare il panorama.
Un dipinto di stagione: sulle scale in autunno.

Gli occhi con cui guardi

Le incontro ogni giorno, ogni giorno i miei occhi si posano su di loro.
Stanno lassù, distanti, in alto.
Guardiane della quiete, poste sulla balaustra di un’elegante villa di Via Piaggio.
Sorelle, amiche, complici.
La posa aggraziata, le pieghe del manto.

I boccoli setosi, il profilo perfetto, i gesti armoniosi.
E una coroncina di fiori che lei tiene appesa al polso.

Lei invece l’ha posata sul capo, graziose corolle cingono i suoi capelli.

Le incontro ogni giorno.
E lei, a dirvi il vero, sembra quasi che mi aspetti, almeno così pare a me.
Affabile, gentile, tiene il collo leggermente reclinato e la sua posa la fa sembrare ancor più dolce.
E pare che dica:
Sei di nuovo tu? Sei tornata!

Lei invece ha un aspetto altero e deciso.
Mi attende?
Non saprei, credo di no.
Mi osserva da lassù ma non sono certa che mi veda davvero, ho questa sensazione.

Lei.
Lei invece.
Lei, guardiana amorevole dei passanti e di coloro che non conoscono il suo nome.
Sei tu? Sei tu. Sapevo che ti avrei rivista, ti aspetto ogni giorno.
Senza parole, solo con lo sguardo.

Ho la speranza che un giorno anche la sua compagna, amica o sorella mi riservi uno sguardo attento e affettuoso.
Lei sta là, distante e leggiadra, persa in una perfezione di azzurro e bianco.

Lontano o vicino, sono gli occhi con cui guardi a fare tutta la differenza.
Sempre.

Guardando Via Piaggio, ieri e oggi

Ci sono vedute per me consuete, ci sono scorci più facili da riconoscere in certe fotografie del passato.
Oggi vi mostro parti diverse di un’unica immagine di anni lontani, vi sono ritratti luoghi del mio quotidiano e strade che percorro ogni giorno.
Guardando Genova, i suoi tetti e le case, le curve, il mare e la costa da Via Domenico Chiodo.

Osservo meglio.
Cerco un palazzo dalla forma triangolare, accanto c’è una strada che sale, è Via Paride Salvago, su tutto domina l’inconfondibile Castello Bruzzo.

Ed era così anche molti anni fa.
Certo, l’edificio si nota nella sua interezza, allora non c’erano così tante costruzioni intorno.

E ancora guardo i tetti e conto le finestre degli ultimi piani dei palazzi di Via Ameglia.

E guardo i tetti e conto le finestre, ritrovo le prospettive.

E poi torno ad ammirare Genova dall’alto, sempre da Via Domenico Chiodo.
Il porto sullo sfondo, il mare e le navi.
E Castello Bruzzo ora inquadrato sulla sinistra, la via che si inerpica sinuosa sulle alture con le sue incantevoli ville è Via Piaggio.

E così era, tanto tempo fa.
Sul lato delle ville su notano degli alberelli appena piantati.
E poi il tempo è trascorso, è proprio scivolato via.

La città è cambiata, sono state costruite nuove case e questo ha logicamente mutato anche il nostro panorama.
Si sono aggiunte altre finestre e altra vita, altri tetti coprono un tratto del tracciato di Via Piaggio.

In altri anni, invece, la via si vedeva completamente.
Di strade tortuose, salite e alture di Genova.

E là, sulla curva, sorge una bella villetta, ai giorni nostri non si riesce a vederla dall’alto, rimane coperta dai palazzi costruiti in seguito.

E c’era anche allora, a guardar bene mi pare che non avesse il cancello.
E chissà quali fiori sbocciavano davanti al quel giardino nel tempo che non abbiamo veduto.

E ancora si sale, tra alberi svettanti, verde rigoglioso e splendide case.

Diverse prospettive di Via Piaggio, diverse stagioni di una strada che conosco bene.

E poi gli istanti sono volati, sono trascorsi gli anni e queste alture hanno ospitato nuove abitazioni e nuovi edifici.
E terrazzini e balconi, strade asfaltate, ringhiere, muretti e finestre e vita, giardini, alberi e piante, un piccolo autobus arancione percorre Via Piaggio, questa zona di Genova è sempre bella e molto panoramica.
Metti indietro le lancette dell’orologio e vai là, in quel tempo che non hai vissuto e guarda Genova in bianco e nero, guarda Genova da lassù.

Meraviglie di primavera

Sono andata a salutare gli alberi, in queste giornate di sole alcuni di essi ci incantano con la loro bellezza.
Fiorisce il glicine generoso, sui pergolati, davanti alle finestre, contro i muraglioni.

Si arrampica sulle grate, si posa gentile davanti a misteriosi volti di un altro tempo.

Sopra un cancello, davanti a un palazzo di Carignano e di fronte ad uno splendido risseu.

Sono andata a salutare gli alberi che conosco bene, li rivedo vestirsi di nuovi fiori ad ogni primavera.
Un inchino a te, maestoso glicine di Via Piaggio.

E a te, magnifico ciliegio giapponese.

E ancora oltre, un trionfo di petali gialli, un’esplosione di profumi e bellezza.

E poi la delicatezza dei lillà.

Ancora qualche passo, su per la salita di Via Domenico Chiodo e oltre quel mare di bocci il mare di Genova e la Lanterna.

E un piccolo fiore di campo è cresciuto proprio tra loro, è un tipo semplice ma si vede che ama l’alta società.

E ancora, salendo, il panorama si svela in questa maniera e sono di nuovo cartoline di Genova e glicini.

Non sono l’unica ad amare questi alberi dal dolce profumo, c’era un ospite che andava e veniva, se avessi voluto immortalarlo non ci sarei mai riuscita.

Delizia di fiori sfumati, il glicine regna sovrano.

E sì, taluni passano da un fiore all’altro, in continuazione!

E ancora specchi, muraglioni e ancora azzurro.

Trionfo, meraviglia e stupore.

E rami che si stagliano contro il cielo.

Su questo grande albero due gazze petulanti, andavano e venivano, volavano insieme.

Una sosta all’ombra, due chiacchiere e poi ancora via, lontano.

E intanto i petali rossi fremono nell’aria tiepida.

E l’albero di Giuda si protende verso il sole.

Il glicine dondola su un orizzonte calmo.

E tutto è perfetto, in questo tempo di primavera.