Le scritte delle Truppe Alleate sui muri della Superba

Le tracce del passato sui muri della città, non solo tracce antiche e vetuste, di ardesia, di marmo, di santi e di devozione.
Sui muri di Genova ci sono anche altre testimonianze di giorni più vicini, sono quasi sbiadite e risalgono all’immediato dopoguerra, quando al termine della II Guerra Mondiale a Genova si insediarono le forze Angloamericane.
Una città ridotta allo stremo, nel tessuto urbano del centro storico si aggirava una certa malavita, altissimo era il rischio di furti e aggressioni, c’erano anche le tentazioni offerte dalle numerose donne di strada.
Le autorità militari del Comando Alleato, con lo scopo di tutelare i giovani marinai da pericoli di diversa natura, imposero una drastica soluzione: il centro storico divenne “off limits” per le truppe alleate e sui punti d’accesso alla città vecchia furono impresse scritte di divieto.
Ve ne mostrerò alcune, potrete vederle anche voi quando passate nella zona di Caricamento.
Osservate i vicoli che iniziano dai portici di Via Turati.

Portici di Via Turati

In Vico Fornetti trovate questa traccia, ormai quasi completamente usurata dal tempo.

Vico Fornetti

Il testo completo del divieto è il seguente: THIS STREET OFF LIMITS TO ALL ALLIED TROOPS, ovvero QUESTA STRADA E’ INTERDETTA A TUTTE LE TRUPPE ALLEATE.
Procedete verso ponente, verso San Lorenzo.
E ritroverete la medesima scritta questa volta più leggibile, in Vico della Stampa.

Vico della Stampa

E al di sotto una ulteriore scritta, non so per quale ragione sia dipinta di verde.

Vico della Stampa (2)

E poi ancora, andando oltre, in Vico dei Caprettari un’altra scritta impressa sul muro, parole identiche alle precedenti.

Vico dei Caprettari

Questi divieti erano presenti in tutta la zona che fronteggiava l’area portuale, piano piano stanno scomparendo e credo che bisognerebbe provvedere alla loro tutela.
Se non le avete mai vedute cercatele, sono la memoria di un passato difficile e di giorni durissimi per Genova e per l’Italia tutta.
E queste che avete visto non sono certo le uniche tracce presenti nella mia città.
L’ultima tappa di questo percorso ci porta all’imbocco di Vico Morchi.
THIS STREET OFF LIMITS TO ALL ALLIED TROOPS, così si leggeva sui muri di Genova liberata.

Vico Morchi

Vico Morchi, scrittori e viaggiatori all’Hotel Croce di Malta

Questo caruggio, apparentemente spoglio e privo di qualunque interesse, è Vico Morchi.
E’ un vicoletto che da Sottoripa vi conduce in San Luca, certo non è tanto famoso e a vederlo davvero non si intuisce per quale  motivo bisognerebbe prestargli attenzione.

Già, quando siete sotto i portici, tra le bancarelle, nei dintorni dell’Acquario che tanto attira i turisti, perché mai dovreste soffermarvi all’inizio di questo umile caruggio? Per quale ragione ha un senso alzare lo sguardo verso quel muro?
Nel 1800 diventò molto in voga il grand tour, giovani aristocratici di famiglie ricche e dotate di molte sostanze intraprendevano un viaggio nel vecchio continente, alla scoperta della vecchia Europa.
Le mete erano spesso la Francia e l’Italia, i viaggiatori sovente erano inglesi e americani.
Se avete letto i romanzi di Henry James, ad esempio, rammenterete quella Daisy Miller ed il suo viaggio a Roma e ancor di più ricorderete Isabel Archer, la protagonista di Portrait of a Lady, e le sue avventure europee.
Gli americani e il loro Puritanesimo, la meta è l’Europa, l’Europa e l’Italia delle città d’arte e delle tante suggestioni che esse suscitano.
E molti furono gli scrittori di quel tempo che soggiornarono a Genova.
Qui, in Vico Morchi, all’Hotel Croce di Malta.

Per molti anni, questo fu uno degli alberghi più prestigiosi della città.
Il primo ospite illustre fu Tobias Smollet, che venne nel 1765 ed annotò sul suo libro, Diario in Italia, che l’alloggio ed il servizio erano stati di suo gradimento.
E poi gli altri, i loro nomi potete leggerli sulla lapide, posta all’inizio di Vico Morchi: James Fenimore Cooper, Mary Shelley, Mark Twain, Giuseppe Verdi ed Henry James.
Scrittori, poeti, artisti, il fior fiore della cultura del tempo.
Dell’Hotel Croce di Malta parla proprio Mark Twain, nel suo Innocents abroad, queste sono le righe ad esso dedicate, ecco le sue parole:

The hotel we live in belonged to one of those great orders of knights of the Cross in the times of the Crusades, and its mailed sentinels once kept watch and ward in its massive turrets and woke the echoes of these halls and corridors with their iron heels.

L’hotel nel quale alloggiamo appartenne ad uno di quei grandi ordini di Cavalieri della Croce ai tempi delle Crociate e le sue spedite sentinelle un tempo facevano la guardia in quelle sue torri massicce e risvegliavano gli echi di queste sale  e corridoi con i loro tacchi di ferro.

Hermann Melville, a sua volta ospite dell’albergo, parlò di un’alta torre, che svettava sugli altri palazzi.
Questa è la torre dei Morchi, dentro la quale si trovava l’Hotel Croce di Malta.

Al Croce di Malta soggiornò  anche lo scrittore Gustave Flaubert.
E allora pensate, pensate che in quelle stanze camminò l’autore di Moby Dick e colui che diede vita a Madame Bovary, dormì in quella torre l’uomo che ideò Huckelberry Finn, Tom Sawyer e molti altri personaggi indimenticabili.
Una torre, una torre medievale che predomina sul mare, in Piazza Caricamento.
Oltre a questa, per un certo periodo, l’albergo occupò anche il palazzo all’altro lato della strada, si vede che avevano una vasta clientela!
E allora immaginate  questi viaggiatori, quelli dai nomi altisonanti ma anche gli altri, gli sconosciuti, tutti alloggiarono qui, al Croce di Malta.
Chissà come sarà sembrata la nostra Genova a questi forestieri!
Molti ne erano davvero affascinati, Mark Twain, in particolare, ne scrisse ampiamente, vi narrerò in seguito quali furono le sue impressioni sulla città e sui suoi abitanti.
Proprio dietro, a due passi dall’albergo, c’è Via San Luca, all’epoca fitta fitta di botteghe, di negozietti di artigiani, c’era un continuo via vai di gente, tra lì e la ripa.
Ma voi ve lo immaginate Mark Twain in Via San Luca? Chissà, gli sarà piaciuta la focaccia?
E ad Henry James, quell’americano compunto, quali sensazioni avrà destato la Superba?
Il glorioso Hotel Croce di Malta chiuse i battenti nel lontano 1878, inglesi e americani, romantici ed innamorati della Liguria, dovettero trovare altre sistemazioni per i loro soggiorni nella nostra città.
Quando passate per Caricamento, alzate lo sguardo verso la Torre dei Morchi, splendida testimonianza del medioevo genovese.
E pensate alle stanze di quell‘albergo, a quegli scrittori, a quel passato che sembra tanto distante, eppure è ancora qui, per chi sa vederlo.