Ricordando Gilberto Govi

È una palazzina che si affaccia su un curva vertiginosa in una delle vie della nostra Genova in salita, poco distante dalla Stazione Principe.
Forse non tutti sanno dove si trovi la casa natale di Gilberto Govi e siccome è piuttosto facile trovarla allora vi porterò là al cospetto di quell’edificio dove nacque il caro e mai dimenticato Gilberto al quale tutti noi vogliamo sempre bene.

Io in particolare lo ringrazio per tutte le belle risate che mi ha regalato con le sue gustose commedie, rivederle è sempre un momento di gioia preziosa, so che molti di voi la pensano esattamente come me.
Il grande Gilberto nacque il 22 Ottobre 1885 in una casa sita in Via Sant’Ugo 13.

E sapete, ogni volta che passo da quelle parti mi scappa sempre qualche sorriso e penso che se abitassi lì o se per caso dovessi entrare in quell’edificio varcando il portone mi verrebbe naturale uscirmene fuori con certe sue celebri frasi o alcuni passaggi tratti dalla commedia I maneggi per maritare una figlia, come ad esempio: E bravo Cesarino che è venuto in campagna con le braghe dell’anno passato!
Ah, chi se lo dimentica quel capolavoro, riporto qui per l’occasione un’immagine scattata nel 2016 alla bella mostra allestita alla Loggia di Banchi a cura del Museo dell’attore.
Tra le altre cose c’era esposto questo pannello con una scena della commedia e con il famoso gipponetto dell’epica scena di gassetta e pomello che tutti ricordiamo a memoria.

Sulla casa natale di Gilberto nel 2001 è stata apposta una targa in memoria di lui e della sua grandezza: Govi merita questo e altro, lui diede grande lustro alla genovesità e al nostro dialetto.

Gilberto Govi lasciò le cose del mondo il 28 Aprile 1966.
Riposa accanto a sua moglie Rina in una tomba che si trova nel Porticato Sant’Antonino al Cimitero Monumentale di Staglieno.

Sulla sua tomba sono poste alcune maschere del teatro, sono le maschere della commedia e della tragedia opera dello scultore Guido Galletti e omaggio al grande talento di di Govi.
In ricordo di lui che a noi continua a regalare risate e buon umore.
E noi, carissimo Gilberto, continuiamo ad essertene grati e a portarti nel nostro cuore.

I mugugni per il monumento a Nino Bixio

Correva l’anno 1890 e a Genova ci si apprestava a celebrare un importante figlio di questa città: il Generale Nino Bixio, protagonista dell’Impresa dei Mille accanto a Garibaldi.
Immaginate il fermento delle grandi occasioni, per rendere onore alla grandezza di questo personaggio si inaugura in sua memoria il monumento a lui dedicato, la statua viene posta in Via Corsica nel quartiere dove abitava il patriota.
Accorre una folla di genovesi, tutti sono curiosi e tutti vogliono vedere il grande Bixio immortalato nel bronzo dall’artista Enrico Pazzi.
C’è grande emozione, la gente si accalca nell’elegante Via Corsica, la strada è adornata con il giusto fasto per rendere omaggio al celebre condottiero.
Ci sono le autorità e i rappresentanti dei vari corpi militari sono pronti alla sfilata, non mancano gli scolaretti delle scuole elementari.
Tutto è pronto, la figura di Bixio sta per essere svelata ai suoi trepidanti concittadini, nel momento cruciale la banda suona una musica solenne, viene calato il telo che copre la statua e un mugugnante brusio si diffonde tra la folla.
E chi è quello sul piedistallo? Bixio? Ma non scherziamo, non gli assomiglia per niente!
E giù mugugni a non finire!

Cartolina appartenente alla Collezione di Eugenio Terzo

Leggendo le cronache dell’epoca mi sono imbattuta in questo singolare aneddoto, il monumento a Bixio causò discussioni su discussioni.
E insomma, tutti avevano da ridire sulla statua, si mugugnava che quel tale ritto sul basamento non fosse nemmeno vagamente somigliante al grande Nino, i quotidiani cittadini furono piuttosto taglienti, un giornalista del Secolo XIX definì la statua “un reato artistico”, il solito Amedeo Pescio scrisse invece che era “un’opera infelice”.
Effettivamente non saprei dar loro torto, ecco, qui potete osservare l’opera di Pazzi nel dettaglio di questa bella cartolina di Eugenio Terzo.

Tanto per gradire il giorno dell’inaugurazione fu pure funestato dalla pioggia e quindi certe iniziative che erano previste furono rimandate, fu proprio una giornata storta!
E poi il tempo trascorse, passarono gli anni, durante la II Guerra Mondiale la tanto esecrata statua venne colpita e distrutta dalle bombe cadute su Genova.
Così La Superba disse addio a quello sgradito monumento, al suo posto ne venne eretto un altro ben più apprezzato.

Si tratta di un’opera dello scultore Guido Galletti e qui venne posta negli anni ‘50, il monumento osserva la via che termina alle spalle della Basilica di Carignano.

Si tratta proprio della strada dedicata a lui, indiscusso protagonista del nostro Risorgimento.

Coraggioso e indomito, Bixio è ritratto in una posa che esalta la sua figura eroica ed intraprendente.

Celebrato nella giusta maniera nella sua città.

Tra le case eleganti di questo bel quartiere.

Nino Bixio morì lontano dalla sua patria, sull’isola di Sumatra, riposa nel Pantheon di Staglieno insieme a tutti coloro che in modi diversi diedero lustro a questa città.
Nell’Impresa dei Mille c’era Bixio al comando del Lombardo, il nostro era un vero uomo di mare e direi che la statua è apprezzata anche da coloro che il salmastro lo respirano ogni giorno.

Storie di onde, avventure, gabbiani che si librano in volo e poi si posano, storie di spiriti inquieti.

Memoria di Nino Bixio, eroico figlio di Genova.