Un angelo per Matilde

Il perenne sonno di Matilde è custodito da un angelo colmo di grazia, è una creatura celeste dai tratti perfetti.
Il viso dolce, le chiome morbide, lo sguardo rivolto verso l’eternità e un fremito nelle ali.
E i nastri e un fiocco a incorniciare la sua figura così scolpita in un tondo.

Di Matilde a noi resta il ricordo inciso sullo lapide.
Matilde e la sua gioventù, aveva poco più di trent’anni.
Matilde e il suo amore, il suo sposo Giuseppe.
Matilde e il suo cuore di tenera madre troppo presto strappata ai suoi piccini.
E il dolore della sua assenza è nella scelta delle parole, nel ricordo che si volle lasciare di lei e del suo tratto di strada nel mondo.

Il cippo di Matilde Fontanarossa è collocato nel Porticato Inferiore a Ponente del Cimitero Monumentale di Staglieno e fu scolpito da Santo Varni nel 1860.

Un angelo, raccolto in devota preghiera, custodisce la memoria di Matilde e i suoi sogni infranti.

Vicino agli angeli

È accaduto in una luminosa mattina autunnale, mentre il sole filtrava illuminando le statue nel Porticato Superiore a Ponente del Cimitero Monumentale di Staglieno.
E lui era là, vicino all’angelo che custodisce il Monumento Casella, così lambito dalla luce radiosa.

Monumento Casella di Antonio De Barbieri

Presenza discreta e misteriosa, testimone del dolore eternamente vivo della giovane Virginia Aprile rimasta troppo presto vedova e priva del conforto del suo consorte.

Monumento Pienovi di Giovanni Battista Villa

Vicino agli angeli, in questa quiete.

Monumento Dufour di Santo Varni

Poi io mi sono allontanata, in cerca di altra bellezza e di altri squarci di luce e più tardi sono ancora ritornata sui miei passi.
E ritrovando così lo stesso tratto di porticato mi era parso, in un primo momento, che l’ospite dal passo lieve non fosse più in quel luogo.
E poi, osservando più attentamente, mi sono accorta che mi sbagliavo.

Monumento Casella di Antonio De Barbieri

Una breve frazione di tempo, ancora.

E di nuovo, poco dopo, eccolo accanto alla creatura celeste che vigila sul sonno eterno di Raffaele Pratolongo e dei suoi cari.
Così, vicino all’angelo.

Monumento Pratolongo di Giulio Monteverde

Silenzioso ed enigmatico, così è rimasto, in quel posto dove riposano tanti antichi genovesi, nella luce del Porticato Superiore a Ponente.

Monumento Parodi di Giovanni Battista Cevasco

La Madonna Immacolata di Santo Varni

Ritorniamo insieme ancora nella ricca Basilica di Santa Maria Immacolata in Via Assarotti, nel giorno dell’Immacolata Concezione desidero mostrarvi una raffinata opera d’arte che rappresenta la grazia della Vergine Maria.
La preziosa scultura marmorea di Santo Varni ultimata dall’artista nel 1872 è collocata sull’altare maggiore, un chiarore di oro circonda l’armoniosa bellezza della Madonna Immacolata.

Maria ha il volto radioso di fanciulla, i suoi occhi sono socchiusi in mistica preghiera, i morbidi capelli cadono sulle sue spalle.
Sul suo capo è posata la corona e la sua aureola è formata da dodici stelle.

A lei è intitolata la chiesa che così presiede.

Ritorno spesso al cospetto della dolcezza di questa Madonna e ogni volta che mi succede di ammirare opere di tale bellezza penso sempre alla modella che posò per l’artista: una ragazza giovane dalla bellezza acerba, i suoi tratti sono per noi quelli della Vergine Maria.
Un ovale armonioso, un viso illuminato da autentica grazia.

Nel tempo di dicembre mi è capitato di vedere questa splendida chiesa abbellita con le rosse stelle di Natale.
E lì, davanti all’altare maggiore, ai piedi della Madonna Immacolata, era allestito il piccolo presepe che vi ho mostrato nel mio precedente articolo.
Un’armonia mistica, in una chiesa di Genova.

Sotto i piedi di Maria l’infido serpente, tra le nuvole si scorgono poi certi piccoli cherubini, davanti a Lei la croce.
E in questa magnificenza di oro la bellezza radiosa di Lei: la Madonna Immacolata di Santo Varni.

Madonna e Santi: un capolavoro di Santo Varni

Nel mese che culmina nel Natale vi porterò più spesso nelle Chiese di Genova, non solo per scoprire suggestivi presepi allestiti nei giorni di dicembre ma anche per ammirare certe opere d’arte.
Se anche voi vorrete vedere una delle pregiate sculture di Santo Varni dovrete così recarvi nella Chiesa dell’Annunziata del Vastato, sotto a questi ori splendenti.

Santo Varni, prolifico artista genovese nato nel 1805 e morto nel 1885, è autore di diverse mirabili sculture collocate nel Cimitero Monumentale di Staglieno, i suoi angeli colmi di grazia custodiscono il sonno eterno di certi defunti.
E là, nella Chiesa dell’Annunziata, troverete una giovane Maria che tiene in grembo il suo piccolo Gesù e a lui si rivolgono angeli adolescenti e Santi con le mani giunte.

E sempre colpiscono la ricchezza del drappeggi, la sapiente ricerca dell’armonia, gesti e sguardi restituiscono nell’insieme un senso di assoluta perfezione.
Ecce Agnus Dei, ecco l’agnello di Dio, così si legge scolpito nel marmo e all’estrema destra un angelo resta assorto in preghiera e tiene una mano sul cuore.

E certi sguardi ricercano con amore infinito il cielo e l’eternità, nel silenzio e nella pienezza della fede autentica.

Nella complessa bellezza di una magnifico altorilievo lasciatoci dal talento dello scultore Santo Varni: Madonna e Santi nella Chiesa dell’Annunziata.

La bellissima inglese e il diplomatico, un amore di Genova

L’amore, a volte, arriva all’improvviso e travolge i cuori come la spuma del mare che si frange sugli scogli.
Siamo circa a metà dell’Ottocento e un viaggio sulle onde sarà fatale a Elisabetta Dewar: lei è giovane, bionda e bellissima, insieme al padre è imbarcata sul piroscafo che da Costantinopoli la condurrà a Genova.

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L’amore, a volte, arriva all’improvviso, lambisce gli animi come una calda brezza marina.
Parole, sguardi d’intesa, sussurri e promesse.
Colui che fa palpitare il cuore della bella inglesina è un nobile genovese: il marchese Andrea Luigi Taliacarne torna nella sua città dopo aver ricoperto il ruolo di segretario d’ambasciata nella lontana Costantinopoli.
È un affascinante gentiluomo dai modi squisiti e appartiene ad un’abbiente famiglia che possiede molte case nella zona di Salita del Prione e di Fossatello.

Via Fossatello

Il padre di Elisabetta osserva in silenzio e si avvede che la fanciulla ha un notevole trasporto per il giovane aristocratico.
Il piroscafo approda nel porto di Genova e il Taliacarne, a causa della propria professione diplomatica, è destinato a partire per un nuovo viaggio.

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E lei, Elisabetta, desidera seguirlo, non potrebbe mai separarsi da lui, il sentimento che li unisce è forte ed intenso.
Il padre di lei ha qualche perplessità in quanto la figlia naturalmente è di religione anglicana mentre Andrea Luigi è cattolico.
I due innamorati però non sentono ragioni e alla fine si giunge all’agognato compromesso: Elisabetta manterrà la sua fede, la loro prole verrà educata secondo i dettami del cattolicesimo.
Vengono così celebrate le nozze, l’unione sarà gioiosa e felice, la coppia avrà due figli, una diverrà suora e il maschio si dedicherà principalmente ai viaggi.
Dopo il matrimonio la carriera diplomatica di Andrea Luigi Taliacarne decolla, il nobiluomo diventa Ministro Plenipotenziario d’Italia presso la Corte del Portogallo.
E in questo suo ruolo non mancheranno le gratificazioni, quando il Re del Portogallo viene in Italia per un suo viaggio vuole essere accompagnato proprio dal Marchese Taliacarne.
Nei giorni della vita, in ogni attimo, accanto ad Andrea c’è lei, Elisabetta.

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L’amore, a volte, arriva all’improvviso ma il destino sovente non conosce misericordia.
Giunge il mese di novembre del 1867 e il diplomatico genovese si trova a Firenze, in una notte senza speranza, a soli 47 anni, esala l’ultimo respiro spezzato da una febbre tifoidea.
Elisabetta Dewar all’epoca è appena trentacinquenne e nel suo dolore desidera ricordare l’uomo amato con una testimonianza di grazia e bellezza.
Commissiona così allo scultore Santo Varni un maestoso monumento che potete ammirare a Staglieno e che viene descritto da Ferdinando Resasco che racconta questa storia nel suo libro dedicato al nostro cimitero monumentale.
Questa figura rappresenta l’angelo della religione e del dolore, sulla sommità si vede un drappo posato su una colonna sulla quale spicca lo stemma gentilizio.

Monumento Taliacarne

E ci sono anche i simboli della carriera diplomatica di Andrea Luigi Taliacarne.

Monumento Taliacarne (7)

Sul basamento spezzato della colonna una civetta tiene sotto la zampa una clessidra, è la morte che artiglia il tempo della vita.

Monumento Taliacarne (3)

L’angelo, pensieroso ed assorto, stringe in una mano un crocifisso, con l’altra pare proteggere l’ovale sul quale sono scolpiti i tratti di Andrea Luigi Taliacarne.

DSCN8814 - Copia

L’amore di Elisabetta, colui che le rapì il cuore durante un viaggio su un piroscafo.

Monumento Taliacarne (4)

Quattordici anni dopo, a 49 anni,  lei lo raggiunse e qui lei riposa, insieme al compagno della sua vita.

Monumento Taliacarne (2)

L’amore, a volte, arriva all’improvviso.
Come un temporale, una tempesta o una burrasca.
Tutto travolge e poi si placa, si naviga insieme sul mare dei giorni felici, scansando le rocce affioranti ed evitando i gorghi tumultuosi, cercando il faro che conduca a destinazione in certe notti senza stelle.
E poi ci sono le parole, gli sguardi, i sussurri.
Un angelo gentile custodisce il tempo svanito e i segreti di un amore.

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