Alzando lo sguardo in Canneto il Lungo

Ritorniamo a camminare nei miei caruggi, in un giorno di primavera scendevo giù da Via San Lorenzo e mi sono fermata nei pressi di Vico di Nostra Signora del Soccorso.
E lassù i palazzi si sfiorano e lo sguardo trova una diversa prospettiva della Cattedrale.

Uno squarcio di luce, la brevità del caruggio e laggiù il nostro Canneto il Lungo.

E c’è una Madonnetta, consueta testimonianza di una devozione antica.

E là si trova uno stemma nobiliare che da qualche tempo ha riconquistato colore e vivacità.

Siamo in questo punto di Canneto il Lungo, qui dove la luce gioca con l’ombra dei caruggi.

E alzando lo sguardo verso il palazzo che fa angolo con Vico di Nostra Signora del Soccorso ecco una particolarità degna di nota: un marmo nel quale sono raffigurati l’Agnello di Dio e alcuni stemmi.

È davvero in alto, quindi non si scorgono troppi particolari o dettagli.

Sono così le bellezze nascoste della città verticale.

Sono così le meraviglie che trovano coloro che amano alzare lo sguardo verso il cielo di Genova.

Ammirando il portale di Palazzo Stella

Gironzolando nei caruggi, come ben sapete, è sempre saggio alzare gli occhi e soffermarsi sui dettagli di certe antiche dimore che ancora spiccano per la loro bellezza nelle strade della città vecchia.
E così, trovandovi dalle parti di Canneto il Curto, vi consiglio di fermarvi ad ammirare il portale di Palazzo Stella che si affaccia sulla piazza omonima, la famiglia Stella era un’antica famiglia genovese che ha così lasciato la sua traccia in un tratto della città.

L’edificio, oggi sede di un’associazione culturale, risale al lontano XVI secolo, a pensare quante persone hanno varcato quella soglia si resta in qualche modo sconcertati.
E in molti, come noi, posarono lo sguardo sul magnifico portale e sulle sue ricche decorazioni floreali che circondano uno dei due stemmi ormai abrasi.

Come si legge sul pregiato volume “Le Pietre Parlanti” di Luciana Müller Profumo, questo portale presenta una particolarità: l’Agnello di Dio, infatti, è il punto centrale della targa e così si svela nella raffinatezza di questa scultura.

Non mancano certi severi profili a vigilare sulla vetusta dimora.

E ogni petalo e ogni foglia è rifinito con vera maestria ed accuratezza.

Il cielo così sovrasta questi caruggi come accadeva in quel tempo di dame e cavalieri che vissero e respirarono nelle stanze di Palazzo Stella.

E ancora resta sotto i nostri sguardi, il magnifico portale di questo antico edificio.

L’Agnello di Dio di Vico Cicala

Ritorniamo ancora nei miei amata vicoli: vi porto là, in Vico Cicala, un caruggio che potete imboccare da Sottoripa e che prende il suo nome da un’antica famiglia consolare della Superba.

In questa nostra città vecchia resistono, a volte bene evidenti e altre volte quasi nascoste, le tracce di un passato di gloria e di devozione, sono pietre incise e scolpite sulle quali in qualche caso si possono leggere i giorni trascorsi mentre in altri casi si può appena immaginarli.
E allora pensate di essere un antico mercante, un commerciante di spezie, una timida dama o un prode cavaliere e i vostri passi calcano il tracciato di Vico Cicala mentre la luce rischiara certe pietre vetuste.

Arriva anche qui, in certe ore e in certi giorni, il sole vivifico, con i suoi raggi brillanti e radiosi, arriva qui e batte sopra la figura dell’Agnello di Dio.

Ai lati di questo si notano due stemmi, mani abili ed affabili crearono queste forme, rimossero con delicatezza la polvere, lasciando ai posteri ciò che ancora possiamo ammirare.
Passando in questo caruggio non esitate al alzare lo sguardo: i vostri occhi troveranno l’Agnello di Dio di Vico Cicala.