Vi porto in un luogo del cuore.
E un luogo dell’anima, l’anima di questa città.
E se non veniste qui credo che non potreste mai dire di conoscere Genova.
Genova che per molti è l’Acquario e il Porto Antico e niente altro.
Ma Genova è silenzio, mistero, scoperta.
Genova è nascosta, raccolta, segreta.
E Genova è certe strade, come questa, oggi condivido con voi un sentimento, un’emozione, un intimo affetto.

E dovrete essere viaggiatori della vostra anima per comprendere un luogo come questo e renderlo vostro.
E se siete turisti visiterete le Torri di Porta Soprana, andate oltre, passate Via Ravecca e poi Piazza Sarzano.
E sarete qui, in Via di Santa Croce.

Una strada bella e una piazzetta che portano lo stesso nome, così come si chiamava la chiesina che qui c’era un tempo, vi era anche un ospedale.

Panchine di caruggi, non è così comune trovarle.
E silenzio.
Consultiamo la Guida Pagano del 1927, allora qui c’erano un fruttivendolo e un calzolaio.
C’era anche un negozio di carbone, cambiano i tempi.

Il cielo resta, il medesimo di allora.

C’è un tabernacolo con l’effige di San Giovanni Battista.

E sopra di voi ancora l’azzurro insidiato da nuvole bianche.

Un portale in ardesia, qui dove inizia la dolce discesa di Via di Santa Croce.

Una via che vi condurrà a San Giacomo della Marina.
E come spesso accade da queste parti probabilmente non incontrerete nessuno.
Sarete soli, sentirete il rumore dei vostri passi.
Nessuna voce. Silenzio.
Guarderete verso l’alto, verso quegli archetti.

Questo è un luogo dell’anima, l’anima di questa città.
E per sentirla dovrete venire qui in certe giornate nelle quali spira il vento, vento di mare che si insinua tra le case.
Vento, vento che per me è il respiro di Genova.
Vento che sarà vostro compagno di viaggio e di cammino, sarà alle vostre spalle e accanto a voi.
Il vento, in Via di Santa Croce, è un ospite gentile e discreto.
E così è la luce che fende l’altezza delle case e batte sulle facciate.

Il mare, il mare è oltre quelle case, qui lo potrete vedere.

E se avete fortuna da qui vedrete una nave che salpa e la saluterete.
E se siete viaggiatori dell’anima, se avete nel cuore quella musica che risuona per questi caruggi, saprete di non essere davvero soli.
C’è il vento accanto a voi.

Una curva perfetta, di ocra e di bianco.

E qui, qualche rara volta, alcuni si siedono sul muretto.
Si ferma anche il vento, per qualche istante.

Ma poi si rialza, spira ancora, verso Salita della Seta.
Forse ricorderete, ve ne ho già parlato qui.
Prospettive di caruggi, non potrete mai dire di conoscere Genova se non avete veduto questo.
Le scalette, le creuze.

La luce, i panni stessi che danzano, fratello vento ancora gioca, ancora vi è vicino.

E non potrete mai dire di conoscere Genova se non vi siete mai trovati in un vicolo dove una Madonnetta solitaria protegge il vostro passaggio.

E’ semplice, candida, fiera.

E ancora si scende.
E ci si guarda indietro, verso il cammino percorso.

Ed io davvero so che non potrete mai dire di conoscere Genova se non avete mai camminato in una strada come questa.
Silenziosa, appartata, misteriosa.
E sarete costretti a fermarvi, a osservare verso l’alto per vedere quest’altra edicola, traccia di un certo mondo antico e di anni lontani.
No, non potrete mai dire di conoscere Genova.

E ancora si scende, sono altri colori, adesso più tenui.
E agli inizi del secolo scorso, come ancora si legge sulla Guida Pagano, qui c’erano un’osteria e una polleria, uno stagnino e un lavorante di metalli, una rivendita di vini e una calzoleria.
Il tempo muta alcune cose, rimane ancora questa brezza sottile che lieve soffia in Santa Croce.

E no, non potrete mai dire di conoscere Genova se il vostro sguardo non ha mai incontrato questa luce oltre l’archivolto.

E le rosse facciate accese dal sole, sole di mare e di porto, di una città di marinai, di vele e di reti.

Un luogo dal fascino antico, recondito, da scoprire e da tenere con sé.

Un luogo del cuore e dell’anima.
Silente, di pace, di aria, regno di quel vento che qui a volte è signore e vostro compagno.
Una bellezza segreta, ritrosa e solitaria, Via di Santa Croce e il suo splendido cielo su San Giacomo della Marina.

E sarete viaggiatori dell’anima di questa città se una volta giunti al termine di Via di Santa Croce vi guarderete indietro.
E ancora sentirete il profumo dell’acqua del mare, udirete il respiro, il respiro della città.
Guarderete indietro e saprete che tornerete ancora qui, a ritroso, verso l’anima di Genova.
