Il Galeone di Genova la Superba

È il galeone della Superba, ha di recente trionfato alle Regata delle Repubbliche Marinare nelle acque di Pisa.
È uno dei simboli dell’orgoglio di Genova, si incitano i rematori ripetendo Dagghe, Zena!
E ancora, li si incoraggia con quelle parole a noi care: Pe Zêna e pe Sàn Zòrzo!

Il galeone della Superba, in occasione del Salone Nautico Internazionale, è stato collocato in Largo Lanfranco e là lo si può ammirare nei suoi magnifici colori che rappresentano questa città.

Sventola sul galeone la fiera Croce di San Giorgio.

E ci sono anche le bandiere delle altre Repubbliche Marinare: ecco il leone di San Marco che rappresenta la Repubblica di Venezia, la croce bianca in campo rosso della Repubblica di Pisa e la croce di Malta della Repubblica di Amalfi.

Ed è un’emozione bellissima poter ammirare il glorioso galeone di Genova.

E in questi giorni di settembre così si offre agli sguardi dei genovesi e dei visitatori.

Con i nostri colori, di bianco e di rosso, pe Zêna e pe Sàn Zòrzo!

Il Corteo Storico e la Regata delle Antiche Repubbliche Marinare

E’ iniziato tutto qui, davanti alla Cattedrale della Superba.
Un balzo nel tempo e un corteo storico che ha preceduto la regata delle Antiche Repubbliche Marinare svoltasi ieri a Calata Zingari.
Ed è partito da qui, dal cuore di Genova.

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A presidiare la Cattedrale un fierissimo Balestriere del Mandraccio.

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E poco distante alcuni suoi compagni.

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E il loro grido è sempre questo: Pe Zêna e pe Sàn Zòrzo!
Per Genova e per San Giorgio!

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Rullano i tamburi, salgono da Via San Lorenzo gli uomini e le donne di un altro tempo.
Prima, in testa al corteo, la Repubblica Marinara di Genova.

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E’ un fragore, un suono bellissimo in questa strada così scenografica.

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E c’è chi porta orgogliosamente il vessillo della Superba.

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Un uomo fiero e altero stringe a sé il suo pesante elmo e avanza tra gli altri, è l’eroe delle Crociate, il conquistatore di Gerusalemme e di Cesarea, è Guglielmo Embriaco, detto Testa di Maglio,  colui che nel lontano 1101 recò a Genova il Sacro Catino.

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E’ il personaggio di spicco di questo corteo genovese.

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Si cammina verso la propria meta.

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Con armi e balestre e con passo deciso.

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Con scudi e lance.

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E poi le dame e i cavalieri, tutti seguono il trionfatore.

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E non manca il Doge della Superba, è altero e regale, non c’è che dire.

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E ci sono certe sorridenti fanciulle, una regge una cesta con dei limoni.

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Ed ecco ancora Guglielmo Embriaco, a vederlo così non parrebbe tanto minaccioso, non vi pare?
E invece!

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Una graziosa dama, costei ha ricevuto molti applausi e meritati complimenti.

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E intanto avanza la Repubblica Marinara di Venezia.

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I veneziani avevano abiti ricchi e sontuosi, la Serenissima si è fatta giustamente ammirare.

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E che vestiti sfarzosi queste dame! Lo dico sempre, ho sbagliato secolo!

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Ecco il Doge di Venezia, porgetegli i dovuti omaggi.
Eh, io gli avrei chiesto volentieri in prestito il valletto e quella sorta di curioso parasole, mi sarebbe proprio venuto utile, ieri c’era un caldo da non credere!

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E ancora rulli di tamburi in San Lorenzo.

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E una fanciulla condotta su una portantina. Chi sarà mai? E’ Caterina Cornaro, nobildonna veneziana che nel 1489 fu accolta dal Doge di Venezia e dalla città lagunare con grande onore.

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Sorride Caterina e saluta la folla.

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E intanto il Doge continua il suo cammino.

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E ora è la volta della Repubblica Marinara di Pisa, di rosso e di bianco.

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E si cammina, sembra davvero di essere in un altro tempo.

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In marcia, reggendo gli scudi.

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E scintillano gli elmi sotto il sole di giugno.

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Si avanza compatti, senza esitazioni,

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E il Podestà cavalca il suo destriero.

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Le dame gentili indossano velluti e perle, tra le braccia recano mazzi di fiori.

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Sono belle e aggraziate le fanciulle di Pisa.

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E una di loro è in sella a un cavallo, è una giovane eroina di nome Kinzica, una fanciulla che cavalcò senza paura per raggiungere la sua città e mettere in guardia i suoi abitanti dell’arrivo dei terribili saraceni.
E così, intorno all’anno 1000, il coraggio di Kinzica salvò la città di Pisa.

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Ultima giunge la Repubblica Marinara di Amalfi.

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E squillano le trombe.

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 L’episodio evocato da questa città riguarda i festeggiamenti che vennero dati per lo sposalizio tra il giovane Sergio, figlio del Duca di Amalfi, e Maria, figlia del principe di Capua e Benevento.
Che fascino i cortei storici, si provano grandi e belle emozioni.

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E attenzione, c’è chi è armato di spada!

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E poi c’è sempre il tempo per un sorriso, in questa lunga e appassionante giornata.

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E veli lievi e delicati e fiori e foglie a cingere il capo, la magia del passato.

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E poi il corteo prosegue, attraverserà tutta la città fino a giungere a Calata Zingari, dove si svolgerà la sfida tra le quattro Repubbliche Marinare.

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Si inizia con la gara dei gozzi, questo è il gozzo di Genova.

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La competizione viene vinta dalla città di Pisa.

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E viene il tempo della gara più importante, quella dei galeoni.
Ecco ancora Genova e i colori della nostra bandiera.

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Si alzano i remi, guardate la folla assiepata lassù, c’era davvero tutta la città.

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Ecco le altre imbarcazioni e i rematori compiono il medesimo gesto.

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Partono da lontano i galeoni, attendiamo che sfilino davanti a noi.

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Una delle Repubbliche è in sicuro vantaggio, il galeone verde è quello di Venezia.

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Guadagna un deciso distacco e supera gli altri tre.

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E si avvicina così alla sua meta, la Repubblica Marinara di Venezia vince la regata storica.

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E’ stato un pomeriggio intenso e ricco di infantile stupore, queste iniziative mi entusiasmano e mi coinvolgono, sono viaggi della fantasia verso altri anni.
Si torna indietro nei secoli, al tempo in cui Genova, Venezia, Pisa e Amalfi erano Repubbliche Marinare.
Una domenica diversa, nel mare della Superba, nella città dove sventola orgogliosa la Croce di San Giorgio.

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