Questo lembo di Liguria confina con L’Emilia Romagna e da Fontanigorda si raggiungono facilmente borghi suggestivi e particolari, così oggi vi porterò in provincia di Piacenza, a Bobbio, un luogo nel quale le pietre raccontano il passato e le sue vicende.
La passeggiata inizia qui, in questo scorcio della bella cittadina.

A Bobbio ci sono numerosi luoghi di culto da visitare, ve ne mostrerò alcuni tra i più importanti.
Sulla piazza si erge maestosa la Cattedrale, quest’anno a Bobbio si celebra il millenario della diocesi e della città, correva l’anno 1014 e oggi si ricorda quell’evento.

Nella piazza a terra si notano alcune frecce, una indica il nord, le altre due sono puntate verso altre direzioni, non so a quali località si riferiscano queste coordinate ma immagino che abbiano comunque un significato religioso.

Guardo verso il cielo.

E poi entro in questa chiesta maestosa e scenografica.

Nella nostra bella Italia in ogni luogo si nasconde un tesoro, nella Cattedrale di Bobbio tra le altre cose potrete ammirare un affresco del ‘400 raffigurante una splendida Annunciazione.

Un arco dopo l’altro, oltre la porta.

E sopra di voi un firmamento trapunto di stelle.

E luce ed ombra e il misticismo di certe chiese.

La storia di Bobbio è legata a doppio filo a quella di un celebre Santo che venne in questi luoghi da terre lontane.
C’era una volta un monaco di nome Colombano, costui venne dalla nativa Irlanda nell’anno 614 e ricevette in dono da Agilulfo, re dei Longobardi, alcune terre sulle quali il devoto monaco edificò la sua abbazia.
Colombano è una figura carismatica, presto il suo convento annovera numerose adesioni, l’instancabile monaco irlandese ha grande ascendente sui suoi fratelli.
E a lui è legata una leggenda che riguarda il Ponte Vecchio sopra il fiume Trebbia, questo ponte è di età romana e viene anche detto Gobbo a causa della sua conformazione.

Le antiche pietre e un’antica leggenda che narra una storia particolare.
E infatti si dice che a edificare il ponte sia stato il diavolo in persona nell’arco di una notte, dopo aver fatto un patto con San Colombano.
Il diavolo si incaricava di costruire quest’opera maestosa e San Colombano in cambio si impegnava a dargli l’anima di colui che avrebbe attraversato il ponte per primo.
San Colombano però aveva pensato a tutto e una volta che il diavolo ebbe terminato il suo lavoro si ritrovò beffato perché San Colombano fece passare per primo un cane e così nessuna anima cadde tra le grinfie del maligno.

Il ponte sovrasta le acque azzurre del Trebbia, c’erano persone che prendevano il sole e altre che nuotavano nel fiume.

Da questa prospettiva si godono caratteristiche vedute della città medievale.

Eccola Bobbio, il cielo era come al solito nuvoloso, questa estate è proprio capricciosa.

E il clima mutevole mi ha regalato anche squarci di cielo azzurro mentre salivo verso la parte alta della città.

E arrivati in cima ci si trova davanti al Castello Malaspina Dal Verme, con mio grande dispiacere era chiuso, lo avrei visitato davvero volentieri.

L’edificio risale al XIV secolo, la storia ancora vive per le strade di Bobbio.

E un cartello indica che a breve distanza passa la via francigena, la strada che dal Centro Europa conduce a Roma, la strada percorsa nel passato da devoti pellegrini.

Scendi, tra le case di pietra.

E in terra di Emilia non si può dimenticarsi delle specialità locali, le vetrine traboccano di invitanti salumi.

E sono tanti e numerosi i bei negozi a Bobbio.

Eccola l’Abbazia di San Colombano, vi è annesso un Museo dove sono esposti pezzi preziosi, tra gli altri vi sono antichi reperti romani, pietre longobarde e carolingie, statue e oggetti liturgici.
Non è il solo museo di Bobbio, esiste anche il Museo della città in larga parte dedicato appunto all’opera di San Colombano e alla storia della città.
Il Medioevo di Bobbio, questo è stato per lungo tempo uno dei principali centri monastici, famoso per i suoi preziosi codici.


Qui, nel Chiostro, in questi giorni d’estate si svolge il Bobbio Film Festival, la direzione artistica è del regista Marco Bellocchio che è originario di questa città.

Antiche pietre, a volte mi sembra che non siamo più capaci di certi fasti.

E questa è la basilica di San Colombano, venne edificata tra la seconda metà del ‘400 e i primi anni del ‘500, sorge sui resti della chiesa conventuale costruita qui prima dell’anno 1000.

Lassù, effigiato in un gesto benedicente, colui al quale è dedicata la chiesa, San Colombano.

Sole e nuvole e un suggestivo effetto ottico.

E ombra e luce sotto il porticato.

E il silenzio della basilica.


E anche qui tracce della mia città.
E’ bianca e candida la statua dell’Immacolata opera del Maragliano, un tempo era situata nella chiesa di Santa Zita a Genova, il parroco di Bobbio la comprò per 160 Lire nel lontano 1888.

E poi tombe con stemmi e simboli.

Una scala conduce a una cripta, al di là della cancellata si possono ammirare splendidi mosaici.

Uno splendido effetto cromatico per questo lavoro prezioso che risale al XI secolo.

E ancora qualche gradino ed altri splendori.

La luce filtra dai vetri colorati, luce mistica.

Al centro della stanza un sarcofago, su di esso si possono leggere certi eventi e certe avventure.

Questo è il sarcofago di San Colombano, il monaco che venne dall’Irlanda.

Qui, a Bobbio, dove tutto parla di lui.

Nella basilica che porta il suo nome, in terra di Emilia che è anche la terra di San Colombano.
