Da Discesa a San Nicolosio a Salita alle Monache Turchine

Camminando nella poesia delle strade di Genova vi porto ancora con me giù per certe creuze che spesso percorro per arrivare in centro, le antiche strade della Superba ci permettono di trovare comode scorciatoie a volte ancora ricche del loro vetusto fascino.
E così, scendendo da Salita Superiore della Rondinella davanti a noi avremo la Piazza dietro i Forni e proseguendo invece verso la nostra destra troveremo Discesa a San Nicolosio.

E la poesia dei toponimi si sussegue: imboccando Discesa a San Nicolosio, infatti, si trova il breve e misterioso Vico Notturno, un caruggio breve che termina in questa maniera.
Una finestrella, uno spazio ridotto e quelle cose tipiche di Genova.

I palazzi che quasi si sfiorano lassù, dividendo il cielo.

Questo caruggio mi ha sempre incuriosito proprio per il suo nome sognante, crepuscolare e a suo modo romanzesco.

A differenza di Vico Notturno la nostra Discesa a San Nicolosio conserva tuttora la sua targa storica con le sue belle lettere tondeggianti e ben definite.
In tutta sincerità vi confesso che ogni volta che vedo una targa fatta nella nostra epoca mi domando perché non si riesca a replicare lo stile del bel tempo andato.

Un muro, le finestre, le curve sinuose di Discesa a San Nicolosio e pochi passi vi separano da Salita alle Monache Turchine.

Una mattonata, una curva, i panni stesi.

Queste vie, con evidenza, derivano i loro nomi da luoghi religiosi: Discesa a San Nicolosio (come la vicina Salita di San Nicolosio) prende il suo toponimo dalla Chiesa di San Nicolosio.
La Salita alle Monache Turchine, invece, è stata così denominata con riferimento alle monache che lì avevano il loro monastero fondato nel 1604 dalla gentildonna Maria Vittoria De Fornari Strata.

Queste antiche vie, con la loro straordinaria semplicità, hanno un’anima accogliente e vera, sono luoghi che hanno custodito sogni e pensieri di diverse generazioni.
Ed ecco le finestre, le foglie dondolanti e le persiane verdi.

E muretti, scale e panni stesi: la formidabile bellezza della quotidianità.

E ancora, il segno di Gesù, in questa nostra Salita alle Monache Turchine.

E un soffio di vento, i colori della vita e il tempo che a volte pare fermarsi nelle antiche strade di Genova.

Aria di mare

È l’aria di mare a spazzare il cielo e a renderlo terso e così blu.
Un gabbiano si libra alto sulle Mura delle Grazie e la luce ravviva questi colori e li esalta, è un’allegria di panni stesi a dondolare davanti a queste finestre.

Ed è una luce gloriosa, magnifica e impareggiabile a illuminare l’azzurro su Piazzetta Barisone.

L’aria di mare spira nei caruggi, danza con questa luce, smuove i lenzuoli e le tovaglie in Salita della Seta.

Ed è ancora la brezza salmastra a sollevare la bandiera della pace su Piazza San Bartolomeo dell’Olivella.

Ed è sempre la vita nella sua quotidianità a svelarsi nella sua complessa semplicità in Salita San Bernardino.

Ed io seguo questa luce magnifica che si insinua gentile nelle vie della città vecchia.
E il sole batte sui vetri delle finestre, in Salite alle Monache Turchine, mentre l’aria di mare sfiora i colori pastello e le tinte della nostra vita.